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Fotografare la pipa: come fare?


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user19933
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inviato il 12 Agosto 2021 ore 9:02

Fotografare la pipa, come soggetto principale e non come accessorio appeso ai denti di un marinaio o nelle mani del nonno.
Uno dice: beh, che c'è…
C'è che la pipa è un soggetto mica facile: idealmente assoggettabile alla forma di un parallelepipedo, richiede attenzioni di vario genere: profondità di campo e piano di fuoco, trama e dettaglio della testa in radica e del bocchino in ebanite/metacrilato, luce (naturale, combinata, o solo flash) e soprattutto loro riflessi, infine, o anzitutto: l'ambientazione.
Ecco, la pipa scontornata su photoshop, la pipa-prodotto, buona per i siti web in cui la vendono, è ancora un'altro genere fotografico, più specialistico, ma che mi coinvolge di meno.
A me interessa soprattutto la pipa come soggetto ambientato, evocativo d'atmosfere e stati d'animo: che sia una pipa, o più pipe, spoglia o circondata dai suoi accessori, l'unica facilitazione è che non si muove.
Voi, tecnicamente e stilisticamente, come l'approccereste?
Ho iniziato a fare delle prove, tra le più disparate (focus-stacking o diaframmi aperti, luce naturale o assistita da flash e gelatine, vicino e lontano, prospettive spinte e non, ecc...) e sono ancora molto lontano da un progetto che abbia una qualche coerenza però mi piacerebbe alla fine scegliere un tipo di impostazione privilegiata e realizzare un album in cui vi sia una certa continuità di genere, ma che non risulti troppo noioso da sfogliare.
Cerco consigli. Non possiedo attualmente ottiche tilt-shift quindi il problema dei piani di fuoco è quello che avverto di più.
Qui la galleria delle prove: www.juzaphoto.com/me.php?pg=314595&l=it

user19933
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inviato il 12 Agosto 2021 ore 13:02

Appunti di natura materica sulle pipe.

BOCCHINO

Può essere in metacrilato (plexiglas) oppure in ebanite naturale.
Mentre il primo rimane sempre molto nero e lucido, vetroso, il secondo con il tempo tende ad opacizzarsi e, con l'affiorare in superficie dello zolfo, assume sfumature giallo-verdastre.
Fotografare una pipa con bocchino in metacrilato ed una con bocchino in ebanite insieme quindi è piuttosto complicato perché rispondono molto diversamente nei rilessi: l'ebanite “assorbe”, il metacrilato “specchia”.

TAGLIO DELLA RADICA

Il ciocco di radica può essere tagliato seguendo le venature del legno (le cosiddette “fiamme”) oppure ortogonalmente ad esse (le venature, viste quindi in sezione, producono tanti piccolo cerchi concentrici chiamati “occhi di pernice”). Fiamme e occhi di pernice sono apprezzabili solo sulle pipe lisce.

Le pipe rusticate nascondono il tipo di taglio della radica in quanto l'artigiano, con un bulino o simili, lavora la superficie della radica, evidentemente perché non troppo bella o per ispirazione artistica.

Le pipe sabbiate invece sono una via di mezzo: non sono lisce, ma la sabbiatura permette ugualmente di capire di che “pasta” era fatta la radica in quanto solo le parti più molli del legno vengono asportate e rimangono visibili i disegni naturali del legno, come onde.

Non tutte le rusticature e/o sabbiature sono uguali: alcune sono molto spigolose, altre addolcite nelle creste. Generalmente, una pipa vissuta, ha sempre le creste della radica un po' smussate dal tempo e dal'uso.

VERETTE

Quasi sempre in argento, a volte in nickel o materiali legnosi (bosso, olivo, ecc..)
Trovo difficili da fotografare solo quelle in metallo, causa aberrazioni, riflessi, bruciatura luci.
In generale trovo più gradevole una vera non lucidata, con un po' di patina che va a dargli anche un po di trama e la fa riflettere di meno. Rispetto all'argento il nickel è più imprevedibile e le tonalità molto variabili.

SILICATO DI MAGNESIO

Capitolo a parte meritano le pipe "bianche" in silicato di magnesio dette anche schiume di mare.
La testa della pipa è ricavata da un blocchetto di questo minerale e solitamente viene incesellata in vari modi.
Con il tempo, fumandola, la testa si scurisce con infinite tonalità e gradazioni marroncine.
Renderle graziose all'occhio è una sfida per il fumatore di pipa (ma anche per il fotografo).
I bocchini, nelle versioni più di pregio, di solito sono in vera ambra mentre nelle altre in plastica striata arancione.

VERNICI, COLORAZIONI E LUCIDATURE

Generalmente le buone pipe sono tinte con impregnanti naturali, senza alcol, ma ci sono anche versioni più pacchiane e coprenti.
Alcune pipe, di particolare pregio, sono poi lucidate con ceralacca mentre più comunemente si utilizza della cera carnauba.
La ceralacca è più persistente nel tempo ma a volte svanisce lasciando la pipa chiazzata.
Una lucidatura a carnauba invece dura di meno però si consuma in maniera uniforme.
Le colorazioni classiche sono: legno al naturale, rosso rubino, nero, marrone variegato, verde.

PUNZONATURE E LOGHI DEL PRODUTTORE

Ciascuna pipa porta con sé delle punzonature impresse nel legno ed a volte nelle verette. A seconda del marchio della pipa queste punzonature possono descrivere la serie d'appartenenza come la qualità ed in genere rappresentano la carta d'identità di una pipa.
Discorso a parte merita il logo del produttore che, usualmente, si trova sul bocchino della pipa, incastonato nell'ebanite o nel metacrilato. Nelle vecchie pipe di pregio il logo poteva essere anche in avorio, oppure in oro di scarto, ecc...

avatarsenior
inviato il 12 Agosto 2021 ore 23:11

Mai fotografato pipe, anche se sono bei soggetti. Oltra alla pipa stessa è importante anche il contesto e lo sfondo.
Tra le tue foto a me piace molto quella della pipa appoggiata in parte sul giornale.

Se possiedi un obiettivo macro secondo me potrebbe essere interessante fare un dittico con una foto in cui fotografi la parte grossa (non so come si chiami, non sono un fumatore e non me ne intendo MrGreen ) messa in verticale e con punto di ripresa alla sua stessa altezza, magari con la direzione leggermente in diagonale della parte che si assottigli ed un'altra foto del bocchino con la stessa modalità. Potresti creare un dittico di due diagonali che si incontrano al centro tipo le lancette di un orologio con orario 08:20 per intenderci.
Avrai poco a fuoco (visto che sarebbero due macro fotografie), ma anche lo sfocato renderebbe le foto interessanti. Non userei la tecnica del focus stacking in questo caso.

user19933
avatar
inviato il 13 Agosto 2021 ore 1:35

Grazie dell'idea.
Eh, quando si comincia ad avvicinarsi al soggetto il focus stacking è un salva-vita per avere punta della testa e punta del bocchino a fuoco, a meno di non usare diaframmi veramente molto chiusi e perdere nitidezza (infatti la foto che hai apprezzato, la pipa con il giornale, è un focus stacking). L'idea di scomporre la pipa in un dittico può essere una strada, per qualche scatto.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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