| inviato il 06 Agosto 2021 ore 19:08
Oggi guardavo le foto di A. G. Panizza (ma non solo) e cercavo di capire in che modo riesce a fare riprese LE e stacking di certi soggetti che sono in perenne movimento, tipo foglie, fiori, erba insetti, etc. Ad esempio, qualcuno mi spiega come ha fatto AGP a far stare ferma la lucciola in quest'immagine?
 Io ho problemi seri di mosso su fiori, ad esempio, anche su composizioni ben più semplici. |
| inviato il 07 Agosto 2021 ore 7:26
Direi che molto semplicemente la lucciola non fa parte dello scatto o meglio degli scatti che ritraggono quelle in movimento... Parere personale, ma io preferivo di gran lunga i suoi vecchi lavori, dove non c'era tutta questa ricerca spasmotica degli effetti speciali e di immagini WOW che però il più delle volte risultano completamente irreali Questo ovviamente nulla toglie al valore artistico e soprattutto professionale dell'autore |
| inviato il 07 Agosto 2021 ore 9:42
Credo che il ruolo che gioca la postproduzione in questo genere di scatti sia preminente sullo scatto/scatti stesso. Tuttavia in "naturalistica" questo genere di immagini è per nulla ben accetto proprio per la loro poca naturalezza, infatti cercano sempre di "stupire" attraverso gli "effetti speciali" più che per la ricerca in se. |
| inviato il 07 Agosto 2021 ore 11:44
Ok ma era solo un esempio, forse borderline, ma tale doveva essere. Comunque tutte le volte che voglio fare un paesaggio che richiede un multiscatto, sia esso bracketing o focus stacking, mi trovo a dover combattere contro gli oggetti in movimento in primo piano, siano essi fiori, erba, foglie o altro. Se vogliamo fare un esempio molto più terra-terra posto qui una mia immagine dove i fiori di lavanda in primo piano (e non solo) si muovono a causa del vento e di fatto rovinano lo scatto. Purtroppo è una cosa che succede spessissimo quando si fanno queste inquadrature ad esposizioni medio/lunghe e non riesco proprio a risolvere il problema.
 L'unica soluzione che mi viene in mente è aspettare che il vento cali, il che alle volte non coincide con le migliori condizioni di luce, sempre che cali davvero. Mi è perfino venuto in mente che queste tecniche prevedano di bloccare fisicamente i soggetti in primo piano con una sorta di cavalletto provvisto di pinze o altri sistemi tipo lacche, mastici, etc....(personalmente sarei assolutamente contrario al loro utilizzo se dovessero arrecare danni ai soggetti). |
| inviato il 07 Agosto 2021 ore 12:00
In questi casi potresti diminuire un po' i tempi per il primo piano così da evitare il movimento sacrificando un minimo di qualità andando un po' su con gli iso. Io ho fatto così un po' di volta a Venezia per le gondole che sinceramente vederle mosse mi infastidisce parecchio |
| inviato il 07 Agosto 2021 ore 18:26
Ma a me non sembra male la foto anzi ... se ci fosse un pò di mosso in primo piano renderebbe lo scatto ancora più dinamico ... non ti pare ? |
| inviato il 07 Agosto 2021 ore 18:31
Ha fatto che la foto sta nella galleria sbagliata, andava in grafica e fotomontaggi quella. |
| inviato il 07 Agosto 2021 ore 18:38
“ Ma a me non sembra male la foto anzi ... se ci fosse un pò di mosso in primo piano renderebbe lo scatto ancora più dinamico ... non ti pare ? „ Dipende da cosa si vuole realizzare. Se cerchi il mosso ok, può anche avere il suo perchè, ma se non lo vuoi è un problema. @TheBlackbird Ti riferisci alla mia o a quella di AGP? |
| inviato il 07 Agosto 2021 ore 19:59
AGP |
| inviato il 07 Agosto 2021 ore 20:00
Forse in questi casi (foglie mosse dal vento e simili) invece di affidarsi a software dedicato (tipo Helicon Focus) converrebbe importare gli scatti come livelli in photoshop e selezionare a mano con le maschere di livello le zone che poi dovranno comporre l'immagine finale. Ovviamente ci vuole parecchio tempo, ma se uno scatto merita penso si possa fare. Se invece lo scatto non merita queste attenzioni allora nemmeno vale la pena di processarlo con Helicon, meglio buttarlo e amen |
| inviato il 15 Agosto 2021 ore 5:13
@Maxam nello scorso giugno ho provato a ritrarre le lucciole dalle 23 in avanti. AGP ha usato un cavalletto e tempi lunghi. Le lucciole in volo sono maschi, si può provare con 1/100s e raffiche. Escono minuscoli puntini luminosi difficili da riconoscere (tenerli a fuoco è casuale). Invece le femmine non volano e stanno nell'erba. Hanno pulsazioni molto più lunghe dei maschi. In quattro uscite mi è riuscita SOLO questa:
 La luce delle lucciole va dai 510 nm in su, giallastra. Non è escluso che questo sia un accoppiamento. Sony A7R, Nikkor 85/2.0 a TA. ISO a 6400, ma non conta, l'erba non esce neanche a ISO 25600. DxO PhotoLab Deep PRIME. Mano libera, messa a fuoco manuale molto difficile. |
user55404 | inviato il 15 Agosto 2021 ore 7:52
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| inviato il 15 Agosto 2021 ore 8:36
Beh leggiamo la descrizione... 2 serie di focus stacking: il primo è una serie di 5 immagini a f/8; 15s; ISO4000 per la zona della lucciola in primo piano; il secondo è una serie di 40 immagini a f/11; 30s e ISO3200 per la zona dietro alla lucciola. 1 bracketing finale di 5 scatti per il recupero delle alte luci sul Castello di Torrechiara. Praticamente sono 3 immagini distinte la prima della lucciola 5 immagini, la seconda della parte dietro 40 immagini ed infine del castello altre 5 immagini..totale 50 immagini fuse insieme... Se ciò che dichiarato è vero è possibile anche siano fatte in 3 momenti diversi e che le lucciole volanti siano messe successivamente e che le proporzioni siano aggiustate in post........ |
| inviato il 15 Agosto 2021 ore 8:49
Boh a me la prima foto non piace… mi manca qualcosa, tipo un giaguaro lì nel mezzo |
user19933 | inviato il 15 Agosto 2021 ore 9:35
La tecnica, più in generale, immagino rimanga quella di creare una fusione di più scatti e livelli/maschera sottostanti per ogni scatto in modo da andare selettivamente con il pennello a prendere le parti più ferme, così si tolgono effetti di ghost e di mosso. Con PTGui, ad esempio, si possono sommare esposizioni bracketing + focus stacking + anche eventualmente rotazioni sull'asse (per uso fotopanoramico o di bokerama). Il programma elabora il tutto, riconosce in automatico i tipi di bracketing, fonde secondo un ordine preciso (modificabile da noi), e poi su photoshop/affinity ti ritrovi la fusione + tutti i livelli/maschera già pronti per essere lavorati in modalità correzione a mano, tramite pennello e altre tecniche. Il problema che ho riscontrato io sono le correzioni ottiche, perché dare in pasto i raw a PTGui significa avere una demosaicizzazione così-così, quindi bisogna prima demosaicizzare tutte le foto singolarmente (raw>tiff) MA senza applicare correzioni a distorsione, vignettatura, ecc... perché altrimenti per PTGui è più difficile allineare e ottimizzare la luminosità a livello di pixel tutte le foto. Naturalmente i tempi di scatto devono essere coerenti con situazione e soggetto. Se scatti male il software non fa miracoli. Questa immagine di Panizza comunque va oltre le fusioni naturalistiche "congelate" sopradescritte. |
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