| inviato il 16 Marzo 2025 ore 23:03
Passare a FF per quel tipo di lavoro lo trovo assai sbagliato, li serve angolo di campo ristretto e quindi 4/3 è adatto, e poi alzare gli iso per cosa? Per non dover usare luci artificiali o per avere maggiore pdc? |
| inviato il 17 Marzo 2025 ore 9:26
Per non dover usare luci artificiali. Io andrei di Olympus m4/3 sensore stabilizzato, diaframma un po' chiuso e alti iso da correggere poi in PP. |
| inviato il 17 Marzo 2025 ore 9:34
Secondo me serve un obiettivo macro con i led incorporati, in Canon aps-c c'è il 35mm f2.8 macro che ha i led. |
| inviato il 17 Marzo 2025 ore 10:02
Faccio la tua stessa professione e faccio foto intraorali da un po' di anni. Quello che ti serve è l'opposto: non ti interessa nulla della tridimensionalità e del diaframma aperto o dello sfocato. Ti servono: una serie di specchi specifici, apribocca, un macro, un flash anulare o simile perché la luce non basta mai nel cavo orale e necessiti la maggiore profondità di campo possibile. Il Canon 35 f2.8 l'ho provato ma non va bene: luci troppo esili ed un 35 su aps ti costringe ad avvicinarti troppo. Impossibile uno stacking su un paziente "vivo". Io ho fatto il processo inverso (Canon 6d, 7d2, Oly em1mk3) e mi trovo molto meglio: diaframmi chiusi, fuoco sui canini/incisivi laterali, no scialitica, solo flash anulare. Ti troverai con iso elevati, ma con una passata di denoise risolvi. Ovviamente conserva sempre il raw per motivi medico/legali. Dedica tutto il tempo necessario a trovare un WB perfetto, è importantissimo, salvalo ed usa sempre quello. Prova a scaricarti DOF Calculator e vedrai che razza di settaggi ti servono per avere 4-5 cm (intera arcata) di profondità di campo alla distanza di scatto che usiamo: la coperta è sempre corta. Rimani dove 6 che va bene, piuttosto prendi una fotocamera con impugnatura migliore (tipo G9 o em1x, la OM1 è ottima ma non so a quanto ti serva) che aiuta non poco ed un altra lente tipo 12-40 per eventuali foto che non puoi fare col macro (se devi fare viso frontale e laterale con 60mm hai bisogno una stanza enorme!). Spero di essere stato utile. |
| inviato il 17 Marzo 2025 ore 11:08
“ Quello che ti serve è l'opposto: non ti interessa nulla della tridimensionalità e del diaframma aperto o dello sfocato. „ Era quello che, nella mia ignoranza, sospettavo... |
| inviato il 17 Marzo 2025 ore 12:46
“ Impossibile uno stacking su un paziente "vivo". „ Manco incoraggiandolo a stare fermo con uno sconto? “ Prova a scaricarti DOF Calculator e vedrai che razza di settaggi ti servono per avere 4-5 cm (intera arcata) di profondità di campo alla distanza di scatto che usiamo: la coperta è sempre corta. „ Avevo buttato li l'opzione stacking non certo per esperienza da dentista ma ogni tanto faccio qualche macro naturalistica, ci sono corpi macchina con ottima stabilizzazione sul sensore e capaci di fare piccole raffiche con spostamento automatico del fuoco selezionabile sui margini con un volume di 5/6 scatti al secondo, se in quel breve lasso di tempo il paziente è fermo porterebbe una minore chiusura del diaframma con conseguente consistente riduzione iso e un aumento di qualità, ovviamente da provare prima su "paziente finto". |
| inviato il 17 Marzo 2025 ore 13:05
Ma intendiamoci lo stack non va inteso in senso tradizionale. Si possono agevolmente Fare tre scatti in auto con la oly. Quello che voglio capire. A cosa servono queste foto? Che misure ricavate voi dentisti? |
| inviato il 17 Marzo 2025 ore 13:19
Servono come documentazione clinica, che ha valore legale. In più se le foto sono fatte bene, vengono mostrate ai congressi e usate per pubblicazioni e pubblicità. |
| inviato il 17 Marzo 2025 ore 13:32
Allora in questo caso lavorerei con illuminazione flash a fibra ottica. Che permette di dosare meglio la luce rispetto ad un flash anulare. Lo stacking non è un problema se ti limiti a tre scatti automatici. Si può fare a mano libera. O attrezzando un piccolo braccio snodato. Il FF in questo caso non serve a nulla. Meglio sensore piccoli ma performanti. L' ideale sarebbe una fotocamera industriale. Piccola e leggera. Il vero punto critico e' la luce. Sia come quantità che qualità. Se hai luce e la riesci a distribuire sui denti sei a cavallo. Andrei senz'altro di flash su fibra. |
| inviato il 17 Marzo 2025 ore 13:47
Si potrebbe pensare a qualcosa tipo quella specie di tampax che mettono tra gengiva e guancia però fatto in fibra in modo che illumini i denti. Oppure quella trappola di alluminio che serve ad allargare la bocca. Pure quello può essere equipaggiato con fibre che proiettano luce su ciascun dente |
| inviato il 17 Marzo 2025 ore 14:38
Fondamentalmente si fanno diversi tipi di foto: -extraorali: il classico "sorriso durbans" -le arcate dentarie con gli specchi -un intervento chirurgico ..e qui serve la fotocamera -intraorali: foto al singolo dente o ad un lesione ad esempio ..qui si usa la fotocamera intraorale con fibra ottica, che è specificatamente ad uso odontoiatrico. Putroppo un bambino di 6 anni, ad esempio, non sta fermo neanche a legarlo. Comunque confermo che la criticità è proprio la luce: troppo poca e viene tutto scuro o mosso, troppa o posizionata male ed i denti vengono sovraesposti come lampadine. Fai molte prove: quando trovi i settaggi giusti per flash, esposizione e WB, salvali; ed usa sempre quelli. |
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