| inviato il 02 Dicembre 2024 ore 17:28
“ Le conclusioni che io ne traggo è che come lavoro sarà sempre più marginale e richiederà di spostarsi sulla capacità di elaborazioni grafiche più che fotografiche, più di quanto è già successo. Se un editore vuole foto di un evento devi fisicamente esserci ma visto la concorrenza amatoriale e la rilevanza dell'elaborazione grafica, ci sarà sempre meno spazio per i professionisti - che ovviamente fanno la differenza... ma questo deve essere capito dal committente. „ Sono conclusioni soggettive che potrebbero essere condivise ma fino ad un certo punto. Se alcune spose, ad esempio come committenti, continuano ad affidarsi al "miocuggino" o l'amico di famiglia per due foto aggratis e poi le vedi dannarsi l'anima per cercare un buon retoucher e salvare il salvabile pagando il giusto per il peccato, allora direi che la regola della cernita finale è più viva che mai. E ci sono anche agenzie e aziende che fanno fare scatti "veloci" ai propri addetti per rendersi conto dell'idea del catalogo ma chiamano comunque il Pro per un buon lavoro. Non possono permettersi perdite di tempo. Ma ci sono anche stilisti o presunti tali che pur di non sganciare un euro si affidano al passa parola per servizi gratuiti dietro visibilità. Ma sono solo piccoli esempi che oscillano tra il disgusto e la pena per arrivare fino alla soddisfazione, anche personale, di buoni lavori pagati il giusto. “ resta il fatto che la fotografia digitale e' imprescindibile dalla P.P. - ma un conto e' ottimizzare un buon scatto ... altra cosa trasformare uno scatto inutile in un prodotto fruibile, dove serve un buon "elaboratore", piuttosto che un buon fotografo „ Indubbiamente. |
| inviato il 02 Dicembre 2024 ore 17:52
“ E ci sono anche agenzie e aziende che fanno fare scatti "veloci" ai propri addetti per rendersi conto dell'idea del catalogo ma chiamano comunque il Pro per un buon lavoro. Non possono permettersi perdite di tempo. Ma ci sono anche stilisti o presunti tali che pur di non sganciare un euro si affidano al passa parola per servizi gratuiti dietro visibilità. „ si si io non discuto su quanto facciano bene o male. Soldi ci sono pochi e chiunque cerca di risparmiare su quello che ritiene, a torto o a ragione, non essenziale. Ma in altro ambito succede la stessa cosa: una volta il sito te lo programmava sicuramente uno sviluppatore. Poi le web agency hanno iniziato ad arrangiarsi con i designer che sanno mettere le mani sulle piattaforme che ti fanno siti standard parametrici. Non mi state a spiegare che non è la stessa cosa. Idem per le app. Certo che serve ancora chi le sviluppa ma anche in questo caso la web agency che vuole app semplici di supporto ad un sito spesso CREDE di potersela cavare facendo programmare il codice al suo web developer con librerie che fanno traduzioni da html ecc. E' tutto uno schifo ma la realtà è che molti per risparmiare fanno quella scelta anche perché molti lavori si sono sviluppati intorno a delle BOLLE. Quando le bolle cominciano a scoppiare, rimangono pochi clienti che hanno la disponibilità e la convinzione di spendere certe cifre per quello che fino al giorno prima era stato ambitissimo per moda. |
| inviato il 02 Dicembre 2024 ore 18:24
“ ci sono tanti altri ambiti, come la foto pubblicitaria e di moda, che è un ambito vastissimo , in cui la fotografia pura è stata o sostituita dai rendering o da foto potentemente "editate" dove l'editing non è semplicemente lo sviluppo di una foto in termini di parametri classici ma l'aggiunta o la rimozione di elementi della scena in modo abbastanza credibile. Il fatto che TU nel tuo genere non debba farlo non significa che in tanti altri chi lavora in uno studio non sia diventato sostanzialmente un grafico. Quando hai foto con più di 10 layer di Photoshop, cambi sfondi, aggiungi o togli nuvole ecc. stai sostanzialmente facendo elaborazione grafica. Se non lo sai fare e sai solo scattare con la macchina e aggiustare due parametri con ps non lavori in quegli studi „ @Black Imp Nella pubblicità e nella moda si è sempre dovuto intervenire con ritocchi dopo lo scatto, anche ai tempi della pellicola. Oggi è tutto più rapido pulito e veloce con l'arrivo della fotografia digitale. Il problema sta nel fatto di fare differenza tra fotografia e immagine, la fotografia è un mezzo per produrre immagini, l'immagine è il risultato finale di un processo creativo. La fotografia digitale ha portato quindi il mezzo ad essere più incisivo nel produrre il risultato finale "l'immagine". Ora che qualcuno sia a favore di questo o a sfavore, è una opinione, la realtà è che oggi dopo che hai scattato in digitale inizi a post-produrre e questo in qualsiasi genere fotografico. Photoshop è solo un altro mezzo con camera raw che si usava prima della comparsa dei programmi di demosaicizzazione che ci sono oggi e che possono cambiare completamente uno scatto senza fare decine di livelli in photoshop. Insomma per concludere oggi un fotografo per portare a casa la pagnotta non basta che sappia scattare, ma deve affrontare tutte le richieste che i clienti chiedono e saper usare le tecniche migliori per arrivare ad un risultato. insomma quello che si vende è un'immagine. Se poi si scatta per avere ricordi allora la cosa cambia, ma nemmeno poi così tanto. |
| inviato il 02 Dicembre 2024 ore 20:50
quindi mi stai dando ragione? ottimo |
| inviato il 02 Dicembre 2024 ore 21:00
“ quindi mi stai dando ragione? ottimo „ @Black Imp non si tratta di aver ragione o torto, è una questione di realtà e di opinione, la realtà è che si vendono immagini, l'opinione è un punto di vista della realtà, quindi può anche essere cambiata varie volte in uno stesso concetto. L'unica certezza quindi resta la realtà, ovvero si vendono immagini, poi tutto il resto son canzonette.... |
| inviato il 03 Dicembre 2024 ore 8:37
Fa ridere perché state dicendo A ME che sto raccontando un mondo incentrato su di ME, quando poi sei tu Black che fai di tutto per tirare acqua al tuo mulino. I dieci layer non servono a rendere pubblicabile una foto scarsa, quello è il modo di procedere del cuggino. Il professionista ha il suo workflow e parte da uno scatto il più possibile buono, perché il tempo è un costo e non può permettersi di fare i giochi. Se gli servono dieci layer per raggiungere il suo obbiettivo sono affari suoi, avrà messo a budget quel tempo. Non era mia intenzione fare un discorso soggettivo: campo di fotografia da una decina d'anni, ho cambiato parecchie volte cercando di trovare un equilibrio tra ciò che chiede il mercato e ciò che è nelle mie corde, credevo interessasse il parere di un interno. Ma è molto più divertente continuare con le chiacchiere da bar |
| inviato il 03 Dicembre 2024 ore 8:39
“ Il professionista ha il suo workflow e parte da uno scatto il più possibile buono, perché il tempo è un costo e non può permettersi di fare i giochi. Se gli servono dieci layer per raggiungere il suo obbiettivo sono affari suoi, avrà messo a budget quel tempo. „ Tutto giusto. So che molti, quando devono produrre foto in studio, pubblicità etc fanno le foto, poi le passano a qualche ottimo post producer in giro per il mondo (leggi africa, india etc) che per due dollari la sistema (scontorna, incolla etc etc). D'altronde si ci pensiamo bene, per noi costa magari 80 euro l'ora, in altri luoghi con 80 euro mangiano due settimane. Un ragazzo che conosco fa così. La post non la fa più lui, perchè gli costa troppo. La fa fare fuori. |
| inviato il 03 Dicembre 2024 ore 9:02
E' così già da parecchi anni Gian: quando lavoravo per la moda già nel 2013 scattavamo in Jpg (neanche in raw: in Jpg), mandavamo tutto in India con le correzioni da fare e ci rispedivano i file nel giro di qualche ora. Adesso c'è Imagen AI e altri sw che fanno lo stesso lavoro: carichi un catalogo Lr con almeno 3000 foto editate, lui impara e nel giro di venti minuti hai il tuo bel matrimonio già editato. Poi c'è da riguardarlo, ma il grosso del lavoro lo fa abbastanza bene. Ci sarà chi griderà allo scandalo, io personalmente sono contento che questi lavori puramente meccanici vengano delegati a delle macchine. Così le persone possono cercare lavori più gratificanti. In tanti anni non ho mai sentito nessun collega gridare "evviva, ho quaranta matrimoni da editare, tornerò a mettere il naso fuori di casa a primavera!" (sì, c'è ancora chi fa quaranta/sessanta matrimoni a stagione. Incredibile eh?) |
| inviato il 03 Dicembre 2024 ore 9:29
@Checco79 personalmente non grido allo scandalo, anzi. Faccio sempre una distinzione netta tra chi fotografa per lavoro e chi per hobby/passione, perché se i primi devono puntare alla massima resa ed efficienza in termini di flusso di lavoro (il tempo è denaro), i secondi possono permettersi il lusso anche di editare una ad una 3.000 foto. |
| inviato il 03 Dicembre 2024 ore 11:23
Bruno, mi riferivo a quelli per cui già la correzione software dell'obbiettivo è una t*fa, e se non sentono l'odore dell'ascella del mastro vetraio che lima a mano il vetro dell'obbiettivo allora non è Vera Fotografia Io invece la distinzione la faccio tra foto che funzionano e foto che non funzionano, poi ciascuno sceglie il proprio modo, il proprio metodo e la propria etica per arrivare allo scopo. La tecnologia dà una grossa mano, non sempre è utile e a volte è controproducente, l'importante è non avere preconcetti e toccare con mano gli strumenti che possono essere utili per arrivare dove si vuole. |
| inviato il 03 Dicembre 2024 ore 12:39
sei molto teso e attribuisci giudizi che io non ho dato. ovviamente non pensi che io possa conoscere altri fotografi. Non hai voluto capire il tema che è noto non lo invento io e spiega perché i certiambiti fotografici c'ègià meno lavoro. contento tu |
| inviato il 03 Dicembre 2024 ore 14:38
Che lo si voglia o no il mondo va avanti e non aspetta nessuno. Da quando è nata l'industrializzazione in certi ambiti lavorativi il lavoro diminuiva, mentre venivano richieste nuove mansioni e questo è sempre andato aumentando sia come casi che come velocità nel cambiamento. Ora è cambiato anche il mestiere del fotografo e qualcuno si adeguerà, qualcuno inizierà, qualcuno smetterà, è la vita che va avanti da secoli così e sempre più velocemente. Casomai è la velocità dei cambiamenti che oggi inizia ad essere un problema, tutto cambia velocemente e resta poco o nulla per portarsi al pari coi tempi. Oggi non solo il fotografo, ma anche altre mansioni richiedono di allargare il campo delle conoscenze. Alla fine resta a galla chi sa nuotare e resistere alle correnti, gli altri per ragioni naturali del progresso son destinati ad affogare nel mare delle innovazioni. I mercati son diventati più competitivi, la concorrenza aumenta, le tecnologie cambiano le regole del gioco, come sempre vive chi si sa adattare perchè anche il più forte se non si adatta muore, questa è la regola della vita. |
| inviato il 03 Dicembre 2024 ore 15:10
Dai tuoi refusi forse quello teso non sono io "Non pensi che possa conoscere altri fotografi" non significa conoscere a fondo un mercato in continua evoluzione e in cui non c'è una ricetta, ma occorre trovare il proprio modo per stare a galla con un progetto che sia contemporaneamente a breve e a lungo termine. Conosco tanti musicisti e anche io strimpello uno strumento, ma non so niente di come si compone un brano né cosa occorre per campare di musica nel 2025. Conosco tanti fotografi: c'è chi lavora poco e si lamenta e attribuisce colpe ad altri, mai a se stesso, e chi lavora tanto e analizza in che modo far fronte a un mercato che evolve così velocemente. “ @Mauryg rileggi... mi stai dando ragione. quindi mi stai dando ragione? ottimo „ Questo l'hai scritto tu. Io ho la mia verità e per me funziona, tu avrai la tua e spero che funzioni almeno per te. Non ho bisogno di sentirmi dire che ho ragione. Né posso darti ragione sulla tesi che i fotografi d'oggi si sono trasformati, loro malgrado, in grafici: un fotografo dev'essere psicologo, social media manager, o storyteller, o content creator. Ma quando abbiamo bisogno di un grafico io e i miei compagni di merende sappiamo a chi rivolgerci, non ci mettiamo a farlo noi. Ci basta il nostro lavoro, senza dover impararne un altro. |
| inviato il 03 Dicembre 2024 ore 15:33
Aldilà di tutto, ritornando a parlare di R6III... sembra che canon abbia in programma l'introduzione di un sensore global shutter su una fotocamera a "elevato volume" nel 2025... Potrebbe quindi trattarsi di un GS da inserire nella nuova R7II oppure sulla nuova R6III? (Entrambe sono a "elevato volume") "Dopo l'uscita di EOS R1 ed EOS R5 Mark II , i dirigenti Canon hanno affrontato i sensori dell'otturatore globale. Affermano di non essere soddisfatti delle attuali prestazioni di qualità dell'immagine e hanno deciso di dare priorità alla qualità dell'immagine. Ho letto che non hanno ancora risolto i problemi o trovato un modo per produrli in modo economicamente conveniente. Se conoscete il linguaggio Canon, hanno sostanzialmente ammesso che ci stanno lavorando. Questo fine settimana, forse ubriachi durante i loro momenti di divertimento in famiglia per il Ringraziamento. Una fonte attendibile afferma che Canon sta effettivamente pianificando di lanciare una fotocamera con otturatore globale alla fine del 2025 "al più presto". Un commento sorprendente è stato che "sarà disponibile in una fotocamera potenzialmente ad alto volume" www.canonrumors.com/canon-has-a-global-shutter-camera-in-the-pipeline/ Una R7II o una R6III con global shutter (senza compromessi sulla QI) la vedrei mooolto bene |
| inviato il 03 Dicembre 2024 ore 16:20
10 noccioline che non faranno il passo più lungo della gamba con una R6III e sarà il vociferato stacked derivato dalla R3 e stop, su una R7II potrebbe essere qualcosa di molto differenziante e poiché comunque sia trattasi di un prodotto meno globale e più orientato allo sport, beh... why not? :D |
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