Già ho lasciato un commento in questa sezione ma man mano che il giorno andava avanti ho notato che qualcosa di strano si era insinuato nella mia mente a proposito dell'articolo letto.
Le foto e l'iniziativa di Nidaa sono molto belle e molto particolari, ma nonostante ciò ho trovato qualcosa che secondo me non va nello scritto, probabilmente dovuto alla decisione e impostazoine del giornalista di turno.
Io infatti non capisco come data la situazione di Gaza il giornalista abbia messo in risalto solo un episodio che ha segnato in negativo la vta di Nida cioè: “ Il 18 novembre 2013 era stata fermata dalla polizia di Hamas mentre lavorava su un progetto artistico con altri giovani palestinesi. Perché era insieme a uomini? Perché indossava una salopette di jeans invece del più tradizionale abito islamico? "Sono un'artista," aveva risposto. L'hanno picchiata. „
Poi ha di nuovo sottolineato le restrizioni religiose imposte di Hamas e solo sullo sfondo ha lasciato la morte e la distruzione lasciata dal conflitto: “ Alienata dalle restrizioni religiose imposte da Hamas e dalla situazione di conflitto perenne con Israele, Nidaa non ha lasciato la sua stanza per più di un anno. „
Queste dichiarazioni stridono molto, secondo me, con quanto detto, per esempio, da John Ging capo dell'Unrwa (Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi) “ I civili di Gaza hanno a disposizione 3 ore al giorno per cercare di sopravvivere; i soldati israeliani le restanti 21 per cercare di sterminarli „
Con l'operazione "Piombo Fuso" in pochi mesi l'esercito di Israele ha ucciso 1285 persone di cui 895 civili, 280 bambini e 111 donne (fonte Palestinian center for human rights). Alcuni di questi morti erano paramedici e stavano andando a soccorrere delle vittime. Le cifre dell'ultima operazione "Margine di protezione" sono molto simili ma non le ho sotto mano.
Non è strano che di tutto questo putiferio, della mancanza di medicinali, di cibo, delle case abbattute tutti i giorni nell'articolo non ci sia traccia?
Ripeto le foto e la creatività dell'artista sono mirabili ma mi sembra che il giornalista dia una visione delle problematiche che hanno portato a questo progetto un po' di parte e distorta.
Restiamo umani