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Potrebbe darsi... ma l'orrore non ha nazionalità, leggasi Mattatoio n° 5
user19933
inviato il 28 Aprile 2021 ore 12:25
Comunque, se parliamo d'arte, prima di Picasso nessuno aveva dipinto come Picasso, e questa è una "differenza" sostanziale tecnico-contenutistica rispetto ai replicare in fotografia ciò che è stato già visto, e realizzato, anche con tecnologie ante guerre mondiali. La principale differenza sta nel fatto che una volte le "correnti" fluivano, una dopo l'altra; oggi tutto convive allo stesso tempo e questo accade perché stiamo replicando... e basta: fine a noi stessi.
user132716
inviato il 28 Aprile 2021 ore 13:23
@ ramon
"ma anche l'essere diversi a tutti i costi, il votarsi con reverenza al "contenuto" grafico omologa."
Il voler essere diversi si, senza dubbio, infatti esiste una sigla o un gruppo per ogni movimento, e pure se sei un'anarchico, non lo sei..
Altrimenti non avrebbe senso appartenere agli anarchici, o ai vari anonimus, perché comunque hanno un'identità di gruppo e di pensiero colettivo e non individuale, dunque omologati.
Poi vero difficle percorreva vie che non sono state ancora percorse.. Però seguire un proprio percorso è possibile, anche fotografando cose che sono già state fotografate, ma in modo personale.
Se partiamo dal presupposto che tutta la civilta e la sua cultura, in base a zone e continenti, si è edificata, sopra a quelle precedenti, inevitabilmrnte il punto di partenza sarà comune, in generale, ma poi via via le esperienze e la matrice di ognuno, e singolare. Se si lavora su questa singolarità, passo dopo passo, senza scopiazzare, e ricalcare sempre chi ha ottenuto, ottimi risultati seguendo una strada, si realizzerà qualcosa che assomiglia di più a noi stessi.. Componente fondamentale in questo processo il sentire, il lasciar fluire, l'azzardo, il rischio di non esser compresi.. Ecc.
In alternativa l'omologazione, la replica, l'annullamento..
Ma certo non il voler per forza esser diversi, semmai, sublimare e investire in un percorso che fa emergere noi stessi il nostro sentire attraverso la fotografia o.. Altre forme espressive..
Ma.. Se non c'è trasporto..
user19933
inviato il 28 Aprile 2021 ore 16:23
Il tema è complesso e pieno di diramazioni tematiche che, già da sole, meriterebbero adeguato approfondimento ed un libro non basterebbe. Quelli che già ci sono aiutano ma non risolvono perché alla base del pensiero occidentale c'è sempre "sta idea" del Progresso senza il quale il pensiero occidentale stesso svanisce in un nulla di fatto, a differenza di altre culture (asiatiche, africane, ecc…) che l'uomo occidentale considera/va inferiori (proprio perché non "progrediscono", a suo avviso)
Nel post d'apertura scrivi: "quanto conta lo stile, la personalità, l'essere visionari ,il flow... cioè staccarsi dal razionale , dal visto e già visto...da pixel, megapixel e mega pippe.. tecnologiche ,che poco hanno a che vedere con il sentire, e l'arte del saper osservare ,in modo singolare e personale?"
Quindi dai implicitamente una tua interpretazione di cosa significhi "staccarsi dal razionale", a mio giudizio un po' novecentesca, non-nuova e ante-futurista (cioè aderente a tutto quel movimento artistico culturale che ha spadroneggiato prima delle dittature socialiste e nazional-socialiste che invece misero da parte l'espressionismo (e la psicologia) per dedicarsi al futurismo (ed alla sociologia).
Qualcuno sostiene, in campo artistico, che soprattutto in Occidente stiamo vivendo - da qualche secolo, diciamo dal tanto celebrato Rinascimento in poi - all'interno di una infinita fase/bolla "romantica" iniziata appena dopo il tardo medioevo e (non del tutto a caso) già in tanti hanno cominciato a rivalutare alcune prerogative dell'arte - anche figurativa - medioevale (quando non eravamo ancora così "scientifici" e quando l'irrazionale che indagavamo non era personale/individuale ma collettivo, seppur in senso religioso, quindi si popolare ma scevro da movimentismi d'ogni genere in chiave "progressista").
Io credo che questa rivalutazione del "sentire" pre-romantico sia in parte anche dovuto all'influenza che l'Occidente sta subendo da culture come quella islamica, estremamente potenti rispetto ai nostri fragilissimi trattati sull'Estetica. Accade moltissimo in Francia, nel Benelux ed in Germania, anche in Russia, un po' meno nei paesi anglofoni (come da tradizione).
Ecco perché citavo, prima, per scherzo, Tolstoj e la sua critica all'Arte, sviluppata in più tomi. Tolstoj, in quei trattati, demolisce Shakespeare, Beethoven… e mille altri mostri sacri, tra cui un'infinità di pittori molto in voga. Critica ferocemente l'arte fine a se stessa, manieristica, ma non propone - in antitesi - l'anarchismo (figuriamoci il socialismo, con le sue utilità per il bene comune). Purtroppo anche Tolstoj è stato o snobbato per convenienza (ad Occidente) o strumentalizzato (ad Oriente).
Per concludere, se quanto sopra è il quadro generale della situazione nelle arti figurative, in fotografia abbiamo ancora un problema in più, e cioè la fotografia ha quasi del tutto smarrito la sua intrinseca natura di "medium" ed è diventata un meta-medium, cioè un "ponte" tra diversi medium. Il cinema, nel bene o nel male, è riuscito a mantenere una sua specifica identità rispetto alla televisione; la fotografia invece, per la sua natura "democratica" è andata in crisi d'identità (da un punto di vista artistico) paradossalmente proprio nel momento della sua massima diffusione grazie agli smartphone.
Ma noi, giustamente, possiamo continuare a scattare bianchi e neri sgranati, mossi, alla ricerca di noi stessi, proprio come si faceva prima delle guerre mondiali. Oppure, spemplicemenre applicare un filtro, già pronto allo scopo … quando da una foto vogliamo ottenere quell'effetto oramai così tanto standardizzato da superare in banalità persino un tramonto a 60 megapixel
user132716
inviato il 29 Aprile 2021 ore 0:37
scrivi:"culture (asiatiche, africane, ecc…) che l'uomo occidentale considera/va inferiori"
non è il mio caso, che al contrario ritengo risorse.di fatto a metà del mio precedente post, scrivo:...che tutta la civilta e la sua cultura, .."".in base a zone e continenti,""
scrivi:"Quindi dai implicitamente una tua interpretazione di cosa significhi "staccarsi dal razionale", a mio giudizio un po' novecentesca"
anche seicentesca ..direi
scrivi :Io credo che questa rivalutazione del "sentire" pre-romantico sia in parte anche dovuto all'influenza che l'Occidente sta subendo da culture come quella islamica...
possibili influenze ,non solo islamiche, pure induiste e buddiste ..e anche scintoiste se vogliamo
scrivi: la fotografia ha quasi del tutto smarrito la sua intrinseca natura di "medium
de che??? non la ha mai avuta questa caratteristica a mio avviso, poi certo gli si può attribuire qualsiasi cosa.
scrivi: la fotografia invece, per la sua natura "democratica" è andata in crisi d'identità (da un punto di vista artistico) paradossalmente proprio nel momento della sua massima diffusione grazie agli smartphone.
altra cosa discutibile, come se il saper leggere e scrivere per la maggior parte delle persone, ad un certo punto avesse messo in crisi ,poeti e scrittori...
scrivi:Ma noi, giustamente, possiamo continuare a scattare bianchi e neri sgranati, mossi, alla ricerca di noi stessi, proprio come si faceva prima delle guerre mondiali. Oppure, spemplicemenre applicare un filtro, già pronto allo scopo … quando da una foto vogliamo ottenere quell'effetto oramai così tanto standardizzato da superare in banalità persino un tramonto a 60 megapixel
certo che è cosi, poiché il panorama a 60 max, nel posto giusto all'ora giusta del giorno giusto , alla fine lo farà una macchina al posto degli umani, e nei modi previsti, quindi omologato . stesso discorso vale per i filtri preconfezionati, ed applicati come degli automi.
per questo è nato il quesito proposto nella pagina di apertura.
ma in tutta la lunga e articolata disquisizione non c'è traccia di risposta alla domanda di apertura ,che già di suo poteva essere complessa per le molteplici interpretazioni ... quando in realtà la domanda è molto semplice.
user19933
inviato il 29 Aprile 2021 ore 10:15
Quando la fotografia era un "medium", le cose funzionavano così:
Cambiò la storia di una nazione con una "scatoletta fotografica" che oggi costerebbe 30 EURO. Non di più. Altroché il bianco/nero profondo della Leica Monochrom o il jpg con la granella artefatta della Fuji. Macchine tanto belle che diventano esse stesse il "soggetto" delle nostre attenzioni. Il che dice molto sullo smarrimento odierno.
Video-storia della fotografa e dell'impatto che ebbe.
Solo il primo esempio che mi viene in mente. Un esempio un po' meno scontato dei soliti "mostri sacri" che poi tanto sacri non sono (almeno secondo me). Tutto molto più semplice ma molto più profondo, in quanto c'era uno scopo, capito e condiviso da tutti. Non la dovevi spiegare, non la dovevi "sovra-caricare", la fotografia. Aveva vita propria, ma non fine a se stessa, neppure quando toccava temi introspettivi ed estetici.
Per me, come ho scritto nel mio primo commento, i sintomi sono apparentemente diversi ma la malattia è la stessa; l'opposizione è solo supposta, rispondendo alla tua domanda, e quindi una vera risposta non c'è. Naturalmente non volevo offendere nessuno quando ho derubricato tutta la questione ad una storiella di "filtrame" standardizzato, ma a volte esagerando si riesce a spiegare meglio cosa si intende dire.
Ora lascio la parola agli altri.
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