| inviato il 15 Ottobre 2023 ore 12:08
Francamente relegare la fotografia alla qualità dello sfocato, alla sua "cremosità" o al suo "nervosismo", ritenendo questi come aspetto importante e imprescindibile della fotografia stessa, a mio modesto parere, significa bistrattare la fotografia stessa. Ben vengano nuove tecnologie che a due lire permettano risultati altrimenti raggiungibili con attrezzature pazzesche, tanto la natura e la bellezza della fotografia albergano altrove e non nei vari effetti "3 D" o sfocati di sorta. |
| inviato il 15 Ottobre 2023 ore 12:23
@Ziojos Sai tutti mi conoscono per essere un incurabile ottimista. Ma questo rende forse ancora più grave la mia percezione. Gli ultimi recenti eventi bellici (Ucraina e Israele) raccontano solo della grande stupidità umana. Stupidità umana che peraltro ha a disposizione armi sempre più pericolose. La vedo male purtroppo. E il mio OT è meno fuori di quanto possa apparire |
| inviato il 16 Ottobre 2023 ore 0:35
Insomma il magico sfocato naturale per ancora un bel po' e' salvo… #magico sfocato #dream lens #naturali vs. rifatte |
| inviato il 16 Ottobre 2023 ore 1:19
Anche il magico sfocato di un 1.2 mortifica la realtà. |
| inviato il 16 Ottobre 2023 ore 1:36
X Simone_S Ho appena finito di leggere i due link e li trovo molto molto interessanti, del monocular depth estimation ne sentii parlare tempo fa ma non credevo che Adobe fosse riuscita ad implementarlo, sarebbe davvero un bel colpo. |
| inviato il 16 Ottobre 2023 ore 10:48
E mica tanto, qui c'abbiamo la cataratta. |
| inviato il 16 Ottobre 2023 ore 11:53
“ Ma secondo te in tutta onestà un denoise che tira fuori un po' più di micro dettaglio e si vede solo al 100% o stampando enorme e uno strumento che mistifica la realtà? Se la risposta a questa domanda per te e sì allora niente, partiamo da presupposti proprio molto differenti „ . @Simone_S Ti ringrazio e premetto che ? un piacere dialogare con chi ha opinioni strutturate e un proprio bagaglio tecnico che le motiva, eh Si, effettivamente abbiamo due opinioni diverse e la mia no si basa solo su ciò che penso ma sulla evoluzione dell'etica in ambiti dove la veridicità è considerata prioritaria. Se l'occhio non vede la modifica allora è lecita in qualsiasi ambito, questo non aderisce alla realtà “pre AI” e le polemiche sul post del 2015 ne sono prova e cercando nel forum si trovano diversi post dove si parla di “falsificazione” con strumenti del genre. Oggi non accadrebbe. Questo cozza con la filosofia con cui si lavorava prima e con quella serietà che sta alla base del principio sul quale dovrebbe fondarsi, nel nostro caso, un sito di fotografia naturalistica di fauna e flora. La mia non è una polemica sterile, osservo e ragiono su cosa scrivono altri fotografi e registro una intima trasformazione che motiva le paure a volte anche troppo scomposte di alcuni fotografi che criticano qualsiasi strumenti che cambi la natura della immagine in altri. Blur, Denoise , riempimenti generativi ma anche semplicemente il timbro tampone. Fintanto che non esiste un decalogo scritto, raggiungibile da tutte le pagine e non nacosto in una cronologia senza indice tutti si faranno le regole da soli e la veridicità delle immagini sarà diversa dall'era pre AI. Quindi per non andare troppo fuori tema, fauna e flora nelle rispettive sezioni dovrebbero obbligare i fotografi a dichiarare nel dettaglio che tipo di post produzione? |
| inviato il 16 Ottobre 2023 ore 11:56
“ la veridicità delle immagini sarà diversa dall'era pre AI. „ La veridicità delle immagini nella fotografia non è mai esistita fin dal 19 agosto 1839, con o senza post produzione, con o senza AI. |
| inviato il 16 Ottobre 2023 ore 12:02
“ Quindi per non andare troppo fuori tema, fauna e flora nelle rispettive sezioni dovrebbero obbligare i fotografi a dichiarare nel dettaglio che tipo di post produzione? „ Temo che non ci sia altro modo che affidarsi alla buonafede e ipotizzare che gli interventi vengano fatti "within reason". Ma in fin dei conti il problema di non veridicità si pone quasi meno in quel genere di fotografia in quanto se fai piccoli interventi migliorativi della qualità immagine (che é l'obiettivo della postproduzione fin da quanto esiste cioè sempre), non stai alterando il contenuto. Un contenuto alterato e non veritiero in quel contesto cosa sarebbe ? Una gazzella che mangia un bue muschiato nella savana ? Una giraffa azzurra ? É impossibile alterare il soggetto in modo palese senza che sia evidente. Rimuovere un albero che sta male sullo sfondo col timbro clone é illecito ? Non lo so, se l'intento della foto é mostrare il leone che sta in primo piano e non quello di documentare quel paesaggio per permetterne la geolocalizzazione direi proprio che é lecito, é solo un abbellimento. |
| inviato il 16 Ottobre 2023 ore 12:05
“La veridicità delle immagini nella fotografia non è mai esistita fin dal 19 agosto 1839, con o senza post produzione, con o senza AI.” Esatto, anzi l'immagine è sempre stata usata, in alcuni contesti, per far credere alla gente ciò che si vuole far credere |
| inviato il 16 Ottobre 2023 ore 12:24
Il tema della "verità" è stato ampiamente trattato da chi ha affrontato la fotografia sul piano teorico, con l'unanime giudizio di non veridicità della fotografia. D'altra parte nessuna riproduzione della realtà può essere uguale alla realtà. La fotografia è la riproduzione bidimensionale di un mondo tridimensionale. Uno scatto a 1/4000 di secondo o a 10 sec di posa non assomigliano a nessuna esperienza visuale umana. Così ugualmente lo sfocato che ottengo con f/1,2. Oppure la visione di un ultra grandangolare o di un super tele. Nessun occhio umano vede così. Se cambio pellicola, trattamento, sensore, profilo colore, ecc. ottengo risultati completamente differenti. Potrei continuare… Perché dovrei chiamare "vere" queste fotografie? Quindi di cosa stiamo parlando? Parliamo di una novità in termini di tecnologia applicata. Abbiamo digerito il cambiamento dalla generazione ottica-chimica della fotografia tradizionale a quella ottica-matematica della fotografia digitale, che già permette facili e enormi alterazioni di quanto registrato otticamente. Ora la novità è che i dati registrati possono essere la base per costruire della grafica computerizzata che si mimetizza all'interno di un oggetto "prevalentemente" ancora fotografico. Il riempimento generativo è il caso più eclatante. Cosa cambia? Poco rispetto alla capacità di alterazione che era già presente in tanti strumenti digitali di uso "quotidiano" come il clone. Sono più "colpevole" se uso un clone AI invece di quello "vecchio"? Direi di no… Allora cosa conta e conterà in futuro? È sempre la solita risposta: conta il limite che il fotografo si dà se vuole restare fotografo e non "pittore digitale". |
| inviato il 16 Ottobre 2023 ore 12:29
Però l'olio di palma è ottimo, ma è stato messo in black list perche troppo competitivo per le grandi multinazionali americane che si sono inventati una caccia alle streghe Parlo da tecnologo oleochimico con 30 anni di esperienza |
| inviato il 16 Ottobre 2023 ore 12:30
+1 per Ale Z e il suo bellissimo post |
| inviato il 16 Ottobre 2023 ore 12:37
Ale Z, perfetto! |
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