| inviato il 21 Novembre 2018 ore 17:59
La mia era una provocazione per sottolineare come sia difficile catalogare, soprattutto la street ma, visto che è citata, anche la naturalistica. In un oasi WWF non si può fare nessuna naturalistica in senso stretto. Il che vale per moltissima naturalistica in posti civilizzati, a meno che non si analizzi l'adattamento e/o la convivenza con l'uomo e le sue attività. Troppi problemi catalogare |
| inviato il 21 Novembre 2018 ore 18:00
“ Non si può fare un reportage con una solo foto. Per sua natura, un reportage fotografico è costituito da più foto collegate tra di loro da una certa tematica o filo conduttore e che, dal punto di vista temporale, hanno un inizio e una fine. Le foto che compongono un reportage possono essere foto del genere "street", ma estrapolare una foto da un reportage rischia di farle perdere parte del suo significato e farla diventare anche "altro". „ Ah, ecco... quindi si può dire che questi due generi si possono fondere in alcuni casi. Lo scopo sarà prevalentemente quello del reportage e quindi vi sarà un filo logico che unisce le varie foto e tuttavia, a seconda del contesto e delle foto, potranno avere anche caratteristiche da street ed essere considerate anche in tal senso (anche se il loro scopo primario non è quello). |
| inviato il 21 Novembre 2018 ore 18:07
“ La mia era una provocazione per sottolineare come sia difficile catalogare, soprattutto la street ma, visto che è citata, anche la naturalistica. „ In effetti non è sempre facile catalogare alcune foto. |
| inviato il 21 Novembre 2018 ore 18:15
“ " Non si può fare un reportage con una solo foto. Per sua natura, un reportage fotografico è costituito da più foto collegate tra di loro da una certa tematica o filo conduttore e che, dal punto di vista temporale, hanno un inizio e una fine. Le foto che compongono un reportage possono essere foto del genere "street", ma estrapolare una foto da un reportage rischia di farle perdere parte del suo significato e farla diventare anche "altro". " Ah, ecco... quindi si può dire che questi due generi si possono fondere in alcuni casi. Lo scopo sarà prevalentemente quello del reportage e quindi vi sarà un filo logico che unisce le varie foto e tuttavia, a seconda del contesto e delle foto, potranno avere anche caratteristiche da street ed essere considerate anche in tal senso (anche se il loro scopo primario non è quello). „ Non credo che un fotoreporter vada in teatro di guerra per scattare una foto e tornare. Quella foto farà sicuramente parte di un reportage. Che possa essere considerato un luogo aperto al pubblico un teatro di guerra ho qualche dubbio. Molti luoghi devastati da guerre non sono neanche raggiungibili con mezzi ordinari, come gli aerei di linea. I fotoreporter si spostano spesso con mezzi militari. |
| inviato il 21 Novembre 2018 ore 18:21
Ragazzi non fatevi troppe storie e sofismi mentali. Il soldato di Capa è morto. Ed è morto pure Capa. Uscite fuori e scattate. Vi incuriosiscono certe cose? Benissimo prendete qualche esempio e provate ad applicarlo. Vedete se vi piace, se il vostro sguardo inizia a cambiare e confrontatevi. Non vi piacciono o incuriosiscono? Benissimo lo stesso, mica l'ordina il dottore di provare queste cose. Fate quello che vi piace. Tante discussioni e poi usciamo tutti in strada a fotografare il primo passante di schiena e 150 metri sulla spiaggia con titolo solitary beach con b/n vignettato. Questa si questa no, questo si questo no, serve a poco. Una foto se è valida poco importa di classificazioni. Ci sono per forza situazioni limite. Partiamo dal semplice, ed in prima cosa dallo spirito. Il resto viene da se. Per confondervi guardate queste immagini di un bravissimo documentarista russo. Molte singole hanno una forza incredibile e prese da sole reggono benissimo un inquadramento da SP. E' il suo stile ed il suo modo di raccontare. Ed è bravo, anzi di più. aleksandrpetrosyan.com/en/category/63/next/2#!foto/15/ aleksandrpetrosyan.com/en/category/57/next/2#!foto/21/ aleksandrpetrosyan.com/en/category/68#!foto/11/ Guardate sul suo portale quante storie rappresenta con singole foto. E poi... uscite a scattare! |
| inviato il 21 Novembre 2018 ore 18:27
Bellissime. Davvero un occhio "clinico". Volendo catalogarle, per me sono un mix di street e documentario. |
| inviato il 21 Novembre 2018 ore 18:36
Quante seghe |
| inviato il 21 Novembre 2018 ore 18:39
“ Quante seghe „ Attento che diventi cieco! |
| inviato il 21 Novembre 2018 ore 18:47
“ Ragazzi non fatevi troppe storie e sofismi mentali. „ e “ Quante seghe „ Ok ok, forse mi sono lasciato prendere un po' dall'entusiasmo dell'apprendimento e dal fatto di cercare di capire. Comunque è stata una discussione interessante. |
| inviato il 21 Novembre 2018 ore 21:02
" Ragazzi non fatevi troppe storie e sofismi mentali. " e " Quante seghe " Condivido, il decalogo del perfetto streeter non esiste, ammesso che esista la street. Si parlava di fotoreporter ma, se monto in sequenza le foto HCB fatte a Parigi non sto facendo un reportage della vita nella "ville lumiere"? Alla fin fine la street non è un racconto? |
| inviato il 21 Novembre 2018 ore 21:09
“ Alla fin fine la street non è un racconto? „ No E credo sia ora di dire basta a HCB, che è stato un maestro, ma ce ne sono stati decine di migliaia che hanno fotografato dopo di lui. La street di oggi ha ben poco a che spartire con la sua. Tanto per cominciare ai tempi di HCB le foto erano talmente poco pubblicate, che il modo con cui se ne usufruiva era diverso. Più intenso, pensato e metodico. Oggi c'è una bulimia tale di immagini, che le fotografie di HCB si perderebbero nella massa polverosa. Oggi si fa street in maniera differente. Ma, la discussione è stata lunga e si è detto già molto. |
| inviato il 21 Novembre 2018 ore 21:51
“ c'è una bulimia tale di immagini, che le fotografie di HCB si perderebbero nella massa polverosa. Oggi si fa street in maniera differente. „ anche se ne fossi convinto, e non lo sono anzi penso il contrario non lo scriverei. |
| inviato il 21 Novembre 2018 ore 22:45
Provo a spiegarmi meglio io. A prescindere dalle sue capacità fotografiche lui era una persona molto determinata, e commercialmente ha avuto una idea geniale, la Magnum, quella cosa che era al vertice di tutto un mondo. Ci si dimentica spesso nel paragonare periodi diversi di contestualizzare, guardando le difficoltà di allora con gli occhi di oggi. Magnum esiste ancora e Hcb è libri un mito proprio perché Magnum ha contribuito a crearlo. Oggi avrebbe trovato un altro modo per oscurare magnum ed arrivare al vertice. PS non ho molti libri di Bressan, il mio mito è Kertesz. PS 2 c'è una mostra dalle mie parti o forse è finita da poco di Hcb che ho visto un mesetto fa e sono stato felice di vedere che ogni tanto sbagliava anche lui. |
| inviato il 22 Novembre 2018 ore 6:57
"Alla fin fine la street non è un racconto?"...per me si per altri no. Punti di vista differenti |
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