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Quali sono le fotocamere col pixel pitch più piccolo?


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avatarsenior
inviato il 26 Ottobre 2023 ore 19:09

@Kelly 10,000 clic non significano di certo 10,000 Juzini coinvolti. Tenuto conto dei clic ripetuti nel tempo, a esagerare saranno (difficilmente) intorno a mille Juzini singoli.
Probabilmente sarò uno dei più invisi a Juza/Emanuele perché gli ho sottratto tanti clic. Specialmente anni fa davo risposte molto focalizzate che uccidevano qualsiasi 3d sul nascere. Adesso tengo conto anche di questo, perché alla fine qui sono ospite di Juza.
Il mio problema è come spiegare in modo semplice cose che spesso semplici non sono.
Tutta la storia della dimensione dei fotositi è riassumibile in due righe se chi legge sa cos'è una Trasformata Discreta di Fourier. Alcuni sanno che la DFT sta alla base di due compressioni molto popolari: Jpeg e MP3. Ma saperlo non ti serve a niente se non sai come funziona l'acquisizione di un segnale digitale. E via di questo passo.
Tendo a postare cose che so di sicuro e appena posso scatto foto di prova a supporto.
Fammi domande specifiche e ti rispondo, o qui o in mail privata.:-P

avatarjunior
inviato il 26 Ottobre 2023 ore 19:31

Provo ad aiutarti @Valgrassi (è un esercizio, spero non me ne vorrai) semplificando i concetti che esponi. Correggimi se dico castronerie.

Kelly eccoti i 5 punti che volevi:

1. Sensel più piccoli possono catturare più dettagli ma sono più sensibili alla diffrazione.

2. La diffrazione può ridurre la nitidezza effettiva delle immagini, soprattutto su sensori molto densi, a causa del punto uno

3. I sensori big mpx sono ovviamente in grado di catturare dettagli fini meglio di sensori meno densi, a parità di qualità delle lenti.

4. A diaframmi molto chiusi, la diffrazione può ridurre il vantaggio in termini di dettaglio offerto da questi sensori ad alta risoluzione.

Valgrassi ha dimostrato come una fotocamera con 24 megapixel non produca immagini significativamente più nitide di una da 6 megapixel a un diaframma molto chiuso (f/22), a causa della diffrazione.


Se guardi un pò più in la del solo esempio portato da Valerio, si capisce come, per certe applicazioni dove i diaframmi chiusi sono la norma come la paesaggistica o la foto in studio o quella macro, prima di scegliere una fotocamera con un sensore molto denso, ci si debba fare delle domande se il risultato vale la spesa ;-)

Ho riassunto bene Valerio ?

Spero di essere stato utile :-P

avatarjunior
inviato il 26 Ottobre 2023 ore 19:32

Valerio abbiamo scritto insieme .... prova a leggere.

avatarsenior
inviato il 26 Ottobre 2023 ore 20:01

Grazie!
Incuriosito, ho pescato questo articolo che mi studierò con calma.
blog.francescophoto.it/2012/03/08/diffrazione-e-risoluzione/

avatarsenior
inviato il 26 Ottobre 2023 ore 20:12

Meglio questo:

www.marcobisogni.it/diffrazione-e-diaframma-in-fotografia/

C'è il calcolatore di Cambridge in Colour, imposti formato sensore e Mpx della fotocamera e hai tutti i parametri limite ;-)

www.cambridgeincolour.com/tutorials/diffraction-photography-2.htm

avatarjunior
inviato il 26 Ottobre 2023 ore 20:46

Grazie @NoPhotoPlease ... il calcolatore è molto utile ;-)

avatarsenior
inviato il 26 Ottobre 2023 ore 20:59

Occhio che Cambridge qui fa drizzare il pelo MrGreen

avatarsenior
inviato il 26 Ottobre 2023 ore 21:09

@Jakk Prego!

Occhio che Cambridge qui fa drizzare il pelo MrGreen


Eeeek!!!

avatarsenior
inviato il 26 Ottobre 2023 ore 21:11

Vedo splendide foto di paesaggio a f/11 o f/13 con nitidezza elevatissima fatte con macchine con 61 mpx.
Forse il problema è sopravvalutato?
Oppure le ottiche utilizzate sono di altissima qualità?
Oppure una spintarella software risolve il problema?

Altra domanda prima di aver letto la letteratura specifica: Con la pellicola cosa succede?
Tutti i test delle varie ottiche riportavano grafici di risoluzione simili a quelli riportati oggi su digitale.
Cioè con andamento a V capovolta.

avatarjunior
inviato il 26 Ottobre 2023 ore 21:40

@Kelly15 la dimostrazione di Valerio è per farci capire come interpretare il problema in modo rigoroso anche se approssimato (ha usato una sola lunghezza d'onda).

La fisica non ti da giudizi ti da solo una misura rigorosa di quanto valga. Io non sono capace (e diciamo anche che sarebbe lunga mettersi a studiare per imparare a calcolarlo bene) ma sono sicuro che Valerio è in grado di dare una misura abbastanza precisa (con qualche assunzione tipo focale obiettivo fissa, lenti perfette e misura sul piano di fuoco) di quale sia il massimo dettaglio rilevabile ad una certa distanza, con un dato sensore (superficie e mpx) ad una data focale ad una certa apertura di diaframma.

Per capire quanto sia percepibile l'effetto della diffrazione dovresti fare una serie di foto con stessa ottica/diaframma ma su corpi macchina con sensore di diversa risoluzione. All'aumentare della chiusura del diaframma dovresti notare una perdita di nitidezza sul sensore più denso più accentuata tanto da far avvicinare la nitidezza delle foto prodotte dalle due macchine.


Per la pellicola non saprei cosa dire quindi sto zitto Cool

avatarsenior
inviato il 26 Ottobre 2023 ore 22:46

Nei suoi test degli obiettivi Christopher Frost analizza sempre il comportamento dovuto alla diffrazione. Sceglietene qualcuno e dateci un'occhiata Sorriso

www.youtube.com/@christopherfrost

avatarjunior
inviato il 27 Ottobre 2023 ore 0:32

questo è sbagliato. per la gamma dinamica (e similmente per quella tonale) devi considerare il pixel che riceve più luce e quello che riceve meno luce nell'intera foto, non due pixel affiancati. Per capirsi meglio .. intendo il più chiaro ed il più scuro di tutti quei milioni di punti di cui è fatta una certa immagine. i pixel più grossi hanno capacità maggiori (secchi più profondi) non ce n'è, danno grossi vantaggi. poi è chiaro che ci sono tanti modi per cambiare le cose, adattamenti, correzioni, proprio a livello hw e conta tanto l' ISO base a cui vengono impostate, ma insomma in generale è così come ti dico.

Gambacciani, tieni però conto che la luminosità che viene associata al pixel a valle del campionamento e conversione del segnale dipende dalla sua dimensione, quindi un pixel grande la metà che viene raggiunto dalla metà dei fotoni viene poi associato allo stesso livello di luminosità, quindi la questione qualitativa non è tanto legata al fatto che pixel più grandi raccolgono più luce, il problema è che a segnali bassi a parità di read noise questo influisce di più se i pixel sono più piccoli, perchè una parte del read noise si sovrappone a segnali più bassi e quindi è più influente.
Su un sensore idealmente privo di read noise (o ISO invariante, se volete), e che non perda superficie utile all'aumentare della risoluzione (e questo è praticamente ormai una realtà almeno nei sensori più grandi), gamma dinamica e SNR sarebbero indipendenti dalla densità.

Da quello che leggo intuisco che i sensori di Sony sono leggermente più performanti, mi sbaglio ?

Eh da un po' di anni Sony è la più avanzata nella realizzazione di sensori di immagine (quantomeno quelli di uso comune). Ma vi sono limiti fisici non superabili, quindi questo vantaggio rispetto ad altri produttori si assottiglia anno per anno. Immagina di poter arrivare idealmente al 100% delle capacità fisiche del formato, una volta arrivato al 99.5% non è che hai tanto altro da spremere, quindi pian piano ci arrivano anche gli altri e la concorrenza si sviluppa su altri fronti (ora va' tanto di moda la velocità di readout ad esempio).
L'apice della tecnologia realizzativa finalizzata alla qualità di immagine secondo me è stata ottenuta con il sensore sony da 42MP di R2 ed R3. A1 e R5 ci vanno molto vicine, la A1 doveva puntare molto sul readout e questo ha causato qualche compromesso.

avatarsenior
inviato il 27 Ottobre 2023 ore 10:04

@OT Leonardo grazie al libro del nostro amico Paolo Potalivo ho letto tanti di quei libri su Clay/Ali/Liston/Frazier/Foreman da fare temere che non sia sano di mente.
Tu non sei un massimo ma di sicuro capirai la boxe più di me.
Il documentario premio Oscar di Leon Gast l'avrò rivisto decine di volte.
Succede nella narrativa della boxe quello che succede anche in fotografia: un predominio di autori ebrei o parzialmente ebrei.
Il mio idolo è papa Hemingway, quello che a Parigi tirava con Ezra Pound, con una differenza di peso illogica.
Tu quanto hai letto sulla boxe? Sono curioso.
Per me è facile tracciare paralleli con quelli che scrivono di fotografia digitale. La maggioranza non ha capito quello che scrive. Ti imbatti in uno di questi sedicenti esperti e non capisci più niente del digitale per il resto della tua vita.Triste
Nel caso di "Cambridge in Colour" c'è un'aggravante. L'autore è un Ph.D. in ingegneria chimica e ha scelto di scrivere per i gonzi. Non è scusabile ai miei occhi. Però i soldi si fanno andando dietro ai gonzi, non a quelli che capiscono.MrGreen

avatarsenior
inviato il 27 Ottobre 2023 ore 10:13

Mi spiace aver fatto “drizzare il pelo” a qualcuno per Cambridge in Colour MrGreen ma la mia citazione era relativa al solo programma di calcolo della diffrazione ;-)

avatarsenior
inviato il 27 Ottobre 2023 ore 10:21

@NoPhoto quella routine è intrinsecamente fuorviante. Cavalletto e f/32 con un obiettivo che si chiuda a f/32 e provi personalmente.
Vedrai quante sciocchezze si sprecheranno sui telefonini con sensori 1"...mai oltre f/4, chissà perché i miei sensorini da 1" (virtuali) "tengono" tranquillamente a f/16.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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