| inviato il 06 Ottobre 2020 ore 17:35
Concordo sul considerare il "ritaglio" uno strumento potentissimo. Ma in questa foto avrei tentato di togliere anche la signora a sinistra |
| inviato il 06 Ottobre 2020 ore 21:42
Sono daccordo un po' con tutti... Il ragionamento a volte si fà pensado a scatti specifici... Io scrivendo pensavo ad esempio a quest'estate che a uno spettacolo scattavo da lontano per non passare come un × davanti al pubblico, e in quel caso ho aggiustato parecchio con il "ritaglio". Marco |
| inviato il 07 Ottobre 2020 ore 20:39
cacchio, mi sono fumato una discussione che mi interessava a causa del titolo leggevo Il più potente strumento di post-produzione e non me ne fregava nulla. potevi scrivere il ritaglio: il più potente strumento di post-produzione  |
| inviato il 07 Ottobre 2020 ore 20:57
Hai ragione in effetti Comunque sei sempre in tempo! |
| inviato il 07 Ottobre 2020 ore 21:33
hai ragione, semmai leggerò il topic per intero quando avrò tempo. intanto occorre dire una cosa lapalissiana, la foto 1 e la foto 2 raccontano due storie diverse. il crop effettuato utilizza meno di 1/3 dell'originale, quindi si parla di un crop importante. l'angolo di campo è diminuito parecchio. il destino delle megapixellate associate a ottiche eccellenti è proprio quello di dare lo start allo zoom virtuale, che nella realtà esiste già, ma ancora stenta nella mente di chi possiede il mezzo. Anche se capisco che qui si parla di "fotografare la fotografia", nel senso che il fotografo sceglie un'inquadratura sul campo dove c'erano molti più elementi ( oh che bella ) e poi la risceglie di nuovo in camera chiara (di nuovo: oh che bella ), ma questa volta in tutta calma e con il beneficio di poter fare delle prove. Tuttavia la pratica dello zoom virtuale è destinata ad estendersi sempre più. Partendo da 42mpx e prendendo 1/4 di immagine si ottiene un n° di pixel con cui si può fare qualsiasi cosa. in pratica con un ottimo fisso 24,4° di angolo di campo (100mm su ff) puoi arrivare tranquillamente a 12,2°) (zoom virtuale 2x) In futuro sarà ancora più estremo, si potrà arrivare anche a zoom virtuali 3x utilizzando 1/9 dell'immagine (es. sensore da 90mpx). La cosa richiede molto rodaggio da parte dell'utenza per ora. Ma se le fotocamere implementeranno la funzione zoom virtuale nel mirino sarà tutto normale. Somiglierà a quegli ingrandimenti digitali (orribili) con la differenza che non ci sarà interpolazione dei pixel ma si userà una frazione del sensore con beneficio della scheda di memoria, e anche la visione nel mirino non subirà peggioramenti visibili, partendo da un fisso eccelso, come oggi ne esistono. |
user177356 | inviato il 07 Ottobre 2020 ore 22:11
Ammesso che tu abbia ragione, l'autore della discussione (se non ho capito male) non aveva proprio visto la foto nella foto che ha ricavato con il ritaglio. Quindi, che lo zoom sia ottico o "virtuale" (come lo definisci tu) cambia poco: se quell'inquadratura non la riconosco al momento dello scatto, non posso "ritagliarla" in quello stesso momento. |
| inviato il 07 Ottobre 2020 ore 22:20
ma io ho detto anche un'altra cosa: “ Anche se capisco che qui si parla di "fotografare la fotografia", nel senso che il fotografo sceglie un'inquadratura sul campo dove c'erano molti più elementi ( oh che bella ) e poi la risceglie di nuovo in camera chiara (di nuovo: oh che bella ), ma questa volta in tutta calma e con il beneficio di poter fare delle prove. „ e se volete approfondiamo su questo. che caratteristiche definiscono un essere umano "fotografo"? a mio parere il fotografo è colui che sa guardare. Poi questo guardare non è detto che debba essere in prima sessione, non lo era ai tempi delle lastre fotografiche e non lo è adesso. il fotografo sceglie due volte. 1a sessione: afferrare il malloppo: controlla bene l'esposizione su ciò che + ti ha colpito, controlla tempo, diaframma, iso, scatta. 2a osserva attentamente ciò che hai portato a casa e scegli la fetta che ti interessa, lavorala bene. ed in realtà è sempre stato così. il fotografo guarda due volte. Solo che oggi l'entità del crop può essere molto più elevata, una volta in fotografia amatoriale se facevi + di una rifilatura non c'era più fotografia. |
user177356 | inviato il 07 Ottobre 2020 ore 22:48
The reason why, as a rule, good professional photographers (there are many bad ones, too) make better photographs than amateurs is NOT that they use superior equipment. [...] No — the difference in effectiveness between photographs made by good professionals and average amateurs is due to the difference in attitude. Amateurs, as a rule, stumble on a subject that appeals to them, take one look, get excited, and shoot. They are satisfied with a single exposure (because film costs money!) and proud of the fact, for, in their opinion, shooting up a lot of film on a single subject is a sign of insecurity. [...] Professionals, on the other hand, rarely go out hunting for subjects; instead, they become interested in a specific subject (or get a specific assignment). Before they reach for the camera, they study their subject from all sides and angles, and in every respect: in regard to its suitability for the intended purpose (particularly important if the subject is a model), its photogenic qualities, its surroundings, its background. They pay attention to the direction, quality, and color of the light. They carefully weigh subject distance and scale, angle of view, perspective, and. if necessary, motion. But especially they give thought to their future composition: How are they going to present their subject in the most effective graphic form? [...] When it comes to the actual shooting, professionals know that there never is only a single most effective view and that, furthermore, the first impression is rarely the best. Almost without exception, closer study will reveal still better views, more unusual, more significant, more exciting. Therefore, instead of being satisfied with a single shot, good photographers explore their subject in depth, literally as well as figuratively speaking, gradually warming up to it, getting attuned to the spirit of the scene, constantly discovering new and unexpected aspects, angles, qualities, color or light effects, getting better results with every shot they make. They know that the first pictures might just as well have been shot without film in the camera for all they are worth when compared with the later take. Andreas Feininger, Principles of Composition in Photography , 1973 |
| inviato il 08 Ottobre 2020 ore 20:59
Il piu potente non so ma il piu antico probabilmente |
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