| inviato il 05 Agosto 2023 ore 17:49
non mi pongo l'interrogativo di cosa sua meglio ( che sotto sotto nelle tue parole si avverte): ************************ Migliore sempre e solo per me Claudio, perché è quello che io preferisco, non certo migliore tout-court! |
| inviato il 05 Agosto 2023 ore 18:00
In ogni caso, per non sbagliare, è necessario conoscere la luce...ed io la luce conosco molto bene poichè fotografo quasi sempre senza l'ausilio dell'esposimetro. Tu, invece, leggendo tra le tue credenziali, ho notato che fotografi con Canon EOS supertuttaccessoriatautofocheggiante e, perciò, la luce non puoi conoscerla bene. Per cui, in definitiva, la tua inutile regoletta, ti è servita solo a far pressione sui polpastrelli per un banale chiacchiericcio: Ma qualche volta trattieniti! ************************** Tì sei dimenticato un particolare però... e cioè che per rendere immortale una fotografia la devi riprendere con una Leica. Giusto? Adesso però fai una cosa intelligente... Oddio lo so che per te è impossibile però provaci lo stesso, comincia a pensare al prossimo alias ok? |
| inviato il 05 Agosto 2023 ore 18:48
Scusa Paolo, non avevo capito chi avevo di fronte perché non avevo letto il precedente. Per me resta interessante il tuo interrogativo e la tesi condivisibile; oltretutto, sul piano psicologico, proprio perché persone come te e me e tanti altri hanno conosciuto bene e vissuto profondamente le due epoche possono bene apprezzare l'entità del cambiamento non solo tecnico, ma di costume e fi interpretazione. Siamo in un certo senso, dei sopravvissuti di un'era e degli apprendisti di un'altra. |
| inviato il 05 Agosto 2023 ore 23:19
@Paolo sei nato nel 1960. Scattavo dia a partire dal 1969 e facevo il secondo anno di chimica industriale alla Statale. Da "Fotografare" avevo preso il suggerimento che per le dia Kodak 1/30s fosse il tempo ottimale. È anche l'idea di McCurry per i suoi ritratti, a rischio di mosso. Non posso aspettarmi che uno abbia nozioni di cinetica chimica (come ovvio), però l'effetto Schwarzschild è sempre stato ben noto e dovrebbe insinuare qualche dubbio e curiosità in chiunque non abbia una formazione scientifica, quindi la maggioranza qui. |
| inviato il 05 Agosto 2023 ore 23:45
Caro Valerio io sarò certamente limitato, anzi questo diamolo per scontato, resta il fatto però che continuo a non capire. Ora l'effetto Schwarzschild è il DIFETTO di reciprocità ma, nel contempo, l'EFFETTO di reciprocità stabilisce pure che, all'interno di una determinata gamma di tempi di posa, tu puoi variare a piacere tutte le coppie tempo/diaframma equivalenti restando sicuro del fatto che l'emulsione reagirà sempre allo stesso modo. Ora dal momento che, generalmente, la reciprocità era garantita entro una gamma di tempi di posa che si estendeva fra 1/2 sec e 1/1000 di sec mi spieghi per quale oscuro motivo la coppia, faccio una ipotesi, 1/30 a f 4 sarebbe stata, con una pellicola Kodak, da preferire alle coppie equivalenti, quindi reciproche, di 1/60 a f 2,8 oppure di 1/15 a f 5,6? |
| inviato il 06 Agosto 2023 ore 14:52
Paolo sto aspettando anche io la risposta, quasi tutti conoscono il difetto di reciprocita, ma é la prima volta in tanti anni che sento affermare che la pellicola preferisce il tempo di 1/30, non l'ho mai sentito dire da nessuno altro, quindi sono proprio curioso di vedere che dice Ps. a pensarci un motivo c'é, ma aspettimamo perche a me da un tempo differente |
| inviato il 06 Agosto 2023 ore 15:57
Non so Lomo, se una affermazione del genere l'avesse fatta qualcun altro l'avrei semplicemente giudicata una iperbole, nella migliore delle ipotesi, una stupidaggine nella peggiore, ma Valerio è una persona che sa quel che dice quindi la cosa mi incuriosisce anche se, visto che il fatto sembra riguardare le pellicole Kodak, beh allora devo anche aggiungere che di quel che dice Kodak non ho mai avuto grande considerazione. |
| inviato il 06 Agosto 2023 ore 16:20
Paolo io e Vale non abbiamo un buon rapporto, ma non ho preconcetti, se c'é qualcosa da imparare sono sempre pronto ad ascoltare c'é pero una cosa che non capisco, cosa c'entra il difetto di reciprocita che riguarda i tempi di sviluppo, con il rischio mosso e il tempo minimo usato da Mcurry di 1/30 per evitarlo comunque a pensarci un motivo potrebbe essere che il difetto di reciprocita esegue una curva minima di 1/2 e massima di 1/1000 entro il quale se esci bisogna variare i tempi di sviluppo, essendo una curva alla meta dovrebbe esserci il rapporto migliore tra tempo dell'otturatore e tempo sviluppo, ma come logica se é la meta della curva, il tempo "migliore" per impressionare una pellicola dovrebbe essere 1/60 in un range di 1/2 e 1/1000 e non 1/30 |
| inviato il 06 Agosto 2023 ore 16:59
Il difetto di reciprocità riguarda i tempi di esposizione lunghi oltre il secondo è richiedono una correzione sua di tempo (non lineare) che di cromatismo (servono filtri che la misurazione della temperatura cromatica non richiede coi tempi brevi). Il tempo del 1/30 era quello più adatto alle kodschrome 25 ma non vaie per tutte le pellicole (1/125 con le 100 asa ad esempio). Ma la cosa va presa con ampia possibilità di scelta: il difetto di reciprocità si manifesta con tempi lunghi oltre il secondo o brevi oltre il 1/2000. Ma sempre meno cin le pellicole moderne, leggermente ibride e non fosse su un valore cromativi predeterminato |
| inviato il 06 Agosto 2023 ore 17:05
@Fernando80 dice che è ia pellicola che produce arte. Mah, direi di più l'artista, quei pochi che lo sono ovviamente |
| inviato il 06 Agosto 2023 ore 18:10
Continuo a non capire. Perche un 30esimo era il tempo più adatto alla kodachrome 25? |
| inviato il 06 Agosto 2023 ore 18:17
Fernando80 dice che è ia pellicola che produce arte. Mah, direi di più l'artista, quei pochi che lo sono ovviamente ******************************** Non dice solo questo. Lui, insieme con i suoi suoi numerosi alias precedenti, affermano che per produrre Arte non basta solo la pellicola... ci vuole anche e soprattutto una Leica. Tranne che in proiezione ovviamente... lì le ottiche Leica, tanto straordinarie in fase di ripresa, semplicemente non servono! |
| inviato il 06 Agosto 2023 ore 19:06
Il Difetto di Reciprocità, o Effetto di Non Reciprocità, riguarda tutte le pellicole ma varia molto da emulsione a emulsione. Non proprio catastrofico col Bianco & Nero, problematico col Negativo Colore e semplicemente disastroso col positivo, ha avuto particolare attenzione da parte dei vari costruttori sul finire del secolo scorso proprio con le diapositive, dove per esempio si è passati da 1 sec della Velvia 50 ai 16 sec della Provia 100 F, fino ai 32 della Velvia 100F e addirittura ai 64 sec della Astia 100 F.* Questo per i tempi lunghi, per quelli brevi invece mi pare che in un paio di casi si sia arrivati a 1/4000 di sec. La correzione è relativamente semplice: in buona sostanza il problema si risolve aumentando la quantità di luce in entrata, questo però deve avvienire UNICAMENTE prolungando il tempo di posa... insomma aprire il diaframma non risolve il problema! L'unico vero limite è che l'allungamento dei tempi non è infinito, senza contare la forte scocciatura legata all'uso del filtri CC necessari per compensare gli slittamenti cromatici i quali, a loro volta, aggiungono due ultetiori criticità: 1) un ennesimo allungamento del tempo di posa e, 2) una ulteriore perdita di qualità legata alla non eccelsa qualità intrinseca dei filtri in gelatina. Insomma col digitale tutti questi problemi non esistono! *) vado a memoria per cui i valori sono questi ma potrebbero essere distribuiti in maniera diversa. |
| inviato il 06 Agosto 2023 ore 20:59
@Paolo: sì, hai ragione. Per quel che riguarda la mia esperienza, il problema riguarda in minor misura il B/N e in maggior misura il colore, come dici tu, dove, oltretutto, si assiste facilmente a slittamenti dei colori. Non era uguale per ogni marca e sensibilità e, quindi occorreva farsi una esperienza personale. Nel B/N compariva già verso 1/4 di sec. Facendo lunghe esposizioni si doveva aumentare il tempo di posa, altrimenti si ottenevano negativi molto leggeri, poco densi, con poco dettaglio nelle ombre. Il problema è che aumentando il tempo di posa si provocava un maggiore dettaglio nelle ombre, ma, contemporaneamente, un ulteriore e fastidioso aumento del contrasto con luci ( esempio delle luci delle case o dei lampioni) che apparivano "sparate", bruciate. Ecco perché io mi regolavo ( come suggerito in vari testi) con aumento di esposizione seguito da una riduzione del tempo di sviluppo. Mi regolavo empiricamente con una riduzione del 5/10% dello sviluppo e cercavo di contenere l'aumento del contrasto anche con una riduzione della agitazione. Da considerare che in teoria l'inverso doveva avvenire per aumenti dei tempi superiori al 1/1000. Nelle pellicole a colori il difetto di NON reciprocità ( dizione, a mio parerexpiù corretta) compare in un intervallo più ristretto, e come diceva Paolo, era più drammatico perché i vari strati tipici dell'emulsione a colori NON presentavano tutti la stessa sensibilità. Quindi slittamento dei colori e diverse sensibilità. Senza contare che poi il colore veniva trattato da laboratori ai quali non sempre si poteva comunicare le variazioni apportate. Io, perciò qualche modifica la sopportavo allo sviluppo delle dia, che facevo da ne, mentre non ho mai sviluppato il negativo colore. Tanti problemi oggi eliminati scattando in RAW digitale, dove, certamente, ci sono altri problemi |
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