user207512 | inviato il 05 Gennaio 2021 ore 16:25
Mi sono ripromesso l'anno prossimo di andare organizzato con almeno un paio di luci e/o flash, quest'anno non pensavo mia madre avrebbe fatto le frittelle e quindi è stato tutto molto improvvisato. |
| inviato il 05 Gennaio 2021 ore 16:30
abbiamo pare differenti. Per me l'illuminazione originaria di un ambiente non va modificata se parliamo di una foto documentaria. Possiamo mettere faretti, ombrellini, pose e macchie di sugo finte ma diventa un'altra cosa. |
user207512 | inviato il 05 Gennaio 2021 ore 16:40
Anche io sono contrario di base, però almeno sulle frittelle una luce un po' meno piatta, come dice giustamente Salt, avrebbe giovato senza alterare la "veridicità" della scena. |
| inviato il 05 Gennaio 2021 ore 16:41
no. |
user207512 | inviato il 05 Gennaio 2021 ore 16:45
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user86925 | inviato il 05 Gennaio 2021 ore 16:53
a mio modo di vedere la coerenza narrativa in questa serie si può scorgere dallo stesso luogo, dalla stessa dominante cromatica e dai vari elementi che si possono riconoscere osservando più foto con le stesse persone... ma ai fini narrativi la serie non mi sembra funzionale con certe inquadrature dove incontriamo spesso dei dettagli ravvicinati che possono essere ottimi nel creare un ritmo ma non così tanti in un racconto che (se non sbaglio) ho percepito dal taglio più emozionale che descrittivo, anche le varie fasi in ordine quasi cronologico le vedo più adatte ad una sequenza che vuole descrivere ad insegnare a preparare la pietanza piuttosto che al racconto di una tradizione di famiglia... ecco che delle 9 foto presentate mi permetto di rimescolare il tutto e di lasciare da parte diverse ridondanze partendo quasi dalla fine: foto 1 impiattamento foto 2 dopo le fatiche foto 3 frittura (quella più ravvicinata) foto 4 frittura (quella con il tavolo) foto 5 moltiplicazione dei pani e dei pesci (ma qui non sono sicuro, sarebbe da provare) volevo postarle in sequenza (come avevo fatto con Marco Palomar ma sembra non si possa fare) a mio parere mancano ritratti ambientati più convincenti con abbracci, sorrisi, la tavolata dove finiscono le crespelle o il canovaccio che le ricopre se vengono portate via, forse un brindisi, si insomma oltre la preparazione anche scene di convivialità e degustazione... se invece voleva essere una sequenza più mirata alla preparazione e quindi più descrittiva allora andava curata meglio un inquadratura senza troppi salti nelle distanze dalle pentole e pietanze con più omogeneità tra formati orizzontale/verticale e per finire una bella foto della cuoca con le crespelle preparate... spero di non aver scritto troppe scemenze.... |
user207512 | inviato il 05 Gennaio 2021 ore 17:02
Osservazioni condivisibili e che sono preziose per quando rifarò il lavoro. Purtroppo quest'anno le scene di convivialità le abbiamo dovute mettere da parte per ovvi motivi, speriamo che il prossimo Natale si possa tornare a gustare le frittelle tutti insieme, e di solito siamo tanti |
| inviato il 05 Gennaio 2021 ore 17:10
Una curiosita', le foto le hai fatte di getto o hai prima fatto uno storyboard, anche se frettoloso?. perche' normalmente si vede una grande differenza tra un progetto (anche se solo abbozzato) e la semplice ripresa di scene della giornata. Ooo beh sono due filosofie differenti. Ma se davvero vuoi far passare il lavoro da semplice documentazione a "racconto" un minimo di polverina magica sopra ce la devi mettere.. Intendiamoci. per i protagonisti il lavoro fatto risulta senz'altro un ottimo lavoro. Per chi non conosce i protagonisti invece e' necessario, per immedesimarsi nella giornata, una spinta in piu'. |
user207512 | inviato il 05 Gennaio 2021 ore 17:16
“ Una curiosita', le foto le hai fatte di getto o hai prima fatto uno storyboard, anche se frettoloso?. „ Quando mi sono trovato lì ho cercato di strutturare la narrazione, purtroppo erano già molto avanti con il lavoro e mi sono dovuto accontentare, anche se avrei potuto chiedere di ripetere alcuni passaggi. Comunque questa è una delle poche tradizioni di famiglia che ancora resistono e dovrò organizzarmi per bene il prossimo anno per fare un lavoro migliore. |
| inviato il 05 Gennaio 2021 ore 17:20
Le foto sono belle, ma l'editing é un po' ridondante. Una foto delle mani, una della cucina, una della zia, una della padella, una con tutti i fritti. Per me non ci sono problemi ad usare il flash, che pure non amo, purché lo si sappia gestire. Il flash sparato ha una sua poetica e grammatica, quelli a rimbalzo ne ha delle altre; la commistione tra luci con direzioni e temperature diverse é problematica e va gestita. a |
| inviato il 05 Gennaio 2021 ore 17:42
“ abbiamo pare differenti. Per me l'illuminazione originaria di un ambiente non va modificata se parliamo di una foto documentaria. Possiamo mettere faretti, ombrellini, pose e macchie di sugo finte ma diventa un'altra cosa. „ non importa come lo ottiene, ma cosa ottiene, e cosa sopratutto esprime quello che produce. Il 99,99% della foto documentaria è da sempre taroccata in quel senso... Penso che il problema principale che deve affrontare il nostro caro Gianni23 è crearsi uno stile personale narrativo....che non è facile. Già sconvolgendo la PP potrebbe dare un senso diverso al racconto.... sempre parere personale... ciao rob |
| inviato il 05 Gennaio 2021 ore 17:44
“ Il 99,99% della foto documentaria è da sempre taroccata in quel senso... „ il 99,99% dei giornalisti sono ormai giornalai, ma questo non mi fa cambiare idea su cosa sia la foto documentaria e su cosa sia il vero giornalismo. il giornalismo è nato come potere per controbilanciare il potere, adesso sono al servizio del potere. un tempo era definito quarto potere. www.sapere.it/sapere/strumenti/domande-risposte/economia-societa/quart |
| inviato il 05 Gennaio 2021 ore 18:03
vedi Ooo penso che i confini siano labili, anzi molto labili tra racconto/narrazione fotografica, fotogiornalismo, reportage ecc ecc.. Non è mai tutto bianco e/o tutto nero, ci sono dei casi in cui se si è in grado di esprimere un qualcosa attraverso ad esempio una drammaticità di luci usando un aiuto una luce ecc. ... perchè no. Bruce Gilden ad es. non snatura la spontaneità quasi mai, non mette in posa ma crea la drammaticità con un colpettino di flash. Da Salgado a McCurry ecc ecc mettono in posa il secondo crea set luci pazzeschi ma le foto devono risultare assolutamente naturali. Io nei miei scatti cerco sempre di "rubarli" per il piacere personale. Ma se dovessero commissionarmeli e dover portar a casa un lavoro con un stile, cambierei completamente approccio... |
user207512 | inviato il 05 Gennaio 2021 ore 18:09
Per quanto riguarda la pp, di solito il 90% dei miei scatti è finalizzato al bianconero, che ho usato anche per questi scatti. Li ho poi sviluppati anche a colori e ho postato questi perché per me è più formativo confrontarmi sul colore, sul bianconero ormai ho una certa padronanza e uno stile abbastanza definito, per quanto mi è possibile. Sul forum ho postato scatti su cui mi avrebbe fatto piacere avere delle critiche, ma il forum non è evidentemente finalizzato a questo (purtroppo). |
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