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circolo di confusione e iperfocale


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avatarsenior
inviato il 13 Marzo 2018 ore 13:39

PdC, CdC, Iperfocale, sono tutte convenzioni basate su assunzioni percettive.
Ciò che è oggettivo, perchè legato alle leggi dell'ottica fisica, è il "diametro di sfuocatura" Ds dell'immagine di un "punto" che una lente produce davanti e dietro la distanza di messa a fuoco.
Ti consiglio di partire dal capire il Ds e poi vedrai che i concetti di PdC, CdC, Iperfocale appariranno banalmente chiari.

La sfocatura dei punti di un'immagine dipende dalla distanza dal piano di messa a fuoco. Quanto un punto e' sfocato dipende dalla dimensione del diametro di sfocatura. Sul piano di messa a fuoco il diametro di sfocatura e' 0 (zero); allontanandoci dal piano di messa a fuoco il diametro di sfocatura comincia ad aumentare. La profondita' di campo e' solo la zona dove il diametro di sfocatura e' sufficentemente piccolo da sembrarti ancora un punto.
Il "sembrarti" lo stabilisci dando un valore al CdC.
Assegnato il valore al CdC, tutto quanto si trova a distanza dal piano di maf in cui il Ds è minore del CdC definisce la PdC.
L'iperfocale è infine quella distanza di maf che rende massima la PdC che si estenderà sino ad infinito (in realtà, non funziona così bene come sulla pellicola ...)


user132777
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inviato il 13 Marzo 2018 ore 13:40

grazie per il link! Sorriso

user132777
avatar
inviato il 13 Marzo 2018 ore 14:15

grazie a tutti per l'aiuto! Sorriso

avatarsenior
inviato il 13 Marzo 2018 ore 14:17

chiedo scusa ma non capisco come questi 3 fattori, ovvero PdC CdC Iperfocale, lavorino insime!

Quando fai una foto, metti a fuoco a una precisa distanza. Man mano che ti allontani da quella precisa distanza di MaF i punti luce diventeranno sempre più grandi creando "confusione" o sfocatura dell'immagine



Qui il tipico albero di natale fuori fuoco



Qui la transizione tra sfocato-fuoco-sfocato
Questo andamento è progressivo, ma il tuo occhio vede per una certa profondità dove tutto a fuoco (nel secondo esempio la scritta "The depth of field" si può considerare a fuoco)
Il CdC definisce la grandezza massima per cui i punti luce risultano a fuoco per i tuoi occhi (in rapporto tra grandezza e distanza di visualizzazione)




In questa immagine sappiamo che la MaF cade sempre sulla persona. Nella prima non si percepisce dove cade perchè lo sfocato (o punti luce) sono sempre più piccoli del CdC, risulta quindi tutto a fuoco (PdC estesa). Nelle altre lo sfocato è più evidente (PdC ridotta)


Immagini tratte da qui en.wikipedia.org/wiki/Bokeh

user132777
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inviato il 13 Marzo 2018 ore 14:19

Ds dell'immagine
...

Scusa l'ignoranza, ma DS sta per...Triste

avatarsenior
inviato il 13 Marzo 2018 ore 14:27

...è il "diametro di sfuocatura" Ds...

Diametro Sfuocatura.

user132777
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inviato il 13 Marzo 2018 ore 14:31

che si puo regolando con il diaframma giusto?

avatarsenior
inviato il 13 Marzo 2018 ore 14:40

che si puo regolando con il diaframma giusto?

No! O almeno non solo. dipende anche dalla distanza nonché dalla focale dell'obiettivo.

user132777
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inviato il 13 Marzo 2018 ore 14:44

ok, credo di aver capito meglio adesso! ovviamente sono cose che devo provare direttamente con la macchina fotografica per capirle al 100%

avatarsenior
inviato il 13 Marzo 2018 ore 14:55

Ci provo anch'io. il circolo di confusione è la grandezza del punto che percepiamo come nitido ed è misura che varia col variare dell'ingrandimento. Spesso quel che ci sembra nitido su una stampa 10x15 non lo è più ingrandendo su un 30x40. Anche qui occorre osservare che nessuno, se non per curiosità, osserverà un poster da 10 cm di distanza. Ed è questa la ragione per la quale i manifesti stradali ci appaiono molto nitidi da lontano, ma se ci avvicinassimo non lo sarebbero più. Quando mi chiedono : da questo file o da questo negativo quanto posso ingrandire ? la mia risposta è sempre: "se trovi la carta ed il modo, diciamo 26metri per 36metri, ma anche oltre".
Anche la profondità di campo è un dato relativo all'ingrandimento, dato che il piano di messa a fuoco è uno solo e non si può estendere. Le vecchie scale sugli obbiettivi erano previste per una nitidezza soddisfacente in un ingrandimento 18x24cm. Per ingrandimenti più piccoli si poteva estendere, per quelli più grandi andava ridotta. Anche il famoso tasto di controllo della profondità di campo, tasto che era una discriminante nello scegliere una reflex secondo "Fotografare" una famosa rivista ora estinta, in realtà non serviva ad una ceppa. Il mirino diventava buio e comunque l'illusione della profondità era valida solo per una stampa a contatto. Infatti, come idea, era un residuato di quando si usavano le macchine a lastre o a grandi pellicole piane 8"x10". L'unica utilità residua era nella macro di campagna, quando chiudendo il diaframma si poteva percepire se ci fosse un filo d'erba ad impallare l'inquadratura, filo d'erba che a tutt'apertura spariva per via dello sfocato. Sono tutte pippe mentali. Ti serve una messa a fuoco estesa, chiudi il diaframma. Ti serve una messa a fuoco selettiva, mantienilo aperto.

avatarsenior
inviato il 13 Marzo 2018 ore 19:19

La rivista "Fotografare", la prima rivista italiana di Fotografia, è ancora in edicola tutti i mesi ;-)

avatarsenior
inviato il 15 Settembre 2018 ore 15:58

il CdC é dovuto alla tolleranza (o confusione) dell'occhio in certe condizioni, aldiqua di queste condizioni si vede un punto (netto) aldilà sembra un cerchio, un disco (punto sfocato) da questo si puo dedurre la PdC che non ha niente di scientifico o quasi ma é piuttosto una convenzione generalmente accettata per mettersi d'accordo su fino a che punto si puo accettare lo sfocato (cerchio, disco) visto che all'occhio sembra netto (punto) come vedi CdC e PdC sono dunque legati e l'iperfocale pure visto che é un'astuzia per avere la maggior PdC possibile....là te l'ho spiegato per i mongolini (che fra l'altro amo tanto visto che ci lavoro) se non lo capisci..vieni a trovarmi dove lavoro io, abbiamo l'abitudine.MrGreenMrGreenMrGreen

avatarsenior
inviato il 03 Ottobre 2018 ore 22:44

Mi aggiungo al coro. Premesso che sostanzialmente sono delle pippe mentali, il circolo di confusione è di misura variabile. Questa misura è influenzata dal formato della pellicola/sensore e dall'ingrandimento richiesto, nonché dalla distanza di osservazione della stampa. Le misura indicata in 0,02 o 0,03 è prevista per un ingrandimento 18x24 osservato a circa 30 cm di distanza. Se si stampasse un manifesto e lo si osservasse da distanze sempre maggiori, la misura del circolo potrebbe crescere col crescere della distanza di osservazione. Questo spiega perché una volta si potessero ottenere dei manifesti anche dalla pellicola 35mm. La profondità di campo è un'altro concetto con caratteristiche variabili. La vecchia e per alcuni cara scala della profondità di campo incisa sui vecchi obbiettivi era prevista anche lei per un ingrandimento finale di 18x24 cm (era lo standard prima dell'A4). Stampando in 10x15 la zona di messa a fuoco accettabile si allargava, ingrandendo di più si riduceva. Ho usato il temine accettabile perchè in realtà il piano di messa a fuoco è uno e non può essere ampliato. Il tasto di controllo della profondità di campo presente su molte reflex d'antan serviva in origine per la misura dell'esposizione in stop_down (ebbene sì, sono vecchio abbastanza da ricordarlo), poi, con l'avvento della lettura a tutta apertura perse la sua utilità. Il controllo della profondità di campo, utile sul banco ottico da dove normalmente si stampava per contatto e quindi quello che si vedeva sul vetro smerigliato era quello che ci si ritrovava sulla stampa finale, nello specchio 24x36 non era affidabile, considerato il necessario ingrandimento finale. Inoltre la visione diventava veramente buia non appena si lasciava la scena in pieno sole. L'unica utilità residua era nella macro "da campagna" dove un filo d'erba che impallava l'inquadratura, invisibile a tutta apertura, veniva evidenziato dalla visione col diaframma chiuso. Una volta imparato questo, lo si può dimenticare tranquillamente e dedicarsi a cose più piacevoli. Basta ricordarsi di chiudere il diaframma per aumentare la profondità di campo stando attenti però all'inevitabile diffrazione, e di aprirlo se ci piace lo sfocato.

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