| inviato il 28 Dicembre 2014 ore 14:03
Giorno di S. Stefano. Decidiamo di andare a visitare il Parco archeologico di Siracusa (o almeno parte di esso). Mi vergogno a dirlo, ma non ci vado da un'eternità. Un luogo così bello e carico di storia meriterebbe pellegrinaggi continui. E pensare che per lavoro passo spesso proprio davanti l'entrata dell'area archeologica e mai mi sono fermata o sono entrata in un momento di pausa. Quindi, desiderosa di rimediare a questa incresciosa situazione, mi metto in macchina e con la consueta piacevolissima compagnia imbocchiamo l'autostrada per andare a Siracusa. Giornata mite, ma grigia. Il tempo si aprirà nel tardo pomeriggio. Queste condizioni climatiche mi danno l'idea di concepire il servizio fotografico in bianco e nero. Premetto che questa gita non era prettamente fotografica e le modalità di scatto sono state più da turista che da appassionata di Fotografia alquanto pignola. Facciamo i biglietti e entriamo. Scopro che oltre il Teatro greco esiste anche l'Anfiteatro romano. È ancora in fase di restauro quindi lo si può osservare solo dalle gradinate più esterne, non si può entrare al suo interno. Proseguiamo sul percorso del Teatro greco; appena vi si entra e si sale lungo i suoi fianchi si rimane colpiti dalla sua bellezza, dalle sue geometrie, dal candore della pietra calcarea su cui è stato scolpito (sul colle Temenite). Già, scolpito. Infatti una delle differenze tra teatri greci e anfiteatri romani è che i primi vengono scolpiti nella roccia (e poi completati mediante blocchi di pietra), sfruttando dei declivi naturali. Gli anfiteatri romani, oltre ad avere una forma diversa, sono in genere costruiti con mattoni e blocchi di pietra. Grandi maestri i Greci: l'acustica di questo teatro è straordinaria e difatti, dopo oltre 2.500 anni vi si svolgono eventi e manifestazioni in determinati periodi dell'anno. I Greci li usavano per tutto: per fare politica, scuola, manifestazioni e tanto altro. Erano il luogo di aggregazione della comunità e li posizionavano con il 'retro' che dava sul mare in modo che la brezza marina veicolasse ancora meglio le onde sonore verso le gradinate; geniali. Anticamente la zona retrostante era paludosa e l'acqua del mare molto più vicina. Doveva essere bellissimo pure allora. Inoltre anche l'aspetto scenico era molto importante per i Greci e difatti la visione offerta dell'arco del porto e dell'isola di Ortigia faceva parte della valorizzazione panoramica del teatro. Il suo aspetto odierno è ovviamente diverso da come doveva apparire in passato, perché dal 1526 subì una progressiva spoliazione ad opera degli Spagnoli di Carlo V, che sfruttarono i blocchi di pietra già tagliati per costruire le nuove fortificazioni attorno Ortigia. Scomparvero in tal modo l'edificio scenico e la parte superiore delle gradinate. Quel che colpisce è anche l'estrema ingegnosità dei Greci (e dei Romani successivamente) nel portare l'acqua in questa zona, dove non ce n'era tanta. Furono così bravi che nelle epoche a noi più recenti vennero costruiti svariati mulini. Mi hanno colpita anche queste iscrizioni in greco risalenti al primo periodo: Sopra il Teatro si trovano anche numerose tombe. Ammirato il Teatro ci dirigiamo verso la Latomia del Paradiso, che comprende anche la famosa Cava dei Cordari. Le latomie sono delle cave che si trovano proprio accanto al Teatro greco. A dispetto del nome, la Latomia del Paradiso è stata per molto tempo un vero Inferno. Lì, dal tiranno Dionisio, venivano costretti ai lavori forzati oppositori politici, dissidenti, prigionieri...nella fattispecie Cartaginesi e anche Ateniesi che nel tempo cercarono di spodestare Siracusa. Era il periodo delle guerre greco puniche che hanno contraddistinto le vicende truculente di Siracusa e delle altre città siciliane: Naxos, Catania, Leontinoi (tutte fondate dai calcidesi), Akragas (l'odierna Agrigento), Gela e tante altre. Gli invasori dovettero fare i conti anche con i famosi specchi ustori di Archimede che dalla costa riusciva a bruciare le vele e parte delle navi nemiche (così si dice). Di certo Archimede era un genio e aiutò non poco nella difesa di Siracusa, con stratagemmi vari. Ci hanno raccontato che in un colpo solo Dionisio riuscì a imprigionare 9.000 soldati Cartaginesi e li usò come schiavi per le latomie. I Romani stessi dovettero faticare non poco per espugnare Siracusa. Un occhio attento scorgerebbe ciò di cui sono venuta a conoscenza casualmente e che non sospettavo: tutta la zona delle cave era al chiuso, dove adesso invece ci si ritrova all'interno di una sorta di catino al cui interno cresce una rigogliosa vegetazione (questa la lascio a colori perché è più carina così): A testimonianza delle colossali dimensioni delle cave resta una sola colonna, una di quelle che sorreggeva il tetto (ce n'erano 6, se non ricordo male). La sua sommità era in realtà suolo su cui venivano edificate delle casette o dei mulini. L'avete vista nella foto precedente e la si scorge anche in questa foto ripresa da una posizione più rialzata: Il terremoto del 1693 che sconquassò tutta la Sicilia orientale, diede il colpo di grazia e fece crollare parte del tetto delle cave. In realtà restano ancora delle cave enormi, come quella dei Cordari appunto, ma l'accesso è vietato causa crolli. In una puntata recente di Ulisse, Alberto Angela è entrato anche nella Cava dei Cordari. Se avete la possibilità guardate quella puntata per vedere quanto fossero grandi e imponenti. Resta il rammarico di non poter visitare tutta l'area su cui c'è già un sentiero percorribile e dove ci sarebbero tantissime cose da ammirare, ma che purtroppo restano inaccessibili al pubblico. Sempre in questo 'distretto' si trova il famosissimo Orecchio di Dionisio, un'enorme grotta artificiale conosciuta in tutto il mondo per la forte eco che riesce a produrre e per la sua particolare forma ad orecchio d'asino (i ciuffi che vedete crescere nelle pareti, e che noterete anche in tante altre foto, sono capperi): Queste sue caratteristiche fecero coniare al pittore Caravaggio, recatosi nella città aretusea nel 1608, l'espressione Orecchio di Dionisio. Infatti, secondo la tradizione, il tiranno Dionisio fece scavare questa grotta dove rinchiudeva i prigionieri e, appostandosi vicino una cavità nascosta scavata in un angolo all'interno (esiste davvero questa apertura), ascoltava i loro discorsi. Grazie alla sua forma, l'Orecchio di Dionisio possiede caratteristiche acustiche tali da amplificare i suoni fino a 16 volte ma, nonostante ciò, probabilmente è solo una leggenda, perché l'ascolto risulterebbe sempre difficoltoso, soprattutto se a parlare contemporaneamente al suo interno sono più persone. Di sicuro Dionisio la usò come carcere e 'tomba' per molti nemici. Secondo alcuni la presenza della cavità, posta sotto la cavea del Teatro Greco, favorisce anche l'acustica del teatro. I segni delle diverse epoche storiche si riscontrano in svariati punti del Parco. Questa è la Chiesa di San Nicolò ai Cordari: Il tempo è trascorso in fretta e nel pomeriggio decidiamo di fare un'ultima visita: Castello Eurialo, una delle più grandi e complete opere militari del periodo greco. Eurialo letteralmente significa 'testa di chiodo' e si riferisce probabilmente alla forma della sella rocciosa su cui è stato edificato. È un'imponente fortificazione (occupa circa 15.000 mq) che sorge sul punto più alto (120 metri s.l.m.) della terrazza del quartiere Epipoli a circa 7 km da Siracusa, in direzione della frazione di Belvedere. Questa imponente opera militare fu costruita tra il 402 e il 397 a.C. con lo scopo di proteggere la città da eventuali operazioni militari di assedio o attacco. La fortezza fu eretta a completamento del grandioso sistema difensivo detto "Mura dionigiane", che correva lungo tutto il ciglio dell'altopiano delle Epipoli. Peccato che anche in questo posto le parti visitabili aperte al pubblico siano poche. Ci sono tantissimi anfratti e cunicoli che invogliano ad addentrarsi aggirando gli sbarramenti e ci saranno sicuramente anche dei tunnel di collegamento con la città. La visuale è totale da qui, bellissima...se non fosse per quelle oscene ciminiere del petrolchimico che quegli scellerati e delinquenti 'governanti' fecero erigere negli 'anni d'oro' della speculazione edilizia e industriale sfregiando aree uniche come questa. Visitare queste rovine, che racchiudono un patrimonio storico infinito, è sempre piacevole, rilassante e consente di rivivere con l'immaginazione storie di un passato ormai lontano. Anche questo giro mi ha dato modo di usare la mia piccola OM-D e di apprezzarne le doti di leggerezza e portabilità che trovo impagabili. Un caro saluto a tutti. Vi mando anche questa panoramica: È carina perché ci sono tante persone che si abbracciano, guardate bene |
| inviato il 28 Dicembre 2014 ore 14:29
Come al solito, immagini e parole di grande effetto. Vedendo di quanto fossero capaci gli Antichi mi da, una volta ancora in più, di quanto fossero avanti rispetto a noi e sul presunto , ma quale, progredire della nostra società. Grazie ancora, ci fai viaggiare e visitare da casa nostra. |
| inviato il 28 Dicembre 2014 ore 14:33
Ottimo il racconto, ottime le foto, ottimo il b/n. Ma soprattutto mi hai fatto tornare indietro di quasi 10 anni, quando per motivi di lavoro ho passato tre anni in Sicilia, partendo tutti i lunedì e tornando per il fine settimana. Siracusa è uno dei pezzi di Sicilia che oramai fa parte del mio cuore..... |
| inviato il 28 Dicembre 2014 ore 14:34
Hai usato il treppiedi? |
| inviato il 28 Dicembre 2014 ore 14:51
Che bel post e foto! |
| inviato il 28 Dicembre 2014 ore 15:37
Ottimo Cassandra due anni fa in estate sono stato proprio li e col tuo racconto mi hai illustrato cose che al tempo mi erano sfuggite Grazie |
| inviato il 28 Dicembre 2014 ore 18:27
Aggiunta panoramica |
| inviato il 28 Dicembre 2014 ore 20:46
Bene, bene! Molto bene! |
| inviato il 28 Dicembre 2014 ore 23:12
Solita (alta) qualità: aggiungiamoci che qui, diversamente dal solito, ci gratifichi di ottimi BN! Bravissima! |
| inviato il 01 Gennaio 2015 ore 22:20
Grazie per farci conoscere così bene la Sicilia, conoscere bene... documentata.. meglio ciao,Luigi |
| inviato il 02 Gennaio 2015 ore 9:10
Gentilissimo Luigi Buona giornata! |
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