| inviato il 11 Aprile 2015 ore 13:16
Ciao, Ho provato la tecnica inventata dal giovane fotografo di successo americano Ryan Brenizer, utilizzando il mio modello preferito, il mio cane Chili, in casa con luce naturale, per pigrizia ... In realtà la tecnica predilige spazi aperti ed un formato più verticale di quello che sono riuscito ad ottenere con i miei 20 scatti. www.juzaphoto.com/galleria.php?t=1271404&l=it Per assemblarli, non utilizzando PS, ho impiegato una app gratuita per i panorami, che mi ha permesso in realtà di assemblare scatti su tre file verticali. Gradirei conoscere vostre impressioni e critiche, oltre a vedere qualche vostro scatto con questa affascinante tecnica. Ringrazio Juza, gentile e disponibile come sempre, per aver prontamente creato l'ashtag #BrenizerMethod. Ciao a tutti. Ezio |
| inviato il 11 Aprile 2015 ore 14:39
scusa, ma al di là della foto non proprio bella.... a cosa avrebbe giovato unire 20 scatti in una simile situazione? Non capisco... |
| inviato il 11 Aprile 2015 ore 15:13
Ciao Allehp01, nelle premesse ho scritto che servirebbero spazi più aperti e un formato più verticale. Lo scopo del metodo Brenizer è quello di ottenere foto dal formato grandangolare con una profondità di campo estremamente ridotta, tipica degli obiettivi (luminosi) a lunghezza focale ben diversa (tele o medi-tele). Col mio 50 mm a massima apertura f/1.8 un singolo scatto avrebbe preso solo il muso di Chili, dalla breve distanza che ho scelto per ottenere la minima profondità di campo (come nel tuo ritratto "il colore rosa"). Se mi fossi allontanato al punto da ottenere la stessa inquadratura con un singolo scatto, praticamente tutto sarebbe risultato a fuoco (un altro esempio nella tua galleria è "la grandezza del grano", dove lo sfondo è a fuoco in quanto prossimo al soggetto). Ho infatti più volte avuto conferma che per la profondità di campo, oltre all'ampia apertura del diaframma ed alla lunghezza focale dell'obiettivo, è determinante la distanza relativa sensore / soggetto / sfondo. Tornando alla tua foto citata, se la avessi scattata da più vicino con un obiettivo con f/1.8, componendola con 4, 8, 20 ... 40 scatti, avresti avuto solo il viso a fuoco e tutto il resto sfocato. Non è detto che ti sarebbe piaciuto, solo per farti capire. Mi sono ripromesso di provare in altre circostanze con soggetti diversi e inquadrature più ampie ma, questa foto, dovrebbe essere sufficiente per far capire quale sia la caratteristica e lo scopo del metodo Brenizer: mettere a fuoco ciò che interessa (in questo caso gli occhi e il muso del cane) e sfocare tutto il resto, su piani focali anteriori e posteriori ad esso. L'autore ha pubblicato un tutorial (in inglese) per spiegare tutto ciò con esempi. Ciao e grazie per la visita. Ezio |
| inviato il 11 Aprile 2015 ore 16:06
Probabilmente il mio occhio non è in grado di cogliere la differenza, ma non mi pare che il risultato sia molto diverso da questa foto (singolo scatto con una PP molto grezza fatta in velocità per ottenere un effetto simile) www.juzaphoto.com/galleria.php?t=1288150&l=it |
| inviato il 11 Aprile 2015 ore 16:14
Ciao Nicolò, mi rendo conto che la mia foto non è delle più adatte a far comprendere la tecnica, in quanto, come premesso, ho lasciato troppo poco spazio intorno al soggetto. Lo sfocato del mio scatto non è creato con postproduzione, come vedi è graduale è se ci fosse un diverso sfondo (ad es. luci o foglie autunnali), il bokeh sarebbe da urlo. Ecco un esempio dell'inventore di questa tecnica: ryanbrenizer.com/wp-content/uploads/2012/10/Group-3-120921-180435-85mm Mi fa piacere aver queste critiche perché mi stimolano a provarci di nuovo, all'aperto, e cercare location adatte. Ciao, alla prossima. Ezio |
| inviato il 11 Aprile 2015 ore 16:20
Ecco con questa noto già di più la differenza |
| inviato il 11 Aprile 2015 ore 16:26
Eccoci! Se vai su google trovi un mare di esempi. Concordo con te che oggi, con varie app, si possano emulare effetti simili, ma per me è stata una soddisfazione vedere quel risultato dovuto, in pratica, al vero effetto dell'ottica! E forse, se riguardi la mia foto dopo aver osservato quelle con soggetti e location più adatti, riconoscerai che ho utilizzato lo stesso metodo per il mio Chili! Ciao! Ezio |
| inviato il 11 Aprile 2015 ore 16:40
Ciao Ezio, mi spiace dover concordare con gli altri... La foto ti è uscita bene, nel senso che hai capito come si usa questa tecnica ma purtroppo il risultato non c'è... Nel senso, la tecnica brenizer serve per avere prospettive grandangolari con ridotta profondità di campo, ma nella tua foto tale prospettiva non c'è... Probabilmente il risultato sarebbe stato il medesimo con un singolo scatto a TA... Riprova magari all'aperto in un bosco ecc e vedrai che si noterà subito la tecnica che usi |
| inviato il 11 Aprile 2015 ore 16:53
Ciao Nicola. Concordo. Ma sul fatto che con un unico scatto avrei ottenuto lo stesso risultato no: a parte che non avrei avuto lo spazio (considera che il mio 50mm equivale ad un 75mm su DX), se mi fossi allontanato sarebbe stata a fuoco una grande porzione dell'immagine, tant'è vero che, a parità di distanza, avrei dovuto usare un fish-eye, con una profondità di campo elevatissima. Se osservi bene, io ero appoggiato al letto e, come già detto, il primo fotogramma del collage ritraeva a malapena il solo musetto di Chili! Ciao e grazie del commento. Ezio |
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