| inviato il 10 Aprile 2015 ore 0:28
Interessante, conferma le sensazioni avvertite sul campo |
| inviato il 10 Aprile 2015 ore 9:21
La chiave per comprendere questo fenomeno credo stia nella dichiarazione del libraio Romano Montroni: "I libri di fotografia sono bellissimi, attraenti, accattivanti e non hanno paura del Kindle" |
| inviato il 10 Aprile 2015 ore 9:43
Non si vendono, insomma, solo le cinquanta sfumature di grigio di Salgado, o le tavolozze esotiche di McCurry. Con tutta la stima possibile per Smargiassi, questa frase mi sembra più uscita dall'invidia per dei successi mondiali. Accostare il nome di Salgado alla spazzatura di "50 sfumature" mi sembra veramente troppo e l'autore non se lo merita, ricordando anche il suo impegno sociale. |
| inviato il 10 Aprile 2015 ore 10:14
Concordo con Max Lucotti, di sicuro non ho la cultura fotografica di Smargiassi, ma prendere in giro Salgado mi sembra quanto meno di cattivo gusto. Può anche non piacergli o non piacergli Genesi, ma per tutto quello che ha fatto e rappresenta, Salgado merita rispetto! |
| inviato il 10 Aprile 2015 ore 10:44
Credo che il discorso vada inteso in un altro modo: Non vendono solo i libri proposti da grandi case editrici, con un marketing molto spinto, o i nomi famosi. Nel mercato c'è spazio anche per idee di emergenti, a differenza di altri settori dove prima conta il nome e poi il prodotto. Genesis di Salgado è una produzione internazionale, edito da Tashen, una delle case editrici più potenti nel settore del fotografico e del libro d'arte "commerciale". Avrebbe venduto a prescindere dal contenuto. Mentre gli autori citati sono outsider che pubblicano o tramite piccoli editori, o in proprio, mantenendo vivo un settore che non sta subendo la crisi pesante (anche di idee) che l'editoria sta attraversando. |
| inviato il 10 Aprile 2015 ore 10:57
Concordo con te Fabio, ma c'è modo e modo di dirlo. |
| inviato il 10 Aprile 2015 ore 11:16
Mah, secondo me non è nè una mancanza di rispetto nè un cattivo gusto. 50 sfumature di grigio è un best seller. Lo sono anche libri più importanti ovviamente, ma non si può fare un gioco di parole simile con la divina commedia ad esempio! In un colpo solo così si dice che i libri di Salgado sono best seller, ed insieme si fa una battuta sul titolo. Magari interpreto male io, ma a me sembra un ottimo 2 piccioni con una fava.... |
| inviato il 10 Aprile 2015 ore 12:08
Allora sarò stato io a pensar male, mi era sembrata una battuta come a voler sminuire il lavoro di Salgado! |
| inviato il 10 Aprile 2015 ore 13:05
Mah! Secondo me il signor Smargiassi avrebbe potuto fare di meglio, non ci vuole un genio a fare una provocazione sminuendo Salgado e McCurry.. Che ci creda o no è una battuta che sminuisce Salgado.... Secondo me l ' ha fatta fuori dal vaso, è una battuta davvero mal riuscita! Smargiassi scuramente ha una cultura fotografica immensa ( lo credo sul serio ) ma lo conosco poco ed ho solo avuto l' occasione di leggere qualche suo intervento sul blog dove non sono mai tornato perché avevo avuto la sensazione che pontificasse dall'alto del suo piedistallo....... |
| inviato il 11 Aprile 2015 ore 18:19
Fabio, la tua spiegazione è logica e salverebbe capra e cavoli. Ma l'autore dell'articolo conosce fin troppo troppo bene le sfumature del linguaggio: più di quanto basti per non incappare in una simile svista involontaria. L'effetto era voluto, ed è il motivo per cui ne stiamo parlando. Vuoi un altro esempio più esplicito, da parte di un altro giornalista? VEDI QUI D'altra parte fanno bene. Cosa dovrebbero scrivere? Che Salgado è un grande maestro, che ha saputo raccontare il lavoro dei più poveri (in Workers ), il dramma delle migrazioni forzate (in Migration ) e la difesa della natura ( Genesis ), nel suo stile fotografico unico, dai contrasti biblici? Poi gli articoli chi volete che li noti? |
| inviato il 12 Aprile 2015 ore 13:32
Ti rispondo anche se OT. Pubblicare espone il lavoro anche alle critiche. Oggettivamente il lavoro di Salgado è enorme, ma soggettivamente può anche non piacere, non vedo cosa ci sia di male se una (minima) parte della critica non apprezza. Per quanto riguarda Genesis, ritengo che sia un libro troppo pesante, che finisce per mischiare fotografie che hanno oggettivamente un valore diverso. Ciò è comunque una scelta editoriale, non un demerito di Salgado, mentre a mio giudizio, The iconic photographs di McCurry è decisamente un progetto editoriale più pulito. Credo che in tutti i campi, soprattutto in arte, il monopensiero sia la cosa più terribile che si possa verificare. Comunque il tema non è quello che pensa Smargiassi di Salgado o McCurry, bensì l'opportunità per le nuove leve di emergere in un mercato fotografico che fino a poco tempo era esclusivo monopolio di grandi nomi (ed editori), ma sembra che come al solito si guardi il dito, anziché la luna. |
| inviato il 12 Aprile 2015 ore 21:31
Sulla questione In Topic, non ci sono particolari sorprese: l'articolo si limita a dare delle notizie sulle vendite che probabilmente a qualche lettore erano note. La questione andrebbe forse vista confrontando con i dati dell'AIE (che conferma la riduzione dei prezzi medi) e con la consueta indagine Nielsen di dicembre 2014, che mostra una flessione generalizzata sui piccoli editori. Più che un improvviso amore per i testi di fotografia, mi pare una questione di minori perdite. Si vendono meno libri in generale; tra questi, aumenta sempre più la quota della narrativa straniera di largo consumo (ovviamente a danno dell'editoria minore). Tra i comparti che, per motivi vari, resistono, ci sono quello per bambini e ragazzi e altri generi di nicchia, come quello cui si riferisce l'articolo. A favore dei libri di fotografia indipendenti gioca ovviamente l'abbattimento dei costi fissi, che consente di "provarci" (a prezzi modici): anche a chi non lavora per i colossi. Smargiassi su questo non fornisce particolari approfondimenti. Sulla questione OT, ripeto che a mio avviso ha fatto benissimo a distinguersi con quella frase (che magari riflette effettivamente i suoi gusti). Ci vuole davvero un eccesso colposo di buona fede per non accorgersi che è intenzionalmente sprezzante. E' come se qualcuno che non ama Luigi Ghirri lo accomunasse a Liala...Ma, come giustamente notato qui sopra, non era questo l'argomento centrale. |
| inviato il 12 Aprile 2015 ore 21:53
@Max mi trovi concorde sul tuo appunto...probabilmente si tratta del solito snobbismo di una certa "intelighenzia" italica che quando qualcuno raggiunge il successo uscendo dalla nicchia o "cerchia" di pochi intimi diventa troppo commerciale e quindi di consumo. Insomma con la solita dose di snobbismo delle nostre parti se sei sconosciuto sei un autore di culto, da circolo massonico, se, invece, riesci a raggiungere un pò di successo diventi commerciale, dozzinale e popolare e questo non va mai bene. L'accostamento di Salgado a 50 sfumature di grigio è un pelo acido, non si può nasconderlo,una frase forte per chiudere l'articolo ma un pelo sopra le righe, quasi a lasciar intendere che Salgado fosse divenuto un fotografo dopo le vendite di Genesi. Taschen è un colosso e probabilmente sa vendere bene i suoi prodotti, come fa contrasto d'altronde....costassero qualche euro in meno le vendite sarebbero ancora più alte. Genesi con i suoi volumi di vendita ha fatto si che si potesse pensare per un prezzo di vendita "umano" se pensate al formato e al numero delle pagine. Qualcuno dimentica che è la rete, il digitale e l'allargamento dei fruitori del mondo della fotografia che ha allargato gli orizzonti ed ha permesso a tanti che sarebbero rimasti fuori da questo mondo di mettere un piede dentro. Qualcuno li ha messi entrambi e questo è sempre un bene..checche se ne dica, per la fotografia e per l'editoria a questo punto. Stefano |
| inviato il 14 Aprile 2015 ore 9:08
Allora, dubito che si volesse offendere Salgado, Mcurry o altri. Ha detto ciò in primis per fare una battuta, in secondo per far notare che non esistono solo questi fotografi famosissimi e talentuosissimi, ma tanti altri semi sconosciuti, molto più di nicchia ma ugualmente bravi a loro modo, basta andare a Micamera a Milano o vedere il sito, (o altri come il portoghese Photo Book Corner). Ottimo far notare il mercato interessante del Self-Publishing. Se poi devo dirla tutta, la critica (se si deve parlare forzatamente di critica) non è nei confronti di Salgado, ma verso chi conosce solo quasi esclusivamente Salgado. O Mcurry. O altri. Il suo è un invito ad allargare gli orizzonti. |
Che cosa ne pensi di questo argomento?Vuoi dire la tua? Per partecipare alla discussione iscriviti a JuzaPhoto, è semplice e gratuito!
Non solo: iscrivendoti potrai creare una tua pagina personale, pubblicare foto, ricevere commenti e sfruttare tutte le funzionalità di JuzaPhoto. Con oltre 251000 iscritti, c'è spazio per tutti, dal principiante al professionista. |

Metti la tua pubblicità su JuzaPhoto (info) |