| inviato il 20 Giugno 2019 ore 15:29
“ si controllava il contrasto con la massima "esporre per le luci e sviluppare per le ombre" o viceversa „ viceversa |
| inviato il 20 Giugno 2019 ore 15:34
Ricordi benissimo Roberto È il 35mm/2 k |
| inviato il 20 Giugno 2019 ore 15:42
No problem col collezionismo e anche un po' di feticismo (dal corpo femminile a qualsiasi altro ente) non ha mai fatto male a nessuno , il problema è il finto tecnicismo da burletta, gli invasati della risoluzione, quelli che senza la messa a fuoco su millemila punti non possono fotografare e via cazzeggi@ndo sulle ali del marketing che crea finti bisogni. Il tutto spesso legato alla più crassa ignoranza sul mezzo fotografico, sulla sua storia -son passati 193 anni dalla "Veduta dalla casa di Gras" di Niépce- su cosa vuol dire fotografare, tutte cose di cui bisognerebbe avere contezza prima di far foto alla morosa in mutande o al falco pecchiaiolo o al picco alpino innevato perché, come ha scritto Nelson Goodman, "l'occhio innocente è cieco e la mente vergine è vuota". |
| inviato il 20 Giugno 2019 ore 16:20
No ma infatti non vorrei che passasse il concetto che il collezionismo non va bene! Io sono la prima che colleziona, soprattutto cose inutili , ma bisogna stare attenti a non varcare quel limite, che trasforma il collezionismo da un qualcosa che si fa per sé in qualcosa che si fa per apparire. E il rischio è molto reale quando si parla di cose che si ostentano in pubblico... Ad esempio io colleziono troll scandinavi, una roba che non serve a niente ma mi piacciono perché ho sempre avuto un debole per le leggende nordiche, quando i miei amici vanno nel nord e ne trovano uno me lo portano. Se ne stanno lì nella loro bella vetrinetta e ogni volta che li vedo mi fa piacere... Il mio ragazzo colleziona giochi in scatola, fumetti, la nostra casa è invasa da roba collezionata negli anni... Con un certo tipo di articoli invece, soprattutto elettronici perchè adesso é cool, con le fotocamere ad esempio potrebbe scattare il classico atteggiamento di voler ostentare, tipo farsi vedere in giro con l ultimo modello, con la lente supercostosa, etc. Esattamente come accade con i cellulari, veramente tutte le persone che cambiano il cellulare ogni 6 mesi hanno il bisogno REALE di farlo? Non parlo di chi lo usa per lavoro, parlo di ragazzini le cui famiglie (ne conoscono giusto una) hanno dovuto comprargli l iPhone X a rate perché non potevano permetterselo È sbagliato? No... Ognuno fa quello che vuole, ma io sono una che si fa tante domande, me lo chiederei ad esempio se avessi questo atteggiamento per chi lo sto facendo, per me? Perché mi rende felice? O perché sono sensibile al giudizio degli altri? Ieri ad esempio ero a fare una passeggiata e c'era un tipo davanti a me con una Sony A qualcosa. Come ne ne sono accorta? Beh dalla macchina no, camminava di fronte a me è la teneva a tracolla, me ne sono accorta perchè indossava la cinghia Sony con scritto su la marca e la alpha a caratteri cubitali. Ecco... Ho pensato... La prima cosa che ho fatto è stata cambiare la scomodissima cinghia della canon con una più larga, più morbida e più lunga, perchè non mi frega che la gente legga Canon, mi frega di stare comoda io. Poi magari lui stava comodo eh... Ma non so se mi seguite. |
| inviato il 20 Giugno 2019 ore 16:22
“ Se ne stanno lì nella loro bella vetrinetta e ogni volta che li vedo mi fa piacere... „ se... quando non ci sei! sapessi cosa combinano in tua assenza. |
| inviato il 20 Giugno 2019 ore 16:56
“ Feininger scriveva nei primi anni '60, quando per fotografare una qualche conoscenza tecnica era necessario averla considerato che gli apparecchi più in voga, Rolleiflex e Leica M, ma anche Nikon F, non avevano automatismi di sorta. I più si affidavano o agli esposimetri incorporati nell'apparecchio o usavano esposimetri separati. Oggi impostando la magica lettera P sul selettore potremmo concentrarci sull'immagine da riprendere. „ Ecco, questo di Kwilt è un altro luogo comune che non condivido. Quando si vuol estremizzare un concetto c'è la malsana abitudine di paragonare il noto maestro di un tempo con il fotoamatore qualunque di oggi. I fotografi acclamati vanno paragonati con i loro pari, non con chiunque. Feininger, tanto per restare in tema, doveva avere qualche conoscenza tecnica tanto quanto deve averne un maestro dei tempi moderni, ad esempio Annie Leibovitz. Non è che, perché oggi la tecnologia è più evoluta, Leibovitz mette la macchina in "P" e la macchina sputa fuori capolavori da sola! Il fatto che un tempo era tutto "manuale" non rende i fotografi del passato più capaci di quelli moderni. Erano tempi diversi, gli standard erano altri così come le pretese dei fotografi e dei loro clienti, ma per fare fotografia d'autore di successo ci vogliono talento e conoscenze, oggi come un tempo. Se diciamo che gli automatismi non fanno il fenomeno allora non negli anni non è cambiato niente: i fenomeni di oggi sono tali per le proprie abilità, non per gli automatismi acquisiti. Altrimenti siamo in contrasto con il principio di fondo. Se sei scarso il risultato sarà sempre scarso, a prescindere da quanto sia evoluta la tecnologia. Il cosiddetto "pir.la con l'attrezzatura costosa" esisteva anche 50 anni fa e se comprava l'attrezzatura tanto per esibirla ne sapeva di tecnica fotografica tanto quanto il "pir.la" odierno. La differenza è che oggi esistono i forum per smascherarli/ci e prenderli/ci per i fondelli in massa...un tempo il "pir.la" poteva essere preso di mira solo da una ristretta cerchia di conoscenti. Vuoi mettere quanto era più fortunato? |
| inviato il 20 Giugno 2019 ore 17:13
Diebu Scena a basso contrasto. " Esporre per le luci e sviluppare per le ombre" Scena ad alto contrasto: "Esporre per le ombre e sviluppare per le luci" |
| inviato il 20 Giugno 2019 ore 17:32
Makexaos "Prima di tutto, quando si vuol estremizzare un concetto c'è questa malsana abitudine di paragonare il noto maestro di un tempo con l'uomo qualunque di oggi. Feininger, tanto per restare in tema con l'esempio, doveva avere qualche conoscenza tecnica tanto quanto deve averne un maestro dei tempi moderni, ad esempio Annie Leibovitz. " Feininger, volendo scrivere libri di tecnica fotografica, adoperando il banco ottico per foto industriali ecc, non dubito che qualche conoscenza della tecnica doveva averla. Dubito un poco di HC Bresson o di Capa. Non so se la Leibovitz ha mai usato la P, però avrebbe tranquillamente potuto farlo. La scarsezza del fotografo la si vede dalle scialbe fotografie che produce, magari impeccabili dal punto tecnico. Io ero un "×" di tanti anni fa, con la Rolleiflex e la Leica M. Poichè arrampicavo in montagna, non mi portavo certo le suddette, e le foto le facevo con attrezzi più economici, tipo Rollei 35 o Minox 35, ma anche altre compatte più economiche. Le foto con le "ammiraglie" riguardavano i ritratti di familiari ed amici, che a tutt'oggi restano le foto più interessanti, qualche matrimonio ad amici, turismo. Le foto che ho scattato da turista, durante i miei viaggi, avrei potuto non scattarle...sono simili a milioni di altre. Il problema di fondo è che occorre distinguere tra il professionista, che è colui che con la fotografia ci campa, ed il dilettante che ha l'hobby della fotografia. Quest'ultimo si interessa anche della storia della fotografia e delle attrezzature, conosce tutte le tecniche, ha posseduto ogni tipo di macchina fotografica, sa come applicare il sistema zonale di Adams ecc., ma ovviamente non è affidabile come il professionista, perchè gli manca la gavetta al seguito di un professionista. Una volta un amico mi chiese qual'era, secondo me, la strada migliore per diventare fotografo professionista. Gli risposi " Andare a lavare i pavimenti nello studio di un professionista". Non ne rimase convinto, però non è mai diventato fotografo professionista. Un tempo il "×" era comunque trattato con un certo rispetto quando per caso si finiva a parlare di fotografia. Chi ne sapeva un pò produceva foto incomparabilmente migliori di chi scattava alla meno peggio con una Istamatic. Oggi ho un amico della mia età, × d'antan anch'esso, che odia il digitale perchè ha democraticizzato la produzione di fotografie, togliendogli l'aura di sapiente. Con le debite proporzioni, è successo anche a GB Gardin che non considera fotografia il prodotto digitale. Le "x" nel testo sono state inserite dall'amministrazione del sito per censurare il lemma "p.i.r.l.a", intollerabile, anche quando la galleria di nudo , artistico, mi raccomando, è piena di genitali in bella mostra. |
| inviato il 20 Giugno 2019 ore 18:40
Direi che nei forum i p1rla possono essere smascherati, ma a volte,spesso, si incontrano e fanno comunella. Ho notato che in certe discussioni, alcuni dei possessori di costose attrezzature,tendono ad avere un po'di spocchia. Altri, invece, che tendono ad avere uno spirito collaborativo se ne allontanano. |
| inviato il 20 Giugno 2019 ore 19:17
Kwlit “ Non so se la Leibovitz ha mai usato la P, però avrebbe tranquillamente potuto farlo „ Questo secondo te rappresenta un vantaggio, uno svantaggio o è ininfluente per il valore dello scatto? |
user117231 | inviato il 20 Giugno 2019 ore 19:19
Si si..è un argomento molto serio davvero. |
| inviato il 20 Giugno 2019 ore 19:28
@Kvlit: Scena a basso contrasto: misuro le ombre, decido in che zona voglio farle cadere, prolungo lo sviluppo per aumentare le luci e quindi aumentare il contrasto. Scena ad alto contrasto: misuro le ombre, decido in che zona farle cadere, riduco lo sviluppo per abbassare le luci e quindi diminuire il contrasto. Sempre e comunque "esporre per le ombre e sviluppare per le luci". |
| inviato il 20 Giugno 2019 ore 20:56
Nel negativo BN bisognava sempre esporre per le ombre.... Il contrasto lo variavo, ma non sempre si poteva (se avevi 36 pose era quasi certo di avere situazioni miste) con uno sviluppo negativo più o meno diluito |
| inviato il 20 Giugno 2019 ore 20:58
Diebu: Sempre e comunque "esporre per le ombre e sviluppare per le luci". Se la scena è a basso contrasto (giornata grigia) si affoga nel grigiore. Nel BN questo era uno dei limiti del 24x36, che mal sopportava il sovrasviluppo. Makexaos: credo sia del tutto indifferente. Nessuno ha mai giudicato i quadri di Picasso dal tipo di pennello usato o dalla marca dei colori. |
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