| inviato il 22 Novembre 2021 ore 18:28
“ Quanto al 'progetto', sono sempre più convinto ( ma è già stato detto ) che esso può nascere a posteriori, cioè dalla selezione-esclusione di scatti legati tra loro ( e qui i legami possono essere forti, coerenti, oppure solo deboli, pretestuosi; di contenuto narrativo o di cornice ambientale; o addirittura di scelta di inquadratura 'normale' o esasperatamente grandangolare...) „ Tolti i fotografi di reportage, qualsiasi genere, i quali devono per forza di cose avere un progetto in testa, gli altri fotografano e poi selezionano le fotografie in base ad un argomento. Magari hanno già in mente alcuni "soggetti", ma ne hanno diversi che coltivano allo stesso tempo e poi selezionano man mano. |
| inviato il 22 Novembre 2021 ore 18:38
Invece vorrei anche riflettere sulle lenti "concesse" o no in street photography...oggi giorno pare che si vada sempre più per fotocamere con lenti tendenti al grandangolare come il 28mm...o il 24...e sembra che si è "meno" se si usano lenti come il 50 o ancora l'85. Ci pensavo perchè proprio Franqui in un'intervista che ho sentito recentemente alla domanda che focale lei preferisse ha risposto proprio queste due. Andando un po' contro ai canoni attuali di ottiche. Inoltre, leggo che il 28 fa figo perchè ti metti dentro al contesto...da etnografo penso che sia proprio l'opposto che bisognerebbe fare se si vuole catturare un vero momento, perchè è chiaro che se uno è cosi dentro al contesto, lo influenza e non sarà mai "naturale". A meno che non si parli di ritratti di strada o interazioni concordate. Ma per candid shoot, penso che focali lunghe siano meglio. Senza contare che poi molti si pigliano la macchina megepixellata e poi croppano cosi possono stare "lontani"... questa riflessione poi nasce da un'esperienza personale, iniziai a fotografare con la macchina di casa, che montava proprio un 28...e mi sono sempre adattato. Non mi ero mai posto il problema di focali o altro, giusto che tipo di pellicola. Il 28 poi è stato il mio "standard" per gli anni a venire, andando poi a prendere oltre alla mia fidata Gr, anche una Leica Q...oggi però mi rendo conto che le focali lunghe sono un mondo da esplorare e che sto esplorando. Magari non lunghe come un'85, ma il 50ino ha un certo fascino... |
| inviato il 22 Novembre 2021 ore 19:39
Non so, io uso la D-Lux (quasi) fissa a 35mm equivalenti anche se potrei scendere a 28 o 24mm ma queste focali le trovo un po' dispersive o al contrario mi farebbero scattare con la macchina in bocca alla gente.. però dipende molto dalla situazione dall'ambiente ecc. E lo stesso per me vale anche per il formato: ho scattato per lustri a 3:2 (pellicola e poi apsc) e quando ho preso la D-Lux l'ho settata a 3:2 perché altrimenti non mi trovavo. Poi ho studiato un po' il formato 1:1 che mi ha sempre affascinato, ed ho provato a settare la macchina a 4:3 che per composizione è simile all'1:1 senza essere così "demanding". Ora non riesco più a scattare in altro modo, il 4:3 mi piace tantissimo e lo trovo perfetto per come piace a me la composizione. Mi viene molto più facile riempirlo ed equilibrarlo. Tanto che quando guardo vecchi RAW della 60D mi sembrano tutti sbagliati. |
| inviato il 22 Novembre 2021 ore 19:51
@Wittigeinstein Qual'è la focale giusta per la street? Tutte quelle che ti fanno riprendere la scena nel migliore dei modi, magari il fotografo più sfrontato preferisce il grandangolo per essere più vicino al soggetto, mentre quello più discreto il medio tele. Personalmente preferisco il 28mm perché ti permette in spazi non grandissimi di riprendere la figura intera (con l'85mm qualche gamba la devi tagliare a meno che non sei in piazza Duomo) ma anche il 50mm non mi dispiace, e come te, dal mio passaggio a leica l'ho rivalutato tantissimo, infatti uso quasi esclusivamente 28mm e 50mm. |
user33434 | inviato il 22 Novembre 2021 ore 19:56
“ C'è del vero, ma non del tutto. Anche il ritrattista o il paesaggista inevitabilmente fanno scelte che rivelano il proprio punto di vista sulla realtà: in quanti modi si può fare il ritratto di una persona! Basti pensare alla scelta primaria tra colore e bn, senza contare il momento, il taglio, l'espressione fisiognomica...E così per il paesaggista. Certo, il campo creativo del réportage sembra essere più ampio e più caratterizzante. „ Mi sono espresso male, quello che intendevo dire è che il tipo di scelte effettuate per un reportage devono necessariamente essere più istintive, la scena da riprendere è lì e non si può ripetere e in questo il fotografo non può mentire, proprio perché deve costruire molto velocemente. Sia i paesaggisti che i ritrattisti possono concedersi un "lusso" che il reporter non ha, quello di poter concepire e realizzare fin dove possibile le cose che hanno in testa con scelte che possono essere passate al setaccio del proprio pensiero critico. Non so se sono riuscito a spiegarmi meglio, rileggendomi forse no |
| inviato il 22 Novembre 2021 ore 19:58
Chiaro |
| inviato il 22 Novembre 2021 ore 21:50
Mirko veniamo da scuole diverse non troveremo mai in punto d'incontro quindi chiarisco alcuni miei concetti sperando che siano comprensibili: che si faccia foto, disegni o altro quando si presenta un lavoro è sempre un progetto/idea che consiste in una serie di foto non a casaccio. Qualsiasi cosa si voglia proporre è sempre un progetto perché si lavora così. Una storia in un click non esiste (frase molto usata tra i fotoamatori) è come dire scrivere una storia con una frase. Un autore bravo di streephotography lavora sulla casualità che capita di vedere nel quotidiano che richiede gran colpo d'occhio è manico per immortalare la scena. Il suo racconto è composto da una serie di foto che ha come filo conduttore la casualità nel quotidiano. Altro discorso sono quelle foto a cui teniamo molto perché qualcosa ci lega a quello scatto e non si può pretendere che gli altri la possano apprezzare se non comprendono il senso. Per quanto riguarda le mie pubblicazioni sui social lo faccio su Instagram perché porta visibilità al sito internet. Per lavoro anni fa per passione oggi il mio interesse è sempre stata la stampa per cui sono abituato a vedere i lavori in un certo modo. Non scatto mai tanto per portare qualcosa a casa, diciamo che cerco un certo tipo di fotografia e quando so di avere materiale a sufficienza faccio più selezioni per comporre i pezzi da raccogliere in fotolibri (circa 40/60 foto più un testo per introdurre il lavoro). Che uno sia fotoamatore non giustifica il lavoro che propone in maniera confusa è insensata poi è libero di fare come meglio crede. |
| inviato il 22 Novembre 2021 ore 22:07
Chiarisco che il discorso è interessante se si argomenta la visione personale senza verità assoluta. La mia è che una fotografia anche singola non solo raccontano una storia (ovviamente se si ha la base culturale per conoscerla, o riconoscerla), ma, addirittura, hanno fatto la storia. Se penso a piazza Tienanmen, alle Pantere del 68, mi vengono in mente pezzi di storia in cui la sintesi è la potenza della fotografia, ha reso immortale e documentato. |
| inviato il 22 Novembre 2021 ore 22:07
@Daunio, articolo letto con piacere. |
| inviato il 22 Novembre 2021 ore 22:16
" penso a piazza Tienanmen, alle Pantere del 68, mi vengono in mente pezzi di storia in cui la sintesi è la potenza della fotografia, ha reso immortale e documentato." ...sono eventi che tutti conoscono che ha tenuto incollato milioni di persone alla televisione come se l'avessima vissuta anche noi per questo in quello scatto ci vedi una storia. Avrebbe lo stesso effetto una foto simile che non sai a cosa si riferisce? |
| inviato il 22 Novembre 2021 ore 22:19
“ Mirko veniamo da scuole diverse non troveremo mai in punto d'incontro quindi chiarisco alcuni miei concetti sperando che siano comprensibili: che si faccia foto, disegni o altro quando si presenta un lavoro è sempre un progetto/idea che consiste in una serie di foto non a casaccio. Qualsiasi cosa si voglia proporre è sempre un progetto perché si lavora così. Una storia in un click non esiste (frase molto usata tra i fotoamatori) è come dire scrivere una storia con una frase. Un autore bravo di streephotography lavora sulla casualità che capita di vedere nel quotidiano che richiede gran colpo d'occhio è manico per immortalare la scena. Il suo racconto è composto da una serie di foto che ha come filo conduttore la casualità nel quotidiano. Altro discorso sono quelle foto a cui teniamo molto perché qualcosa ci lega a quello scatto e non si può pretendere che gli altri la possano apprezzare se non comprendono il senso. Per quanto riguarda le mie pubblicazioni sui social lo faccio su Instagram perché porta visibilità al sito internet. Per lavoro anni fa per passione oggi il mio interesse è sempre stata la stampa per cui sono abituato a vedere i lavori in un certo modo. Non scatto mai tanto per portare qualcosa a casa, diciamo che cerco un certo tipo di fotografia e quando so di avere materiale a sufficienza faccio più selezioni per comporre i pezzi da raccogliere in fotolibri (circa 40/60 foto più un testo per introdurre il lavoro). Che uno sia fotoamatore non giustifica il lavoro che propone in maniera confusa è insensata poi è libero di fare come meglio crede. „ Prendo atto del tuo Vangelo, ma forse non ti è chiaro che qui non stiamo parlandp di Vincenzo Virus. Stiamo parlando di fotografia di strada nella quale pare chiaro a tutti meno che a te che vi sia una varietà di scuole e di pensieri, sia in semplici fotografanti, sia in Autori iconici. Continui a proporre il tuo pensiero come verità rivelata, dimenticando che anche i vangeli sono almeno quattro e che addirittuea esistono i vangeli apocrifi. Ora dal momento che continui a guardare le cose solo dal tuo mondo, penso sia opportuno per me ignorarti e continuare a proporre materiale che possa aiutare a far comprendere quanto ricchezza vi sia nella diversità degli autori e quanto poco lungimirante sia voler insistere nel voler prevaricare visioni diverse, ergendosi a guru e pontificando a destra ed a manca. Jazz:
 www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=3328457 |
| inviato il 22 Novembre 2021 ore 22:25
"ovviamente se si ha la base culturale per conoscerla, o riconoscerla"... non che io ne abbia tanta . Poi, una cosa ovviamente non esclude l'altra non l'ho mai detto. Ma in quei casi, si sono verificati dei gesti, delle situazioni che non potevano essere "progettate". Hanno raccontato, inconsciamente, la storia. |
| inviato il 22 Novembre 2021 ore 22:27
Ok Mirko lasciamo perdere è meglio...ho parlato del mio pensiero è non impongo niente a nessuno. |
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