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Petru Culianu era un pansatore molto interessante. Allievo di Mircea Eliade e suo successore alla cattedra di Storia delle Religioni dell'Università di Chicago; fece una brutta fine su cui si sono avanzate varie ipotesi.
Ricordo che in quel testo trattava appunto del "De Magia De Vinculis in Genere" di Giordao Bruno e del "De Amore o Commentarium in Convivium Platonis" di Marsilio Ficino, sempre sul tema dei "Fantasmata".
Da non farsi intimidire da questi titoli altisonanti. Si tratta di un testo molto chiaro e scorrevole e apre una straordinaria finestra sulla cultura del Rinascimento.
La cosa molto bella è il suo straordinario modo di fare, il suo parlare lentamente, e il suo essere paziente anche con il suo stampatore ...
... nonostante le esposizioni non fossero quelle da lui desiderate.
PS: e per unire i due nostri blog, aggiungo che ho la fortuna di avere la prima edizione di "Inferno", un libro decisamente da avere ( barattandolo con un rene ovviamente)
“ ... quali aspetti diversificano, a Vs giudizio, un reporter di guerra da altri Suoi colleghi ? „
diciamo che i reporter di guerra (quelli veri) si giocano la pelle, gli altri no a prescindere dal risultato e/o bravura. Tempo fa lessi che l'ultima guerra dove i reporter hanno potuto girare liberamente ovunque pubblicando tutto quello che vedevano fu la guerra del Vietnam. Le conseguenze in patria della stampa libera furono molto pesanti e le famiglie americane si trovavano le foto dei loro ragazzi o morti o che commettevano barbarie. Da li partì (così dicono) la "gestione" dei reporter, cioè dove potevano andare e con chi. Altra differenza sostanziale è che un reporter di guerra nei loro racconti il filo conduttore è sempre la morte , la distruzione, le barbarie praticamente il peggio dell'uomo. Un reporter NON di guerra può raccontare con il suo linguaggio, la sua sensibilità, la sua visione, anche il meglio dell'uomo e della natura.
Reduce oggi dalla visita alla mostra retrospettiva dedicata a Giovanni Chiaramonte a Parma. Più di 400 fotigrafie in mostra. Si va dalle prime quasi da lui stesso dimenticate foto in Sicilia del 1970, alle foto in bianco e nero del 74, alle foto più concettuali di fine anni '70 inizi '80 poi via via al passaggio definitivo al colore ed alla partecipazione a Viaggio in Italia, le foto a Berlino, a Gerusalemme negli Stati Uniti e, per me la parte più interessante e forse la più bella, quella del vasto progetto pluriennale titolato Oceano Latino, incompiuto a livello di editing per la morte di Chiaramonte, per finire con i trittici bellissimi degli anni duemiladieci L'altro nei volti e nei luoghi.
Le mie preferite: i Laghi di Asfalto di Trinidad Tobago appartenenti al ciclo Oceano Latino, le Berlinesi, i trittici del 2010 Quelle che a me sembrano onestamente risentire del peso degli anni sono alcune più concettuali di fine anni 70 primi 80. Non mi hanno poi entusiasmato, francamente e stranamente, nemmeno quelle dedicate a Milano, fatte salve alcune. Forse anche perché mi è sembrato che molte fossero sovraesposte bruciando le luci.
“ ... quali aspetti diversificano, a Vs giudizio, un reporter di guerra da altri Suoi colleghi ? „
condivido quanto già ben espresso da RobBot... aggiungo che il reporter di guerra ha avuto in passato un ruolo chiave per l' evolversi degli eventi poiché l' informazione è sempre stata l' arma più importante di una guerra visto che il consenso dell' opinione pubblica è uno strumento essenziale in qualsiasi operazione bellica, oggi appare palese la mancanza di un rapporto diretto con la realtà sul campo, la testimonianza del reporter è stata sostituita da una moltitudine di testimonianze senza la credibilità obiettiva ed imparziale del fotografo che si è guadagnato nel tempo mettendo a rischio la propria vita...
comunque non posso fare a meno di notare che tra un reporter di guerra ed i suoi "colleghi" c' è il tentativo di voler rappresentare la realtà con la fotografia, solo che per essere un bravo reporter devi raffigurarla fedelmente, mentre negli altri ambiti fotografici è proprio interpretandola in maniera soggettiva che riesci ad emergere...
Ladies, gentlemen, nobili diseredati, amanti del bello, arroganti e presuntuosi, quelli del club, rieccoci arrivati alla fine di questo capitolo; un capitolo vissuto come sempre tra citazioni di autori che deliziano la nostra vista. Vi voglio ancora piu' esploratori del web, di mostre, di rassegne, per portare alla luce qualche altro fotografo che molti di noi non conosciamo. Voliamo tutti assieme alla pagina numero 14 ( il numero di un tulipano bravino coi piedi).
“ Ancora sulla breccia cari amici, ancora sulla breccia ! “ W.S. E.V
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