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"La fotografia rappresenta la realtà" e Berengo-Gardin


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avatarsenior
inviato il 24 Agosto 2023 ore 11:10

Torno a quanto ho già detto: più che la fedeltà nella trasposizione meccanica dalla luce che investe il soggetto all'immagine prodotta su pellicola o sul sensore conta l'intenzione del fotografo nel cercare di essere il più onesto possibile nel proporre quel che è passato davanti ai suoi tre occhi a coloro che vedranno le foto che farà.
Questo per me è il vero realismo. Relativo, si capisce, ma l'unico che abbiamo.

avatarsenior
inviato il 24 Agosto 2023 ore 11:47

Torno a quanto ho già detto: più che la fedeltà nella trasposizione meccanica dalla luce che investe il soggetto all'immagine prodotta su pellicola o sul sensore conta l'intenzione del fotografo nel cercare di essere il più onesto possibile nel proporre quel che è passato davanti ai suoi tre occhi a coloro che vedranno le foto che farà.
Questo per me è il vero realismo. Relativo, si capisce, ma l'unico che abbiamo.

@Miopartistica
Si, certamente questa del realismo è la tua visione della fotografia.

avatarsenior
inviato il 24 Agosto 2023 ore 12:24

Visione molto molto limitata.

user249402
avatar
inviato il 24 Agosto 2023 ore 13:31

Non ho letto tutti gli interventi, di sicuro è già stato scritto, la fotografia, così come qualsiasi altra forma di rappresentazione, non è la trasposizione del reale su di un mezzo di comunicazione, è un'interpretazione, a doppia via, di quel che ci circonda. La prima via è quella del fotografo, che in base ad una sua personalissima visione del mondo, sceglie cosa riprendere e come metterlo in scena, la seconda via è quella di chi sofferma sull'immagine, che l'interpreterà esclusivamente in base al suo sentire, cioè alla sua formazione ed anche allo stato d'animo nel momento in cui osserva.
La "realtà" non è mai univoca, per fortuna.

avatarsenior
inviato il 24 Agosto 2023 ore 13:47

Torno a quanto ho già detto: più che la fedeltà nella trasposizione meccanica dalla luce che investe il soggetto all'immagine prodotta su pellicola o sul sensore conta l'intenzione del fotografo nel cercare di essere il più onesto possibile nel proporre quel che è passato davanti ai suoi tre occhi a coloro che vedranno le foto che farà.
Questo per me è il vero realismo. Relativo, si capisce, ma l'unico che abbiamo.


Non lo trovo completamente sbagliato ma è evidente dove sia il punto debole del discorso. Le cose non passano davanti al fotografo, è lui che le va a cercare. Non è possibile eliminare la scelta a monte dello scatto. Perfino nel caso di una foto-trappola c'è chi ha deciso dove posizionarla.
Questo è soltanto il punto di vista del fotografo. Non capisco solo e non mi capacito del perchè questo venga confuso con la menzogna, che dipenderà eventualmente da quello che viene dichiarato dall'autore.

avatarsenior
inviato il 25 Agosto 2023 ore 1:28

Non capisco solo e non mi capacito del perchè questo venga confuso con la menzogna, che dipenderà eventualmente da quello che viene dichiarato dall'autore.


Personalmente avevo già portato degli esempi su questo, di come la foto può benissimo mentire (vedi i 3 es. che ho già scritto a pag.1), oltre al suo autore.
Desumo che tu se li hai letti, li abbia dimenticati o non recepiti, ahimè.

Metti che l'autore non proferisse parola.
Di fronte ad un bella immagine di un pomodoro e di quanto appetitoso possa apparire... Mentre nel lato posteriore è ammuffito. Etc...

Che la fotografia possa mentire è un fatto acclarato da tempo.
Unitamente o indipendentemente dal suo autore.


avatarjunior
inviato il 25 Agosto 2023 ore 8:45

@Remember.. vero però rimane sempre una foto di un pomodoro. senza dubbi

avatarsenior
inviato il 25 Agosto 2023 ore 9:19

Parliamo in concreto, i discorsi generici mi annoiano terribilmente.
Fontcuberta è un autore che ragiona da tempo sulla fotografia e sul rapporto che ha quest'ultima con la realtà.
I suo lavori sono molteplici ma vorrei citare Herbarium pubblicato nel 1983

angelsbarcelona.com/en/artists/joan-fontcuberta/projects/herbarium/158

Questa piante non esistono, sono create dall'autore che crea un Herbarium ispirandosi a quelli tanto diffusi anni fa.
Nè fa una mostra che fa in un museo di storia naturale perchè il contesto è importante.
Il risultato è che il pubblico ha creduto alla veridicità di questi strani esemplari, non perchè il fotografo li ha spacciati per veri, ma per il contesto della mostra.
Questa è stata solo una delle sue operazioni nè ha fatte parecchie altre ragionando su fotografia comunicazione e rapporto con la realtà.

Nel 1977 Larry Sultan e Mike Mandel pubblicano un libro diventato una pietra miliare per un certo tipo di fotografia

www.micamera.com/prodotto/evidence-larry-sultan-mike-mandel/

Le foto sono tutte prese da archivi fotografici di corporazioni e istituzioni governative americane dopo una lunga selezione.
Le foto erano legate quindi a una specifica documentazione, nulla di artistico.
Ma sono decontestualizzate a affiancate ad altri scatti creando nuove percezioni, non c'è spiegazione per chi le guarda che in base alla propria cultura e sensibilità avra una percezione diversa creata dalle asscociazioni degli scatti.

Con il progetto innocents Taryn Simon fotografa persone innocenti andate in galera sulla base di riconoscimenti di foto segnaletiche, lì'autrice fotografa queste persone vittime di errori giudiziari nel luogo del presunto crimine.

tarynsimon.com/works/innocents/#1

In tutti questi casi le persone sono state accusate e imprigionate basandosi sul riconoscimento delle persone attraverso appunto le foto segnaletiche.
Anche questo è un ragionamento su quanto davvero la fotografia rappresenti la realtà.

Ora dopo più di 40 anni siamo ancora avvitati sugli stessi banali ragionamenti o magari è anche ora di fare un passettino?

avatarsenior
inviato il 25 Agosto 2023 ore 9:26

Eh... quella delle foto segnaletiche è davvero emblematica!

Ma anche l'Herbarium non scherzava

avatarsenior
inviato il 25 Agosto 2023 ore 9:39

Berengo-Gardin e "La fotografia rappresenta la realtà"

Ho visto di recente in tivù il film-documentario su Berengo-Gardin e mi ha dato lo spunto per puntualizzare un paio di cose a proposito della famosa frase che ogni tanto si legge qui dentro ("La fotografia rappresenta la realtà") e che secondo me può avere delle interpretazioni più intelligenti di quelle che di solito vengono date.
Mi spiego meglio, cercando di mettere in relazione due cose che mi hanno colpito:
1) Berengo-Gardin nel documentario citato a un certo punto dice che la fotografia deve rappresentare la realtà e che lui, prima ancora che il cinema italiano si orientasse verso il neorealismo coltivava idee simili a quelle di questa corrente.
2) Parlando della sua foto che raffigura una coppia mentre si sta baciando, questa:
fondazioneartecrt.it/opera/venezia-gianni-berengo-gardin/
dice di aver aspettato un po' il momento giusto per scattare, e di aver impostato di proposito un tempo di posa lungo per far sì che i piccioni che stanno ai piedi della coppia venissero mossi. Questo mosso doveva simboleggiare il fatto che non si trattasse di un bacetto da nulla ma di un vero bacio appassionato, che durò nel tempo, e il mosso dei piccioni rappresenta appunto il prolungarsi di quel momento.
Allora: "La fotografia rappresenta la realtà" anche secondo Berengo-Gardin. Ma nella realtà i piccioni non sono sfocati!
E allora cosa significa questo "rappresentare la realtà" secondo lui? Non vuol dire documentarla in modo scientifico mostrando quanti più dettagli possibili nel modo più preciso possibile, ma testimonia invece dell'atteggiamento indagatore (ma sempre rispettoso) del fotografo, che questa realtà cerca di capire e di far capire agli altri quello che sta dietro e oltre all'immagine che si vede. Atteggiamento che per altro ha sempre tenuto in tutta la sua carriera: "rappresentare la realtà" nel senso di farla capire nel modo migliore, partendo da immagini concrete ma significative. Fare immagini significative della realtà che si vuole rappresentare, che attingono significato e valore non solo dalla scena fotografata ma anche dal lavoro e dagli interventi (che potremmo definire forse "creativi") del fotografo, non produrre semplici fotocopie di quel che passa davanti all'obiettivo.
Questo è in effetti un punto di vista che posso accettare, un'interpretazione intelligente della frase incriminata "La fotografia rappresenta la realtà".
Quel che ho letto a volte qui dentro in proposito invece spesso mi ha convinto molto molto meno.


Il mondo della fotografia è così vasto che è difficile mettere delle etichette, anche se posso essere d'accordo per gusto personale,che la fotografia debba rappresentare la realtà, ci sono tantissimi esempi che ti potrei fare, di fotografia che non rappresenta la realta.
Il 90% delle fotogrfie su Instagram (forse per alcuni non sono fotografie, ma tecnicamente lo sono), non rappresentano la realtà.
Foto di paesaggi con colori enfatizzati all'inverosimile, non rappresentano la realtà.
Foto macro con insetti morti messi in posa, che si guardano sopra un fiore, con il riflesso nell'acqua, non rappresentano la realtà.
E potrei andare avanti.

L'esempio che hai fatto delle coppia che si bacia, con i piccioni che con il loro movimento danno a chi guarda la foto, il senso del passaggio del tempo, rappresenta la realtà. Semplicemente è la realtà impressa nel fotogramma per il tempo nel quale il fotogramma/sensore è stato esposto. Ma non c'è nulla di inventanto, è reale. Il valore aggiunto di quella foto, al di la dell'aspetto tecnico, è quello di trasmettere un messaggio a chi la guarda.


avatarsenior
inviato il 25 Agosto 2023 ore 9:58

Di fronte ad un bella immagine di un pomodoro e di quanto appetitoso possa apparire... Mentre nel lato posteriore è ammuffito.


Faccio un ultimo tentativo, poi alzo bandiera bianca Sorriso
La foto rappresenta la realtà di quella faccia del pomodoro.
La menzogna sarà di chi andrà ad usare quella foto (non necessariamente l'autore) per dire : <<guardate come sono sani questi pomodori>>

avatarsenior
inviato il 25 Agosto 2023 ore 9:59

Eh... quella delle foto segnaletiche è davvero emblematica!

Ma anche l'Herbarium non scherzava


I progetti sono molteplici si può citare anche la serie Jpeg di Thomas Ruff legata a un preciso periodo storico e che vuole fare un ragionamento sulle notizie nebulose, distribuzione accelerata delle immagini, distorsione dei fatti avvenuta in quel periodo con un'immagine emlematica che nè è il punto di partenza:



avatarsenior
inviato il 25 Agosto 2023 ore 11:44

Ragazzi cosi state disquisendo di due piani diversi. Chi parla del messaggio dice che come è il pesce nel piatto, quali sapori ed odori può avere. Chi dice che la foto deve partire dal reale insiste sul fatto che se il pesce è pescato devi essere partito dal fiume, in acqua con gli stivali, e tirarli su con la e canna. Non vale la pescheria.

Il pesce preso in pescheria può essere più o meno buono, magari è delizioso, ma se voglio definirmi pescatore non posso prenderlo in pescheria.

Il messaggio veicolato da una immagine può essere qualsiasi, siamo d'accordo che si può trasmettere tutto ed il contrario di tutto... Per produrre quell'immagine posso utilizzare.mille metodi diversi. Ma se è fotografia il metodo è solo qualcosa di reale che ha emesso o riflesso fotoni. Sennò è grafica

Perché è importante questa distinzione? Torno a dire, lo stesso motivo per cui una stampa 3D non ha lo stesso valore di una scultura dal pieno, anche se alla fine possono essere identiche.

avatarsenior
inviato il 25 Agosto 2023 ore 11:54

Continuo con gli esempi concreti.
Parliamo di libri che parlano della storia della fotografia e prendiamo spunto da diversi libri che possono anche essere citati:





La foto è di Gustave Le Gray che oltrepassò il limite del mezzo fotografico con una delle prime esposizioni multiple stupendo all'esposizione Universale del 1889.

Continuando abbiamo molti esempi diversi come man ray con le violon d'ingres del 1924 considerata la foto più costosa attualmente venduta, ma la particolarità è che le chiavi di violino sono dipinte a mano

img.fotocommunity.com/man-ray-le-violon-dingres-1924-3db88af5-21b2-4b8

senza considerare i vari esperimenti di solarizzazioni, Rayografie ecc...

Parlando di un italiano direi di citare Paolo Gioli
www.paologioli.it/

Ma anche Jeff Wall universalmente citato nei libri di fotografia:

thespacebetweenphoto.files.wordpress.com/2020/10/2946d22549fc1ebfbe566

questa foto è il risultato dell'unione di più di 70 scatti, eppure Jeff Wall è considerato un fotografo e grazie a lui la staged ha avuto un nuovo rilievo internazionale



avatarsenior
inviato il 25 Agosto 2023 ore 13:48

Prendo spunto da quanto ha scritto sopra Matteo Groppi.
Le fotografie di Jeff wall, i significanti delle sue fotografie appaiono, all'osservatore, sempre in bilico tra il finto e ricostruito, staged phottography, e la rappresentazione di un ritaglio di mondo esistente.
Il significato che Jeff Wall vuole attribuire alle sue fotografie non è sempre noto e chiaro. Quello che più importa è il significato che l'osservatore ne trae, che poi potrà essere diverso da un'osservatore all'altro. A questo punto mi dico, chi se ne frega se i significanti delle fotografie rappresentano una porzione di realtà piuttosto che una ricostruzione? Qui quello che conta appunto è cosa ne trae l'osservatore. Ovviamente qui si tratta di progetti consistenti, non si parla di fotografia singola, sempre meno considerata
www.google.com/search?sa=N&hl=it&sca_esv=559959589&cs=0&sxsrf=AB5stBhn

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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