| inviato il 09 Marzo 2015 ore 21:13
Sono stato indeciso se scrivere questo racconto. Lo metto nella pagina blog, tanto nessuno la vede, anche perchè non ho ancora deciso fino in fondo se raccontarla questa giornata..... Però, siccome la stagione non si presta a portare fuori bimbi piccoli per fotografarli, mi dedico a qualcosa di più intimo, la fotografia di paesaggio.... un po' a modo mio. Inizialmente sembrava qualcosa per passare un paio d'ore rubate ad un weekend, poi, col passare del tempo è divenuto un bisogno personale dal quale, ora, fatico a privarmene. E' già da un po' di w.e. che se ho un paio d'ore libere evado verso i laghetti prealpini (raggiungibili in un'oretta da Milano), tipicamente lo faccio per il tramonto, mi reco sulla riva di questi laghetti, vicino a costruzioni abbandonate o pontili diroccati, porto con me scarpe vecchie o ombrelli rotti e creo qualche cosa che ho in testa.... raramente poi riesco a riprodurre quello che voglio ma, quelle 2-3 ore passate in solitudine, al contatto con la natura, mi fanno tornare a casa rigenerato. Ho passato molte serate a guardare i video di Joe Cornish su youtube e capivo quanto curasse la composizione e la luce che riusciva a previsualizzare la luce e quindi a muoversi in anticipo e riuscire a farsi trovare pronto al momento giusto. Quindi decido che sarebbe stato bello fare un'alba su questi laghetti. La luce inizia a vedersi già verso le 6.20 però diventa interessante dalle 6.30 mentre il sole sorge verso le 7.00. Domenica mattina sveglia puntata alle 5.30 ma la notte dormo poco per l'adrenalina che mi scorre nel sangue. Alle 5.30 la sveglia suona, supero il terrore iniziale (non amo alzarmi presto), mi alzo, mi vesto, avevo già pronto tutto dalla sera prima, prendo lo zaino ed esco nel silenzio e nel buio. La strada fila via liscia tra semafori lampeggianti e tangenziali deserte, in 30 minuti sono sulla statale che mi porta a Lecco ed arrivo sul posto che avevo programmato alle 6.30, in perfetto orario. Il posto lo avevo visionato solo su google map dopo attente ricerche, era vicino ad un altro posto che mi aveva suggerito un fotografo di clickalps incontrato due settimane prima da quelle parti ma pensavo che dove volessi andare io, lo scorcio fosse migliore.... e fortunatamente è stato così. Arrivo sulla riva del lago, mi piacciono subito quei grossi massi a riva, l'acqua ovviamente è fermissima, il tempo è ideale, l'arie è limpida, purtroppo mancano le nuvole ma non si può volere tutto. Si respira il profumo dell'acqua di lago e si sente anche l'odore di qualche fiore selvatico, la temperatura non è amica, siamo a -1° però la luce è bellissima, è il momento di mettersi al lavoro. Nello zaino ho la 6D col 16-35/4is e la mamiya col 35mm (24 equivalente). Controllo i tempi e vedo che con la Mamiya sono intorno ai 4 secondi, quindi uso lei, se fossero stati oltre i 10 sarebbe stato meglio usare la 6D. Primo scatto, pochi minuti dopo il mio arrivo.
 Inizio a camminare lungo la riva, controllando la luce che cambia secondo dopo secondo, ad un certo punto mi volto con le spalle all'alba e guardo il colore che prende il paesaggio in questo momento.... è magico.... cavalletto e Mamiya.... e click...
 Il sole inizia a fare capolino ed ora lo spettacolo è verso la sua parte, quindi torno indietro e mi volto di nuovo verso il sole, i primi raggi iniziano a colpire la collina di fronte, colorandola di rosso... sembra una magia.... mi ritrovo una scena divisa in due, le montagne luminose e rosse ed i massi ancora in ombra, al buio, i tempi si velocizzano nel giro di pochi minuti, ora bastano 0,6" alla Mamiya...
 Ora decido di salire sul molo che però ha una patina di ghiaccio, cammino come sopra le uova, arrivo al punto giusto, cavalletto, mamiya e di nuovo le montagne rosse, però il tempo si velocizza troppo, quindi oltre al GND, monto il polarizzatore per contrastare di più i colori e diminuire il riflesso dell'acqua.
 A questo punto commetto l'errore che fa prima o poi un fotografo nella vita (questa però è la mia seconda volta, la prima fu nel 2006 in america...), volete sapere qual'è? Semplice, sollevo lo zaino da terra pensando che sia chiuso..... In un attimo si ribalta tutto sul pontile, filtri e 6D col 16-35 attaccato. Un urlo è echeggiato da sponda a sponda, miracolosamente i filtri non si infilano tre le assi del pontile, però la 6D cade per terra ed anche se il salto è piccolo, sarà caduta da 25cm, il colpo fa saltare il tappo del 16-35 che finisce in acqua ed inizia a galleggiare lontano. A quel punto smonto la Mamiya ed uso il cavalletto come allungamento del braccio, mi sporgo a rischio caduta dal pontile e riesco a raggiungere il tappo con la punta del Manfrotto e lo tiro a me. Tappo recuperato. 6D e 16-35 a posto fortunatamente. Passato lo spavento, riprendo il cammino lungo la sponda e fotografo di nuovo lo stesso scorcio di 20 minuti prima, ora la luce è totalmente diversa
 Torno di nuovo indietro e fotografo con le spalle al sole
 A quel punto il sole è fuori da un po', giusto per provare il funzionamento della 6D, faccio una LE di 30 sec con il 16-35 a 16mm, per provare una visuale più wide.
 Ricompongo il tutto nello zaino, salgo in macchina e mi sposto verso il pontile indicatomi da quella persona di clickalps Anche qui uso di nuovo la 6D a 16mm in un'altra LE.
 Sono quasi le 9.00, il tempo è volato, è ora di tornare. Ho elaborato questi files, toccandoli il meno possibile, anche a livello di colori ho tentato di rendere la scena il più vicina a quella che i miei occhi vedevano, lo considero una sorta di rispetto alla memoria ed alla natura... Penso che sia il mio personale modo di vedere la natura attraverso la fotografia.... Sono anche rimasto a pensare cosa fare in fase di PP, ho provato a non farmi prendere dalla frenesia ma a limitare gli interventi ed ho provato in fase di scatto a concentrarmi di più su come visualizzare lo scatto, anzi, la prossima volta mi porterò dietro una cornicetta da puntare per vedere meglio dal punto di ripresa. Spero di non avervi annoiato. |
| inviato il 09 Marzo 2015 ore 22:17
Bellissimo, bellissimo, bellissimo. Mi ricorda i miei momenti di solitudine. Quei momenti solo per me, per coccolarmi. Alla fine dico sempre che ciò che conta non saranno le foto, ma gli attimi vissuti...ed è così. |
| inviato il 10 Marzo 2015 ore 10:51
Grazie Vito. E' vero, sono piccole esperienze di vita che ti rimangono.... |
| inviato il 10 Marzo 2015 ore 14:56
Prova a farmi indovinare dove hai scattato: Lido di Moiana,nel comune di Merone.Bellissime quelle dell'alba,mi ricordano altre albe quando nei paraggi mi recavo per pescare.Accidenti,che peccato per la caduta,rischiava davvero di rovinarti tutto.Meno male che hai recuperato il tappo,ma hai rischiato.Cmq,belle foto e grazie per averle condivise. Ciao,Alessandro |
| inviato il 10 Marzo 2015 ore 15:13
Esatto Alessandro, era proprio lì. Pensa che non c'ero mai stato, ho verificato tutto con google map.... bella comodità ma anche un po' rischiosa.... Cmq l'alba, soprattutto in quei posti, è veramente qualcosa che ti riconcilia con il mondo, ti sembra di vivere in una realtà parallela..... |
| inviato il 10 Marzo 2015 ore 16:13
Si,certo,avendo a che fare con l'acqua è sempre pericoloso,pero li il fondo scivola lentamente verso il centro e l'acqua non è proprio profonda,non è certo il lago di Como che come esci 5 metri vai giu subito.Noi con gli stivaloni alti si entrava fin verso i 40 metri ed avevamo l'acqua appena sopra il ginocchio.Però,non rischiare è meglio,credi.Certo le albe sui laghi è quanto mi manca di piu della pesca,e li ne ho viste tante.È bruttina anche la strada di accesso,specie quando esci e devi fermarti al semaforo vicino al ristorante o ex ristorante.Ma lo sai che lì,andando indietro di una trentina di anni o piu,la domenica,specie d'estate, era un carnaio.Sulla destra del pontile,c'era il lido privato della Cementeria di Merone,ora abbandonato.Ho visto anche un paio di Battesimi di gruppo dei Testimoni di Geova lì,appunto perchè l'acqua è bassa e potevano entrare un po nel lago.Cmq,un po di inquinamento c'è ancora,penso.Un paio di km a sinistra,dove ci sono i canneti,li ricomincia il Lambro.Ai tempi,i pescatori di frodo del posto,prendevano lucci e carpe giganteschi.Basta,se no ti faccio venire il mal di testa. Ciao,Alessandro |
| inviato il 10 Marzo 2015 ore 17:39
Capisco Alessandro ma quando parlavo di pericolosità intendevo che affidarsi a google map potrebbe riservarti brutte sorprese perchè magari ti trovi davanti ad uno scenario che non era quello che ti immaginavi. Cmq è interessante la divagazione che hai fatto dei tempi passati di quella zona.... effettivamente mi ha dato un po' l'impressione di essere abbandonata e di aver vissuto fasti migliori negli anni addietro. |
| inviato il 19 Marzo 2015 ore 14:53
Complimenti bel racconto,io non avrei avuto il coraggio di alzarmi così presto, anche quando ti è caduta la 6d mi è venuto il magone mentre leggevo, molto belle le foto , io al contrario tuo vivo già in montagna e lo faccio(scappando dalla famiglia) salendo fin su in cima alla montagna del mio paese, dove ho una vista mozzafiato, se vuoi ti posto i link di alcuni esempi che ho qui |
| inviato il 19 Marzo 2015 ore 20:25
Grazie Ivan. Certo, se mi mandi i link guarderò gli esempi. |
| inviato il 20 Marzo 2015 ore 5:05
Grazie della condivisione paco. : ) È bello leggerti e le foto sono molto suggestive. Encomiabile la scelta di fare un uso appropriato della pp di modo da rendere gli scenari il più naturale possibile. In questo modo si respira proprio l'aria che c'era lì. Un saluto Zen |
| inviato il 20 Marzo 2015 ore 14:46
Ciao Paco, bellissime fotografie! ma che spavento quando è caduto tutto... Bel racconto di una storia vera che sicuramente rivedendo le foto ricorderai per sempre! Un saluto |
| inviato il 20 Marzo 2015 ore 18:08
Grazie del passaggio Zen, effettivamente quando faccio foto di paesaggio evito di calcare troppo la mano perchè il primo a sentirsi preso in giro sono proprio io, da me stesso. Grazie anche a te Dynamicart, fortunatamente ottica e 6D sono a posto, li ho controllati e funzionano perfettamente, quindi solo un grande spavento. E' vero, quelle foto rimarranno a testimonianza di quella mattina. |
| inviato il 24 Marzo 2015 ore 15:17
ti ho aggiunto agli amici..... molto bello!! |
| inviato il 24 Marzo 2015 ore 15:23
Grazie Nadia! |
| inviato il 25 Aprile 2015 ore 7:46
Complimenti Paco tramettere emozioni non è mai facile ne scontato in questo angolo di mondo chiuso e poco incline a lasciarsi andare. Tu ci riesci bene e coinvolgi chi legge a tal punto che mi sono visto vicino a te per aiutarti a rimettere a posto lo zaino...... Alla prossima volta, Silvio. |
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