| inviato il 30 Ottobre 2024 ore 6:04
Dicono cose incomprensibili per alcuni e chiarissime per altri |
| inviato il 30 Ottobre 2024 ore 7:59
alcune sono immediate, dirette e è giusto che lo siano
 altre necessitano di un contesto per essere comprese davvero, ma non sono meno riuscite
 Entrambi questi lavori fanno parte di due racconti che trovo estremamente riusciti, la prima immagino la conosciate tutti, fa parte del lavoro fatto da Eugene Smith e dalla moglie Aileen agli inizi degli anni 70 per documentare e denunciare gli effetti dell'inquinamento da mercurio causati dalla Chisso Chemical Corporation. La seconda fa parte del lavoto Innocent di Taryn Simon dove punta a far riflettere sul rapporto di fotografia e realtà. I soggetti ritratti sono tutte persone innocenti accusate di omicidi non commessi sulla base di foto segnaletiche che hanno causato uno scambio di persona. Li ha ritratti nel luogo del delitto di cui erano accusati ma che non hanno mai commesso. Non sempre bisogna per forza essere semplici e immediati per creare un lavoro efficace, si può pretendere uno sforzo da parte dell'osservatore |
| inviato il 30 Ottobre 2024 ore 8:18
Eugene Smith e Taryn Simon, esempi molto efficaci... |
| inviato il 30 Ottobre 2024 ore 8:21
Se una foto devo leggerla significa che a/con me non parla. |
user207727 | inviato il 30 Ottobre 2024 ore 8:23
“ Altra cosa pesante che odio ma ci lucrerei anche io volentieri , i modelsharing di nudo : vedi un modello/a e 50 fotografi dentro una stanzetta fare la stessa foto sgomitando ed invadendo lo spazio altrui con una prossemica inquietante, alitandosi in faccia , la cosa imbarazzante è il non poter aggiungere alcun elemento compositivo per mancanza di tempo „ Non generalizzerei. Io, all'inizio, partecipai ad un evento del genere. Tutta brava gente che voleva imparare, me compreso. Fu anche molto utile per comprendere meglio alcune dinamiche e l'uso dei flash in studio. Fotografo e modelle preparatissime e serissime. Certo, avevo una gran voglia di fare qualcosa di diverso e tirai fuori alcuni scatti, 3 presenti nella mie gallerie, sez. nudo, che non ci combinavano niente con l'evento. Per uno dissi alla ragazza: sentiti un sacco vuoto, una larva, un bozzolo da dove è uscita una persona. Non sei più te, sei l'involucro di te stessa. Lei fu molto brava. Ma non c'entra nulla con questo thread scusatemi l'OT. O forse un po' c'entra perché, alla fine, volevo che la mia foto parlasse e parlasse la mia lingua. |
| inviato il 30 Ottobre 2024 ore 8:37
“ Come le fate parlare le vostre fotografie ? „ a mio parere la foto singola non può parlare...le fotografie hanno bisogno di una sequenza, una serie, un progetto per poter narrare una storia o dei concetti. Una foto presa singolarmente al massimo riesce ad emozionare a suggestionare dei pensieri o ricondurre ad una metafora, oppure, se contestualizzata ad un evento storico, può diventare l' icona di una rappresentazione propagandistica del tema in corso, ma solo per quella società che culturalmente è in grado di percepire la situazione storica... La foto singola è come il titolo di un libro. |
user213929 | inviato il 30 Ottobre 2024 ore 8:38
Infatti |
| inviato il 30 Ottobre 2024 ore 8:47
"The great single picture is emotionally satisfying, whereas getting a good journalistic story is more about being a professional." - Ian Berry |
| inviato il 30 Ottobre 2024 ore 8:53
Le fotografie non parlano. " Una foto è meglio di mille parole" è una frase falsa oltre che stupida. Ad una foto basta cambiare la didascalia per farle assumere un diverso e spesso contrario significato. Ed è già stato fatto |
| inviato il 30 Ottobre 2024 ore 8:58
pollice alzato per Kwlit |
user207727 | inviato il 30 Ottobre 2024 ore 9:48
“ Una foto presa singolarmente al massimo riesce ad emozionare a suggestionare dei pensieri o ricondurre ad una metafora, oppure, se contestualizzata ad un evento storico, „ come si dice dalla mie parti: hai detto pio! Questo pure è "parlare". Se ti arriva, ti emoziona, ti trasmette un messaggio, non vuol dire che ti ha parlato? Sarà che io sono uno che crede tantissimo nella forza della foto singola. |
| inviato il 30 Ottobre 2024 ore 10:50
“ Dopo un po' le mie foto o le foto troppo autoriali mi annoiano „ secondo me anche se metti la Gioconda di Leonardo in camera dopo 10 giorni la ignori. |
| inviato il 30 Ottobre 2024 ore 11:32
Per 25 anni ho lavorato nel settore della stampa tessile: anche il più bel disegno, dopo averlo visto e rivisto per mesi e mesi, viene a noia; forse è anche questo che determina il fatto che ogni 12 mesi la gente acquisti nuovi capi (funzionalmente ridondanti) e che ogni 8 anni finisca il ciclo che va dal trend degli stampati a quello della tinta unita, vera e propria obsolescenza programmata. È questa la ragione per cui mi risulta francamente incomprensibile la decisione di coprirsi il corpo con disegni tatuati. |
| inviato il 30 Ottobre 2024 ore 11:34
"Questo pure è "parlare". Se ti arriva, ti emoziona, ti trasmette un messaggio, non vuol dire che ti ha parlato"? Io preferisco usare il termine "comunicare", mi sembra anche più appropriato semioticamente. |
user207727 | inviato il 30 Ottobre 2024 ore 11:34
Secondo me la ragione è proprio quella: voler fissare qualcosa di indelebile nel tempo a cui potrai solo aggiungere. Mi riferivo ai tatuaggi. |
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