| inviato il 01 Luglio 2021 ore 14:41
Rettifico quanto detto sopra:
per sperimentare l'analogico andrei a cercarmi una bella biottica, tipo Yashica-mat o simili (è la copia economica della Rolleiflex).
Troveresti addirittura gente felice di farsi ritrarre, potresti svilupparti i rullini a casa, e in assenza di ingranditore potresti scansionare le foto con uno scanner piano con risultati ancora passabili (la pellicola 135mm è problematica) |
| inviato il 01 Luglio 2021 ore 14:49
“ una carta con rapporto 3:2, quindi se uno ama o vuole utilizzare questo classico rapporto dovrebbe rinunciare perché non ha la carta a disposizione? „
vedo che nn hai capito o molto più probabilmente mi sono spiegato male ...
Quando dico "dovrebbe essere la carta a comandare" ... nn intendo il formato standard del produttore della carta !! Ma quello che ha in testa il fotografo ! Potrebbe pure che voglia stampare in formato "bislacco" .... Da quel formato, a ritroso, dovrà fare le scelte idonee per quello che vorrebbe ottenere. |
| inviato il 01 Luglio 2021 ore 14:54
Credo che il formato 6X6 si sia imposto non per una questione estetica ma perché il quadrato era la soluzione migliore per una reflex con mirino a pozzetto, quella che consentiva di progettare con maggior facilità fotocamere più compatte e con magazzini intercambiabili. Però la cosa si è scontrata presto col fatto che per la stragrande maggioranza dei casi la richiesta del mercato era di immagini rettangolari, e da lì i formati 6X4,5 e 6X7. Chi usava il 6X6 e poi regolarmente andava a ritagliarlo in forma rettangolare spesso preferiva una fotocamera leggermente più compatta che non gli facesse sprecare pellicola (6X4,5) oppure una fotocamera che gli desse una miglior qualità dell'immagine (6X7, con quel centimetro in più tutto sfruttabile).
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user120016 | inviato il 01 Luglio 2021 ore 15:58
Se è per quello esistono anche i formati 6x8, 6x9, 6x12 e 6x17... Anzi, se proprio vogliamo dirlo, il formato che consente il minor scarto di fogli fotografici è il 6x8.
Però, come è stato detto, il formato va scelto in base al progetto che si vuole sviluppare. E quindi scegliere la carta ad hoc.
Poi, conosco molti matrimonialisti che usavano il 6x6 per praticità per poi ricomporre in fase di stampa, tanto ce n'era a sufficienza... |
| inviato il 01 Luglio 2021 ore 17:21
Mi sembra che si stia un po' esagerando, nel senso che non si tratta di partire per un viaggio di tre mesi e realizzare il reportage della propria vita, ma semplicemente di fare qualche esperienza con l'analogico. O sbaglio?
Quindi qualunque camera rientri nel budget e sia gradita può andare bene. Basta che funzioni correttamente.
Se si mette l'asticella troppo in alto si rischia di rimanere delusi  |
user120016 | inviato il 01 Luglio 2021 ore 17:36
Infatti, Roberto, io rispondevo solo all'argomento dei formati di stampa. Per quanto mi riguarda, viste le esigenze dell'autore, andrei su una Rollei 35 T o S, oppure su una Canonet (17, 19, 28, vanno tutte bene) o ancora su una Yashica Electro 35 o su una FED Micron2, per rimanere sulle telemetro ad ottica fissa.
Sulle telemetro ad ottica intercambiabile, dalle Zorki alle Voigtlander (senza tirare in ballo Leica) vanno tutte bene.
Ma ripeto, il punto poi è la scelta della pellicola e di chi/come verrà sviluppata... |
| inviato il 01 Luglio 2021 ore 18:22
Le mie foto nascono quadrate e finiscono stampate quadrate (salvo rarissime eccezioni) su fogli rettangolari posti in verticale, con la foto quadrata non al centro bensì decentrata in alto; stessa logica la seguo quando le incornicia (con passepartout). |
| inviato il 01 Luglio 2021 ore 18:26
Domenico, dicevo in generale  visto come ogni capello viene tagliato in 4.
Poi uno si intimorisce e abbandona ancora prima di iniziare. |
| inviato il 01 Luglio 2021 ore 18:29
Con la pellicola è bello anche il gesto, la manualità, la macchina come oggetto, il mito. Per questo ho suggerito anche una biottica. Insuperabile  |
user120016 | inviato il 01 Luglio 2021 ore 19:30
Se parli di biottiche con me sfondi una porta aperta...
P.s.
Alexander_c_ph, di dove sei? Se non siamo lontani qualcosina da provare posso prestartela...
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| inviato il 01 Luglio 2021 ore 19:45
Un buon modo per cambiare approccio fotografico è quello di imporsi di fare foto in luoghi che solitamente riteniamo banali e non meritevoli di attenzione (solitamente il proprio quartiere, i percorsi quotidiani, ecc.)
L'ho imparato durante il lockdown, e alla fine, qualche scatto interessante, per le mie capacità, ne è venuto fuori.
In questo caso devi sì pensare prima cosa e come fotografare. |
| inviato il 01 Luglio 2021 ore 20:06
“ Mi sembra che si stia un po' esagerando, nel senso che non si tratta di partire per un viaggio di tre mesi e realizzare il reportage della propria vita, ma semplicemente di fare qualche esperienza con l'analogico. O sbaglio? „
Giusto, però se uno vuole iniziare a fare foto in analogico è bene che sappia che non è obbligatorio iniziare con una reflex o una fotocamera a telemetro 35mm: ci sono anche altre possibilità. Ovviamente non consiglierei di iniziare con un banco ottico, però esistono fotocamere medioformato (6X6, 6X7, folding 6X9) che si usano più o meno allo stesso modo di quelle formato leica, e si può anche partire da quelle. Io le preferirei, per i motivi che ho già detto. |
| inviato il 02 Luglio 2021 ore 8:44
Usa un'Exakta Varex: comoda, piccola, 35mm. e, stupore!... il mirino a pozzetto (intercambiabile), per comporre come con una 6x6! |
| inviato il 02 Luglio 2021 ore 9:18
Sì, belle le Exakta Varex
Ce ne sono una marea di modelli più o meno vecchi.
Puro metallo, meccanica sopraffina. Il mirino intercambiabile ti permette di averli entrambi.
Con l'attacco Exakta trovi un'infinità di ottiche a prezzi veramente accessibili.
Ne hanno prodotte una caterva, quindi non essendo rare, i prezzi dell'usato sono piuttosto contenuti.
... e quando sei stufo la rivendi senza perderci nulla |
| inviato il 02 Luglio 2021 ore 9:39
Ma perché col mirino a pozzetto si compone meglio che col mirino al livello dell'occhio?
Questa francamente mi giunge nuova, e per la mia esperienza è piuttosto vero il contrario. |
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