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Il fotografo e l'apparecchio. Chi è il padrone?


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avatarsenior
inviato il 13 Maggio 2019 ore 16:11

La domanda potrebbe essere: di chi è il progetto?
oppure:il progetto di chi?
Il termine padrone potrebbe rievocare anche antichi rapporti di proprietà e servilismo di tipo feudale,molto lontani nell'evolversi delle dinamiche sociali....
Dovrebbe esistere pero' da qualche parte un documento che attesti l'atto di proprietà e relativi contributi versati,che potrebbe dissipare ogni ragionevole dubbio.

avatarsenior
inviato il 13 Maggio 2019 ore 16:20

Arguto Caputo....
(Con rima Cool )

user90373
avatar
inviato il 13 Maggio 2019 ore 16:38

Mi sembra l'ennesima versione di:- "Non mi piace la persona che sto diventando", in questo caso a causa della macchina investita di capacità quasi umane attribuitagli dagli "altri".

avatarsenior
inviato il 13 Maggio 2019 ore 16:40

Mi sembra l'ennesima versione di:- "Non mi piace la persona che sto diventando", in questo caso a causa della macchina investita di capacità quasi umane attribuitagli dagli "altri".


Allora suggerisco di togliere il topic dalle notifiche Ettore ;-)

user90373
avatar
inviato il 13 Maggio 2019 ore 16:45

@ Francesco.merenda
Allora suggerisco di togliere il topic dalle notifiche Ettore

Mi limiterò ad usare la "macchina" in modalità lettura.

avatarsenior
inviato il 13 Maggio 2019 ore 16:57

Il pensiero filosofico da cui trae spunto l'intero dibattito,restando alla data di pubblicazione, sarebbe sorto nel periodo di introduzione dei primi sistemi di esposizione programmata, quando c'erano gli automastimi e le macchine erano meccaniche.
(Si parlava di obiettivi non troppo luminosi, poco tempo fa con riferimento a f64,che nella trasposizione odierna sarebbe divenuto un antesignano del software proprietario, il quale potrebbe vantare poi qualche diritto di partecipazione.)
"Obrigado mister".

avatarsenior
inviato il 13 Maggio 2019 ore 17:13

Il pensiero filosofico da cui trae spunto l'intero dibattito,restando alla data di pubblicazione, sarebbe sorto nel periodo di introduzione dei primi sistemi di esposizione programmata, quando c'erano gli automastimi e le macchine erano meccaniche.


In realtà Caputo, Flusser non fa un discorso troppo contingente.
In sostanza le sue considerazioni le vede (mi pare) come connaturate alla fotografia in quanto tale, con l'evoluzione dell'apparecchio come qualcosa di ininterrotto, a partire dall'inizio.
E ricomprende nel ragionamento, come parte essenziale, il meccanismo di fruizione della fotografia.

Certamente, immagino, l'avvento dell'elettronica spinta negli apparecchi qualche influenza l'avrà comunque avuta...

La distinzione fondamentale che fa è tra "macchina" e "apparecchio".
Dove con macchina intende qualcosa di deputato a costruire altre cose (macchina per fare vestiti, automobili, per trasformare il ferro), che è di proprietà storicamente di chi ha ricchezze e viene fatta operare da chi non le ha.
Allo scopo di ulteriore arricchimento attraverso la vendita delle cose realizzate.
L'apparecchio è invece qualcosa di "ultimo" (tostapane, televisore, fotocamera appunto), che ha lo scopo unico di migliorare sé stesso.

Ma, ripeto, qui nel topic era solo uno spunto specifico: impossibile affrontare il tema in senso complessivo qui, prescindendo la lettura del libro.

Che, tra l'altro, aiuta a valutare anche fenomeni che abbiamo toccato qui, solo superficialmente...
Per esempio: perché a un certo punto il "modello" diventa la ragazza anoressica sul manifesto, laddove la realtà circostante proprio non la prevede, non esiste?

avatarjunior
inviato il 13 Maggio 2019 ore 18:23

Visto che questo è il topo giusto Signor Merenda mi può spiegare anche qualcun altro basta che me lo sa dire come uazz funzionano 'sté trappole piene di bottoni che altrimenti il padrone non sono più io ma qualcun altro che non ho capito chi è che se lo incontro gli dico di mettere le cose più facili che tanto faccio lo stesso delle schifezze?




(Non leggere messaggi nascosti, è solo voglia di fare il cr... parlando del mio mai inaugurato rapporto con la fotocamera digitale)

avatarsenior
inviato il 13 Maggio 2019 ore 18:46

Vaccari docet ( vedi fotografia e inconscio tecnologico)
La macchina vede per noi.
Almeno per me vede abbastanza bene.
Non sempre , ma spesso.

avatarsenior
inviato il 13 Maggio 2019 ore 19:10

La macchina vede per noi.


Sommariamente si direi Sorriso
Sono interessanti poi le implicazioni...

avatarsenior
inviato il 13 Maggio 2019 ore 19:16

è pensate se nel ragionamento si includesse l'intelligenza artificiale. il cui scopo è appunto sostituirsi a quella umana, potendo fare di più e meglio. Non fatevi ingannare del suo attuale livello, progredira' logaritmicamente e ci supererà senza possibilità di recupero.

avatarjunior
inviato il 13 Maggio 2019 ore 19:16

Arconudo, qualora la tua nota sia stata una risposta al mio ultimo post, ti ringrazio. E' una risposta ben dotta a tre righe che avevano invece una natura esclusivamente autoironica ed (ahimé) autobiografica.

Non ho letto il libro di cui parli ed ho solo un'idea approssimativa del concetto. Ti confesso però che sarei curioso di capire cosa avviene nella mente del fotografo al momento dello scatto; poichè la scelta di premere quel pulsante deriva da processi mentali assai complessi. Ma non vorrei andare fuori tema, visto che mi son già permesso di farlo poc'anzi, scherzando.
Grazie, comunque.

avatarsenior
inviato il 13 Maggio 2019 ore 19:24

ciao Altenmich
nessun riferimento personale.
Era una risposta che mi frullava in testa sin dall'inizio del 3d.
Ed è quello che mi succede spesso.
Io penso vedo e scatto.
Ma la macchina ci mette del suo.
ciao
Mauro

avatarsenior
inviato il 13 Maggio 2019 ore 19:25

Un professionista che usa la macchina finisce per dominarla in tutte le funzioni, anche le nuove.

Gli amatori non hanno modo di dominarla al 100% perché oggi sono troppo complicate. Per nascondere la propria incapacità si fanno attrarre da una filosofia che invece esalta la purezza della semplicità

Quindi si parlava della rete , ecco oggi serve a questo, a connettere le moltitudini che si fanno forza e si danno risposte semplici e rassicuranti per problemi complessi

avatarsenior
inviato il 13 Maggio 2019 ore 19:29

Un professionista che usa la macchina finisce per dominarla in tutte le funzioni, anche le nuove.


Quello che della macchina è complicato da dominare non sono però le funzioni... Sorriso
E comunque, del meccanismo nel suo complesso, credo che la situazione non risparmi né amatori né professionisti.
Per carità: possibilità di accorgersi del meccanismo e trovare un proprio bandolo della matassa non è impossibile forse. Ma sicuramente l'osservazione dell'esistente è rara eccezione Cool

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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