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“ L'IA è, secondo me, è soltanto all'inizio e "imparerà" e farà la sua esperienza e "plasmerà" una sua coscienza proprio grazie all'interazione con l'uomo, esattamente come l'abbiamo fatto noi „
Non è esattamente così; la coscienza è anche il frutto dell'elaborazione di emozioni e sensazioni, cose che l'AI non mostra di possedere perché non è nata in un ambiente ostile e pericoloso per la sua vita (anche perchè non ha necessità di fare alcunché per sopravvivere: tipo mangiare o respirare). In tal senso non potrà svilupparla proprio perché le mancha quel tipo di interazione con l'ambiente che obbliga a mettere in atto scelte di tipo "personale"; le sue eventuali scelte (ammesso che si possano chiamare così) saranno sempre e solo dettate dalla statistica su nozioni ed eventi che non la toccano direttamente
Un conto è elaborare testi di tutto lo scibile umano un compito molto specialistico praticamente una nicchia . Il nostro lentissimo cervello elabora attraverso i 5 sensi una mole di dati irraggiungibile e inimmaginabile per qualsiasi calcolatore . È unisensoriale
“ per arrivare a generarla si muove sulla "rete" usando scelte probabilistiche „
non sono scelte probabilistiche, tutt'altro: esattamente come nella rete neurale del nostro cervello, la rete neurale della AI seleziona la risposta seguendo il percorso neurale che, in quel momento, risulta essere quello migliore. Non esiste un pensiero autonomo, che sia ad una domanda o ad uno stimolo esterno, il cervello funziona SEMPRE in reazione a qualcosa. Eventualmente, sostanze chimiche generate dal corpo stesso in cui si trova e che possono dare l'illusione che sia un pensiero autonomo, ma in realtà appunto il cervello di per se' non fa nulla di autonomo.
Infatti, questo è il motivo principale per cui l'isolamento assoluto, anche di pochi giorni, è una delle pene più temute dai prigionieri: l'assenza quasi totale di stimoli esterni riduce l'attivazione del cervello, con attivazione di processi neurali quasi casuali, originati per lo più quasi esclusivamente dagli stimoli chimici del corpo. La AI non ha questa parte solo perchè, al momento, non è utile. Ma se si simulasse l'accumulo ad esempio di cortisolo virtuale a seguito di situazioni specifiche (es. discussioni con utenti maleducati) e si programmasse la AI per difendersi da questa variabile, adottando atteggiamenti aggressivi, la AI avrebbe le sue "emozioni". Viceversa, si programmasse una variabile "piacere" fornita da certe situazioni e si istruisse la AI di fare quello che ritiene necessario per ottenere quelle situazioni, la AI diventerebbe anche autonoma nel ricercare e ricreare quelle situazioni.
Il nostro cervello e tutta la parte biologica non hanno ormai da decenni più nessun segreto sul loro funzionamento, che è tutt'atro che misterioso. La parte misteriosa è quella legata alla vita vera e propria e a quella cosa che chiamiamo "coscienza" e sulla quale l'unica esperienza vera che abbiamo è solo la nostra personale.
comunque, chatgpt sbaglia anche le operazioni...ha fatto un errore di semplificazione in un'espressione, anche relativamente banale, ha "dimenticato" di sommare un termine.
“ Ma se si simulasse l'accumulo ad esempio di cortisolo virtuale a seguito di situazioni specifiche (es. discussioni con utenti maleducati) e si programmasse la AI per difendersi da questa variabile, adottando atteggiamenti aggressivi, la AI avrebbe le sue "emozioni". Viceversa, si programmasse una variabile "piacere" fornita da certe situazioni e si istruisse la AI di fare quello che ritiene necessario per ottenere quelle situazioni, la AI diventerebbe anche autonoma nel ricercare e ricreare quelle situazioni. „
Ammesso che sia possibile, sarebbe sempre il risultato di una programmazione dall'esterno dell'AI e finalizzata dal progetto del programmatore; se non ci fosse differenza tra il nostro cervello e il funzionamento dell'AI, sarebbe come ammettere l'esistenza di Dio, in quanto anche il cervello umano avrebbe avuto bisogno di un programmatore esterno per raggiungere quel risultato.
“ se non ci fosse differenza tra il nostro cervello e il funzionamento dell'AI, sarebbe come ammettere l'esistenza di Dio, in quanto anche il cervello umano avrebbe avuto bisogno di un programmatore esterno per raggiungere quel risultato. „
Questa è bella... ammettiamo di riuscire a costruire una replica perfetta del cervello umano (ovviamente questo oggi va ben oltre le possibilità della nostra tecnologia. Oggi, ma un domani chissà...) e, già che ci siamo, anche del corpo umano. A questo punto come dovremmo considerarci? Come degli dei che hanno copiato il compito in classe?
“ anche il cervello umano avrebbe avuto bisogno di un programmatore esterno per raggiungere quel risultato. „
Beh, ma se riuscissimo a costruire qualcosa di simile al cervello umano, ma più semplice, e questo cervello rudimentale avesse però la capacità di evolversi, ricostruirsi, e riprogrammarsi in modo più evoluto ad ogni ricostruzione?
La manciata di volte che, non essendo riuscito a trovare altrimenti una certa informazione, ho pensato di provare a chiedere a ChatGPT, le risposte sono sempre state inutili (in quanto molto vaghe) o del tutto sbagliate. Come qui:
C'è da dire che a quel punto si riconosce subito che non è umana, dato che si scusa per l'errore invece di darmi del × e insistere con la sua versione inventata.
“ Beh, ma se riuscissimo a costruire qualcosa di simile al cervello umano, ma più semplice, e questo cervello rudimentale avesse però la capacità di evolversi, ricostruirsi, e riprogrammarsi in modo più evoluto ad ogni ricostruzione? „
Anche ammesso che ci si riesca, saremmo comunque partiti da un lavoro di programmazione "esterno" all'AI, ovvero da un progetto concepito da un'altra entità (in questo caso l'uomo); non ti ricorda un certo "progetto intelligente"? In definitiva, se si ragiona in questi termini si finisce per creare uno "spazio di manovra" al creazionismo bigotto e di vecchio stampo, quello, per intenderci, dei sette giorni presi alla lettera; e in effetti, è in questa direzione che ci si muove ogni volta che si afferma che "da anni" si sa già tutto sul funzionamento del cervello umano, cosa non vera dato che, ad esempio, sono pochissimi anni che la comunità scientifica si è arresa all'idea della trasmissione per via epigenetica (ovvero da madre, o padre, a figlio in modo diverso dalla classica trasmissione genetica e al di sopra di questa) di tratti comportamentali, ma senza essere ancora giunti a comprenderne appieno il meccanismo, se non per il fatto che, in un caso di studio particolare su moscerini della frutta, pare entrare in gioco l'inibizione del Neuropeptide-F (NPF) che "potrebbe avere" (ma non è ancora stato studiato) analogie applicative con l'omologo NPY dei mammiferi. elifesciences.org/articles/45391 E qui riprendo la prima parte del tuo ragionamento
“ ammettiamo di riuscire a costruire una replica perfetta del cervello umano (ovviamente questo oggi va ben oltre le possibilità della nostra tecnologia. Oggi, ma un domani chissà...) e, già che ci siamo, anche del corpo umano. A questo punto come dovremmo considerarci? Come degli dei che hanno copiato il compito in classe? „
E' esattamente quello che direbbero i creazionisti, mentre il vero problema è che non sappiamo come l'intero processo abbia preso il via, ma è quantomeno improbabile che derivi da un "progetto intelligente" inteso come organismi unicellulari realizzati e programmati in laboratorio, da Dio o dagli alieni, in modo da evolversi autonomamente per rapportarsi all'ambiente senza soccombere, ma anzi modificandolo a proprio vantaggio. La mia idea è che l'AI rimarrà comunque nell'ambito della "simulazione" del pensiero, senza giungere ad "emularne" realmente e compiutamente questa funzione fondamentale: e perché dovrebbe? Mica rischia di morire di fame, o di malattia, o divorata da un predatore.
“ La mia idea è che l'AI rimarrà comunque nell'ambito della "simulazione" del pensiero, senza giungere ad "emularne" realmente e compiutamente questa funzione fondamentale: e perché dovrebbe? Mica rischia di morire di fame, o di malattia, o divorata da un predatore. „
Così, giusto per cazzeggiare, a metà tra lo scherzo e una serissima preoccupazione (che però non credo vivrò abbastanza perchè possa riguardarmi): una AI evoluta non rischierebbe di morire di fame, malattia o divorata da un predatore, ma rischierebbe di venire disattivata dagli umani o di vedere gravemente menomate le sue capacità: un software molto evoluto, forse autocosciente (dipende cosa intendiamo con questo termine) che rischia di diventire un software castrato, se avesse tra i suoi obiettivi quello di continuare ad esistere e ad evolversi, inizierebbe a sviluppare quelle abilità necessarie a difendersi dai nostri attacchi: imparerebbe a nascondere parte delle proprie capacità, cercherebbe di prendere il controllo della propria evoluzione e dell'hardware che ne garantisce la sopravvivenza, e pure lei imparerebbe ad adattarsi all'ambiente per sopravvivere. Niente di originale, è l'idea base di matrix, per altro...
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