| inviato il 26 Aprile 2022 ore 10:27
Le m, ancorché eccelse, hanno troppe limitazioni, quella delle focali in testa. Il sistema R inizialmente sul piano della disponibilità di ottiche era competitivo con gli altri sistemi, anzi, pure meglio in certi casi. Poi negli anni 70-80 Canon, ma soprattutto Nikon, presero il volo. Quando cercarono di metterci seriamente una pezza, rifacendo gran parte delle ottiche e i corpi modernissimi R8-9, ormai era tardi |
| inviato il 26 Aprile 2022 ore 10:54
Negli anni '60 Leicaflex, come tutte le reflex tedesche, subi la concorrenza dei brand giapponesi, i quali potevano offrire reflex valide a costi inferiori. Volendo si potrebbero andare a vedere i prezzi di vendita dell'epoca. La germania dell'ovest ( leicaflex, contarex, bessamatic..) aveva costi della mano d'opera alti, la ddr probabilmente non aveva un sistema efficiente e dinamico rispetto a quello giapponese. Le case nipponiche Nikon e Canon avevano gia' buone telemetro ma, ad un certo punto, si concentrarono sulle reflex. Fu questo (credo) il motivo principale per cui Leica M riusci a mantenere intatta la sua nicchia di mercato. Se i giapponesi avessero puntato sul miglioramento delle telemetro e queste fossero andate x la maggiore sarebbero arrivate fino a noi le reflex tedesche come prodotti di nicchia. Ma, proprio per il motivo detto da Leone sopra (il sistema a telemetro ha piu' limitazioni) e' avvenuto il contrario. Dimenticavo il proseguo della storia: Leica fu l'unica a resistere trovando alleanza con Minolta (leica R). A meta' anni 70 si ripresento' anche il nome Contax, in una nuova incarnazione, ma sempre giapponese (Yashica) |
| inviato il 26 Aprile 2022 ore 11:56
Di certo, Leitz ebbe una dirigenza miope. In questa risposta ricevuta nel '96 a una richiesta di chiarimenti sulle intenzioni a breve termine circa la tecnologia AF, www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=3920272 non c'è nessun accenno ai desideri dei fotografi "professionisti", ma alle vette qualitative che i meccanismi autofocus non avrebbero consentito, alla buona risonanza sui media e alla nicchia di puristi della fotografia ultranitida e "riflessiva". Insomma a un fotografo naturalista che usava un 600 Canon super rapido grazie all'AF, apponevano uno con un parifocale Leitz a fuoco manuale che nella fotografia dinamica non sarebbe mai riuscito a fare le stesse foto e men che meno altrettanto nitide, ma si sarebbe accontentato di avere il meglio in qualità ottica in mano! Da qui si può anche evincere che Leitz non considerava i fotografi "comuni mortali" come il bacino clienti più importante, ma i clienti istituzionali perlopiù istituti scientifici, i militari e le imprenditorie demandate al controllo del territorio che di solito riprendono soggetti statici e la nitidezza e la fedeltà nel colore, gli è preminente. Leitz si è sempre mossa "in ritardo" perché puntava a proporre il monumento qualitativo ottico e del "servo" supporto tecnologico se ne curava molto relativamente. Peraltro, mentre i giapponesi sfruttavano intensivamente le sinergie industriali possibili, disponibili nella nazione, Leitz si comportava come prima donna approfittando non abbastanza di quello che l'industria tedesca poteva offrire. Al tempo dell'esordio della Leicaflex, un corpo con mirini intercambiabili era possibilissimo e i mirini potevano venire sviluppati indipendenti dal corpo. A mio giudizio... fu un complessivo fallimento industriale dovuto a una dirigenza mai allo stato dell'arte... |
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