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Naturalisti ed etica alimentare:vegetariani,vegan,onnivori?


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avatarsenior
inviato il 26 Ottobre 2016 ore 21:22

Allora, qualche cosa bisogna pur trangugiare.


Al limite ci sono loro:

it.wikipedia.org/wiki/Respirianesimo

Eeeek!!! Eeeek!!! Eeeek!!!

avatarsenior
inviato il 26 Ottobre 2016 ore 21:53

è un discorso ampissimo questo, e io umilmente come molti altri non pretendo di avere la risposta in tasca.
occorre di certo inserire l'uomo nella natura e non estirparlo, è il primo grande errore questo.
La natura ed evoluzione dell'uomo e di quello che lo precede è certamente passata attraverso un periodo da dieta prevalentemente frugivora, e si parla di circa 6 - 10 milioni di anni fa, ad un altro periodo, in cui la dieta anche carnivora è stata sempre più presente e parlo del periodo compreso tra i 6 ed i 2 milioni di anni fa, in cui avere grosse pance da erbivoro ha portato all'estinzione di molte scimmie bipedi.
Poi c'è stata una differenziazione ulteriore. di umani non ne esisteva solo una specie. Alcuni sono diventati prevalentemente carnivori, come i Neanderthal, altri hanno continuato una dieta onnivora.
Le abitudini all'uso della carne riguardano soprattutto i paesi del freddo, si vedano ancora oggi gli inuit, mentre nei paesi più caldi si possono riscontrare popolazioni fondamentalmente vegane.
Oggi spesso è una posizione etica e di coscienza, e il rapporto con l'animale utilizzato per l'alimentazione è drasticamente cambiato, tanto da portare a situazioni paradossali, sia per gli animali allevati in microcelle, sia per gli uomini che ingurgitano antibiotici, tanto che le maggiori resistenze agli antibiotici, riscontrati anche nella vecchietta signora Maria, sono dovute al fatto che quegli antibiotici li ha già ingurgitati mangiando carne.
Così l'uomo tende a sentirsi separato dalla natura, ha repulsioni ed atti di coscienza spesso giustificati dalla realtà dei fatti, poichè sistemi sani di allevamento quali per esempio quelli ipotizzati nella misconosciuta permacultura sono inapplicati, allontanandoci sempre di più da un rapporto umano anche con gli animali che vengono mangiati.
Se ne fa quindi una questione etica, soprattutto per come si mungono le mucche e per come si separano i vitelli dalla madre, avendo perso completamente la dignità, noi come uomini, e facendola perdere agli animali.
Anche i vegetali non sono esclusi da questa massificazione, e arrivano notizie sull'intelligenza vegetale che a volte sorprendono.

L'uomo riconosce a sè, quanto più gli somiglia. Gli animali domestici sono sempre più antropomorfizzati, i nostri amici pet. Hanno 2 occhi, un naso ed una bocca, arti, espressioni, e quindi sono più umani di un cavolfiore ed è più facile provare compassione verso ciò che ci somiglia.

Si prova più compassione per ciò che si capisce, meno per quello che non si capisce.

La natura umana prevede un'alimentazione naturale prevalentemente vegetale, almeno per quelli che vivono nel nostro parallelo, ma non esclude l'uso di alimenti animali.

Il fatto è che l'allevamento animale è uno scempio, ma questo non impedirà ai vegani di alimentare il proprio gatto con alimenti animali, a meno che non siano folli.

Quindi quello a cui io auspico, è una drastica diminuzione dell'assunzione del cibo animale da una parte, e ad un ritorno al rapporto meno paradossale tra uomo ed allevamento.

Quando sono stato in India mi sono reso conto che mediamente gli indiani mangiano carne, soprattutto pollo, ma la normalità può prevedere un cosumo di 2 o 3 porzioni di carne al mese, molto diversa quindi dalla nostra normalità.

In India c'è un rapporto con gli animali che noi non ci sognamo nemmeno, eppure, a parte alcuni tabu rispetto ai bovini, che sono i padri dei loro 100 dei, ci si ritrova a convivere con gli animali liberi ma allo stesso tempo spesso non si riscontrano problematiche etiche di divieto assoluto, poichè il loro rapporto con la natura è più sano evidentemente, rispetto al nostro.

avatarsenior
inviato il 27 Ottobre 2016 ore 0:57

Le elaborazioni etiche, scientifiche, filosofiche, morali, sociologiche possono avere moltissimi punti di partenza. la differenziazione categorica fondamentale è quella tra impianti culturali di tipo idealistico o empirico-scientifico.

La matrice comune di tutte le culture idealistiche è quella di partire da preconcetti. Il diritto degli animali a non essere mangiati è un preconcetto (nel senso letterale del termine, in quanto non discendent da un percorso logico). Il fatto che ci si debba nutrire solo di vegetali è generalmente gestito come idea preconcetta. In questi termini è doveroso rispettare la legittimità e la dignità di tali convinzioni, ma risulta impossibile discuterne se si parte da presupposti differenti: è come discutere con un cristiano dell'esistenza di dio, lui sarà sempre disposto a mettre in gioco i tuoi valori e le tue convinizoni, mai le sue. E' un'idealista, parte da valori preconcetti non negoziabili.

Altro è conisderare la convenienza di certi modelli di vita: se si analizzano i costi materiali e ambientali dell'approvvigionamento tramite produzione animale, è conseguente concludere che si tratta di modelli produttivi inefficienti e penalizzanti. Questo vale però oggi e qui, cento o mille anni fa il contesto era differente ed erano differenti le conclusioni. E' come affermare che l'uomo è fatto per mangiare vegetali perchè la sua dentatura è simile a quella delle scimmie frugivore: l'uomo è stato fatto per mangiare un sacco di cose differenti, in relazione al posto e al tempo in cui la storia e l'evoluzione l'hanno collocato. L'uomo è stato - e probabilmente ancora è - anche canniale, ed è la natura che l'ha fatto così, dove se ne è resa la necessità.
Così ragionando, non ha senso escludere per principio di cibarsi di derrate animali, comporta semplicemente una visione strategica in cui tali derrate sono giocoforza destinate a limitare il loro ruolo, tornando alla funzione primordiale: l'animale come nobilitatore di fonti alimentari non direttamente edibili.
Tutto ciò in piena coerenza con una visione storico-pragmatica dell'uomo, concepito semplicemente come animale in coabitazione e competizone con altre specie più o meno simili, per il possesso e lo sfruttamento delle risorse ambientali, mosso dagli elementari stimoli alla produzione e riproduzione dell'esistenza. Nè deve fuorviare la considerazione che l'uomo ha la cultura: la differenza tra lui e altre specie è solo quantitativa, altri animali manifestano elementi culturali di interazioe con l'ambiente. L'uomo ha enormemente potenziato, rispetto ad altri, la capacità di conservare e trasmettere il sapere. Certo, questo divario quantitativo è talmente ampio da costituire differenza di qualità, ma nella sostanza delle cose non è una prerogativa.

Si potrà eccepire che quando si giunge alle stesse conclusioni, diventa questione di lana caprina il come ci si arrivi. Non la penso così, comprendere i presupposti e i processi cognitivi fa enorme differenza sul grado di contestualizzazione che si da alle problematiche e sulle prospettive che se ne ricavano.

In ottica idealista, vedo tantissime persone che si scontrano con le abissali differenze tra i propri valori fondanti e l'andamento della realta, giungere a spiegare tutto con "il male", con il bartaliano "l'è tutto sbagliato, l'è tutto da rifare", negando anche l'evidenza del percorso storico in nome della purezza dei propri principi.
Con altra ottica, magari si conclude che la storia non è ne giusta ne sbagliata, è il percorso dell'uomo verso il miglioramento delle sue condizioni esistenziali, fatto di contraddizioni, errori, progressi e trionfi, nient'affatto lineare.
Allora, magari si smette di liquidare tutto con la teoria dell' homo homini lupus, si analzzano i problemi nel contesto che li ha generati e si evita di buttare via il bambino insieme all'acqua sporca. In ultima analisi, si impara a gestire la complessità, che è l'humus esistenziale più provvido di opportunità.

avatarsenior
inviato il 27 Ottobre 2016 ore 1:00

Una semplice domanda: se la natura è l'ambiente, cioè il complesso di regole elementari, vincoli e risorse che condiziona la nostra esistenza, come mai quelli che hanno un rapporto più samo morivamo di fame in massa fino a pochi anni fa, hanno sempre avuto bisogno di aiuti e assistenza di altri e riescono a migliorare le loro condizioni di vita solo aderendo ai nostri modelli socioeconomici?

user18955
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inviato il 27 Ottobre 2016 ore 8:55

...E' vero che ormai molti anziani negli ultini anni della loro vita "sopravvivono" anche soffrendo, ma non si può negare che la vita media si è allungata...


Ciao Peppe550, cio che ho scritto non è una mia opinione. Negli ultimi 10 anni ho fatto molta ricerca e ho avuto la fortuna di conoscere parecchie persone, tra cui l'amico Filippo Ongaro, medico degli astronauti che ha maturato una grande esperienza sia in america che in russia e ha fatto molta ricerca basandosi sulle conoscienza scientifica oggi acquisita (che non corrisponde all'applicazione medica che vede un gap di 25/30 anni rispetto alla scoperte scientifiche).

Riassumere un discorso tanto vasto e complesso è impossibile in un post ma ti cito alcune cose:

“…La correlazione tra progresso scientifico e qualità della vita, spesso tirata in ballo dalla stampa e dalla classe medica è purtroppo fragile se non del tutto infondata. L'allungamento della vita media, per esempio, è solo marginalmente legato al progresso medico degli ultimi 100 anni. Stiamo assistendo ad un vero e proprio collasso del modello medico corrente e dobbiamo urgentemente dare spazio a un nuovo modello che si concentri sull'uomo e non sulla malattia, in cui un medico torni ad ascoltare prima il malato e solo dopo la TAC o la risonanza. Un modello nel quale il medico trovi appagamento nel prendersi davvero cura della persona e non diventi né un tecnocrate né un distributore automatico di pillole…”

“Sempre più frequentemente leggiamo di nuovi farmaci miracolosi, dei mirabolanti progressi della Medicina, di nuove tecnologie dal prezzo che fa rabbrividire ma che, così ci dicono, cambieranno per sempre il modo di fare diagnosi. Eppure qualcosa non quadra. Nonostante i grandi progressi di cui si vanta la scienza medica, la gente si ammala sempre di più e i costi dei servizi sanitari sono cresciuti costantemente fino a raggiungere una media del 10% del prodotto interno lordo, spinti dai prezzi dei farmaci ed esami diagnostici sempre più cari e dalla tendenza dei medici a seguire passivamente protocolli di diagnosi e cura sviluppati a tavolino per interessi economici più che scientifici.”
“Ma non è solo questo. Basta entrare in qualsiasi ospedale per vedere con i propri occhi come le persone continuino ad ammalarsi e a morire di malattie degenerative che possono essere prevenute e come la sofferenza del malato, il suo isolamento, e la sua emarginazione siano rimasti immobili rispetto all'evoluzione scientifica e tecnologica che ci circonda; evoluzione che da certamente più soddisfazione ad industrie e medici che ai malati…”

"...Negli Usa infatti il numero di persone affette da Alzheimer aumenterà dai 4 milioni di oggi a 16 milioni nel 2050. Globalmente i malati di Alzheimer saranno nel 2050 pari a 45 milioni e 3 malati su 4 saranno cittadini di un Paese Sviluppato.
Negli USA il costo attuale di questa malattia è di 80-100 miliardi di dollari, ma nel 2050 questa cifra supererà i mille miliardi di dollari, e stiamo parlando di una sola malattia..."

(Filippo Ongaro - Le 10 chiavi della salute")


user18955
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inviato il 27 Ottobre 2016 ore 9:17

...Molte malattie che affliggono l'uomo moderno nascono dall'agricoltura (sarebbe anche interessante capire quali...)


Dai tumori a tutte le malattie degenerative e neurodegenerative... Ma come al solito non sono cose che dico io... Basta informarsi un attimo visto che si tira sempre in ballo la scienza ma poi non si vanno a leggere le ricerche disponibili.


Come abbiamo eliminato malattie ed epidemie? Con farmaci, vaccini...


Ecco vedi, qui ti volevo... Generalizzare come fai tu non serve a nulla perchè quello che dici è solo opera della propaganda mediatica... Se però vogliamo andare a verificare ogni singola affermazione (altrimenti parliamo di fuffa) bisogna basarsi su argomentazioni solide e lasciare da parte le convinzioni personali e la propaganda appunto.

Rispetto alle epidemie ci sono ormai dati sufficienti per capire che i vaccini non le hanno assolutamente eliminate. Soltanto per fare due esempi (anche qui si tratta di un argomento vastissimo), il vaiolo non è stato eliminato dalla scoperta del vaccino come ha ammesso la stessa OMS (organizzazione mondiale della sanità) che lo ha giudicato una pratica che ha provocato più danni che risultati. Ti consiglio questo articolo che porta tutte le fonti e spiega come è stata sconfitta l'epidemia:

ilporticodipinto.it/content/vaccinazioni-il-debellamento-del-vaiolo


Per la polio è lo stesso; se ti vai a guardare il grafico dell'andamento della polio in Italia dal sito del ministero della sanità, ti renderai conto che quando sono iniziate le vaccinazioni di massa nel 62 la polio era già scomparsa da sola e l'introduzione di questa pratica portò a un picco nell'epidemia che poi si riassestò (Perchè la vaccinazione spesso portava alla malattia stessa con il virus che si riattivava). Anche qui comunque sono soltanto piccoli esempi ma c'è molto di cui informarsi.

...Il latte no perchè fa male, i formaggi penso idem...


Se come dici ti interessa parlare in termini scientifici e non fondamentalisti... Anche qui c'è abbondante ricerca e relativi risultati. Immagino tu sappia che il metodo scientifico (ricerca realizzata in doppio cieco) non lascia spazio a dubbi o interpretazioni. Poi per rispondere anche all'amico che ha scritto più sopra che beve latte da 50 anni. Ci sono vari fattori da tenere presente: 1. Siamo tutti biologicamente diversi così come le nostre predisposizioni genetiche; es c'è chi fuma per tutta la vita e non gli esce un tumore e chi dopo due sigarette si devasta i polmoni. Questo non significa che il fumo non faccia male a entrambi però perchè anche a quello che sembra non accusare problemi si irrigidiscono i tessuti venosi, si distruggono le cellule, si incrostano i polmoni.... Avrà più resistenza ma i risultati li vedi sulla distanza e sulla qualità della tua salute.

...Siccome non esiste una ragione fondata per dare retta all'una o all'altra di queste autorevoli teorie...


Perdonami ma hai fatto solo un gran minestrone buttando dentro roba a casaccio. Se ti va di affrontare seriamente certi argomenti bisogna procedere con metodo. Altrimenti padronissimo di tenerti le tue opinioni ma non mi sembra corretto accusare gli altri di "teorie" quando non si è in grado di argomentare una critica.



user18955
avatar
inviato il 27 Ottobre 2016 ore 9:42

Una semplice domanda: se la natura è l'ambiente, cioè il complesso di regole elementari, vincoli e risorse che condiziona la nostra esistenza, come mai quelli che hanno un rapporto più samo morivamo di fame in massa fino a pochi anni fa, hanno sempre avuto bisogno di aiuti e assistenza di altri e riescono a migliorare le loro condizioni di vita solo aderendo ai nostri modelli socioeconomici?


Stai parlando del modello socioeconomico che ci ha portato al livello attuale? Cioè al disastro economico mondiale? Rispetto a quello sociale di che parli? Dell'esportazione della democrazia che abbiamo fatto a suon di bombe devastando interi popoli? Chi sta migliorando cosa? La poliomelite in africa che non è mai esistita fino a quando non ce l'abbiamo portata noi con le sperimentazioni dei vaccini? L'epidemia della spagnola che ha fatto milioni di vittime grazie all'uso smodato di acido acitelsalicilico (aspirina) che si era fatto per curarla?

Io sono il primo ad essere affascinato dalle scoperte scientifice e dallo sviluppo tecnologico anche perchè ritengo che se una speranza ci deve essere per l'attuale disastrosa situazione, questa può venire dalla tecnologia con la filosofia dell'open source e della libera circolazione dell'informazione tramite internet. Soltanto per fare un esempio del mezzo che stiamo utilizzando, Linux ha permesso di arginare lo strapotere delle lobby come Microsoft e apple e la quasi totlità dei sistemi in rete gira su linux, anche quando fai una ricerca con google. Il bitcoin potrebbe permetterci di liberarci dal controllo delle banche e dare più libertà alle persone, etc. etc. etc.

Ma questo significa anche capire il nostro sistema sociale e non pensare stupidamente che sia il migliore possibile. Il sistema economico che abbiamo abbracciato è insostenibile ed è legato al potere centralizzato. Sistemi migliori ne esistono ma nessuno si azzarda a provarli o anche solo a discuterli perchè ovviamente sono tesi a togliere potere ai soliti noti. Conosci la teoria economica della scuola austriaca e i libri di Von Mises?

avatarsenior
inviato il 27 Ottobre 2016 ore 9:46

Una semplice domanda: se la natura è l'ambiente, cioè il complesso di regole elementari, vincoli e risorse che condiziona la nostra esistenza, come mai quelli che hanno un rapporto più samo morivamo di fame in massa fino a pochi anni fa, hanno sempre avuto bisogno di aiuti e assistenza di altri e riescono a migliorare le loro condizioni di vita solo aderendo ai nostri modelli socioeconomici?

intanto occorre dire che ogni specie, e addirittura ogni individuo, hanno una propria natura e risponde differentemente a questa, sia singolarmente sia nel contesto dove vive.
un es.: forte miopia, un individuo quasi inutile 20.000 anni fa, un quasi cieco, la selezione naturale ha fatto si che non fosse un fenomeno tanto frequente a quei tempi. Oggi, occhiali o chirurgia, non è un problema. un miope non è un problema evolutivo, nella natura umana. e lo stesso si può dire per chi ha l'appendicite, ecc...
Così la natura non è un monolite, ma si esplica in armonia universale nelle situazioni sia ambientali, sia di phylum.
di phylum appunto, per la natura il singolo individuo non ha lo stesso significato che diamo noi.
avere un rapporto diretto con la natura e morire più facilmente non è significante in tal senso. La natura contempla la morte e supplisce con le nascite, la morte non è un problema nella natura ma a seconda dei casi diventa un vantaggio nella perpetuazione ed evoluzione delle tante specie esistenti.
Il bisogno di aiuti sottolinea l'interferenza tra econonie basiche e modelli "socialmente più evoluti"
e, in realtà, quella interferenza c'era già stata prima.
Tutti sappiamo che rispetto a 30anni fa il povero più povero è sempre tale ma il ricco più ricco è molto più ricco. Quindi lo scarto economico tra individui non solo non si è attenuato ma si è esaltato. Molti paesi poveri sono stati depredati dai ricchi, di diamanti, petrolio, foreste.
Quindi l'inferenza del mondo dei furbi sugli altri ha conseguenze segnate dalla storia, e sempre uguali, vedi indiani d'America o aborigeni australiani, che prima di diventare ubriaconi street senza alcuna dignità erano popoli fieri.
Il nostro modo di vivere ci rende arroganti tanto da giudicare se è giusto o sbagliato dipingersi la faccia, assumere droghe, dilatarsi il labbro inferiore e le orecchie con oggetti di legno o d'osso, ballare fino a sfinirsi, scarificarsi la pelle, fare 9 figli sapendo che la normalità è che 7 ne morranno.
scusate se un po' ot.

user102516
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inviato il 27 Ottobre 2016 ore 10:01

Poi per rispondere anche all'amico che ha scritto più sopra che beve latte da 50 anni.


Paragonare il latte (per sostenere che fa male), agli effetti collaterali negativi della nicotina ci chiarisce la gran confusione e le super pippe mentali che hai accumulato leggendo quanto di peggio ci sia nella mala informazione.

user18955
avatar
inviato il 27 Ottobre 2016 ore 11:32

Paragonare il latte (per sostenere che fa male), agli effetti collaterali negativi della nicotina ci chiarisce la gran confusione e le super pippe mentali che hai accumulato leggendo quanto di peggio ci sia nella mala informazione


Ho fatto solo un esempio per far capire un concetto.

Curioso come si invochi la scienza ma poi, per le proprie convinzioni si sia disposti a ignorarla.

Se vuoi iniziare una discussione sul latte per me va bene ma a patto di confrontarci con argomentazioni serie. Non perdo tempo con chi accusa il prossimo di farsi le pippe mentali senza argomentare alcunchè.



avatarsenior
inviato il 27 Ottobre 2016 ore 11:59

30 minuti buoni di applausi per Music!

Apprezzo molto anche l intervento di Ooo,ma vorrei solo precisare una cosa sull'india.
L india è probabilmente in paese con il maggior numero di vegetariani al mondo vari sondaggi risalenti a gli ultimi 10 anni danno una percentuale di vegetariani di circa 30 % ma secondo la FAO e l USDA si parla di una percentuale che va dal 20 al 42% quindi in ogni caso si parla di numeri veramente enormi ,questi sondaggi confermano come hai giustamente detto che anche chi mangia carne la mangia cmq molto raramente.

user18955
avatar
inviato il 27 Ottobre 2016 ore 12:00

Comunque Vascello,

sempre per argomentare, ti lascio alcuni spunti di riflessione oltre alla dichiarazione dei medici russi postata in precedenza (non so se l'hai vista).

L'uomo è l'unico animale che continua a bere latte dopo lo svezzamento, inoltre, beve il latte di altri animali. Il problema è che dopo i 3 anni ci viene a mancare la lattasi che è un enzima che ci serve ad agire sullo zucchero del latte permettendoci di digerirlo. Questa è una cosa che qualsiasi medico o ricercatore conosce.



www.nutritionecology.org/it/panel5/intro.html

Ci sono inoltre numerose ricerche che sfatano il mito del latte che fa bene alle ossa (il calcio contenuto nel latte non viene assimilato a causa dell'acidosi che provoca al nostro corpo che non fissa il calcio del latte ma va a cercarsi quello delle ossa. Ormai sono molti i casi in cui la sospensione del latte ha mostrato una regressione dell'osteoporosi; comunque alcune ricerche qui:

www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15502959

E qui sul rischio obesità nell'infanzia da proteine animali:

www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/18065597

Questo è soltanto a titolo di esempio; c'è ovviamente molto di più sull'argomento e la scelta dei medici russi di andare sulla televisione nazionale a rivelare ciò che da anni sanno sul latte è stata una scelta che ovviamente prende di petto la propaganda che si fa in merito (anche se in realtà la propaganda è più occidentale).


avatarsenior
inviato il 27 Ottobre 2016 ore 12:08

Quello che dice music sul latte è sacrosanto e arcinoto,c'è oramai ben poco da controbattere su questo argomento.
Io il latte in quanto bevanda non lo consumo più da diversi anni,essendo vegetariano purtroppo faccio però molta fatica a rinunciare al formaggio che cerco cmq di consumare il meno possibile e principalmente Parmigiano-Reggiano con stagionatura superiore ai 30 mesi,discorso a parte per dolci e gelati che consumo veramente di rado ma che contengono quasi sempre latte vaccino purtroppo Triste
Anche li cerco di consumare dolci o gelati vegan,ma è abbastanza difficile trovarli di buona qualità e buon gusto.

avatarsenior
inviato il 27 Ottobre 2016 ore 12:17

si, sul latte ormai chi non sa è perchè è molto giovane oppure non si informa.
meno noto è che nel latte per volontà europea c'è una parte di latte in polvere,
in tutto il latte che compriamo.
sempre gli stessi genii hanno fatto si che nella cioccolata si possano mettere altri grassi oltre il burro di cacao, avendocela rovinata ormai da anni.

user102516
avatar
inviato il 27 Ottobre 2016 ore 12:44

Si,si, meglio latte di riso, latte di soia, latte di avena, etc, domani vado al bar e ordino un cappuccino.

Vi lascio nel vostro circolo, io ogni tanto vi vengo a leggere per farmi 2 risate. MrGreen

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