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Henri Cartier-Bresson







user39791
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inviato il 02 Febbraio 2017 ore 18:30

Henri Cartier-Bresson (Chanteloup-en-Brie, 22 agosto 1908 – L'Isle-sur-la-Sorgue, 3 agosto 2004) è stato un fotografo francese, è considerato un pioniere del foto-giornalismo, tanto da meritare l'appellativo di "occhio del secolo".

Teorico dell'istante decisivo in fotografia, ha anche contribuito a portare la fotografia di stampo surrealista (ispirata a Eugène Atget) ad un pubblico più ampio.

La Leica 1, la prima macchina fotografica di Cartier-Bresson.
Dopo gli studi giovanili, Henri fu presto attratto dalla pittura, grazie allo zio Louis, e comincerà i suoi studi con Jaques-Emile Blanche e André Lhote, che lo inizieranno all'ambiente dei surrealisti francesi, inizialmente disinteressato alla fotografia.

Nel 1930, durante il suo primo viaggio in Costa d'Avorio, non è ancora interessato alla fotografia, anche se è già munito di una macchina fotografica.

Solamente nel 1931, al ritorno da quel viaggio, scatta in lui l'interesse alla continua ricerca di immortalare la realtà. È lo stesso Cartier-Bresson che ci racconta come fu una fotografia di Martin Munkacsi a convincerlo che «è stata quella foto a dar fuoco alle polveri, a farmi venir voglia di guardare la realtà attraverso l'obiettivo». Fu così che nel 1932 comprò la sua prima macchina fotografica, una Leica 35 mm con lente 50 mm che l'accompagnerà per molti anni.

Nel 1931 lavora nel cinema come assistente del regista francese Jean Renoir e, nel 1937, firma personalmente il film Return to life. E negli anni successivi si reca in Asia.

Intanto, nel 1934, conosce David Szymin, un fotografo e intellettuale polacco, che più tardi cambierà nome in David Seymour (1911–1956). Diventano subito ottimi amici, hanno molto in comune culturalmente. Sarà Szymin a presentare al giovane Bresson un fotografo ungherese, Endré Friedmann, che verrà poi ricordato col nome di Robert Capa.

Durante la Seconda guerra mondiale, Cartier-Bresson entra nella resistenza francese, continuando a svolgere costantemente la sua attività fotografica. Catturato dalle truppe naziste nel 1940, riesce a fuggire dal carcere al terzo tentativo. Al suo rientro si unirà a un'organizzazione di assistenza ai prigionieri evasi. Nel 1944 fotograferà la liberazione di Parigi.

Finita la guerra, ritorna al cinema e dirige il film Le Retour, documentario sul ritorno in patria dei prigionieri di guerra e dei deportati. Nel 1946 viene a sapere che il MOMA di New York intende dedicargli una mostra "postuma", credendolo morto in guerra: si mette in contatto con il museo e dedica oltre un anno alla preparazione dell'esposizione, inaugurata il 1947.

Negli anni successivi è negli Stati Uniti, dove fotografa per Harper's Bazaar.

Nel 1947 fonda, insieme a Robert Capa, George Rodger, David Seymour, e William Vandivert la famosa Agenzia Magnum. Inizierà innumerevoli viaggi in cui farà molteplici reportage che gli daranno fama mondiale.

La fotografia porta Henri in molti angoli del pianeta: Cina, Messico, Canada, Stati Uniti, Cuba, India, Giappone, Unione Sovietica e molti altri paesi. Cartier-Bresson divenne il primo fotografo occidentale che fotografava liberamente nell'Unione Sovietica del dopo-guerra {senza fonte}. Tra il 1951 e il 1973 compie numerosi viaggi in Italia.


Mostra di Cartier-Bresson a Milano nel 2007.
Nel 1962 su incarico della rivista Vogue si reca in Sardegna dove si trattiene per una ventina di giorni.

Qui visita i luoghi della tradizione: Nuoro, Oliena, Orgosolo, Mamoiada, Desulo, Orosei, Cala Gonone, Orani (dove viene ospitato dall'amico Costantino Nivola), San Leonardo di Siete Fuentes, e Cagliari.

Nel 1968, Henri Cartier-Bresson inizia gradualmente a ridurre la sua attività fotografica per dedicarsi al suo primo amore artistico: la pittura, dichiarando: «In realtà la fotografia di per sé non mi interessa proprio; l'unica cosa che voglio è fissare una frazione di secondo di realtà». Con l'unica eccezione dei ritratti. Continuerà infatti a dedicarsi ai ritratti fotografici almeno fin al 1980, anno in cui fotografa Hortense Cartier-Bresson

Nel 1979 viene organizzata a New York una mostra tributo al genio del fotogiornalismo e del reportage.

Nel 2000, assieme alla moglie Martine Franck ed alla figlia Mélanie crea la Fondazione Henri Cartier-Bresson, che ha come scopo principale la raccolta delle sue opere e la creazione di uno spazio espositivo aperto ad altri artisti; nel 2002 la Fondazione viene riconosciuta dallo stato francese come ente di pubblica utilità.

Muore a Céreste, (Alpes-de-Haute-Provence, Francia) il 3 agosto 2004, all'età di 95 anni.

Nella sua carriera ha anche ritratto personalità importanti in tutti i campi; Balthus, Albert Camus, Truman Capote, Coco Chanel, Marcel Duchamp, William Faulkner, Mahatma Gandhi, John Huston, Martin Luther King, Henri Matisse, Marilyn Monroe, Richard Nixon, Robert Oppenheimer, Ezra Pound, Jean-Paul Sartre ed Igor Stravinsky.
it.wikipedia.org/wiki/Henri_Cartier-Bresson


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avatarsenior
inviato il 02 Febbraio 2017 ore 21:57

Grazie Filiberto, sono molto legato a questo straordinario autore.

C'è chi si avvicina alla fotografia ereditando un passatempo paterno, chi per curiosità, chi per noia e che poi continua con passione, chi come me per diversi di questi motivi, anche se "l'innamoramento" è arrivato con la sua celebre Derriere la Gare Saint-Lazare.

Questa foto è incredibile, un'istantanea che inquieta per tutte le regole compositive che infrange e che regala dettagli e storie in ogni strato di lettura. L'uomo che salta si specchia sia nel riflesso dell'acqua sia nella ballerina dei cartelloni sullo sfondo, i cerchi dell'increspatura che fanno eco ai detriti metallici, anche questi circolari. Un cartellone con scritto Railowsky, gioco di parole con il nome stazione ferroviaria (railway station) e ovviamente la scala, che posizionata in terra sembra un binario ferroviario.

Chiudo citando un veloce scambio fra Daniel Masclet e il fotografo durante un'intervista nel 1951:

Mi dica, qual è per lei il soggetto più importante?

L'uomo. L'uomo e la sua vita, così breve, così fragile, così minacciata. Grandi artisti come il mio amico [Edward] Weston, o come Paul Strand o [Ansel] Adams, che hanno un enorme talento, si dedicano soprattutto all'elemento naturale, geologico, il paesaggio, i monumenti. Io, invece, mi occupo quasi esclusivamente dell'uomo. I paesaggi sono eterni, io vado di fretta. Certo, ciò non vuol dire che separo in maniera arbitraria l'essere umano dal suo ambiente, che lo strappo dal suo habitat: sono un reporter e non un ritrattista di studio. Ma l'esterno (o “l'interno”) in cui quest'uomo, il mio soggetto, vive e agisce mi serve solo, diciamo così, come scenario significativo. Mi servo di questo scenario per collocarvi i miei attori, per dar loro risalto, trattarli con il rispetto che meritano. E il mio modo di agire è basato su questo rispetto, che è anche un rispetto della realtà: non fare rumore, evitare qualsiasi ostentazione personale, essere, per quanto mi riesce, invisibile, evitare di “predisporre” o “mettere in scena”, limitarsi a esserci, avvicinarsi pian piano, a passo felpato, per non smuovere le acque...


Questo e molto altro nello stupendo articolo di Antonio Politano: www.nikonschool.it/sguardi/95/maestri-hcb.php




user39791
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inviato il 02 Febbraio 2017 ore 22:05

Ottimo articolo, grazie!

avatarsupporter
inviato il 02 Febbraio 2017 ore 22:37

Talento puro.

Una Leica e un 50.

Bella iniziativa, bravo Filiberto.

user39791
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inviato il 02 Febbraio 2017 ore 22:54

;-)

user117231
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inviato il 25 Aprile 2017 ore 14:22

Inizio da qui.

avatarsenior
inviato il 25 Aprile 2017 ore 21:20

Qui nel mio bloggo ho linkato anche il video dell'ultima intervista. L'articolo è lo stesso di sopra tratto da Wikipedia
photo-raf.blogspot.it/2016/10/fotografi-famosi-henri-cartier-bresson.h Ho completato sotto all'articolo le citazioni più famose.


avatarjunior
inviato il 05 Maggio 2020 ore 20:35

Ciao a tutti,
mi sono appena iscritto e questo è il mio primo post.

Sono capitato su Juza per la prima volta proprio su questa discussione, facendo delle ricerche per un articolo che volevo scrivere sul mio blog su Henri Cartier Bresson.

Grazie per tutti gli spunti che mi avete dato.

Alla fine il risultato è questo : Henri Cartier-Bresson : l'occhio, la mente e il cuore , così inizio a lasciare qualche contributo anch'io...

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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