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Se fossi principiante assoluto mi sa che lascerei perdere...


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avatarsenior
inviato il 19 Aprile 2018 ore 9:38

Caro Daniele, certamente quello che dici è vero, nel macro e nel micro...
O perlomeno, per me è totalmente condivisibile.

Nel macro , cioè nella vita in generale, il cambiamento delle relazioni e dell'approccio alle conoscenze, degli strumenti e del loro uso, ha modificato quasi tutto. Tema talmente vaso che ovviamente è piuttosto inutile riprenderlo qui...
Oggi il "corso base" sembra decisivo, mentre un tempo sarebbe parsa una bischerata o quasi.
Ed è così dappertutto: corsi di ogni tipo, per fare tutto. Ceramica, cucina, ballo, filosofie orientali...
Senza un tutorial (reale o virtuale) sembiamo non essere più nemmeno capaci di andare in bagno... Cool

Nel micro , cioè nel nostro universo fotografico, prima ancora che per le attrezzature (che comunque hanno cambiato radicalmente le possibili platee e l'idea di "risultato"), i modelli di fruizione attuali influenzano tutto in modo decisivo.
Altre volte ho richiamato le idee di Flusser, che qui ci stanno perfettamente: il suo testo a cui mi riferisco è pre digitale, ma preconizza in modo perfetto quello che, embrionalmente implicito nella fotografia, oggi è esploso in modo evidente. E che la rete ha trasformato nella normalità della fotografia.
Troppo lungo sarebbe riportare qui tali idee, ma per chi fosse interessato il testo è questo:
https://www.amazon.it/una-filosofia-della-fotografia/dp/8842499781

Ma detto tutto ciò, questo topic ha messo in evidenza un fatto nuovo e insospettato:
Anche i gattacci hanno un cuore, eh Felix?!? CoolCoolCool

avatarsenior
inviato il 19 Aprile 2018 ore 9:43

E' possibile, ma credo anche che il problema sia dato dal fatto che al giorno d'oggi la fotografia nel suo complesso e' piu' complicata di quando eravamo ai tempi delle pellicole.


Più complicata per un verso, ma decisamente più semplice per un altro: non possiamo sottovalutare l'evidenza che le foto sensazionali si sono moltiplicate in modo stupefacente. Questo qualcosa deve suggerire, a meno che non si sia moltiplicato altrettanto il genio, fatto poco probabile...

a presto, amico mio, alla prossima "ciacolàda" sulla fotografia, con te farlo è sempre un vero piacere!


Big Mario.... e vieni a farti un altro giro a Bologna! ;-)


avatarsenior
inviato il 19 Aprile 2018 ore 12:36

Domeniche bellissime ed indimenticabili di un'infanzia dorata passate in una grande soffitta adibita a studio dai miei genitori appassionati di pittura e di arte in generale. Mentre loro dipingevano, scarabocchiavo fogli, tele, ceramiche. Tutt'intorno riviste e libri: Kandinsky, Picasso, Van Gogh….
C'era anche una rivista americana di fotografia (credo si chiamasse U.S. Camera) a cui mio padre, appassionato anche di cinema e fotografia, era abbonato.La sfogliavo, con la scusa di allenarmi in quell'inglese che i miei genitori (lungimiranti!) mi avevano costretto a studiare con un insegnante privato fin dalle elementari. Ma non ero per nulla attratto dalla lingua di Albione ne, tantomeno, dalla fotografia. Mi piacevano invece, e tanto, le immagini di nudo che mi procuravano precoci tempeste ormonali….;-)

Avevo 13 anni, quando un incidente stradale si porta via mio padre.
Cambia tutto. Trasloco, addio soffitta e addio a molte altre cose.
Mi ritrovo erede di una prestigiosa attrezzatura cinematografica (Arriflex, Bolex Paillard) e di una piccola Leica M3. Tutti oggetti per me misteriosi e che fino ad allora avevano rappresentato solo il fastidio di posare per mio padre.

Visto che, tra gli altri, mi sembrava l'oggetto più semplice ed abbordabile, un giorno prendo in mano la Leica.
Mi affascinano subito la sua meccanica, i materiali ed il piacere di maneggiarla. Non ho però idea di cosa possano servire quelle levette e rotelline numerate sparse in modo incomprensibile.
Cerco di capire, sperimento, ed in breve prendo confidenza con tempi e diaframmi.
Fotografo solo per fissare i momenti significativi della mia vita, i viaggi, le vacanze. Non ho grandi ambizioni ma la Leica è sempre con me.
E' con me anche in un lunghissimo viaggio che, a 18 anni in sella ad una modesta Moto Guzzi 125, mi porta a percorrere 8000 km in Africa. Viaggio indimenticabile che purtroppo si porta dietro il rammarico ancora vivo per il furto della mia amata Leica.
Con sacrificio riesco ad acquistare una Canon FTb (quella del mio avatar). Non ha il fascino della Leica ma l'esposimetro TTL mi sembra un miracolo.
Qualche soldo lo spendo per riviste di fotografia ma sono interessato soprattutto alla tecnica. Non mi passa neanche per la testa l'idea che la fotografia possa anche essere una forma d'espressione artistica al pari della pittura.

Un giorno però mi capita, per caso, di vedere delle fotografie di Weston e leggere delle pagine bellissime a lui dedicate. Ho 18 anni e ne resto molto colpito.
Dunque la fotografia può essere anche molto di più che tecnica e foto delle vacanze?

Compro un ingranditore e comincio a stampare il bianco e nero. E' una fase di studio forsennato.
I risultati sono buoni, vinco da subito diversi concorsi, anche di un certo prestigio, uno perfino internazionale.
Divoro libri e riviste, mi iscrivo a workshop con fotografi famosi e sento sempre maggior interesse per i temi espressivi/artistici della fotografia.

Con Turner, Haas, Shore, scopro anche il colore.
Ho sempre pensato che si debba avere il pieno controllo dell'intero processo fotografico, perciò mi lancio nell'avventura di stampare anche a colori. Impresa non facile all'epoca (mi fanno sorridere coloro che oggi vedono inaffrontabile e costosa la stampa digitale casalinga).
Sviluppo autonomamente perfino i negativi Kodak e le diapositive Agfachrome. Stampo su quasi tutti i supporti dell'epoca ma principalmente mi innamoro del Cibachrome.
Mi specializzo a tal punto che un fotografo molto famoso, dopo aver visto i miei lavori, mi incarica di stampare qualcosa per lui. Si sparge la voce e mi ritrovo a passare quasi tutte le sere (ma anche notti intere) in camera oscura per diversi “clienti”.
Sono uno studente universitario squattrinato e mi fa comodo guadagnare così qualche soldo.
Contemporaneamente, nei pomeriggi, insegno fotografia nelle scuole medie e, naturalmente, continuo a fotografare per conto mio con forte ansia creativa e molte ambizioni “artistiche”.
Vado in giro con una mastodontica borsa di alluminio che contiene 2 corpi macchina, motori, cavalletto, flash, accessori vari e 5 ottiche fisse luminose perché scattare a 12800 iso (asa di allora) era praticamente impossibile e gli zoom facevano abbastanza pena.
Mi sorprendo sempre più spesso a rimpiangere i tempi della Leica col suo solo, piccolo, fantastico, 50mm!

La passione diventa così un impegno quasi professionale e cambia tutto. Presto mi rendo conto che le ore passate da solo in camera oscura o in giro a fotografare carico come un mulo, non sono più un piacere e mi tengono lontano da altri interessi, amici, ragazze etc. Per questo, e per varie vicende della vita, arrivo ad un vero e proprio rigetto per la fotografia.
Da un giorno all'altro chiudo tutto in un armadio e mi sento bene come chi improvvisamente guarisce da una lunga malattia.
Nei successivi 15 anni credo di non aver scattato più di 10 rullini (solo foto ricordo).
Continuo ad interessarmi di arte, soprattutto di pittura e mi dedico con impegno totale alla vela agonistica, l'altra mia grande passione.
La fotografia è ormai tra i miei pensieri più lontani.

Arriva il 2005. Giurando a me stesso che non sarei ricaduto nel “vizio”, compro, più per curiosità che per convinzione, una modesta compatta digitale. E' una folgorazione!
Percepisco subito le potenzialità (e le comodità) della nuova tecnica.
Sono tuttora convinto che, se non fosse stata inventata l'immagine digitale, non mi sarei mai più riavvicinato alla fotografia.

Il resto è storia recente: rotto subito il giuramento, riaffiora la passione e presto passo a reflex via via più sofisticate ed obiettivi professionali. Scopro che oggi gli zoom hanno una qualità eccellente e giro abbastanza leggero con macchina e uno o due zoom che coprono (bene) ogni mia esigenza.
Fedele ai miei vecchi principi ed alla convinzione che alla fotografia si debba dare un supporto finale fisico e maneggiabile, possibilmente duraturo, inizio a stampare in casa con tecniche fine art.
Memore degli anni passati in camera oscura mi sembra una passeggiata ed un miracolo poter stampare un 40x60 in pochi minuti con un clic del mouse, in piena luce, sorseggiando una tazza di caffè!
Mi ributto sui libri per tentare di recuperare 15 anni di black out e comprendere qualcosa della fotografia contemporanea.

Ora sono in pace, sono finalmente sceso a patti con la fotografia.
Ho le stesse ambizioni di prima, anzi forse di più, ma prendo tutto con molta meno ansia e maggior tolleranza per me stesso.

Questa è la mia storia.

Credo non esista un approccio “giusto” con la fotografia. Il caso svolge un ruolo importante così come le vicende personali e famigliari.
Si attraversano spesso fasi alterne nelle quali ci si concentra su alcuni aspetti invece che su altri.
Quando ci si chiede “perché fotografo?” capita di darsi risposte diverse nel corso del tempo.
Fossi oggi un principiante non abbandonerei di sicuro. Seguirei le mie sensibilità, istinto, gusto. Eventuali studi ed approfondimenti sarebbero, man mano, conseguenza funzionale del mio crescente interesse e del “moto dell'animo” che ne registra il grado d'impellenza.
Teniamo infine presente che oggi esistono buone strutture istituzionali che possono fornire una buona preparazione accademica. Magari non sfornano tanti Cartier Bresson ma è un'opportunità in più che, in gran parte, è mancata alle generazioni precedenti.

Avrei molte altre cose da dire su alcuni aspetti toccati qui da altri interventi ma credo di aver scritto già troppo e me ne scuso.
Mi riservo di pensarci ed eventualmente intervenire in seguito.

Un saluto a tutti

Franco

avatarsenior
inviato il 19 Aprile 2018 ore 12:53

Grazie davvero Franco-Jeronim: per il tempo che hai dedicato a questo scritto e per la testimonianza, che trovo particolarmente significativa.

Significativa perché, correggimi se sbaglio, tu sei certamente tra coloro che danno valore (grande) alla cultura (fotografica e non) e che a questa dedicano tempo e passione, anche e proprio qui, nel forum.

La tua storia, perlomeno per come io la leggo, parla anch'essa di fotografia come medium.
Non di fine, ma di mezzo per prendere e portare cose nel mondo. Cose pertinenti a quello che siamo.

E questo era il punto nodale che mi ha fatto aprire il topic.

Alcuni credono davvero in certe cose. E io li rispetto e li ammiro. Anche li invidio, spesso.
Ma molti altri si fanno "prendere da un'onda", trasformano la fotografia finita in un fine, e perdono di vista il fatto che la fotografia non è quello. E' sempre un mezzo.

E poco conta che sia mezzo per far soldi, gloria, o soltanto appagare una necessità del fare anche terra-terra.

Capire le diversità senza eccedere col giudizio.
Aprire la mente al fatto che ciò che da noi è diverso non sia "peggio".
Capire che le percezioni del mondo sono diverse tra gli umani, diverso il modo di apprendere e di "crescere".
Diversi i pesi che attribuiamo alle cose della vita.

E che non necessariamente c'è un "meglio" o un "peggio" scolpiti nella roccia.

Tu, caro Franco, sai bene che noi abbiamo molte cose che ci accumunano e altrettante che ci dividono.
Ma, come diceva Voltaire, "le tue idee sono diverse dalle mie, ma mi farei uccidere perché tu possa esprimere le tue" (vabbè, non esageriamo: mi farei ferire, un pochino Cool ).

Sbaglierò, ma credo che tentare, per quanto possibile, di capire meglio il "fine ultimo" dell'altro, anche in un forum come questo, porterebbe due cose, entrambe solo positive:
La prima sarebbe la drastica riduzione di talune polemiche, scontri, inkazzature troppo simili a... tempo perso.
La seconda a valutare, capire e leggere meglio le stesse fotografie.

Non succederà ovviamente. Ma... siamo qui per chiacchierare, no? Sorriso

Grazie davvero di nuovo per essere passato caro Franco, e buona giornata
F


user104642
avatar
inviato il 19 Aprile 2018 ore 13:03

Domeniche bellissime ed indimenticabili di un'infanzia dorata passate in una grande soffitta adibita a studio dai miei genitori appassionati di pittura e di arte in generale. Mentre loro dipingevano, scarabocchiavo fogli, tele, ceramiche. Tutt'intorno riviste e libri: Kandinsky, Picasso, Van Gogh….

Grazie davvero, Franco, bellissimo racconto. Grazie Sorriso

avatarsenior
inviato il 19 Aprile 2018 ore 13:16

Piccolo outing su come ho iniziato. Sul resto che ho scorso velocemente passo avendo raggiunto il mio nirvana fotografico.

Ho iniziato 4-5 anni fa quando mi sono iscritto a Facebook, trovando un gruppo di fotografie di particolari minimalisti.
Avevo una compattina con la quale scattavo solo le foto per i ricordi delle neonate, tipo 4 megapixel.
Rimasi folgorato da quel genere.
Dopo un annetto ho comprato la prima reflex con 18-55 e 55-300.
La rete mi ha dato la possibilità di conoscere molto, nottate a vedere decine di migliaia di fotografie, cercare autori, ed anche semplici appasionati. Ve ne sono stati in giro qua e la, italiani e stranieri.
Poi ho scoperto la foto di strada, il ritratto e qualcosa di più concettuale.
Poi ho scoperto l'analogico.

Il digitale è stato fondamentale per me, non avrei avuto la pazienza di buttare le mie prime 10.001 fotografie. Ora posso buttare anche le altre 100.000 successive.

Amo la fotografia e amo stare in compagnia di una macchina fotografica, con essa è mia la felicità di Leopardi. Le foto sono irrilevanti.
Mi permetto un consiglio (valido per i non fotografi): non prendetevi sul serio.

Un saluto a tutti.

avatarjunior
inviato il 19 Aprile 2018 ore 13:24

Quando ho iniziato a fotografare, andava benissimo qualsiasi macchina, qualsiasi soggetto, qualsiasi luce, non mi facevo menate ed oro felicissima di fare click.
Poi, è scattata una molla e tutto è cambiato.
baci


avatarjunior
inviato il 19 Aprile 2018 ore 13:46

Bel post. bei contributi, uno su tutti quello di Jeronim.
Grazie a Francesco per avere aperto il thread, una ventata di aria fresca nel forum secondo me!
Mi permetto di citare questo passaggio di Francesco in cui mi ritrovo pienamente :
... parla anch'essa di fotografia come medium.
Non di fine, ma di mezzo per prendere e portare cose nel mondo. Cose pertinenti a quello che siamo.


E' un po' questo anche secondo me, mezzo di espressione di noi, e da questo prende valore.





avatarsenior
inviato il 19 Aprile 2018 ore 13:49

caro Francesco, evitare le lotte qui, ma come in tutte le attività umane, sia ludiche che professionali, penso sia impossibile, è natura umana entrare in conflitto con chi è diverso dal tuo modo di pensare, dal tuo modo di essere.....
sta solamente a noi scegliere il nostro corrispettivo interlocutore, lo hai ben visto sabato a Bologna, persone mai viste prima comportarsi come vecchi amici....
questo è uno dei valori aggiunti della fotografia, penso che il miglior fotografo al mondo, se dovesse mostrare i suoi capolavori ad un pubblico di macachi (inteso le scimmie.....MrGreen) non ne verrebbe a capo di sicuro, al massimo queste incakkiandosi potrebbero spaccargli tutte le opere esposte......MrGreen

Il racconto di Franco è emblematico su come la vita dà e toglie, riempe i nostri momenti e li svuota in un baleno, sta poi a noi saper "trattenere" le cose "buone" ed espellere quelle "cattive", ovviamente scelte soggettive, senza poi prevaricare i pensieri degli altri, cosa che spesso accade, anche qui nel sito.....

poi, sai, anche nella fotografia vige una regola ferrea: quando pensi di essere il n° 1, il Senna della situazione (il rimando alla mia seconda passione di ragazzo, la Formula 1....), ecco che ti arriva un Schumi e ti scombina tutto, si rimette tutto in discussione.......si litiga, ci si odia, ma poi tu resti indietro e Schumi diventa il N°1......
...e ci si mangia il fegato per le cose che si sarebbero potute fare, assieme alle "forze fresche", per migliorare la qualità della vita, o del nostro hobby preferito.....

Francesco, hai aperto un topic assolutamente bello, da tener sempre presente quando si comincia a parlare con qualcun altro di fotografia, nel nostro caso.....

a presto, carissimo!
a bologna? e perché no? si mangia discretamente bene dalle tue parti......MrGreen
però gli spritz sono decisamente meglio quelli veneziani......

ciauuuuss a tutti!

avatarsenior
inviato il 19 Aprile 2018 ore 14:11

...si mangia discretamente bene dalle tue parti...


Vado OT da solo: Mario, se ti legge una vera casalinga bolognese (una Zdaura dovrei dire) sei un Maxange morto! MrGreen

Breve aggiunta, visto che parli di conflitto...

Vorrei chiarire, se dubbio ci fosse, che non ho in simpatia i buonismi. Né questo topic lo è.
Il conflitto è nella vita e nella natura: non riconoscerlo o fingere che non esiste sarebbe stupido e cieco.

Ma il modo in cui gestirli, i conflitti, fa la differenza. E' tutto. E spetta a noi, non a chissà chi altro.

Le religioni sono in conflitto oggettivo e naturale: riconoscere o meno la natura divina di Cristo, per chi è religioso, mi pare ben poco sanabile.
Ma sono le crociate l'unica soluzione possibile?

Io non sono buonista, e sono in genere molto deciso nelle mie opinioni (dove ne ho ovviamente, non nel cucito per intenderci). Chi mi conosce di persona lo sa.
E in molti casi trovo inevitabile lo scontro.

Ma l'onestà intellettuale ci dovrebbe imporre sempre di considerare il punto di vista dell'altro. Non per convincerci che "ha ragione". Io parto sempre da due convinzioni semplici.
- La prima è che probabilmente una ratio ce l'ha. Per me magari poco interessante ma per lui evidentemente si.
- La seconda è che un po' di umiltà non guasta, e pensare che il prossimo, per principio, non capisca una cippa... un po' arrogantello è, lo vogliamo dire? Sorriso

Cosa c'entra tutto questo con la fotografia e "col qui e ora"?
Se capissimo le diverse necessità umane appena di più, scopriremmo probabilmente che "l'apparecchio conta" e "l'apparecchio non conta" sono verità relative Cool

avatarsenior
inviato il 19 Aprile 2018 ore 14:13

Poi, è scattata una molla e tutto è cambiato.


Elisabetta.... però devi dire che è successo! Cool

user90373
avatar
inviato il 19 Aprile 2018 ore 14:35

@ Francesco.merenda

- La prima è che probabilmente una ratio ce l'ha. Per me magari poco interessante ma per lui evidentemente si.
- La seconda è che un po' di umiltà non guasta, e pensare che il prossimo, per principio, non capisca una cippa... un po' arrogantello è, lo vogliamo dire?


Come dire:- " Sicuramente sono peggiore di quanto ritengo d'essere e probabilmente migliore di quanto potrebbero reputarmi gli altri."

avatarsenior
inviato il 19 Aprile 2018 ore 14:40

Molto bella (nel senso delle riflessioni a cui induce) la storia di Jeronim e, pur nella diversità delle situazioni vissute, condivisibile in alcuni elementi di fondo: nel corso della vita, ti avvicini a qualche esperienza, nel caso specifico la fotografia, per una determinata ragione, per poi scoprirne altre che magari non immaginavi nemmeno e che ti portano a modificare il tuo approccio con quell'esperienza al punto che, come scrive Jeronim, ti rendi conto di pensare che
non esista un approccio “giusto” con la fotografia. Il caso svolge un ruolo importante così come le vicende personali e famigliari.


avatarsenior
inviato il 19 Aprile 2018 ore 14:43

E' magnifico il racconto di Jeronim ma ... ma va detto che lui non è mai davvero stato un principiante in senso stretto.
Però mi sembra che confermi la mia impressione, ovvero che la passione sia uno degli elementi che fanno una sostanziale differenza. Non dimentichiamo peraltro che la fotografia non è solo arte, può avere benissimo anche solo uno scopo documentale, per il quale in ogni caso la tecnica ha un suo perché.

avatarsenior
inviato il 19 Aprile 2018 ore 14:55

e' un mondo difficile....



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