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Detto in dialetto: al gnoc frett.... è cotto assolutamente nello strutto !!!! altri liquidi alieni devono essere banditi dalla cucina unitamente a chi avesse fatto un obbrobrio del genere. Lo strutto, quando a casa nostra si macellava il maiale, si otteneva facendo bollire tutti i ritagli e le parti grasse del maiale. Poi il grasso liquido veniva versato in grandi vasi di vetro e lasciato raffreddare diventando lo strutto. I rimasugli solidi venivano versati ancora bollenti su un telo di lino bianco che veniva strizzato e poi pressato tra due assi di legno ( quelle usate per il bucato). Il tutto si riduceva in due o tre forme delle dimensioni simili a quelle delle forme del pecorino. Queste forme prendevano il nome di ciccioli o "grasò" in dialetto, duravano al massimo un paio di giorni ed erano le prime a essere divorate...... Affettati tassativamente a mano, in fette il più sottile possibile e messe tra due fette di gnocco caldo erano una cosa da resuscitare i morti. Altro che gli cheff stellati.....
“ Ho impiegato molto tempo nel cercare l'ascia di guerra, che però non ho trovato per cui non potrà scorrere alcuna goccia di sangue „
Ciao Pietro, capisco e condivido quello che scrivi. Le ricette sono sempre in un "terreno di mezzo" tra tradizione e innovazione, ed e' giusto che sia cosi'. Probabilmente le prime persone che provarono a fare le crescentine o i ciacci o i burlenghi si saranno sentiti dare del pazzo, meno male per noi che non si sono arrese...
Si' ora che mi ci fai pensare le piastre le chiamavano "al cot" (sono sempre in difficolta' a scrivere il dialetto), cioe "le cotte". Ricambio rispetto e curiosita' per i ciacci e la vostra versione di burlenghi.
Ora vivo in Sardegna e mi e' piu' difficile spostarmi, ma la prossima volta che vengo da quelle parti mi piacerebbe fare un giro dalle parti di Zocca, dove non sono mai stato, anche per "timbrare" la trattoria segnalata da Ale Z
@Trystero: hai perfettamente ragione su "il gnocco fritto" e non "lo gnocco fritto". E' che mi sembrava di passare per un provinciale
@Rossoduc: belli i tuoi ricordi, in cui mi ritrovo. Ricordo anche che a volte qualche porzione di ciccioli freschi si riusciva a salvare e se ne faceva anche una versione secca e salata, molto particolare. Mi spiace un po' per la generazione dei nostri figli che, temo, perderanno completamente queste informazioni e questo pezzo di cultura. Un caro saluto a tutti i modenesi
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