| inviato il 25 Marzo 2024 ore 23:09
“ P.S. Per la cronaca, ho 2/3 libri sulla fotografia (di cui uno si chiama addirittura “guida avanzata” alla fotografia digitale), e il concetto di “circolo di confusione” (concetto che indagherò per conto mio a questo punto) lo leggo qui sul forum per la prima volta, in assoluto (mai incontrato nemmeno nelle miriadi di letture su internet in inglese). „ Andreas Feiniger, Il libro della Fotografia, Garzanti 1971, pag.110 e ssgg. Titolo originale: "Successful Photography", Prentice Hall, Inc., Englewood Cliffs, N.J. |
| inviato il 25 Marzo 2024 ore 23:11
@theblackbird Non serve saper nulla di fotografia per “intuire” che una foto più è piccola più “sembra” perfettamente nitida. E più ingrandisci e più saltano fuori eventuali “difetti”. Quello che sottolineavo è semplicemente che non sempre (anzi, quasi mai) si ha un'idea di cosa si farà con quella foto e quanto eventualmente la vorrò ingrandire, se stampata. Almeno per me. Anzi, casomai è il contrario, posso decidere di ingrandirla più o meno in caso a quanto è venuta bene. Mi spiego ancora meglio; Vado in Irlanda, faccio le foto, senza passare 1 ora sopra la foto perché la fotografia troppo “pensata” non è divertente, per me (e tanti altri). Torno a casa, seleziono le foto, le ingrandisco, edito ecc ecc. Ne trovo una che mi piace particolarmente e decido di stamparla in grande, diciamo 50x70. Se il dettaglio mi soddisfa, bene, altrimenti cestino il 50x70 e la ristampo un po' più piccola. Certo con il mio metodo ai maniacali scoppierà una vena. Ma si devono rassegnare al fatto che non esiste un solo modo giusto di lavorare. |
| inviato il 26 Marzo 2024 ore 0:02
Si ma visto che stai applicando quello che ti hanno detto tutti, non vedo perché non chiamare le cose col loro nome. Fra l'altro lo fai all'inverso, dovresti semmai scattare in base a cosa vuoi ottenere, non viceversa: viceversa è un accontentarsi, non va fatto passare come fosse un metodo. Scattare e decidere dopo cosa si PUÒ fare con lo scatto in base a come è venuto significa accontentarsi, niente di più. Non è un male, sai quante volte lo faccio anche io... Non ci lavoro d'altra parte, che mi frega della perfezione? Ma come ho detto, le cose vanno chiamate col loro nome, in quei casi mi sto accontentando, non sto facendo le cose al meglio... e non è questione di essere maniacali. |
user126772 | inviato il 26 Marzo 2024 ore 6:39
Altra carne al fuoco per tentare di innescare un minimo di autodisciplina, se lo si ritiene utile. Affronta in qualche modo il dopo, da usare anche per decidere se interessa il prima. www.nikonschool.it/experience/stampa-epson-p600-2.php |
| inviato il 26 Marzo 2024 ore 8:39
@D_o_f ammesso ti possa interessare. Mettere a fuoco un piano di un oggetto significa fare arrivare al fuoco tutti i suoi punti allo stesso tempo. È il principio di Fermat. Anche se la luce viaggia (nel vuoto) a ~300,000 km/s un progettista ha grosse difficoltà a portare a fuoco TUTTI i punti del piano prescelto, cioè farli arrivare TUTTI allo stesso tempo. Per cui puoi anche avere un fuoco meno perfetto lontano dal centro. Poi se non usi costosi APO i vari colori non vanno a fuoco nello stesso punto. Il terzo YT da te linkato è un fai-da-te abbastanza ingegnoso. Si citano le lunghezze focali 7 e 14 mm su aps-C. Il suo consiglio è di fare prove su ciascun obiettivo e ricavarsi tabelle. Ci sta. Anche in prove alla buona come queste, l'autore si è accorto che le formule (facilitate in rete) differiscono da quello che ha trovato lui. Non ha tutti i torti. L'iperfocale è deludente se si assume il criterio del fuoco perfetto a infinito (anche: a distanze considerevoli, non occorrono i km!). Se metti a fuoco in iperfocale a 4 m, il fuoco a 4 m sarà agli effetti pratici perfetto. Se osservi all'infinito vedi invece che non è soddisfacente. Un paesaggista deve decidere se gli interessa mettere a fuoco perfettamente le colline e casette nello sfondo lontano (assunto come infinito) o gli oggetti fra l'infinito e la macchina. Hai un 14 mm su aps-C Fuji. È un obiettivo ideale per avere a fuoco tutto da infinito ai tuoi piedi. Senza iperfocale, che abbiamo già visto che pregiudica la resa massima all'infinito. Devi decidere la grandezza dei particolari che vuoi avere a fuoco pressoché perfetto. Ammettiamo che siano 2 (due) mm (nei piani oggetto, non sul sensore). Dividi 14 per 2 e ottieni 14/2=f/7. Se imposti f/7, avrai fuoco perfetto a infinito e arrivi più o meno a 40 cm dai tuoi piedi leggendo chiaramente caratteri >2 mm. Se chiudi a f/16 avrai 14/16=0.875 mm. Tieni anche conto che su questo Forum postano soloni che queste cose non le sanno. Ossia non conoscono i principi dell'ottica geometrica. Che l'iperfocale dia sempre sfondi mediocri l'aveva visto Merklinger nel 1991 usando una Leica M e il Tri-Elmar. drive.google.com/file/d/1aAfTXYpp6faoe5SkpMfN05lhR7sc50M3/view?usp=dri |
| inviato il 26 Marzo 2024 ore 9:11
Grazie a tutti. Mi avete riportato alla mia giovinezza, in piena epoca autofocus. Conosco il circolo di confusione e il suo rapporto con la stampa finale. Però ricordo anche la semplice regola, senza alcun calcolo: ti serve la massima profondità di campo ? Massima chiusura del diaframma. Si, lo so, la diffrazione.... è la solita storia della botte piena e della moglie ubriaca. E poi la diffrazione non ha mai ucciso nessuno.Altrimenti produttori serissimi di obbiettivi limiterebbero la masdima chiusura a f8. |
| inviato il 26 Marzo 2024 ore 9:55
Certo, c'è anche Merklinger…. A me questo sembra un topic che dovrebbe cambiare titolo da "Iperfocale" a "Come ottengo la massima nitidezza"… Provando a restare un momento sull'iperfocale, credo che venga in aiuto l'esperienza sul campo che ognuno accumula nel tempo. Il paesaggista che si affida all'iperfocale sa già che non otterrà il fuoco perfetto dall'infinito fino a un metro. Ma sa anche che non lo ottiene nemmeno con Merklinger… Sono due tecniche che portano ad una "nitidezza accettabile"… Al contrario, quando è veramente utile l'iperfocale? Lo è stata (e lo è ancora) quando si usavano "a reportage" ottiche corte con fuoco manuale. Nel reportage (soprattutto un tempo) nessuno cercava la nitidezza perfetta su ogni piano, quindi la possibilità di avere (ragionevolmente) a fuoco il soggetto principale senza preoccuparsi di focheggiare manualmente è sempre stato un grande vantaggio. Questo è ancor più vero considerando anche che le ottiche manuali con le tacche della PdC sul barilotto permettono di impostare l'iperfocale in un attimo, senza nessuna tabella o app o altre amenità. Perfino Merklinger ammette che è matematicamente corretto dire che l'iperfocale massimizza l'estensione della PdC. |
| inviato il 26 Marzo 2024 ore 10:14
@Valgrassi grazie per la semplificazione (almeno questa volta, per me dico ), sintetizzando con una semplice formuletta ciò che mi risultava in pratica senza sapere bene perché. |
| inviato il 26 Marzo 2024 ore 10:16
“ Viene fuori un post di 7528 righe tutte di link ad altri topic, Leo. MrGreen Se poi ci pianti nel mezzo Merklinger è la fine. Parte Sinatra: "aaand noooow the end Is neaaaar / and so I faaaace the finaaal curtaaaain" MrGreen „ Esattamente, quindi che bisogno c'é di aprire e ancora peggio di continuare discussioni del genere, tutto é gia stato detto e ripetuto un'infinità di volte su questo forum, basta andare a cercare le risposte con la funzione richerca...é semplicissimo guarda si fà cosi
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| inviato il 26 Marzo 2024 ore 10:49
@luigi guarasci @valgrassi Leggo sempre molto volentieri e attentamente post o link che vanno molto sul tecnico. Più tardi mi riprometto di farlo con calma. Non voglio perdermi nemmeno una virgola. @Leo45 Dato che parli a moglie perché suocera intenda ti rispondo che preferisco avere risposte fresche che cercare fra le risposte del passato (è la stessa differenza fra leggere un libro di storia e fare domande a un professore). Se chiacchierare non ti piace non è obbligatorio farlo, si fa solo se se ne ha voglia ; ) |
| inviato il 26 Marzo 2024 ore 10:50
@Leo Juza si sostenta economicamente su infinite ripetizioni che si trascinano i clic degli interessati del momento. Sono sicuro per esempio che molti qui pensano che io sia un "fissato" su Merklinger. A livello paesaggi è senz'altro meglio Merklinger. A livello street AMBIENTATA la combinazione più vantaggiosa è data da una m4/3 con montato un 25 mm: F/16 con fuoco a infinito dà 1.5625 mm (25/16=1.5625), non sarà il massimo per le ciglia, ma neanche così male. Se 1.5625mm è un dettaglio troppo grossolano, basta montare un 14 mm e si è sotto a 1 (un) millimetro (14/16=0.875mm). È anche vero che quasi tutti qui pensano non si possa usare f/16 con una m4/3. Appartengono alla categoria di quelli che, oltre a non conoscere l'ottica geometrica, vanno su "Cambridge in Colour" a informarsi sulla diffrazione.:fcool |
| inviato il 26 Marzo 2024 ore 12:29
“ Sono sicuro per esempio che molti qui pensano che io sia un "fissato" su Merklinger.MrGreen „ Smetterò di crederlo quando passerai un anno senza citarlo in alcun post. |
| inviato il 26 Marzo 2024 ore 12:40
“ A livello street AMBIENTATA la combinazione più vantaggiosa è data da una m4/3 con montato un 25 mm: „ E ancor meglio un 18 mm…. |
| inviato il 26 Marzo 2024 ore 15:14
Problemi di front focus a f11? L'unico problema è che anche in iperfocale il punto di maf è uno ed uno solo. Per paesaggi l'iperfocale è inutile, decidi tu quale piano focale è più importante e a f11 otterrai una foto abbastanza a fuoco ma scordati un perfetto fuoco per tutto il fotogramma |
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