| inviato il 28 Giugno 2019 ore 20:36
Da qualche tempo mi sto facendo questa domanda. Le vecchie sonde spaziali come le Voyager sono state spedite verso l'esterno del sistema solare quasi 42 anni fa, ancora oggi i loro scatti ci meravigliano. Ma che tipo di attrezzatura avevano a disposizione per scattare foto e soprattutto come facevano a trasmetterle alla terra visto che ancora non c'era il digitale (o forse c'era e sono io che non lo so)?? Chissà se qualcuno sa la risposta.. speriamo..  |
| inviato il 28 Giugno 2019 ore 20:51
Credo fossero segnali "analogici", che non vuol dire "pellicola". |
| inviato il 28 Giugno 2019 ore 20:55
Si che c'era il digitale... |
| inviato il 28 Giugno 2019 ore 20:59
nello stesso modo delle trasmissioni televisive |
| inviato il 28 Giugno 2019 ore 21:12
un bel documentario su Sky di qualche anno fa raccontò come facevano gli americani con le prime sonde spia, negli anni Sessanta. Letteralmente i magazzini di pellicola venivano espulsi verso Terra e recuperati nei modi più disperati, persino tentando al volo. Spesso finivano in frantumi. |
| inviato il 29 Giugno 2019 ore 7:05
Dalla sonda Mariner, e poi le Voyager, fino all'avvento dei CCD, le sonde usavano delle specie di tubi catodici invertiti, detti VIDICON. l'immagine si formava su uno schermo fotosensibile e poi veniva scansionata da un fascio di elettroni (usando un tubo catodico simile a quello delle vecchie TV). Il segnale analogico che ne derivava veniva registrato istante per istante, come valore, e spedito (convertito digitalmente, immagino, per ridurre l'errore) tramite l'antenna della sonda. A terra c'erano dei computer speciali che decodificavano questi segnali e ricostruivano l'immagine. VIDICON su Wikipedia Luca |
| inviato il 29 Giugno 2019 ore 9:20
Grandeee Luca!! |
| inviato il 29 Giugno 2019 ore 9:30
E le missioni Apollo avevano in dotazione l'Hasselblad... |
| inviato il 29 Giugno 2019 ore 9:59
Non sono mai andati nello spazio, sono tutti fake, la terra è piatta. |
| inviato il 29 Giugno 2019 ore 10:04
comunque negli anni 80 avevamo costruito un prototipo di stampante per ricevere le fotografie dei satelliti NOAA. era una tecnologia piuttosto in voga ai tempi e relativamente facile da costruire. I satelliti erano equipaggiati con una sottile striscia di fotodiodi che periodicamente veniva letta da un dispositivo elettronico analogico. In pratica mentre il satellite orbitava leggeva riga per riga quello che passava sotto. I dati (segretissimi) venivano trasmessi in alta frequenza ad una stazione a terra (militare) che li ricomponeva e Tramite lo stesso satellite li ritrasmetteva su frequenze molto piu basse. Mi pare di ricordare attorno ai 137 Mhz In buona sostanza veniva trasmesso un potente segnale radio che trasportava una nota udibile su due frequenze. Una corrispondeva al bianco l'altra al nero. Il ricevitore era dotato di un tamburo di metallo su cui si incollava un foglio elettrosensibile. Il tamburo era messo in rotazione ed un sottile pennino elettrico percorreva il foglio tirando una scarica in corrispondenza dei neri. Su quel principio si sarebbero poi sviluppati i primi fax commerciali a carta termica. |
| inviato il 29 Giugno 2019 ore 22:33
ricordo il mio stupore quando arrivarono le spiegazioni delle foto dei Voyager... ero piccolo, ma mi rimase impressionato il fatto che ogni pezzettino di quelle immagini era stato spedito sottoforma di numero... |
| inviato il 30 Giugno 2019 ore 16:37
Se non ci fossero state tecnologie capaci di tramettere immagini a distanza credo non avremo mai visto quelle missioni accadere. Anche se ci sono tanti altri strumenti a bordo (anch'essi in grado di fornire dati da spedire via radio) probabilmente più rilevanti per la ricerca scientifica non credo che si sarebbe investito tanto senza avere la possibilità di vedere come sono fatti quei corpi lontani Adesso che abbiamo sistemi in grado di restituire immagini talmente realistiche da farti sentire lì, all'uomo è venuta di nuovo voglia di imbarcarsi verso l'infinito, ma questa è un'altra storia Comunque le Vidicon erano veramente opere di ingegno mirabili e ricordo ancora i momenti in cui sfogliavo 'Le Scienze' con le prime immagini di Giove. |
| inviato il 30 Giugno 2019 ore 18:51
Ricordo che poco più che bimbo, sulla antesignana e mitica rivista "Fotografare", che mio padre acquistava, le prime foto in assoluto mai viste realizzate sul suolo di un pianeta diverso dal nostro, erano di Marte e correva l'anno 1976. A recapitare i rullini sul suolo terrestre, si dice che ci pensò un piccione viaggiatore, ma a me questa tesi non ha mai convinto del tutto. |
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