| inviato il 29 Novembre 2023 ore 13:58
@Solo UCAS, non UCCS . Mio papà comprava "il Candido" negli anni '50, quello di Guareschi direttore. |
| inviato il 29 Novembre 2023 ore 14:11
Sinceramente già dai tempi della pellicola, le formule matematiche non si usavano più di tanto e si sapeva già da subito che i portrait, per esempio, non li facevi e non li fai a F1.8 o 2, basta che mettevi un f4 e flash tarato e stavi tranquillo per tutta la cerimonia, senza il rischio di cannare i volti di invitati e sposi, o autorità varie, e avevi comunque molte volte i tuoi benedetti effetti Bokeh; e i risultati non li vedevi subito. Si, a F4 puoi avere i Bokeh. Tutte ste iperbole sul quadrato della distanza le lascerei ai novizi per comprendere un pò di fisica. E meno male che ora c'è il digitale (Dio ti ringrazio). |
| inviato il 29 Novembre 2023 ore 14:24
“ Ho sempre seguito questa semplice regola empirica per mettere a fuoco nei panorami sull'iperfocale approssimativa e non ho MAI avuto problemi, quindi vuol dire che in pratica funziona. „ Ma mettere a fuoco al doppio della distanza del soggetto più vicino che vuoi a fuoco vuol dire essere a metà dell'opera per fotografare in iperfocale, dopo devi scegliere l'apertura giusta, e per fare questo qualche formula serve (non al fotografo direttamente ma al programmino che la calcola). Ma non ho capito la cosa dell'1/3 e 2/3, ha a che fare con l'iperfocale o con la PdC in generale? |
| inviato il 29 Novembre 2023 ore 14:29
“ @iClaude E c'è anche chi è così presuntuoso da sentirsi superiore ad entrambi e in dovere di farlo notare „ Altrimenti peccherei di falsa modestia. |
| inviato il 29 Novembre 2023 ore 15:58
Dai che siamo quasi a 15 pagine… |
| inviato il 29 Novembre 2023 ore 16:54
Inutile negare che le "basi" servono. In principio bisogna "capire" quello che si sta facendo quindi è giusto studiarsi il primo manuale come se non ci fosse un domani, applicarsi cercando di assimilare i processi basici possibilmente scattando in manuale. Dopo di che è giusto e proficuo che vi sia un allontanamento dai tecnicismi, quindi provare a capire se in alcune circostanze sia meglio ma sopratutto sia possibile affidarsi agli automatismi o a parte di essi. Finito il rodaggio credo si possa iniziare a "fotografare" quindi assimilato e scremato il tutto riducendolo all'ottimizzazione nell'uso si passa allo studio della composizione avanzata, all'apprendimento della gestione della posa (per chi si occupa di ritrattistica posata) ed all'affinamento della gestione psicologica (LA COSA PIU' IMPORTANTE E COMPLESSA DI TUTTE). Per chi fa paesaggistica è importante iniziare a conoscere e prevedere gli sviluppi atmosferici, Per chi fa sport è importante riuscire a selezionare nel tempo le lunghezze focali più idonee e capire ed anticipare gli eventi (ALTRA COSA FONDAMENTALE). Per chi fa cerimonie è importante capire i vari passaggi e strutturare la propria attrezzatura in base alle varie fasi (cosa portarti durante la preparazione, nell'entrata in Chiesa e durante la Cerimonia e dopo, nei posati e nel ricevimento fino al lancio del bouquet) generalmente sono eventi ricorsivi che, tuttavia sono caratterizzati dall'imprevedibilità assoluta (quindi qui entra seriamente in campo l'esperienza). Per chi fa fotografia commerciale è fondamentale tutto l'apprendimento dell'attrezzatura atta ad illuminare e gestire la luce ed anche qui tanta tanta pratica. Poi ci sono quelli che fanno reportage di viaggio, avifauna, ecc.. ecc.. ecc... Per tutti è fondamentale imparare la postproduzione e capire quali sono i limiti della propria attrezzatura in rapporto ai margini di sviluppo. Ci sono miliardi di aspetti da "possedere" prima di poter iniziare a produrre immagini che si possano definire tali... Tra tutti questi di sicuro conoscere l'ingegneria, la meccanica, la teoria fisico quantistica assume una rilevanza pari allo 0.0000001% salvo che uno di mestiere non faccia ricerca e sviluppo. Questo mondo è talmente complesso che si può parlare solo ed esclusivamente di PERCORSO DI APPRENDIMENTO INFINITO. Che poi è il bello che ci fa essere anche qui a dire la nostra :D |
| inviato il 29 Novembre 2023 ore 17:53
Anche le macchine moderne hanno quei numerini "misteriosi": 2.8, 4, 5.6, oppure 100, 200, 400, 800, eccetera. Anche i flash moderni perdono 3/4 della potenza al raddoppiare della distanza. Chiunque sia un po' curioso vorrà saperne di più. I logaritmi non hanno mai mangiato nessuno e permettono di capire questi numeri e quindi padroneggiare la macchinetta. Non sono difficili, non fatevi intimidire. Il logaritmo in base 2 di un numero dice quante volte devo moltiplicare 2 per se stesso per ottenere quel numero: 2 = 1 volta, 2.8 = 1 volta e mezza, 4 = 2 volte, 5.6 = 2 volte e mezza eccetera. Quei numeri sono arrotondati apposta. |
| inviato il 29 Novembre 2023 ore 18:16
“ L'apertura deve essere chiusa, quindi f/11 o f/13 (su apsc basta meno): non è che serva una laurea in fisica MrGreen „ Va bene che deve essere chiusa, ma se il soggetto vicino è a 50cm o 5m le cose cambiano parecchio, anche la focale incide; se si approssima così brutalmente, e tutto sommato non dico che sia sbagliato, allora veramente la tecnica fotografica che serve si può imparare in un ora. |
| inviato il 29 Novembre 2023 ore 18:27
Vero... se parliamo dei soliti paesaggi per selezionare il diaframma adatto alla profondità di campo che si vuole si può andare anche un po' a spanne, e con un po' di esperienza ce la si fa. Ma quando il soggetto è vicino se si diafframma alla carlona sperando che basti poi quando si riguardano le foto si hanno spiacevoli sorprese... Se non ci si vuole stressare con le formule ci sono anche app per smartphone che fanno i calcoli per noi. Basta trovarne una che ci vada bene e usarla. |
| inviato il 29 Novembre 2023 ore 18:49
Vale lo stesso discorso che riguarda i musicisti: basta semplicemente saper esporre correttamente e saper comporre un fototgramma in modo opportuno. La fisica, i grafici, i manici... sono robe per chi desidera fare approfondimenti. In musica è sufficiente saper eseguire note ed accordi e rispettare tempi e pause. Non è necessario essere virtuosi per poter fare musica. Poi ciascuno può stravolgere schemi e regole come e quanto gli pare, ma coscientemente e non tirando i sassi nello stagno. Accade lo stesso anche in pittura: andatevi a vedere i primi dipinti di Klimt o di Van Gogh. Quindi è una questione di indole e di interpretazione, quel surplus. Infine esistono i talenti innati, che fuoriescono da questa casistica, ma di quelli ne nasce uno ogni milione ed ogni qualche decennio. |
| inviato il 29 Novembre 2023 ore 19:11
“ In musica è sufficiente saper eseguire note ed accordi e rispettare tempi e pause. Non è necessario essere virtuosi per poter fare musica. „ Il virtuosismo è una faccenda per pochi, e non tutti i musicisti che fanno buona musica sono dei virtuosi, e fin qui siamo d'accordo. Ma che sia "sufficiente saper eseguire note ed accordi e rispettare tempi e pause" per fare musica... beh... opinione imbarazzante anche da commentare. Perciò non commento oltre, ma si tratta di un modo assolutamente superficiale di intendere cosa sia fare musica. Tornando alle questioni tecniche possiamo invece dire che ci sono musicisti espertissimi in liuteria, che sanno tutto del loro strumento: come viene costruito, quali matieriali, quali procedimenti, come vengono calcolate forme e dimensioni delle parti che lo compongono eccetera eccetera, e conoscono la fisica acustica in modo approfondito, e altri invece che hanno conoscenze molto sommarie in queste materie. E naturalmente quando senti qualcuno suonare non hai modo di capire, da come suona, a quale delle due categorie appartenga. Con eccezioni e casi particolari però: Verdi e Wagner hanno contribuito entrambi a far sviluppare nuovi strumenti a fiato, per ottenere sonorità particolari che avevano in mente. Molti grandi chitarristi hanno collaborato coi liutai e hanno contribuito in modo importante alla creazione di strumenti di grande qualità. Molti direttori d'orchestra hanno conoscenze approfondite della tecnica esecutiva anche di strumenti che non sanno suonare in prima persona, e questo consente loro di ottenere performances di qualità superiore dagli strumentisti. Ma in anche in questi casi le conoscenze tecniche hanno finalità molto ma molto pratiche, e alcune servono per scopi specifici mentre altre non servono a nulla. Conoscere la diteggiatura del violoncello aiuta un direttore d'orchestra nel suo lavoro, mentre sapere che i crini dell'arco devono provenire dalla coda di un cavallo maschio è divertente, ma non serve assolutamente a nulla. |
| inviato il 29 Novembre 2023 ore 19:36
Da notare che negli obiettivi manuali, vecchi o nuovi, è sempre presente la scala della profondità di campo, che consente di gestire tutto senza sapere alcunché di formule, calcolatori e compagnia. Di sicuro funziona meglio che andare più o meno a caso, e in pratica funziona abbastanza bene in moltissime circostanze (del resto mica ce l'hanno messa a scopo decorativo), però in altre non tanto, essendo in parte basata su criteri alquanto arbitrari, per cui a scanso di sorprese non fa male, e qualche volta diventa necessario, saperne qualcosa di più. Più in generale, riguardo alla questione in oggetto, Feininger ricordava spesso anche come tanti tra i suoi più bravi colleghi di Life avessero conoscenze tecniche grossolane, cosa che magari costringeva a superlavoro il laboratorio ma non impediva di ottenere fotografie efficacissime; spiegava questo non per sminuire l'importanza della tecnica, naturalmente, ma per sottolineare quella di aspetti che sulla tecnica hanno la precedenza e che il lettore al quale si rivolgeva tendeva invece a sottovalutare. |
| inviato il 29 Novembre 2023 ore 20:12
A me hanno insegnato che il piano di fuoco è uno, e uno soltanto. La profondità di campo è un parametro che va preso per quello che è, una convenzione ottica. |
| inviato il 29 Novembre 2023 ore 20:12
I professori di composizione tedeschi avevano analizzato accuratamente gli spartiti di Wagner alla ricerca di errori formali. Non li hanno trovati, con loro grande scorno. Evidentemente Wagner conosceva la tecnica musicale da autodidatta. Anche Hitler (che era un caporale come me), stupì i generali dello Stato Maggiore del migliore esercito del mondo a quei tempi. |
| inviato il 29 Novembre 2023 ore 20:15
diciamo che Hitler stupì il mondo per altro…. |
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