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Di anno in anno la tecnologia fa passi da gigante, ormai si può dire che è inarrestabile, facendo salti evolutivi in modo esponenziale, indubbiamente in futuro i telescopi ci permetteranno di scoprire molto di più, io nella mia ignoranza non so dire quanto ci vorrà, soprattutto cosa si potrà vedere e scoprire in più con le nuove tecnologia, forse non saranno più specchi e lenti a costituire gli organi visivi elettronici del domani, magari una tecnologia talmente avanti che nemmeno immaginiamo, ci permetterà, anche si vedere e soprattutto di scoprire quelle civiltà lontane che tanto speriamo di trovare in questo vasto e forse infinito spazio tempo.
A spasso con Webb nell'ammasso di Pandora La luce di queste sorgenti ritrae la vastità dello spazio in una singola immagine. La vista panoramica unisce quattro istantanee e un totale di circa 30 ore di esposizione.
“ E' già ridicolo adesso pensare ad una galassia che si forma in 700 milioni di anni... „
A parte questo, qualche problema lo pone comunque il fatto di poter osservare ORA la luce emessa in epoche così vicine all'inizio dell'Universo. Posto che effettivamente questo sia in espansione, significherebbe che la materia scaturita dal Big Bang sarebbe stata proiettata per milioni di anni dopo l'esplosione a una velocità superiore a quella della luce (che ci ha dovuti rincorrere raggiungendoci solo ora ), oppure che anche la traiettoria della luce emessa da stelle e galassie segua un andamento ellittico; ma anche ammettendo un forte effetto attrattivo dovuto ai buchi neri ecc., che effettivamente può deviarne la direzione rettilinea, per farla tornare in loop mantenendola almeno finora entro i confini dell'Universo conosciuto servirebbe qualche causa estremamente potente posta ai confini dell'Universo stesso, altrimenti a quest'ora la luce di 13-14 miliardi di anni fa sarebbe comunque già sfuggita e persa per sempre.
Pensiero mio, ovviamente; non conosco le teorie che prevedono la possibilità di rilevare ora la luce emessa ai primordi, quando le distanze tra i confini dell'Universo erano molto inferiori alle attuali.
Sono solo teorie, non si hanno concreti prove e dimostrazione che sia la reale distanza, fino ad ora persino l'espansione dell'universo è continuamente messo in discussione dal continue rilevamenti che non concordano tra loro, questo perché non si ha una vera e reale conoscenza di ciò che si osserva, tanto meno una consapevolezza di ciò che sono le regole che determinano la dinamica dell'espansione dello spazio tempo in sé.
Scusate l'ignoranza, ma come fa a vedere cose che sono successe milioni di anni fa, è per via della distanza? Non capisco... dovesse vedere degli alieni, ora probabilmente non esisterebbero più dato che sono passati milioni di anni, oppure devono ancora nascere, perche sta vedendo il passato ma in realta ci sono gia a quest'ora, non so se mi sono spiegato.. In questo momento dove si trova il telescopio? In orbita nel sistema solare o è stato "sparato più in la" Potrebbe vedere anche il big bang?
Il problema di verificare le teorie sull'Universo credo sia riassumibile nel fatto che l'Universo stesso non offre punti fissi da cui partire per le verifiche. Un po' come il problema dei due treni affiancati: senza punti fissi nel panorama intorno, chi potrebbe dire quale dei due treni sia fermo e quale in movimento? In un Universo con tutti gli elementi in costante movimento, anche le triangolazioni diventano difficili; se poi aggiungiamo che in queste triangolazioni entra anche il fattore "tempo" oltre a quello spaziale e che tutti gli elementi (galassie, buchi neri ecc.) frapposti tra l'osservatore e l'oggetto osservato possono alterare i parametri dell'osservazione...
Ciò che noi osserviamo dell'oggetto, stelle, galassie, altro non è che la luce che emette, questa impiega del tempo a raggiungere la nostra posizione, un anno luce indica che la luce ha percorso un anno di cammino nello spazio. Il che significa che quello che osserviamo, se le distanze calcolate sono esatte, che l'oggetto osservato a settecento milioni di anni dal big bang, ha impiegato svariati miliardi di anni per raggiungerci, ciò significa che noi osserviamo quell'oggetto come era in quel determinato periodo e spazio in cui l'oggetto ha emesso la luce che adesso ci ha raggiunto, non come è adesso, in questo determinato tempo in cui noi lo osserviamo.
Si può affermare che lo spazio altro non è che una macchina del tempo, che ci permette di osservare ciò che accadeva nel passato ma non nel presente. Prendiamo il sole, la nostra stella che ci illumina e ci riscalda, se si dovesse spegnere, noi non la vedremmo immediatamente spenta, dato che dista da noi a otto minuti luce, noi la vedremmo spegnersi otto minuti dopo l'evento già accaduto.
lo stesso vale per i robot che abbiamo in giro per il sistema solare, le comunicazioni non avvengono in tempo reale, questo è impossibile dato le enormi distanze che ci separano, le onde radio viaggiando alla velocita della luce impiegano da svariati minuti, i rover su Marte, a ore e giorni per le altre sonde che si trovano a distanze maggiori. Se un osservatore guarda ciò che vede un rover su Marte, ciò che vede è già stato osservato svariati minuti addietro, dato che le onde radio trasmesse dallo stesso rover impiegano svariati minuti a raggiungere l'operatore.
Webb cattura il preludio di una supernova Una stella di Wolf-Rayet è il preludio all'ultimo atto della vita di una stella massiccia, la supernova. Sono molto calde rispetto alla media ed estremamente luminose. Sono poche le stelle che, nel loro ciclo di vita, attraversano la fase Wolf-Rayet prima di diventare supernove. Per via della loro rarità, questa immagine è molto preziosa perché fissa per sempre quel breve e turbolento periodo di trasformazione
Webb vede la prima galassia della reionizzazione Jwst si è fatto aiutare nuovamente dalla lente gravitazionale di un ammasso. E questa volta ha visto una galassia lontanissima, in piena formazione stellare appena 510 milioni di anni dopo il Big Bang. È la prima galassia mai osservata che potrebbe aver contribuito in maniera sostanziale alla reionizzazione dell'universo. Ne parliamo con uno degli autori dello studio pubblicato oggi su Science, Tommaso Treu di Ucla
Attorno alla nana rossa Gliese 486, a soli 26 anni luce da noi, orbita una super-terra con una temperatura superficiale di circa 430 gradi Celsius. Osservando due transiti del pianeta, il telescopio spaziale James Webb ha rilevato tracce di vapore d'acqua, che potrebbe indicare la presenza di un'atmosfera attorno al pianeta. Saranno necessarie ulteriori osservazioni per capirne l'origine, se stellare o planetaria
Questo grafico mostra lo spettro di trasmissione ottenuto da osservazioni del telescopio spaziale James Webb dell'esopianeta roccioso Gj486 b. L'analisi mostra accenni della presenza di vapore acqueo. Secondo i modelli, il segnale potrebbe provenire da un'atmosfera planetaria ricca di acqua (indicata dalla linea blu) o da macchie stellari sulla stella ospite, una nana rossa (indicata dalla linea gialla). I due modelli divergono notevolmente alle lunghezze d'onda infrarosse più corte. Saranno necessarie osservazioni aggiuntive con altri strumenti a bordo del Webb per capire quale sia la sorgente del segnale. Crediti: Nasa, Esa, Csa, Joseph Olmsted (StScI)
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