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Ci troviamo di fronte a un nuovo inizio per la fotografia?


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avatarsenior
inviato il 12 Settembre 2018 ore 18:45

@Lordcasco: ci sono siti a pagamento è vero e io sono favorevole. Le cifre da sborsare non sono alte per cui è una spesa accessibile per chi vuole mettersi in mostra e no perditempo. Le gallerie sono di buon livello e proprio perché si paga l'autore non pubblica rumore. instagram lo considero un biglietto da visita poi sta a te come farlo. I biglietti da visita non sono tutti uguali, ci sono quelli realizzati per attirare cani e porci e quelli più sofisticati per un pubblico mirato. Il web secondo me non ha cambiato la fotografia si è solo adeguata ai tempi e al linguaggio espressivo delle nuove generazioni come è sempre stato permettendo a tutti in qualche modo di esprimersi. A differenza degli anni passati il web offre grande visibilità a tutti mostrando anche nell'altro continente i nostri lavori o i nostri pensieri volendo dietro un Nickname (un po' come quelli che imbrattavano i muri con le scritte). Sicuramente anche il mercato è cambiato e i social sono diventati essenziali per farsi conoscere e offrire un'anteprima del proprio lavoro mentre un sito personale diventa essenziale per presentarsi in maniera più professionale. Tutto sta nel saper sfruttare i vari canali che offre il web.Una cosa è certa che di gente brava in giro c'è n'è tanta.

user146504
avatar
inviato il 12 Settembre 2018 ore 20:27

iniziando dalla frase con cui è stata aperta la discussione
Internet? Ha dato diritto di parola agli ×:

Internet ha dato una cassa di risonanza più ampia rispetto a prima,gli "x" parlavano anche prima,solo a meno persone...
prima parlavano solo al bar e subito venivano messi a tacere

Qui è interessante anche dove avviene la discussione,al Bar..un luogo circoscritto e con delle persone reali che potevi vedere...
internet ha cambiato tutto,per rimanere in tema fotografico,tutti ormai possiamo scattare una foto (anche il sottoscritto) e possiamo condividerla indipendentemente da come sia riuscita. come si può fare per evitare di continuare di postare fotografie banali..?
in un sito come questo aperto a tutti i tipi di fotografi un ottimo inizio sarebbe quella di commentare lo scatto evitando i superficiali "mi piace...è bellissima etc.."magari anche criticandolo pesantemente e in maniera diretta se serve,ma senza arrivare algi insulti.
domandare è lecito, rispondere è cortesia....si cresce confrontandosi e parlando...
poi è chiaro che non sempre sarà così.
Luca

avatarjunior
inviato il 12 Settembre 2018 ore 21:48

A chi considera il web una minaccia per la buona Fotografia rammento la vicenda di Vivian Mayer, i lavori della quale hanno conosciuto fama mondiale a partire dalla pubblicazione su Flikr.

avatarsenior
inviato il 12 Settembre 2018 ore 22:27

Una cosa è certa che di gente brava in giro c'è n'è tanta.
di questo io ne sono assolutamente convinto, e il web (e il digitale) permette a molte persone di esprimere la loro arte.
Ciao
LC

avatarsenior
inviato il 12 Settembre 2018 ore 22:31

A mio avviso non e' il Web la minaccia.
Il web, in quanto strumento e' il mezzo.
Purtroppo pochissimi hanno qualcosa da dire davvero, ma il problema e' che quasi nessuno spettatore ha gli strumenti per capire la fotografia, anche se disponiamo di mezzi tecnici superlativi.

Uscendo dalla mostra di Hcb, qualche anno fa, l'amico informatico con cui l'avevo visitata sbotto' dicendo:" ma alla fine non e' che sia poi tutto sto granche'... sono fotografie che chiunque oggi potrebbe fare con una macchinetta da 300 euro"


Il bello e' che, riflettendoci, aveva assolutamente ragione….


avatarsenior
inviato il 12 Settembre 2018 ore 22:33

Purtroppo mi accorgo solo ora di questo bellissimo topic e, data la mia giornata intensa, non ce la faccio a leggere attentamente tutti gli interessanti interventi sin ora pubblicati. Posso solo aggiungere che secondo il mio parere la rete non ha sostanzialmente cambiato la fotografia. Alla fine i generi sono sempre più o meno gli stessi. Ovviamente la rete per la diffusione, unita alla tecnologia per la facilità di fare una foto, ha aumentato in modo enorme la quantità di fotografie prodotte e messe in mostra. Ma ci sono sempre le fotografie "inutili" (rumore) e quelle che provano a significare qualcosa, ma c'erano anche 20 anni fa. Anche nei famosi circoli fotografici c'erano le une e le altre.
Ho letto che qualcuno si chiede come si fa a provare ad emergere da questo oceano di immagini. Bella domanda! Io penso che oggi bisogni ritornare ad affidarci agli antichi canali ancora esistenti, organizzare e organizzarsi con mostre, fare concorsi, provare a diffondere le proprie immagini tramite associazioni che possano condividere un nostro lavoro. Innanzitutto bisogna crearsi un curriculum (come è sempre stato). La rete, i social forum, come un sito personale, a mio avviso servono come biglietto da visita. Non penso che si diventi "conosciuto" postando le proprie foto su Instagram o su Facebook. Non penso che ci siano persone che si guardano tutte queste foto per individuare quelli bravi. Si certo, Vivian Mayer è stata conosciuta dal grande pubblico anche da flikr. Ma dietro ci sono persone che hanno creduto in quelle fotografie e hanno lavorato in più direzioni mass-mediali.

avatarjunior
inviato il 12 Settembre 2018 ore 23:26

"Ma dietro ci sono persone che hanno creduto in quelle fotografie e hanno lavorato in più direzioni mass-mediali."

Senza dubbio alcuno. Non mi trovo d'accordo, però, con chi afferma che essendo la produzione e la fruizione delle immagini alla portata dell' ignorante massa, l'Arte non possa emergere dagli stessi canali. Ieri mi sono goduto da You Tube un'intervista a Ferdinando Scianna, ma sappiamo bene che avrei potuto trovare qualsiasi altra cavolata. Eppure provengo anch'io dalla massa, fotoamatore da 3 anni. Le persone "x" imparano presto a discriminare la qualità dalla banalità, all'interno dei canali informativi che trattano della loro passione.

avatarsenior
inviato il 13 Settembre 2018 ore 8:15

Finché la pubblicazione era sottoposta al vaglio di un editore, o comunque di qualche genere di referi, la visibilità è sempre stata la discriminante tra buone e cattive immagini; in questo modo diventava anche un potenziale strumento di "scuola", nel senso che le immagini che avevano maggior visibilità costituivano un "modello" non solo formale, ma anche per quanto riguarda la progettualità, gli intenti, i metodi della comunicazione ecc.
E' indubbio però che Internet ha azzerato tutto questo; non ha eliminato la buona o la cattiva fotografia, però le ha messe sul medesimo piano, in modo che l'educazione all'immagine non passi più anche attraverso la maggiore o minor visibilità. Per dirla in termini di "estetica" (parola fin troppo abusata al giorno d'oggi), Internet ha messo il bello e il kitsch sul medesimo scaffale: o il cliente entra nel supermercato sapendo già quale prodotto acquistare, o molto probabilmente finirà per acquistare quello che semplicemente occupa la maggior parte dello scaffale.
Di tutto questo, però, la cosa interessante è che Internet ha finalmente realizzato l'intento di quelli che inventarono la fotografia oltre 150 anni fa, quello cioè di fare in modo che chiunque potesse realizzare un'immagine anche senza saper disegnare; una "democratizzazione" dell'immagine che ha quindi radici ben più vecchie di noi che stiamo qui a parlarne, ma le cui conseguenze possiamo verificarle soltanto noi, non quelli che hanno innescato il processo intorno alla metà del XIX secolo.

avatarsenior
inviato il 13 Settembre 2018 ore 8:52

Gli scaffali rappresentano bene il web ,Daniele. Se compri al supermercato cerchi un prodotto standard, ripetitivo , e con caratteristiche ottimizzate per la diffusione/prezzo e non per la qualita'.

Probabilmente la fotografia/web ha subito lo stesso sviluppo.
Fotocamere e processi sempre piu' normalizzati. Un filtro Instagram che simula un effetto polaroid non e' altro che la falsificazione e la standardizzazione di un difetto, che nello stesso tempo era una caratterizzazione molto spinta di un processo fotografico piuttosto aleatorio.


avatarsenior
inviato il 13 Settembre 2018 ore 9:28

E' indubbio però che Internet ha azzerato tutto questo; non ha eliminato la buona o la cattiva fotografia, però le ha messe sul medesimo piano, in modo che l'educazione all'immagine non passi più anche attraverso la maggiore o minor visibilità. Per dirla in termini di "estetica"
allora il problema si sposta, sul definire cosa sia la buona o cattiva fotografia.
Quella dei grandi autori?
Chi sono?
E perchè lo sono diventati?
Potrei citare molti fotografi grandi autori che fanno un po' ca.gare.
Per me e solo per me chiaro.

Ma cosa è la cultura in fotografia?
E nelle arti in generale?
nulla, solo una massa informe di consensi.
Nelle mostre, che tanto crediamo che siano l'unico veicolo di cultura, in realtà chi ha deciso che quella foto, quell'autore era degno della nostra attenzione?
Noi? no di certo.
Oggi è ben diverso, oggi l'immensa mostra è internet, dove si trova si tutto, ora non c'è più chi ti dice cosa ti deve piacere, oggi sta a te il duro compito di cercare il tuo "idolo", ma dal momento che siamo solo tanto pigri e sciocchi, non lo vogliamo fare allora rimpiangiamo le "mostre".

Se un autore non avesse avuto i giusti canali sarebbe stato un signor nessuno.
Vivian Mayer, considerata oggi uno spettacolo, ma di cosa?
E' stata nel dimenticatoio per decenni, poi è uscita fuori postuma.

La bella o brutta fotografia, come un film, come un quadro, o quello che volete voi, la fa solo l'apprezzameto della massa.
Spostate il binomio galleria d'arte-> quadro a azienda X-> youtuber stessa cosa, uno momentizza sull'apprezzamento della massa dell'altro.
Ora se un'azienda spinge qualcuno, quello fa tendenza e l'azienda monetizza e viceversa.
Come la famosa foto della patata milionaria, dite quello che volete, io vi ascoto estasiato da ignorante, ma è la foto di una patata.

Le cose non sono cambiate.
prima eravamo ignoranti come capre, e subivamo tutto quell oche ci veniva propinato, e oggi siamo rimasti ignoranti come capre e subiamo qualsiasi cosa ci propinino.
Poi c'è il gusto personale, quello va educato, certo.
Ciao
LC

avatarsenior
inviato il 13 Settembre 2018 ore 9:37

Non è questo argomento del topic anche se ne possiamo aprire uno.
Il modo di pensare un progetto fotografico ora è cambiato?
Per me si, ci sono fotografi che usano abitualmente il cellulare e pubblicano on line, ci sono progetti come quello di train Simons pensati esplicitamente per il web, ma c'è anche una diversa estetica nella fotografia, quello che ha detto un utente qualche messaggio più sopra su Bresson ne è una prova.
Il poter scattare così tanto e condividere ha cambiato il rapporto con la foto stessa.
Pensare di essere un'isola fotografare per noi stessi è un discorso da amatore, ma se devi rapportati con un Pubblico bisogna pensare a come vuoi parlare a quel pubblico non solo a cosa vuoi dire perché puoi avere idee e concetti ma se non sai comunicarlo è un problema, non è detto che il lavoro non sia valido o che non sarà apprezzato in futuro, ma resta comunque un problema essere fuori dal proprio tempo e non saperlo raccontare

avatarsenior
inviato il 13 Settembre 2018 ore 9:42

Affermare che prima ci prendevano tutti in giro e ora pure è concepire il nulla.
La rete a mio avviso non ha democratizzato nulla nella proposta fotografica, come in quella culturale, di informazione e politica. Per rimanere in tema fotografico, penso sia necessaria una "selezione" e una successiva proposta. La selezione viene fatta da numerosissime entità, editoriali, organizzatrici di mostre, di Contest ecc. In rete c' un amalgama difficile da interpretare e ci vuole sempre qualcuno che faccia il lavoro di selezione. Tanto più sono i selezionatori tanto più vi è un processo diciamo democratico

avatarsenior
inviato il 13 Settembre 2018 ore 9:45

Di tutto questo, però, la cosa interessante è che Internet ha finalmente realizzato l'intento di quelli che inventarono la fotografia oltre 150 anni fa, quello cioè di fare in modo che chiunque potesse realizzare un'immagine anche senza saper disegnare; una "democratizzazione" dell'immagine che ha quindi radici ben più vecchie di noi che stiamo qui a parlarne, ma le cui conseguenze possiamo verificarle soltanto noi, non quelli che hanno innescato il processo intorno alla metà del XIX secolo.

Riprendo questo interessante paragrafo di Daniele che come sempre riesce a proporre spunti molto interessanti.
In realtá oltre 150 anni orsono nasceva il pittorialismo, che di fatto voleva elevare la fotografia a potenziale forma d'arte. Questa estensione prefigurava solo in parte il processo di democratizzazione di cui a ben donde parli. Infatti, non é che rendesse piú accessibile la fotografia. ;-)
L'avvento di internet lo si puó definire "evoluzione" se lo si osserva dal punto di vista dell'opportunitá, altrimenti rimane uno strumento che evidenzia quanto oggi l'elemento chiave sia il mercato. In particolare la fotografia ne rimane travolta proprio perché quel processo di democratizzazione di cui si parlava, in un ambito praticamente privo di regolamentazione, si tramuta in anarchia. Chiunque ne abbia voglia e "presunzione" si sveglia al mattino, diventa "influencer" e spodesta (nella sua testa) i vari Ansel Adams & company nonostante di fotografo abbia ben poco (c'é chi é diventato bilionario vendendo pollo fritto di bassa qualitá...). D'altronde nel momento in cui la finestra da cui urliamo si affaccia al mondo intero diviene necessario avere una conoscenza sociologica su cui poggiare le basi della propria comunicazione.
Un altro aspetto importante é lo status. Il periodo generazionale in cui viviamo esente da ricostruzione ed in (a detta dei media) perenne crisi di valori ed identitá si aggrappa allo status di "artista" che oggi pare avere un valore altissimo. Un senso di rivalsa nei confronti del mondo. L'opportunitá di urlare, essere ascoltati e persino idolatrati (in alcuni casi). Con la pancia davanti al monitor del proprio PC, ma essere definito avventuriero, un novello Galen Rowell che vive nell'immaginario di chi lo segue. Perdonatemi la forzatura, ma per lo "status" l'essere umano é disposto a vendere entrambi i genitori.
Ecco cos'é internet. Come molti voi amici avete ben evidenziato trattasi di uno strumento, un'opportunitá. Non é detto che ci migliori, perché se da una parte tutto diviene accessibile a grandi velocitá, dall'altra vi é il rischio di perdere di vista l'umiltá e bypassare quel tempo necessario ad ogni persona per studiare, confrontarsi ed avere voglia di migliorare quotidianamente. For ;-)

avatarsenior
inviato il 13 Settembre 2018 ore 9:48

Si, ok ma un conto è come il media internet ha reso possibile veicolare in modo nuovo, democratico, virale, globale, ecc. dei contenuti "X". Discussione comunque interessante in quanto erano contenuti che prima non erano accessibili pubblicamente e che quindi influenzano di sicuro in modo differente i fruitori.

Un altro è ammettere, e molti di voi non lo fanno, che questi contenuti hanno subito una selezione della specie che oltre a rimescolare le gerarchie dei contenuti "X" ha anche creato una "mutazione genetica" trasformandoli in contenuti "Y". Esattamente come la TV ha cambiato il modo di vedere i film che si vedono al cinema, ma ha anche creato contenuti nuovi: quiz, telefilm ecc.

Poi si può anche discutere se di questi nuovi contenuti "Y" non si fossero già viste delle avvisaglie in passato. Un po' come il cinegiornale papà del telegiornale. Ma è un po' come la selezione Darwiniana, dove le mutazioni non è detto che attecchiscano se l'ambiente non è propizio...
Quindi possiamo raccontarcela dicendo che le foto che fa adesso Shore su Instagram non sono molto diverse da quelle che aveva pubblicato in American Surfaces. O che le foto "egocentriche" sui social siano parenti delle serate dove l'amico ti invitava a vedere gli scatti delle vacanze. O che foto erotiche amatoriali si vedevamo anche ai tempi delle Polaroid. E che poi internet ha ingigantito tutto. Ma è una visione distorta o comunque troppo semplicistica; sarebbe come dire che la televisione (non il televisore!!!) è la stessa cosa del cinema solo con lo schermo più piccolo, o che il modo di fruire Spotify sia ugualea quello di un concerto perché alla fine è sempre musica...

avatarsenior
inviato il 13 Settembre 2018 ore 9:51

Il problema è proprio questo: in un sistema in cui la massa e il pubblico colto sono sul medesimo scaffale, scegli di continuare a parlare al pubblico colto fingendo di usare il linguaggio della massa, o scegli di utilizzare veramente quel linguaggio e parlare alla massa (che è anche più numerosa) chiedendo al pubblico colto di abbassare i propri standard?
Perché in tutto il nostro argomentare intorno al fatto che Internet abbia cambiato il modo di fare e osservare la fotografia, ci dimentichiamo che l'educazione all'immagine non passa più anche attraverso la maggiore o minore visibilità, ma andrebbe portata avanti in altre sedi, dove però (almeno in Italia) non viene affrontata, e questo genera, secondo me, anche qualcosa di simile ad un "problema di coscienza" in chi intende ancora cercare di comunicare qualcosa: a chi?



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