| inviato il 24 Luglio 2020 ore 20:50
Jp io non farei una calibrazione manuale su un laptop in nessun caso. |
| inviato il 24 Luglio 2020 ore 22:28
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| inviato il 25 Luglio 2020 ore 7:01
“ Non capisco pero' una cosa di quello che hai detto. Cosi intendi con "postproduzione sempre con prophoto o profilo colore più ampio disponibile nel programma" ? Luminar non mi da nessuna possibilita' di scegliere a priori un profilo colore. „ neanche C1 da quello che vedo non lo permette, e non puoi nemmeno esportare in Prophoto |
user171441 | inviato il 25 Luglio 2020 ore 7:45
Non sò se ho capito, ma C1 permette di scegliere il profilo colore sia in stampa che durante lo sviluppo, io ad esempio quando stampo seleziono quello della stampante. O vi riferite allo spazio colore? Oppure ho fatto confusione io? |
user30556 | inviato il 25 Luglio 2020 ore 9:11
“ "postproduzione sempre con prophoto o profilo colore più ampio disponibile nel programma" „ Io lavoro sempre in srgb perche' il mio monitor copre al 100% solo quello. Penso che, a lavorare con uno spazio colore superiore, potrei trovarmi delle tonalita'/sfumature non desiderate, nel caso di visione con schermo piu' prestante. Inoltre, il lab dove mi servo per la stampa, richiede sempre srgb (stesso problema che a visione. Ovvero stampando in altri spazi, potrei ritrovarmi sfumature non desiderate in pp sul mio schermo). Sbaglio qualcosa? |
| inviato il 25 Luglio 2020 ore 10:46
vabbè sbattermi troppo nel capire non tengo voglia, tanto vedo che anche profilare il monitor serve a poco, io non l'ho mai profilato e proprio prendendo esempio da questo gioco, se vedo una leggera dominante magenta o verde nelle foto in gara la vedono anche altri, e se a volte vedono colori strani nelle mie elaborazioni e sempre perche applico profili che escono dalla normalità quindi voluto |
| inviato il 25 Luglio 2020 ore 11:07
Lomo ma guarda che la calibrazione non serve solo per i colori ma anche per la luminosita, contrasto, gamma ecc....anche in b&n è utilissima...penso che sia la base della pp come puoi lavorare senza uno strumento (monitor) di riferimento è come lavorare alla cieca... L'ho capito subito infatti quando mi sono messo al digitale circa 18 anni fa (e si il tempo passa) ho comprato subito una sonda è stata la ptima cosa. |
| inviato il 25 Luglio 2020 ore 11:08
Riassumo un sacco di cose giuste dette... Il RAW non ha spazio colore, così come non ha un punto di bianco, un livello di sharpen, ecc. Per questo tutte queste regolazioni fatte in macchina non hanno effetto sui "numeri" del RAW memorizzato dalla fotocamera. Al massimo queste impostazioni in camera sono riportate nei metadati. Ogni pixel del RAW è descritto da un solo numero e dal filtro colorato ad esso associato (nei sensori Bayer), quindi tecnicamente non è nemmeno un'immagine a colori. Lo spazio colore è la descrizione di uno spazio colorimetrico all'interno di un metodo colore (LAB, RGB, CMYK,...). E' quindi indipendente dalla periferica (fotocamera, monitor, stampante+carta, ecc.). Ha un'ampiezza misurabile e quindi gli spazi colore standard possono avere ampiezze diverse (gamut). I tre più noti per il metodo colore RGB sono: sRGB, AdobeRGB, ProPhoto, in ordine crescente di ampiezza. Il profilo colore invece è sempre legato alla periferica (device) che descrive e serve a caratterizzarla. Ci sono quindi profili per periferiche di input (fotocamere, scanner, ...) e di output (stampanti, monitor,...). I profili colore non si impostano mai come spazi colore di lavoro per le immagini. Internamente Lightroom usa per l'editing uno spazio colore molto ampio che si chiama RIMM ed è del tutto simile a ProPhoto. Fare tutto l'editing in ProPhoto a 16 bit/canale è sempre indicato anche se sappiamo che il monitor non lo supporta e la stampante nemmeno. Il motivo è che tutte le operazioni matematiche che il software fa ed hanno effetto sul colore durante l'editing avvengono appunto in uno spazio colore e con una campionatura (16 bit) più ampi che aiutano ad evitare problemi soprattutto se si fanno interventi decisi. Ad esempio è più difficile avere la posterizzazione a strisce dell'azzurro del cielo. Capture One non si sa quale spazio colore usi internamente. Ufficialmente non lo dicono... Pare (?) lavori in LAB. Quando si prepara un file per l'output, si può scegliere di convertire in uno spazio colore più ridotto perché più vicino a quello supportato dalla periferica che si userà. E qui ad esempio si possono chiedere indicazioni al laboratorio di stampa: sRGB oppure AdobeRGB? In Photoshop l'operazione corretta è convertire in un altro spazio colore, non applicare un altro spazio colore. Nella conversione Photoshop applica un intento di rendering, cioè un insieme di regole per portare correttamente i colori dal gamut dello spazio di origine a quello di destinazione. In fotografia se ne usano principalmente due: percettivo e colorimetrico. Se ad esempio ci troviamo a convertire da uno spazio con gamut ampio ad uno più ristretto, l'intento percettivo "sposta" tutti i colori in modo che cadano all'interno del nuovo gamut cercando di mantenere una "distanza" percettivamente (l'occhio) apprezzabile. Invece l'intento colorimetrico lascia ferme le coordinate colorimetriche dei colori che cadono in entrambi i gamut (di origine e di destinazione) e sposta solo quelli "fuori gamut", portandoli al primo valore utile dello spazio colore di destinazione. Nella pratica, quando si fa la conversione da uno spazio colore all'altro, si possono apprezzare differenze nel contrasto generale o nei colori molto saturi a seconda dei diversi casi. Lightroom credo usi sempre un intento colorimetrico, ma nel menu di stampa permette di scegliere. Quando poi si fa realmente l'output, allora si applica il profilo colore della periferica che si usa. Se si stampa, ci preoccuperemo di indicare al software il profilo corretto della stampante + carta. Quando visualizziamo a monitor, il sistema operativo usa quello del monitor. Se non abbiamo profili specifici per le nostre periferiche, vengono usati profili generici. Cfr. Colore digitale blog di Mauro Boscarol. Semplice e completo. E soprattutto scritto da chi ha le basi teoriche e non da un "praticone" (il sottoscritto)... Mi rendo conto solo ora di essere stato veramente prolisso... scusate tanto... |
| inviato il 25 Luglio 2020 ore 11:16
“ Stranamente „ Non è strano, è utile. Ad esempio se vuoi continuare l'editing in Photoshop è consigliabile esportare in ProPhoto a 16 bit. |
| inviato il 25 Luglio 2020 ore 12:10
“ Capture one invece no, mi confermi? „ C1 esporta in una miriade di spazi colore, fra cui anche ProPhoto. Ci mancherebbe... |
| inviato il 25 Luglio 2020 ore 12:59
Ragazzi avete risolto? altrimenti vi aiuto io |
| inviato il 25 Luglio 2020 ore 13:17
A precisazione cosi qualcuno mi corregge se sbaglio. Da C1 esporto in PS Tiff Prophoto 16 bit Spippolo in PS poi però non Salvo il Tiff ( che è enorme ) converto in srgb a 8 bit e Salvo ( queste operazioni ripetitive con un preset) Non salvo in Prophoto |
| inviato il 25 Luglio 2020 ore 13:34
Seguendo il discorso della calibrazione che dicevo a Lomo aggiungerei che anche con lo.schermo calibrato raramente e consigliato o preferibile di modificare le tinta dei colori è meglio limitarsi alla giusta wb con la pipetta o a una wb standard tipo daylight per quel che riguarda i colori, quindi la calibrazione non è veramente utile per la fedelta delle tinte ma lo è per la rappresentazione di tutto l'insieme dei parametri : colore, luminosita, gamma, contrasto ecc...che forniscono una rappresentazione fedele di quello che risultera alla stampa che sia a colori on b&n....le tinte sono solo una parte dell'insieme dei parametri e in piu proprio quella che è preferibile di non modificare....gia per poter lavorare "tranquillamente" basterebbe adobe gamma un piccolo sw associato alle prime versioni di photoshop che serviva appunto a regolare senza sonda a occhio facendo coincidere dei quadratini di colore e di grigio il gamma dei 3 colori rgb e il contrasto, peccato che l'hanno eliminato nelle versioni successive e che non è disponibile separatamente perche era molto semplice ed efficace...forse ne esistono altri piccoli sw del genere che ti permettono di evitare la spesa della sonda di calibrazione |
| inviato il 25 Luglio 2020 ore 13:47
“ A precisazione cosi qualcuno mi corregge se sbaglio. Da C1 esporto in PS Tiff Prophoto 16 bit Spippolo in PS poi però non Salvo il Tiff ( che è enorme ) converto in srgb a 8 bit e Salvo ( queste operazioni ripetitive con un preset) Non salvo in Prophoto „ Giuseppe, ottimo così.. |
| inviato il 25 Luglio 2020 ore 13:48
Io conservo i raw ovviamente e anche i tif 16bt prophoto sviluppati dal raw tanto con quel che costano oggigiorno gli hd non ci sono piu problemi di spazio...addirittura ho anche una versione jpeg di tutto il catalogo di tif gia sviluppati per poterlo consultare piu facilmente e/o condividerlo con altre persone. |
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