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L'occhio si adatta al rapporto di aspetto... capita anche a voi?


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avatarsenior
inviato il 15 Luglio 2022 ore 21:57

Il 16:10 è la cosa più vicina alla sezione aurea.
La Pentax 67 dunque aveva un formato uguale al classico 5:4 dei banchi ottici?
E invece la Mamiya 67?


Il formato esatto della Mamiya non lo so.

Sezione aurea = 1,618
16:10= 1,6
3:2= 1,5
Siamo molto vicini.

Il rapporto tra i lati nei vari formati nel banco ottico non è sempre esattamente lo stesso, ma sono molto vicini.
13:9= 1,44
18:13= 1,38
24:18= 1,33
Foglio di carta standard A= 1,41
Ecco da dove derivano i formati A…

In aritmetica non ne sbaglio una… MrGreen

avatarjunior
inviato il 16 Luglio 2022 ore 0:29

Scatto con l'oculare in 3:2 o 2:3.
Già immagino questo formato ancor prima di mettere l'occhio nel mirino,
è l'abitudine...
Poi però quando sono davanti al PC tutto cambia, e trovo nel 4:3 la capacità di valorizzare maggiormente il soggetto, (ma 3:2 per panorami).
E pensare che fino a pochissimi anni fa il 4:3 lo trovavo "vecchio".


avatarsenior
inviato il 16 Luglio 2022 ore 7:38

The RZ67's native 6×7 format produces a negative with an image size of 56x69mm – what Mamiya called the “ideal format” since it is proportionally equivalent to 8×10 large format.
In realtà 69:56 dà un 1,232 e non esattamente un 1,25 ma le misure sul negativo hanno piccole tolleranze io credo.

avatarsenior
inviato il 16 Luglio 2022 ore 8:12

"E' un casino. Formati fotografie, formati stampa, formati cornici, sempre tutto diverso"
E ci dimentichiamo i formati televisivi e, soprattutto, dei monitor. Oltre all'assuefazione al mirino esiste l'assuefazione al monitor. Oggi i monitor vanno tutti dal 16:10 al 2:1 passando per il 16:9. Il 4:3 è sparito totalmente dalla circolazione (solo usato e fondi di magazzino). Dopo avere scattato la foto la guardiamo e postproduciamo a monitor. Già qui uno comincia a trovare poco 'seducente' l'orientamento portrait della foto che o risulta minuscolo o lo si vede a tocchetti (non ho mai provato i monitor girevoli, non so se possano risolvere comodamente il problema). La foto 4:3 landscape a monitor può risultare strana, ormai talmente abituati al 16:9. Vi è mai capitato di vedere i vecchi programmi televisivi registrati in 4:3? Non vi paiono 'manchevoli', come monchi della destra e dalla sinistra? E questo non può influenzare anche il nostro giudizio sulla foto 4:3 che stiamo postproducendo? Arrivando poi alla foto quadrata il disagio della visione troppo piccola e mancante di una destra e di una sinistra aumenta.

avatarsenior
inviato il 16 Luglio 2022 ore 8:22

In realtà credo che i formati carta abbiano poco a che vedere con i formati fotografici, penso che siano nati per le esigenze tipografiche.
Non è possibile se mai che nel recente passato alcuni formati fotografici si siano adattati alle esigenze della stampa dei magazine mentre altri sono notoriamente nati andando a sfruttare i formati cinematografici (il 35mm di sicuro)?
Sarebbe curioso sapere come e perché sono nati i diversi formati fotografici a partire da quelli grande formato da banco ottico.

avatarsenior
inviato il 16 Luglio 2022 ore 8:45

Forse formati di carta e di negativo si sono sviluppati insieme. Naturalmente i negativi sono arrivati quando la carta già esisteva.

avatarsenior
inviato il 16 Luglio 2022 ore 10:58

The RZ67's native 6×7 format produces a negative with an image size of 56x69mm – what Mamiya called the “ideal format” since it is proportionally equivalent to 8×10 large format.
In realtà 69:56 dà un 1,232 e non esattamente un 1,25 ma le misure sul negativo hanno piccole tolleranze io credo.


Credo che il formato 6X7 sia nato più che dall'idea di creare una proporzione particolare da semplici faccende di buon senso. A un certo punto qualcuno ha pensato che:
1) la gran parte dei negativi e dia scattate in 6X6 venivano poi stampati in formato rettangolare e quindi tanto valeva permettere al fotografo di avere una reflex medioformato che aiutasse in questo, a tutto vantaggio della qualità delle immagini (porzione di negativo che veniva stampata nel rettangolo più grande)
2) andare oltre, proponendo formati tipo 6X8 o 6X9 in una reflex avrebbe comportato creare apparecchi molto più pesanti, con specchi più grandi, maggiori vibrazioni eccetera e, last but not least:
3) andare oltre col formato avrebbe richiesto l'uso di ottiche con maggior cerchio di copertura, da sviluppare e produrre ad hoc, mentre sul 6X7 potevano ancora andare bene anche quelle pensate per il 6X6.
Lo stesso tipo di ragionamenti credo abbia portato anche al formato 6X4,5 che aveva come vantaggio maggior leggerezza della fotocamera

avatarsenior
inviato il 16 Luglio 2022 ore 11:59

Quindi nessun formato è frutto di un disegno divino.

e questa NON e' una verita' assodata.. anzi lo definirei un errore logico.

Le proporzioni SONO il risultato di un disegno divino.

Le vediamo come "migliori" perche' sono tutto attorno a noi. Costantemente.

La natura e' costruita su proporzioni costanti. La forma di un 'onda, la parabola di un sasso che cade, il raggio di curvatura di una goccia di pioggia, una musica, sono solo esempi di come alcuni numeri tornino insistentemente in ogni misura che possiamo fare.

Se usi un filo a piombo, ottieni una squadra, dalla squadra ottieni il triangolo, e quattro angoli "efficaci" 90, 45, 60 e 30 gradi.
Dal triangolo con angoli di 90,30 e 60 gradi ottieni delle lunghezze che sono l'inizio della serie di Fibonacci. Ma sono anche proporzioni che ritrovi ovunque in natura.
Sopratutto anche in ogni manufatto dell'uomo.
Perche l'uomo per costruire usail filo a piombo, la squadra ed il cerchio. Anche se filo a piombo, squadra e compasso sono strumenti elementari che chiunque puo' usare, essi portano nascosti nelle loro proporzioni i numeri cardine della natura.

Chiunque con un compasso tracci un cerchio sta includendo in quella forma il numero pigreco.Ma anche i numeri caratteristici della sezione aurea. Perche' la forma e' messaggio.. e' rappresentazione matematica.

Dalla squadra e dal compasso si generano triangoli, pentagoni, esagoni, spirali cioe' la proporzione del bello che riconosciamo e ritroviamo in ogni foglia, in ogni albero, paesaggio o costruzione.

avatarsenior
inviato il 16 Luglio 2022 ore 13:50

I formati carta sono nati secoli prima della fotografia, dopo l'invenzione della stampa tipografica.
Il formato DIN A è governato, come dice Salt, da numeri e proporzioni magiche.
Traggo da Wikipedia:
"I formati ISO sono basati tutti su un unico rapporto d'aspetto della radice quadrata di 2, o approssimativamente 1:1.4142. Il formato base (A0) è un foglio di carta con un'area pari a 1 m². Il maggiore vantaggio di questo sistema è la correlazione fra le grandezze dei formati: se un foglio con un rapporto d'aspetto di ?2 viene diviso in due metà uguali parallelamente al suo lato più corto".
La cosa curiosa è che in fotografia quasi tutto è basato sulla radice quadrata di 2. I diaframmi partendo da 1 si chiudono su diametri che sono 1.414 del precedente. Le focali che usiamo sono basate su 1.414 e così dal 50mm dividi per 1.414 ed arrivi al 35mm che diviso 1.414 dà il 24mm e salendo dal 50mm arrivi al 70mm ed al 200mm, e non è un caso che i moltiplicatori di focale siano 1.4x e 2x. L'intensità di illuminazione di una superficie è inversamente proporzionale al quadrato della distanza dalla sorgente luminosa, ergo se ho un flash alla potenza massima che illumina il mio soggetto con esposizione corretta ad f/4 , raddoppiando la distanza il mio soggetto riceve un quarto della luce del flash e dovrò aprire ad f/2 mentre se si sposta di 1.414x la distanza precedente dovrò aprire solo di uno stop in più cioè da f/4 ad f/2.8...
Considerando tutto ciò sarebbe stato lecito e logico aspettarsi un formato fotografico con rapporto di aspetto di 1.4:1 tra i lati ed invece un simile rapporto di aspetto, a quanto mi consta, in fotografia non esiste ed abbiamo invece 1.5:1 (3:2) e 1.33:1 (4:3).

avatarsenior
inviato il 16 Luglio 2022 ore 13:59

Piccola nota a margine:
Ai primordi della storia della fotografia esistevano anche formati di aspetto circolari ed elissoidali che oggi sono completamente abbandonati. Probabilmente ciò era dovuto alla qualità delle ottiche che produceva una forte vignettatura e decadimento della qualità agli angoli.
Con le prime macchine si fotografava, se non erro, principalmente stendendo le emulsioni su di una lastra di vetro (o di metallo) le cui dimensioni e rapporto di aspetto immagino non avessero nulla a che vedere con i formati della carta da stampa (alcuni come Talbot avevano messo a punto procedure emulsionando carta ma con risultati di qualità inferiore).
Come sono nati i rapporti di aspetto più comuni usati sui banchi ottici?

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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