| inviato il 28 Luglio 2014 ore 13:01
E' la più costosa, mica la più bella. Funziona che si porta a livelli oltre il valore di mercato un oggetto e lo si rende desiderabile solo per il suo costo. E più costa più è desiderabile. E se tu avrai quell'oggetto, avrai la più costosa fotografia al mondo, quindi alcuni la vorranno proprio per questo suo aspetto, qui l'arte c'entra davvero poco. E poi, comunque, cosa è "bello"? |
| inviato il 28 Luglio 2014 ore 13:07
“ Funziona che si porta a livelli oltre il valore di mercato un oggetto e lo si rende desiderabile solo per il suo costo. E più costa più è desiderabile. E se tu avrai quell'oggetto, avrai la più costosa fotografia al mondo, quindi alcuni la vorranno proprio per questo suo aspetto, qui l'arte c'entra davvero poco. „ Un po semplicistico... secondo questa teoria io potrei mettere in vendita una mia fot0 a 6 milioni di dollari e la gente farebbe la fila per comprarla solo perche' piu' cara di quella di Gursky e quindi piu' desiderabile. Stranamente non e' cosi'. |
| inviato il 28 Luglio 2014 ore 13:12
Quoto pienamente Marcok. |
| inviato il 28 Luglio 2014 ore 13:29
a me viene un altro dubbio... se era un asta, chi è che ha offerto fino a quella cifra oltre a lui??? |
| inviato il 28 Luglio 2014 ore 14:25
Yaaa, hai capito tutto tu. Prova, chissà. |
| inviato il 28 Luglio 2014 ore 14:47
“ Potremmo chiedergli anche i dati exif, sarei curioso di sapere se ha scattato con una serie L oppure no (magari il "magico" 50L), e che facesse un corso di Photoshop, o al limite Lightroom, così la prossima volta recupera un po' di "alte luci". ... PS: era sarcastico, ovvio, ma è meglio specificarlo „ Sembra che Gursky usi un banco ottico, come del resto i coniugi Becher e in genere gli allievi della scuola di Dusserldorf. In questo forum: www.zmphoto.it/forum/viewtopic.php?t=69367# l'utente "Effea" racconta che da un banco ottico ricaverebbe diapositive 4X5 che verrebbero scansionate con un costosissimo apparecchio superprofessionale, quindi verrebbero affidate a "un laboratorio dal costo improponibile per chi non riesce a vendere una foto ad almeno 300 mila eurozzi", che ne ricava stampe da vari metri per lato. Direi che, alla cifra che riesce a ricavarci, va abbondantemente in attivo... Quel che "Effea" ha trascurato è la massiccia post-produzione che Gursky effettua sulle sue foto. Ho già citato il caso di "Cattedrale". In questa, intitolata "Splendore delle merci a 99 cent": 3.bp.blogspot.com/-_H5I8E1VQyo/TsJ8bwdzqmI/AAAAAAAABlc/ekz8xGS2-Gw/s16 stando al documentario su Sky Arte, avrebbe aggiunto in PP i pilastri e il controsoffitto. I personaggi sono attori pagati e mi pare che fossero posizionati già al momento dello scatto. Anche dalla fotografia in oggetto del presente 3D, "Rhein II", stando al precedente intervento di Matteo Bertulessi, avrebbe eliminato alcuni "elementi di disturbo". Mi chiedo, visto che il risultato finale è in un files digitale, cosa tutela chi ha speso qualche milione per una di queste opere sul fatto che resti un esemplare unico. Perché immagino che se, da un giorno all'altro, Gursky facesse stampare 10 copie identiche di "Rhein II", chi ci ha investito 4,3 milioni di $ non la prenderebbe troppo bene. Fosse ricavata da un negativo sarebbe tutto più semplice: basterebbe consegnarlo all'acquirente. Immagino che ci sia un contratto scritto. Su Gursky ho trovato questo articolo sintetico: www.fiaf.net/agoradicult/2013/11/14/andreas-gursky/ Anche questo Antonino Tutolo sottolinea l'importanza di visionare le sue enormi stampe di persona. Detto questo, IO PERSONALMENTE, allo stato attuale, avendole viste solo riprodotte, trovo le opere di Gursky interessanti ma non entusiasmanti, con l'eccezione forse di questa: publicdelivery.org/wp-content/uploads/2012/12/Andreas-Gursky-Kamiokand che rappresenta un laboratorio per la ricerca dei neutrini in Giappone. Un'interessante rassegna delle sue opere è questa: publicdelivery.org/tag/andreas-gursky/ Guardandole attentamante, trovo impressionanti (al pari di quella del laboratorio giapponese) anche le immagini delle "adunate oceaniche" di Pyongyang, e senz'altro viste in originale lo sarebbero anche di più. Tutto sommato questa "Rhein II", vista in riproduzione, è tra quelle che mi piacciono meno. Ma mi riservo di cambiare idea qualora mi capitasse di vederla di persona. Poi, sono consapevole che fino a quando si fa riferimento a siti Web o documentari su Sky Arte si resta sulla superficie delle cose. Per un minimo di approfondimento occorrerebbe la lettura di questo libro postato da Fabriziosavini all'inizio di questo 3D: pensierifotografici.wordpress.com/2013/10/04/la-scuola-di-dusseldorf-c che, tra l'altro, io non ho letto. |
| inviato il 28 Luglio 2014 ore 15:02
L'immagine tra l'altro fa parte di una serie più ampia incentrata sul Reno ovviamente. Osservarla e giudicarla con i parametri tipici spesso dei forum è, concettualmente, sbagliato. Sarebbe come tentare di giudicare del freejazz con i parametri del british pop. Si può fare eh, mi chiedo a cosa serva ;) L'opera in questione tra l'altro è stata fatta tredici anni fa, periodo in cui certe modifiche non erano diffuse come oggi e sicuramente meno a portata di mano di chiunque. Per questa non sono nemmeno sicuro che sia passato da digitale nell'elaborazione, potrei sbagliare però. Alla fine è tutta questione di abitudine: a cosa noi siamo abituati? Per alcune persone potrebbe essere folle pensare di spendere 800 euro per un telefonino, per altri 4 milioni per un'opera d'arte, per altri spenderne 35 (di mln) per una automobile. Questione di punti di vista diversi ed investimenti possibili. |
| inviato il 28 Luglio 2014 ore 15:10
“ Sarebbe come tentare di giudicare del freejazz con i parametri del british pop „ Mi hai tolto l'esempio dalle .... dita!!!! Calza a pennello. W Ornette Coleman W Charlie Haden |
| inviato il 28 Luglio 2014 ore 15:15
“ Osservarla e giudicarla con i parametri tipici spesso dei forum è, concettualmente, sbagliato. „ Purtroppo, non so tu, ma io posso osservarla con quei parametri visto che quelli del conto in banca mi sono estranei, e di dico che dal punto di vista estetico, quindi non di investimento puro, preferisco i tuoi scatti. Sono un ignorante ed e' la foto che deve venirmi incontro, anche estrapolata dal progetto anche se vecchia o fatta ieri, e quella foto, non lo fa. Ps.: ma anche se fossi un critico d'arte....se fossi sincero...probabilmente sarebbe uguale. |
| inviato il 28 Luglio 2014 ore 15:34
“ Sarebbe come tentare di giudicare del freejazz con i parametri del british pop. „ Dipende, a me puo' piacere il vino bianco dolce ma se faccio il sommelier devo saper giudicare anche un rosso barricato e corposo. A parte che nel british pop si puo' annoverare anche un certo Sting, fra gli altri, se amo la musica devo saper andare al di la' dell'abitudine che la non cultura di questi anni ha privilegiato. Se i parametri sono quelli della musica, (Charlie Haden, r.i.p.) cosi' come della fografia una proposta di bassa lega o comunque di dubbia qualita' dovrebbe essere riconosciuta come tale. |
| inviato il 28 Luglio 2014 ore 16:04
“ L'opera in questione tra l'altro è stata fatta tredici anni fa, periodo in cui certe modifiche non erano diffuse come oggi e sicuramente meno a portata di mano di chiunque. Per questa non sono nemmeno sicuro che sia passato da digitale nell'elaborazione, potrei sbagliare però. „ Stando alla voce "Rhein II" di Wikipedia in inglese: en.m.wikipedia.org/wiki/Rhein_II che come tutte le voci di Wikipedia va presa con "beneficio d'inventario", gli elementi di disturbo sarebbero stai rimossi digitalmente: "Extraneous details such as dog-walkers and a factory building were removed by the artist via digital editing. Justifying this manipulation of the image, Gursky said 'Paradoxically, this view of the Rhine cannot be obtained in situ, a fictitious construction was required to provide an accurate image of a modern river.' Gursky produced a very large chromogenic colour print of the photograph, mounted it onto acrylic glass, and then placed it in a frame. The image itself measures 73 by 143 inches (190 cm X 360 cm), while the frame measures 81 by 151 inches (210 cm X 380 cm)." “ Alla fine è tutta questione di abitudine: a cosa noi siamo abituati? Per alcune persone potrebbe essere folle pensare di spendere 800 euro per un telefonino, per altri 4 milioni per un'opera d'arte, per altri spenderne 35 (di mln) per una automobile. Questione di punti di vista diversi ed investimenti possibili. „ Sempre dalla stessa fonte (Wikipedia): "The print was originally acquired by the Galerie Monika Spr?th in Cologne, and subsequently bought by an anonymous German collector. The collector sold the print by auction at Christie's New York on 8 November 2011, who estimated it would fetch a price of $2.5?3.5m. It actually sold for $4,338,500 (...); the identity of the buyer has not been revealed." Sarei curioso di sapere se questo anonimo acquirente la tiene in casa (ovviamente una megavilla o un iperattico) o se l'ha stivata nel caveau di qualche banca, dove spesso finiscono le opere d'arte che si acquistano per investimento. Mi piacerebbe se la prestasse per qualche mostra a Milano o Venezia, le città che abitualmente frequento. Andrei a vederla per verificare se, in formato 360 X 190, stampata da quel "mitico" laboratorio di Dusserldorf, mi lascia freddino come quando la vedo sullo schermo del PC. Comunque devo constatare come quest'immagine, pur non entusiasmandomi, mi ha stimolato una serie di riflessioni, della qual cosa devo essere grato al buon vecchio Andreas Gursky, al quale oltretutto non ho dato un € bucato (a differenza di quei signori che hanno pagato qualche milioncino le sue opere). |
| inviato il 28 Luglio 2014 ore 16:42
secondo me tutta questa discussione giustifica, almeno in parte , il prezzo... nessuno è rimasto indifferente, e questo è il compito dell'arte |
| inviato il 28 Luglio 2014 ore 17:03
Fermo restando che dovrei osservare la stampa per farmi una vera opinione, perché é la stampa che é stata venduta e non un jpeg ridimensionato, non credo che il mio gusto personale abbia niente a che vedere col valore di mercato di un'opera... |
| inviato il 28 Luglio 2014 ore 18:17
Giustissimo. Senza poi entrare nel discorso di eventuali circuiti di riciclaggio, poichè purtroppo è cosa diffusa. In ogni caso si tratta di una cifra tutto sommato bassa rispetto a certi numeri del mercato dell'arte. |
| inviato il 29 Luglio 2014 ore 3:10
è ovvio che la massa non tolleri certe cose. é come il triciclo di eggleston... tutti a dire che è una foto banale e che loro l'avrebbero fatta meglio. stiamo parlando di gursky mica di paesaggi marziani come dire che a botta uno si comprerebbe un quadro di Picasso perché è "bello"... |
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