| inviato il 29 Gennaio 2021 ore 22:22
e non solo..gli strumenti. Stanno cambiando anche le tecnologie, Noi per fare volantini di macchine utensili, abbiamo dovuto modellare le matematiche delle carrozzerie e fare i rendering. Era impossibile trovare una macchina finita e pulita. Spesso devi fotografare la confezione quando la boccetta non e' ancora stampata. Non esiste ancora. E devi beccare il colore esatto. Certe foto di campionario devono essere rese esattamente sul colore.. sfumature comprese correggendo l'immagine per la carta su cui sara' stampata.. Insomma.. probabilmente non ci si rende conto del lavoro che c'e' dietro ad una foto del genere. |
user132716 | inviato il 29 Gennaio 2021 ore 22:37
Quindi!? La foto di paesaggio è più facile. A meno che non la devi scattatare in cima all'Annapurna. Si ma poi.. la domanda non l'ha posta Oliviero Toscani.. Non ci si riferiva a quel tipo di attrezzatura.. Che solo chi fotografa per professione usa, non un fotoamatore o difficilmente, anche se evoluto.. Ci si arrangia con l'ingegno, e quello serve più nello still life, che nella foto di paesaggio, in linea di massima.. Sarebbe forse più utile spiegare per immagini, e molte parole risulterebbero superflue. |
user1856 | inviato il 30 Gennaio 2021 ore 0:30
“ Ci si arrangia con l'ingegno, „ Si ma il risultato non è lo stesso arrangiandosi con soluzioni diverse. È appunto... diverso. “ Sarebbe forse più utile spiegare per immagini, e molte parole risulterebbero superflue. „ Come ho scritto pagine fa, basta andare nelle due sezioni e vedere dove ci sono più foto buone per capire, qui con questo target, cos'è più facile o meno. Ma è anche normale: per il paesaggio c'è tanta tanta didattica. E tanti workshop. Per lo still life pochissima... Da noi in pratica esiste solo un formatore sul metallo. E un'altro per scatti con un piglio più moderno. E basta tra quelli per cui ne valga la pena. In certi ambiti a livello di sottocategoria non c'è proprio nulla: ognuno si tiene i propri segreti e quello che si trova è a livello scadente. Specialmente sul web. In più lo scoglio iniziale è dato pure dalle tendenza radicata nel fotoamatore a spendere solo in lenti e fotocamera tralasciando il resto. Nello still conta il resto. C'è pure il discorso luci artificiali e loro gestione. Costose e sempre dal punto amatoriale c'è questa tendenza a cercare solo luce morbida. Il fotoamatore compra softbox e non si sogna di avere un hardbox o fonti molto dure e al limite usare dei frost. Così facendo non può sperimentare se non con quello che pensa sia il meglio e per cui ha optato. Precludendosi tutto. Vaglielo a spiegare che la luce dura non è brutta, ma anzi. Non c'è la fai perché la forma mentis è stata formata sul mantra che a mezzogiorno non si fotografa mai in esterna e lui riapplica il tutto anche in altri contesti. Tutta colpa della formazione mal fatta... |
user86925 | inviato il 30 Gennaio 2021 ore 0:43
“ Nello still life sei davanti ad un "foglio bianco".... devi inventare tutto da zero. „ “ Diciamo forse, che nel paesaggio sei piu' passivo. Vai e aspetti.. trovato il luogo, ti siedi e aspetti il tempo che serve per avere le condizioni per lo scatto. E' una sorta di pesca di lago. Cerchi il punto, ti attrezzi tecnicamente, ed al momento cruciale non devi perdere il pesce che ha abboccato. Dopo una lunghissima preparazione, tutto si gioca in pochi secondi. nello still life, viceversa devi "progettare". Devi costruire scena, storia e soggetto. E' una fotografia molto piu' attiva. Direi che si avvicina piu' alla pittura che alla fotografia. „ “ Vero è nel paesaggio conta di più lo scatto, nello still life, conta di più la scena che prepari, e lo scatto e solo l'atto finale che ne consegue. „ “ Intendiamoci. La tecnica e' fondamentale. Senza quella non ti avvicini allo still. Ma e' solo un requisito iniziale. Fare uno still life richiede la capacita' di realizzare un progetto fotografico. Condensato in una immagine. Devi raccontare una storia, comunicare un messaggio utilizzando materiali comuni e rendendoli leggibili con una descrizione fatta solo per mezzo di luce. No, mi spiace... la tecnica si impara, ma se pensi che imparando la tecnica tu possa fare still life sei, come al solito, sulla strada sbagliata. C'e dietro del PENSIERO.. un progetto.. una organizzazione... e tutto il resto. „ condivido tutte queste interessanti considerazioni, è difficile rispondere al quesito iniziale e forse non esiste un opinione condivisibile da tutti, ognuno di noi vede difficoltà o facilitazioni diverse in base alla propria preparazione, attitudine e sensibilità ai diversi generi fotografici....... nella foto di paesaggio si lavora per sottrazione, bisogna riuscire a rappresentare una porzione di mondo che si presenta davanti al nostro sguardo e descriverlo togliendo il superfluo per raggiungere con sintesi il carattere del luogo in base alla propria visione e farsi alleati le avversità climatiche non controllabili quando possibile... nella foto di still-life in maniera diametralmente opposta si lavora per addizione, bisogna riuscire a rappresentare un oggetto o un concetto partendo dal nulla e raggiungendo con stratificazioni successive la sintesi di un idea, di un progetto assemblando la scena come una scultura di argilla dove si aggiunge materia un po alla volta per poi modellare con la luce la creazione finita, che sarebbe la cottura nel forno, per rendere calligrafico il risultato voluto... |
| inviato il 30 Gennaio 2021 ore 4:45
Le foto di paesaggio non sono particolarmente difficili, ma a volte sono praticamente impossibili, per via di una luce insulsa o di un punto di ripresa infelice. Difficoltà che qui nessuno prende in considerazione perché in quei casi la foto semplicemente non si fa e buonanotte. Se però immaginiamo di doverla fare lo stesso, per un qualsiasi motivo, ecco che anche una foto di paesaggio può diventare parecchio difficile. |
| inviato il 30 Gennaio 2021 ore 5:21
tutti i generi fotografici richiedono le loro competenze specifiche e il paragone sulla difficoltà tecnica lo trovo molto fuorviante. La competenza tecnica praticando un genere piano piano si acquisisce, anche nei generi apparentemente più ostici come lo still-life, la macro, il nudo, ma anche in quelli solo apparentemente più facili come la street o il paesaggio. Quello che invece ci vuole una vita ad imparare, qualunque sia il genere praticato, è la capacità di dare un senso al proprio lavoro, uno spessore formale e contenutistico, di andare oltre la copia del modello e il deja-vu, di lavorare con un metodo progettuale. |
user132716 | inviato il 30 Gennaio 2021 ore 8:25
Per mia umile esperienza da fotoamatore, posso affermare che ho trovato più difficoltà nel realizzare still life, dove il risultato non era certo, parliamo di scene con più elementi, www.flickr.com/photos/107560700@N03/16080365399/in/album-7215764997048 non una singola bottiglia, e dove prima doveva esserci un'idea, poi un disegno per rendersi conto se poteva andare, lo spazio adeguato, e la prova con le luci non di tipo professionale, quindi se vogliamo ancor piu difficili da gestire... Ed appunto il. Risultato non garantito. Anche se hai tutto il tempo che vuoi e sei al caldo, ma con molte interferenze se non possiedi uno studio specifico. Al contrario nel paesaggio può anche darsi che ce l'hai sottomano , se abiti a lanzarote, o sulle dolomiti, o vicino allo Stelvio, devi solo saper cogliere, ora per fare un esempio, questa che allego, senza pretese, restituisce quanto sia generosa la natura, www.flickr.com/photos/107560700@N03/50816889332/in/datetaken-family/ consideriamo che ho camminato nenche mezz'ora, il luogo lo conosco, l'unica audacia, quella di camminare nella neve che mi arrivava alla vita, ma la scena era già li. Poi solo un po di post, per correggere quel che non mi piaceva, ma la bellezza della scena che si presentava non è certo opera del fotografo o fotoamatore che dir si voglia. |
| inviato il 30 Gennaio 2021 ore 9:19
Miopiartistica mi piace leggere e ascoltare aneddoti fotografici, ne ho 2, il primo lo ho letto su un libro di joe mcnally, doveva fotografare l'esterno del moma e aveva fatto un grosso progetto facendo chiudere una strada, affittando in carrello elevatore e progettando lo scatto all'ora blu quando il museo avrebbe accesso le luci. Grosso investimento e nessuna possibilità di ripetere, lui scrisse che mentre attendeva l'ora esatta e si annoiava fece alcuni scatti, cosa che gli salvò il lavoro perché al moma era presente una mostra delicata e per tutto il periodo dell'esposizione non avrebbero acceso le luci serali per non danneggiare alcuni pezzi... Non é propriamente un paesaggio ma credo si adatti bene a quello che stavi dicendo Sono però anche stato a un evento con un famoso retoucher americano, lui porto molti aneddoti legati al suo lavoro che comprendeva anche still Life che scattava anche e non ritoccava solamente. Gli chiesero quale fu il lavoro più complesso e lui raccontò che lo ingaggiarono per una pubblicità di Tiffany. La compagnia aveva dato istruzioni molto precise sul risultato desiderato per la foto dell'anello in questione. Precise significa che gli spiegarono dove dovevano esserci i riflessi della luce e la forma desiderata per questi riflessi. L'anello non poteva uscire da Tiffany dove lui fu invitato ma senza possibilità di portare attrezzature, avrebbero fornito tutto loro. In aggiunta arrivato sul posto si confronto con la responsabile della pubblicità che lui conosceva in quanto era famosa per essere una di quelle che si fregia del titolo di Evangelist di Photoshop Lui spiego che il lavoro di estremamente impegnativo per il tempo limitato concesso nello studio, per la precisione pretesa sia in fase di scatto che di post produzione. Io sarei stato nella merda in entrambi i casi ma al di là degli imprevisti la spiegazione del preteso per la foto dell'anello mi fece capire molte cose sulla differenza tra quello che un amatore intende per still Life e quello che lo é davvero quando si parla di grosso marchi che investono e pretendono |
| inviato il 30 Gennaio 2021 ore 9:25
È una bella domanda! La maggiore differenza che c'è tra le due è che nella still life hai il massimo controllo su tutto. E tutto il tempo che vuoi per provare le più disparate configurazioni. Nel paesaggio no. Sei legato all'orario, al mero e alla stagione. Quindi per me il paesaggio è più complesso |
user132716 | inviato il 30 Gennaio 2021 ore 10:00
Nel paesaggio, non sposti gli elementi, nello still life si, la scena la devi creare da zero, sia che fotoamatore che professionista, su livelli di difficoltà e risultati differenti, ben inteso, ma questo anche nei paesaggi, il professionista in quanto tale deve sempre essere all'altezza, è una responsabilità, cioè saper rispondere ad una richiesta, nei casi sopra citati da parte di un committente esigente,e l'esito perlopiù dipende dalle sue capacità tecniche, esperienza, gestione luci, lavoro di regia ecc. E non di meno creatività, qualità impriscindibile a mio avviso,dunque una forma molto attiva nel creare il contesto, nello still life. Nel paesaggio si è tuttalpiù compartecipi, di una creazione divina, se vogliamo metterla cosi, esterna a noi, i quali abbiamo semmai il dovere di rappresentarla al meglio, rendendogli giustizia.(salvo paessggi con elementi umani per uso pubblicitario. Ad es campagna fotografica montura, con una cinquantina di guide alpine partecipi) Ma un paesaggio dal vivo è sempre e comunque più affascinante di una foto che lo rappresenta, che poi per la maggior parte delle persone, non appassionate di fotografia, rimane semplicemente una bella foto, e non comprendono magari il contesto. Nello still life, potremmo dire il contrario, l'effetto è molti più scenico se immortalato con sapiente professionalità, da un punto di vista del fotografo che deve farsi: regista scenografo, tecnico luci, e realizzatore di elementi, quando mancano.. Magari appunto in tempi dettati dalle leggi del mercato.. Almeno presumo sia cosi |
| inviato il 30 Gennaio 2021 ore 10:13
Mastro quello che che dici è giusto in un set di still-life ideale. Nella pratica... Qualche problemino in più credo si presenti. Credo che nel food, se devi fotografare soggetti veri, es un risotto o gelati, tu non possa tenere il set fermo qualche ora per fare delle prove. A meno che non ti rifacciano il piatto o il gelato x volte. E qua si entra in problemi di budget. Poi se è la campagna di Burgher King, no problem, ma se è la gelateria di una località di mare turistica, non so come possa funzionare. Ma qua c'è gente che potrà rispondere meglio del sottoscritto. |
| inviato il 30 Gennaio 2021 ore 10:16
rispondo, che quasi mai fotografi il piatto vero commestibile. Un piatto cotto a puntino, un hamburgher mangiabile non possono essere fotografati. Si e' detto del ghiaccio.. ma non si parla per esempio della bustina di patatine o del tubetto di dentifricio. Non sono quasi mai veri. i cioccolatini.. rendere la cremosita' di un cioccolato in foto richiede trucchi non evidenti. una splendida Fiorentina... quando l'avete nel piatto. Osservatela bene. E confrontatela con l'idea che avete in testa della Fiorentina. Avrete una sorpresa. Osservate l'insalata di contorno, e poi trovate le differenze con il piatto di insalata che IMMAGINATE. Il cervello funziona per schemi mentali guidati non solo dall'occhio, ma dal profumo, dal suono, dal gusto. In testa non entra quello che si vede, entra il concetto di quello che si percepisce con i 5 sensi. Per rendersene conto, basta cercare di ricordare una padella in inox che abbiamo in cucina,poi prendere quella padella e fotografarla. BAM... il risultato rendera' evidente cio che dico. |
| inviato il 30 Gennaio 2021 ore 10:24
Quindi tutte le foto delle riviste e dei libri di cucina, sono tutte finte e non commestibili? |
| inviato il 30 Gennaio 2021 ore 10:28
dipende, dalla qualita' della pubblicazione. A volte ci sono immagini tirate giu alla vala' che vai bene. stiamo parlando di gente che paga per avere una foto pubblicitaria. |
| inviato il 30 Gennaio 2021 ore 10:32
Chiedo venia, mi sono perso il passaggio alla foto pubblicitaria. Ero rimasto allo still-life normale. |
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