| inviato il 23 Aprile 2025 ore 13:37
Sì è accaduto anche a me, 7 anni fa, fuji xt2+ 10-24. baglionetta spezzata costo riparazione 380e. |
| inviato il 23 Aprile 2025 ore 13:38
Zaino in Normandia lasciato distrattamente aperto ( un classico ) e il Nikon 180 AFD f/2,8 che rotola su un sentiero in terra sul bordo della scogliera. Io non ci ho fatto una bella figura, sono rimasto ipnotizzato immaginando il volo giù, ma per fortuna mia figlia, molto più pronta di me, lo ha rincorso e...salvato! Tutto sporco, quel pezzo di metallo pesante non si era fatto niente. L'ho pulito per provarlo e ho scattato: nella galleria Normandia e Bretagna, la foto fatta subito dopo dei cavalli in controluce " 20 Bassa marea in Normandia" è una delle mie foto più apprezzate  |
| inviato il 23 Aprile 2025 ore 13:58
“ la foto fatta subito dopo dei cavalli in controluce " 20 Bassa marea in Normandia" è una delle mie foto più apprezzate „ Devi subito prendere tutti gli obiettivi che hai e farli rotolare giù per una scogliera... farai un sacco di altri capolavori |
| inviato il 23 Aprile 2025 ore 18:46
Vado ot ma la devo raccontare…1985…con un sacco di cambiali prendo una fantastica batteria Hip Percussion…1 milione di lire…usata…comincio a caricarla sulla 2 CV…distrattamente ho messo i 2 piatti sul tetto della macchina…mai più trovati…persi per strada |
| inviato il 23 Aprile 2025 ore 19:18
Io son volato insieme alla macchina ed al teleobiettivo 50/500 ,ero attaccato con una mano alla Roccia per fotografare il Falco Pellegrino , non ci crederete ma si è letteralmente STACCATA UNA ROCCIA ,proprio quella a cui ero attaccato ,volo di circa 4 metri ,io fortunatamente sono atterrato tra i rovi e mi sono salvato ,a parte un po' di graffi , la macchina ha proseguito il volo ,risultato : la macchina da una parte quasi intonsa ,peccato che l'obiettivo cadendo si è praticamente spezzato in 2 , buttato!! |
| inviato il 23 Aprile 2025 ore 21:36
Comunque, vista la loro propensione a rotolare, gli obiettivi non dovrebbero essere realizzati cilindrici, dovrebbero essere dei parallelepipedi a sezione quadrata! |
| inviato il 24 Aprile 2025 ore 7:29
Svezia, escursione lungo la costa, promontorio roccioso in gennaio. La Scandinavia ha grandi affioramenti rocciosi, perfettamente molati dai gjiacciai. Non avete idea di come si coprano bene di ghiaccio d'inverno, e su come su questo ghiaccio si scivoli bene! Questo specie se hai una 5d mk iv col 14-40 f/4 montato appesa al collo L'obiettivo batte per primo, ma il paraluce attenua l'impatto, il corpo macchina si riga un po' su uno spigolo. Io zoppico per il resto della giornata.... Mi è andata bene! |
| inviato il 24 Aprile 2025 ore 17:27
@Diebu: idea geniale! |
| inviato il 24 Aprile 2025 ore 22:05
E' un po' lungo ma se volete ridere, leggetelo ecco quanto: In tanti anni ne ho perfino tre volte accadute, e sempre scivolate di me medesimo con tutto quello che avevo addosso, cioè una tracolla con due fotocamere appese con esiti vari. La prima, da un tempo quasi immemore , dato che usavo una Canon 7D allora attualissima con cui stavo scattando a un Campionato Italiano MTB XCo, a Lugagnano Val d'Arda, circa 350 km da casa. Due giornate di gara con infinite partenze (una dozzina in tutto, circa 6 al giorno) ed ad ognuna, per andare dalla zona “partenza/arrivo/premiazioni” alle aree più tecniche di scatto che distavano circa 1 km e mezzo, mi ero portato la mia MTB per fare prima. Tutto va bene, ma proprio all'ultimissimo arrivo delle due giornate, rientrando e pedalando comodo e anche un filo stanchino sulla bici rasente le transenne, a poco meno di 200 metri dall'arrivo e successive premiazioni che avrei scattato appunto per ultime del servizio, una maligna folata di vento fa alzare uno striscione pubblicitario che si attacca al manubrio e mi lancia per terra. Istintivamente al volo, afferro la fotocamera, salvandola dall'urto ed atterro da quella parte con il gomito fortunatamente sinistro. A botta calda, scatto appunto gli ultimi arrivi e premiazioni senza gran problemi, ma mentre accendo il PC portatile ed elaboro le foto urgenti per inviarle, comincia a manifestarsi il dolore. Morale, finito di spedire immagini a chi serviva, mi sono fatto la tratta Lugagnano Val d'Arda – Vittorio Veneto di sera con il gomito sinistro sempre più gonfio e dolorante fuori dal finestrino (per attenuare il dolore con il fresco dell'aria) guidando solo con la destra (si può fare) e l'indomani al pronto soccorso di Vittorio mi hanno diagnosticato il gomito incrinato e subito messo in gesso. Per un mesetto scarso ho scattato alle gare dopo con una sola fotocamera a destra, il gesso sul gomito (braccio) sinistro, e da scemo “bullandomi” perfino della cosa con gli astanti che mi conoscevano per riderne insieme riguardo all'accaduto. Uno scemo autentico, ma ero così allora e forse anche oggi che lo scrivo. La seconda , forse la più × di tutte ma mi riservo l'appellativo per la terza ?qualche anno dopo: lì mi hanno prestato per varie edizioni della gara una moto anche pesantina, cioè una Honda Africa Twin, per raggiungere appunto durante la gara le due rocche di Montecchio Maggiore, legate all'originaria leggenda dei Montecchi e Capuleti, originariamente scritta lì vicino da un uomo d'arme a riposo per ferite sul campo che si è ispirato appunto alle due due rocche che semplicemente vedeva da casa sua e poi ripresa facendola diventare immortale ambientandola a Verona, da Shakesperare. ( tra parentesi, il paese Montecchio Maggiore, i nomi delle famiglie Montecchi e Capuleti, vi dice qualcosa?) Le due Rocche stanno molto più su del paese in cui parte ed arriva la corsa, per cui appunto se non hai una moto non arrivi a fotografarne i MtBiker che ci passano dentro, dovutamente ambientati. C'è un tizio dell'organizzazione che mi presta ogni anno 'sta moto, pesantina ma adeguata per fare prima. Lo faccio un anno, due, tre, molti altri ma all'ultima edizione un errore fatale: arrivando in moto in fretta sempre per scattare anche stavolta l'ultimo arrivo do giornata, la parcheggio stupidamente proprio quasi a contatto con una sfera di metallo che serviva a delimitare discretamente la zona pedonale. Finito tutto, vado a recuperare la moto per restituirla al legittimo proprietario, con ancora la tracolla con due camere addosso. Dovevo fare meno di 200 metri ed ero quindi disattento. Stupidissimamente mi dimentico della boccia stradale proprio davanti alla ruota davanti, non la vedo, metto la prima e cado praticamente da fermo sempre sul lato sinistro (evidentemente è una mia maledizione personale) stavolta non faccio a tempo ed a collidere per terra è una Canon 5D Mk III con il solito “biancone” 70/200. Stavolta non ho fatto in tempo a metterci il gomito di mezzo, gli astanti mi aiutano a rialzare me stesso, il corredo appeso e la moto stessa, a prima vista e subitanei controlli sembra ancora funzionare tutto, la moto certamente, ma però … Dopo qualche mese di onorato servizio in condizioni decenti, incappo con lo stesso corredo in una gara con tempo da lupi. Pioggia fitta e incessante per tutta la giornata. Scatto tutto, sembrava regolare, ma appena dopo aver tolto le schede di ripresa e finito di elaborare le anteprime sul posto, appena reinserita la scheda Compact Flash sulla medesima 5D III mi accorgo che qualcosa alla seguente accensione sembra “friggere” un pochino, almeno mi sembrava così. Risultato: evidentemente l'impatto aveva aperto una qualche, pur piccola “via d'acqua” nello chassis che aveva resistito “a botta calda” ma appena finita la gara, a riposo su un tavolo con tanto di asciugamano sopra ad assorbire, si era infiltrata sostanzialmente “fanculizzando” la scheda principale della fotocamera la cui riparazione da preventivo successivo era praticamente uguale al valore del corpo macchina medesimo. Quel corpo lo tengo lì da parte, inizialmente da “cannibalizzare” per eventuali pezzi (mai servito) ma soprattutto per ricordo. La terza ed ultima è sicuramente la più innocua ma forse la più scema (se la batte con le altre): gara Ciclocross, anche qui ci sono molte partenze durante la giornata. Vedo un bel fosso pieno d'acqua che restituisce immagini abbastanza spettacolari nell'attraversamento dei ciclisti con schizzi e robe varie, nel corso della giornata lo raggiungo diverse volte e mi sposto leggermente seguendo il variare della luce. Come sempre, all'ultima partenza (solo circa 6, dalle 9 di mattina alle 4 del pomeriggio) la luce è girata di molto, per cui attraverso il percorso di gara per un ultimo PDR diverso dello stesso spot, era fangoso e viscidissmo ma di solito ci sto attento. Bè, quella volta un po' meno, mi scappa un piede di sotto (alla fine di giornate lunghe sei sempre un po' stanco e meno concentrato e lì fatalmente succede, tutte e 3 le volte così in tanti anni) in sostanza vado semplicemente giù disteso, in un palmo di fango semiliquido con ovviamente tutta l'attrezzatura addosso. Il pubblico presente, di persone in gran parte conosciute, applaude alla performance inconsueta, si preoccupa o minimizza, a seconda delle personali sensibilità. :-D Stavolta c'è perlomeno un lieto fine, con immagine annessa che al tempo ho pubblicato qui su Juza. Uno dei motivi che mi spinge a continuare ad usare attrezzi molto datati ma supercollaudati in condizioni spesso limite, è che li ho riscontrati molto solidi e tutto il corredo che vedete nella foto di seguito, scattata nel dicembre 2021 è ancora “vivo” e di nuovo ancora “lotta insieme a me”. Ripulito sommariamente dal grosso del fango ci ho concluso il servizio e con una ovvia manutenzione più fine ed accurata, è felicemente sopravvissuto ad ancora molte gare in tutte le condizioni climatiche. Cambierò qualcosa solo quando avrò delle chiare avvisaglie di malfunzionamento o semplice affaticamento da usura, che sinora nonostante le molte altre ardue prove di meteo instabile e tantissimi scatti, non si sono ancora verificate.
 So bene che la ho fatta molto lunga, ma mi sono divertito a scrivere e spero qualcuno si diverta ugualmente a leggere questo testo. P.S. per darvi un'idea della situazione, il fosso che riprendevo nei giri precedenti era da questo PDR ...
 E' anche facile capire perchè uno possa scivolare passando da un lato all'altro del percorso seguendo la rotazione della luce nella giornata |
| inviato il 24 Aprile 2025 ore 22:55
Io buttai una fotocamera nella spazzatura perché la tenevo nella stessa mano del sacchetto, andai a fare una gita in montagna e quando tornai la sera avevano svuotato il cassonetto. Amen |
| inviato il 25 Aprile 2025 ore 9:37
“ Uno dei motivi che mi spinge a continuare ad usare attrezzi molto datati ma supercollaudati in condizioni spesso limite, è che li ho riscontrati molto solidi. „ Idem! Il mio vecchio biancone serie I è sopravvissuto anche a una bella pallonata "autografata" da una giocatrice di pallavolo di Serie A1. ps: dovrei cominciare a fare anche io un po' di sport outdoor, succedono sempre avventure molto interessanti |
| inviato il 25 Aprile 2025 ore 20:24
InCino, ma il sacchetto l'hai portato in montagna almeno ?  |
| inviato il 25 Aprile 2025 ore 20:54
Il materiale ruzzolato prende valore nel vintage. Devi solo tenerlo abbastanza a lungo. |
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