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Il fotografo e l'apparecchio. Chi è il padrone?


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avatarsenior
inviato il 14 Maggio 2019 ore 15:30

Il Bimby vuole 500 grammi di farina?
Io ne posso mettere 550 perché a me l'impasto piace più consistente.
E la farina, io uso quella di kamut macinata a pietra.
Burro in casseruola?
50 burro chiarificato e 50 extra vergine.
Centrifuga? Al minimo, perché voglio impiegarci di più per non scaldare il composto.
Il Bimby è l' automatismo, come lo adopero sta a me. Mi permette di risparmiare tempo e fatica. Ben venga. Se sono in grado di decidere, lui è al mio servizio. Non dispongo del Bimby. Amen, utilizzo ciò che so utilizzare, perché sono un appassionato di cucina e me la cavo comunque. Impiego più tempo? Pace, alla fine è il gusto della pietanza, la sua presentazione, la compagnia ciò che conta.
Ho poco tempo? Mi devo sfamare ? Sbatto tutto nel Bimby. A me basta che mescoli, triti e cucini. Quando lo decido, mi sta bene far fare a lui, ma con gli ingredienti miei. Non è il Bimby che ci può rendere stupidi se non lo vogliamo. Stupido è chi lo stupido fa.....come disse Forrest. MrGreen

avatarsenior
inviato il 14 Maggio 2019 ore 16:20

Stupido è chi lo stupido fa.....come disse Forrest. MrGreen


Esatto. E il fatto che a non farlo sia l'1% della popolazione umana (a cui, ahimé, temo proprio di non appartenere) la dice lunga.
Che poi il 100% dei fotografanti creda di essere immune e furbo è un altro discorso, ed è pure la condizione perfetta per camparci su ;-)

L'ho già scritto credo, ma quando uno mi dice "io faccio quello che voglio in libertà"... ecco, io tendo a smettere di ascoltare con particolare interesse.
Ovviamente, lo ripeto, io per primo sono assolutamente capra e massa ;-).

avatarsenior
inviato il 14 Maggio 2019 ore 16:38

Forse l'apparecchio dovrebbe espandersi ancora.
La macchina potrebbe connettersi alla rete con una applicazione e commentare le immagini..oppure forse aiutare il fotografo a descrivere le fotografie un po' di piu' e meglio anche a parole.
L'apparecchio potrebbe aiutare a decidere quali foto scegliere, oppure quali lasciare da una parte.
E se Bresson non piace, allora ritenta e forse sarai piu' fortunato...
Ansel Adams? previsualizzazione e stampa = digitale e post produzione.
Se è vero e se per caso si fosse realizzato cio' che aveva ipotizzato Flusser,probabilmente saremmo sommersi dalle immagini. E le immagini sarebbero molto tecnologiche o distinguersi per la nitidezza, lo svliluppo o l'elaborazione,oppure perdersi fra altre migliaia.

avatarsenior
inviato il 14 Maggio 2019 ore 16:48

Cosa direbbe Vilém Flusser se fosse ancora vivo?
Come minimo scriverebbe il vol. 2, in cui la realtà ha di molto superato le sue visioni.

@Caputo:
Se è vero e se per caso si fosse realizzato cio' che aveva ipotizzato Flusser,probabilmente saremmo sommersi dalle immagini. E le immagini sarebbero molto tecnologiche o distinguersi per la nitidezza, lo svliluppo o l'elaborazione,oppure perdersi fra altre migliaia.

Ma è così... Confuso

avatarsenior
inviato il 14 Maggio 2019 ore 17:04

La grande macchina del commercio globale ci propone:
- fotocamere zeppe di impostazioni predefinite,
- lenti che portano ad un risultato predefinito (molto standardizzato),
- programmi di PP con funzioni predefinite per arrivare ad ottenere certi effetti con un click (massimo 2 o 3)
- piattaforme in cui caricare, vedere e confrontarsi con milioni di immagini

Il tutto si auto-alimenta e si auto-incita a proseguire su un binario unico per risultati molto uniformi nella loro varietà.

La soluzione per ritrovare la propria strada e la propria originalità?
La mia personalissima ricetta (perfettamente opinabile): guardare tutto, ma proprio tutto, ad ampio raggio, nel presente, nel passato, nelle altre arti, anche non figurative, cercare di capire.
Assorbire tutto e far crescere il proprio vocabolario, ma non seguire nulla di preciso, se non la propria strada, il proprio istinto, la propria sensibilità, fregandosene bellamente del consenso dei grandi numeri, ma ascoltando le opinioni di persone che hanno la stessa filosofia.

La Fotografia amatoriale è libertà: i padroni siamo noi! Cool

avatarsenior
inviato il 14 Maggio 2019 ore 17:07

vorrei riallacciarmi al titolo del topic portando un esempio secondo me molto interessante.
Ho avuto la fortuna di conoscere Buzzichelli che ha fatto questo progetto raccolto anche in un libro e legato alla collaborazione con il gruppo Sinapse
www.andreabuzzichelli.it/Personal/Inhabitants/

Lui ha parlato della genesi del progetto e di come ci è voluto un po' prima di decidere di usare quelle fotografie fatte da fototrappole in parte della forestale e in parte messe da lui, solo alcune foto sono scattate fisicamente da lui.
Il lavoro risulta essere interessante, concettualmente funziona bene.
Quindi chi è il padrone? ovvio che è il fotografo che sceglie gli scatti, gli da un senso un ordine, ma volevo appunto mettere il punto sulla questione del mezzo e che non è solo uso o non uso gli automatismi

avatarsenior
inviato il 14 Maggio 2019 ore 17:14

Mi sta simpatico questo Vilém Flusser Cool



avatarsenior
inviato il 14 Maggio 2019 ore 17:21

Nell'esempio della fototrappola, portato da Matteo, si usano degli automatismi, è vero, nel senso che la macchina scatta da sola. Però l'uso è molto creativo. Anzi, al limite si potrebbe quasi dire che l'inconsapevole padrone è l'animale che fa scattare l'otturatore. Ma qui sto andando oltre...

In questo caso il padrone è quello che sceglie cosa fare e alla fine sceglie le foto, non quello che pigia il tasto.

avatarsenior
inviato il 14 Maggio 2019 ore 17:39

Nell'esempio della fototrappola, portato da Matteo, si usano degli automatismi, è vero....


Ecco: interessante. Approfitto per due righe sotto, in risposta a Matteo ;-)

vorrei riallacciarmi al titolo del topic portando un esempio secondo me molto interessante....


Un ottimo esempio Matteo.
A mio avviso emblematico...

Flusser, oltre all'analisi, indica ovviamente una "possibilità" per il fotografo che voglia tentare, accettato quel punto di vista, una qualche "libertà".
E secondo me, seguendo quel che dice, con Buzzichelli abbiamo un ottimo esempio di "buon percorso".
(se trovo il passaggio in questione, dal libro, lo linko)

Per cui la questione resta concettuale, ideale: puoi fare tutto nel modo più manuale del mondo ed essere al top del fotoconformismo.
Così come puoi usare automatismi e montagne di tecnologia ed esserne libero, da quel conformismo (almeno relativamente).

Perché, come molti hanno già detto, il problema non può essere la tecnologia in sé, per quanto in taluni casi molto condizionante...

avatarsenior
inviato il 14 Maggio 2019 ore 17:55

Ummm...
Temo che "l'assolutista" potrebbe dissentire sulla qualità artistica delle fotografie....se mai non fosse imparentato con qualche naturalista e che le due abilità o funzioni potrebbero essere anche in qualche modo distinte.
Per praticità le fotografie potrebbero essere suddivise e collocate nei rispettivi gruppi.
E ci sarebbe anche l'orso che fa da soggetto,ritratto in pose veramente insolite e buffe.La trappola pero' è una sorta di cassetta postale mimetica attaccata ad un albero con un sensore da 6mp e sensore di movimento...
La tecnologia potrebbe aver consentito l'evoluzione e la diffusione della foto trappola e tutto cio' che ne consegue.
Si assiste pero' anche al proliferare delle foto di natura animali ,ma non con le stesse finalità di interesse,per le scienze naturali.Un naturalista abituato agli schizzi e microfoto dei manualetti,oggi troverebbe molto di piu'per distinguere meglio visivamente,classi e famiglie.E anche cinque aquile nella stessa immagine...
Le riviste di natura quelle che ci sono ancora sono criticate perchè per abitudine scrivevano la pellicola impiegata e l'ottica utilizzata.

avatarsenior
inviato il 14 Maggio 2019 ore 20:41

Esatto Francesco non è una questione di mezzo e tecnica ma di mezzo che era adatto per un certo risultato o a rappresentare il lavoro.
Non è il mio lavoro preferito, mi piace di più wood ma credo si adatti bene al discorso

avatarsenior
inviato il 15 Maggio 2019 ore 9:48

Vuoi sapere chi comanda fra il bipede e la reflex caro Francesco?
Semplice direi ... l'umano ... quantomeno in teoria!
In pratica è da vedere.
L'unica cosa certa amico mio è che il 99,9% delle fotografie che si vedono in rete al giorno d'oggi sono figlie della tecnologia, non necessariamente digitale a onore del vero, quante di esse allora sono merito di una tecnologia che si sostituisce all'uomo e quante dell'uomo stesso?

Come si suol dire: "carta canta e Caterina suona"!

avatarsenior
inviato il 15 Maggio 2019 ore 9:49

Quello degli automatismi a mio parere è una questione delicata, da non sottovalutare e che pone varie domande.
L'automatismo nasce per permetterci di ottenere in maniera più facile e veloce un certo risultato.
C'è una necessità reale per questa velocità oppure quest'ultima è indotta dallo stesso automatismo?
Il risultato a cui pensa il fotografo è lo stesso a cui "pensa" la macchina? ( il progettista che sta dietro di essa). Se si, il meccanismo è funzionale al risultato che è deciso dal fotografo.
Nel percorso per ottenerlo c'è comunque un asservimento dell'uomo alla macchina, è la macchina a decidere il percorso, noi cerchiamo di capirlo e di farlo nostro. Se si riesce a fare anche questo (conoscere l'automatismo) saremo in grado di decidere "caso per caso" se e quando farne opportunamente ricorso.
E' poi propro quel "caso per caso " che rappresenta però un rischio, perché l'uso di un certo automatismo diventa prassi, una modalità operativa consolidata tale da far dimenticare le domande dette sopra.

avatarsenior
inviato il 15 Maggio 2019 ore 10:01

Quello degli automatismi a mio parere è una questione delicata, da non sottovalutare e che pone varie domande....


Considerazione giusta Simone, condivisibile.
Anche se, perlomeno qui, in questo topic, gli automatismi in particolare non sono l'oggetto più rilevante.

Nel senso che, a prescindere da come individualmente useremo l'apparecchio, il campo inquadrato, la luminosità di cui disponiamo nelle ottiche, gli iso utili, il modo "fisico" d'uso (banalmente: guardare in un mirino o uno schemo o altro) e molto ancora, è il progettista che li decide e noi li prendiamo per buoni e già fatti.
E sarebbe illusorio pensare che non ci influenziono, in termini di visione e idee.

In questo senso, la possibile "scelta" del fotografante c'è sicuramente, ma comunque subordinata alle scelte/capacità del progettista e alle influenze estetiche del mondo circostante...

avatarsenior
inviato il 15 Maggio 2019 ore 13:45

Mi sembra normale Francesco, ogni artista vive il suo tempo, ne utilizza gli strumenti e di conseguenza ne è influenzato. Quello bravo riesce comunque a dire la sua, a volte emerge sviluppando strade già percorse da altri, in altri casi più rari aprendo nuove vie....i limiti posti da tecnologia e abitudine all' immagine li sento, eccome, per esempio il dovere di riempire il rettangolino da margine a margine, per ovviare a volte vignetto pesantemente, rifiutarndo il confine netto fra il mondo e il mio mondo, che realtà non vuol essere...l immagine nasce dal nero, dal nulla, la luce arriva ad illuminare cio che voglio. Molti mi dicono... bella ma ridurrei la vignettatura... scusa la divagazione e continuo a leggerti con interesse..ciao ale

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