| inviato il 14 Febbraio 2023 ore 11:06
“ Perché tagliare solo su un lati? „ Come detto, era fondamentalmente una scuola per imparare a comporre una foto. Tenete presente che la maggior parte di chi fotografava negli anni '70 difficilmente stampava oltre il formato 18x24 cm e, se avevi un'ottica decente, a quell'ingrandimento le cadute di qualità ai bordi erano ancora accettabili e talora impercettibili. Poi contava parecchio anche l'ottica usata in stampa; io ad esempio avevo uno Schneider Componon 60 mm pensato per il formato 4x4 cm che sul formato minore non introduceva ulteriori problemi ai bordi (ci ho stampato anche qualche 6x6). Aggiungiamo che spesso all'epoca si cercava l'effetto "grana", tipico del piccolo formato, che già di suo faceva passare in secondo piano i difetti dell'ottica. |
| inviato il 14 Febbraio 2023 ore 11:16
“ E allora vuol dire che io di libertà non me ne concedo... „ Ma scegliendo di vincolarti ad un formato "nativo" e lavorando per proiezioni di una certa dimensione, ti imponi comunque logiche compositive che chi è nato con l'idea di ritagliare, perché tanto le foto le si guarda solo a monitor, spesso non si impone. Chi ha un'idea abbastanza precisa di cosa sia la composizione fotografica può effettuare tutti i ritagli che vuole, soprattutto quelli che sfruttano solo la parte centrale del fotogramma, perché comunque prende l'abitudine di considerare, già in fase di scatto, solo ciò che viene inquadrato in quell'area del mirino, ma una qualche "scuola" per arrivare a questo deve comunque averla seguita, a suo tempo. |
| inviato il 14 Febbraio 2023 ore 12:47
“ Come detto, era fondamentalmente una scuola per imparare a comporre una foto. „ Si ma continuo a non capire perché solo su un lato. Che differenza c'è se taglio un po' per lato? soprattutto se l'ho già concepito al momento dello scatto. Non capisco proprio dove sta il diverso insegnamento/apprendimento. “ Poi contava parecchio anche l'ottica usata in stampa; „ Io invece mi riferivo principalmente all'ottica di ripresa; stampando la parte più centrale (e non tutto a destra o tutto a sinistra per tagliare solo su un lato come dici tu), sfrutto al meglio le caratteristiche dell'ottica di ripresa (ammesso che mi interessi, ovvio). Faccio anche un altro esempio: i telaietti di proiezione per il formato 6x6; oltre a quelli a pieno formato ne esistono per il formato 6x4,5 e anche "panoramico" 6x3, beh questi formati, utilizzabili anche per mascherare un 6x6, presentano l'apertura al centro, mica su un lato (destra, sinistra, alto, basso). |
| inviato il 14 Febbraio 2023 ore 14:54
@Diebu Ho capito cosa vuoi dire; in effetti mi sono espresso male. Si tagliava generalmente solo sul lato lungo, ma come dici tu, centrando la foto in modo da rifilarla da entrambe le parti. Quella volta poi si era molto meno fiscali circa la qualità che gli obiettivi mostravano agli angoli, e questo per più motivi: intanto non si ricavavano stampe da un metro da ogni scatto, se e quando si stampavano in queste dimensioni la grana prendeva sempre il sopravvento; alcune foto venivano realizzate addirittura enfatizzando la grana (era più che altro una mania con cui nascondere l'invidia per la perfezione delle stampe da banco ottico) come "carattere" tipico del piccolo formato e via così. |
| inviato il 14 Febbraio 2023 ore 14:58
ah ecco! Era un equivoco, mi pareva strana infatti come teoria Ora è tutto chiaro. |
| inviato il 14 Febbraio 2023 ore 21:01
Tenete presente che la maggior parte di chi fotografava negli anni '70 difficilmente stampava oltre il formato 18x24 cm Io invece, che allora come ora volevo, e voglio, godermi la mie fotografie nel più grande formato possibile, sono passato direttamente alla proiezione perché mi permetteva di ingrandire, quasi gratis, a 50X... un formato al quale non mi potevo certo permettere di stampare |
| inviato il 14 Febbraio 2023 ore 22:24
“ “ "90% di coloro che fanno post la usano non per sviluppare un'idea ma perché hanno scattato da schifo" ? „ Bella minchiata!! Dopo questa si poteva smettere di guardare il video. |
| inviato il 15 Febbraio 2023 ore 9:18
Paolo, anche a me piacevano le Dias, anche perché passare dalla camera oscura in BN a quella a colori costava troppo, ma alla fine era un pò come per gli impianti stereo per ascoltare musica: per avere la maggior qualità serviva una stanza attrezzata ad hoc (con la camera dei figli sparì anche la camera oscura, altro che musica in qualità esoterica ) oppure ti accontentavi dello stereo normale piazzato in un angolo del salotto; solo che proiettore e schermo non li potevi lasciare nell'angolo del salotto e, dopo un po' e con 2 figli piccoli, passò anche la voglia di allestire le proiezioni. Il grande vantaggio del digitale è che ti permette di avere il BN e il colore senza una stanza da attrezzare appositamente, tanto un computer in casa è ormai diventato come lo stereo nell'angolo del salotto, e per mille altri usi oltre a quelli fotografici. Senza contare che, avendo lavorato per più di 20 anni come Tecnico di laboratorio in un museo scientifico (da quasi un anno finalmente in pensione), dove servivano riproduzioni fotografiche macro con tutti i particolari possibili e immaginabili dei campioni delle collezioni, negli ultimi 20 anni imparare a usare tecniche come il focus stacking era praticamente obbligatorio. Insomma, il passaggio al digitale nel mio caso è stato dettato sia da motivazioni "casalinghe" che professionali e sinceramente a me è andato bene così, anche perché la macro, con anche il focus stacking, ora la coltivo per hobby |
| inviato il 15 Febbraio 2023 ore 10:56
Daniele, la tua disamina è perfetta e pertanto pure perfettamente condivisibile, del resto i figli piccoli li abbiamo avuti tutti e quindi certe problematiche sono note... fin troppo direi! Inoltre poi la tua carriera lavorativa ti ha portato, direi obbligatoriamente, verso una tecnologia di gran lunga più flessibile che non solo ti ha permesso di lavorare meglio ma, trattandosi di un lavoro prettamente tecnico, lo ha grande.mente migliorato... quindi onore al metito del digitale e di chi, come te, ne ha saputo sfruttare appieno le infinite potenzialità. Insomma se le premesse sono queste non c'è da proprio da discutere, anche perché sarebbe masochistico continuare a usare una tecnologia che, in casi specifici come questi appena discussi, facilita il lavoro, lo migliora e in definitiva ci migliora la vita! La pellicola però gioca in un campionato a parte rispetto al digitale, e ha specificità diverse rispetto al digitale, specificità che non ti migliorano il lavoro, e men che meno te lo facilitano ma che, soprattutto nel caso delle diapositive, ti consentono di vivere la luce, che è poi l'essenza più vera della fotografia, in maniera tale da farti fruire di tutte quelle infinite sfumature che il digitale, nella sua essenza "scientifica" non può, e del resto neppure deve, consentire. In definiva caro Daniele ora che hai tempo da dedicare a te e ai tuoi interessi un piccolo, limitato ritorno alla pellicola, alla sua gestualità, alla sua ritualità e alla sua essenza di essere senza tempo puoi di nuovo permettettelo... e il mio consiglio è di approfittare di questa occasione che, tra le altre cose, ti ri-migliora la vita. |
| inviato il 15 Febbraio 2023 ore 18:34
E chi lo sa... ho ancora da parte persino una Kiev 88 con un paio di ottiche |
| inviato il 15 Febbraio 2023 ore 21:26
Ecco vedi?... |
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