| inviato il 06 Aprile 2018 ore 10:14
“ Negli esempi che avevo fatto (Scianna e Salgado) non saprei trovare la costante in termini di composizione. „ In che senso? Mi è poco chiaro. La composizione contribuisce come dicevo prima ad avere un controlllo sul risultato finale. Magari non esprimi direttamente un "giudizio" morale. Ma un punto di vista forse si. Cioè secondo te il giudizio morale và dato solo sui contenuti? Forse fraintendo. Il contenuto lo componi. “ Però, per dare un senso apprezzabile alla discussione (a questo brandello di discussione) occorrerebbe trovare in Salgado una costante composizione-messaggio, e questo ancora non riesco (io) a stabilirlo/vederlo in modo chiaro. „ Cioè se prendi una foto di altri che fanno reportage... gli "asettici" Walker Evans e Robert Adams... Non li distingui dall'enfatico e magniloquente Salgado? O se li distingui è solo per i soggetti e non per il modo di porsi in relazione con essi? Ma forse continuo a fraintendere.... |
| inviato il 06 Aprile 2018 ore 10:18
Già, concordo. Allego contributo: ilcassetto.forumcommunity.net/?t=48631142 “ Anche il dolore può riuscire meglio nel creare partecipazione emotiva se condiviso con il grande pubblico nella forma più estetica possibile . E' proprio questa la chiave di Hine, coniugare denuncia e bellezza in immagini che colpiscono attraverso questo contrasto, come se la bellezza acuisse anziché smorzare il drammatico messaggio trasmesso dalle sue fotografie. „ |
| inviato il 06 Aprile 2018 ore 10:22
@Stefano: “ La composizione mi piace, ma non credo sia questa che possa trasmettere qualcosa „ E' invece proprio la composizione di questa foto che trasmette quel senso di smarrimento, di disillusione, di rassegnazione: le persone sono disposte in modo "casuale", senza ordine: non c'è un progetto (di vita), guardano ognuno da un'altra parte: nessuno sa dove andare, cosa fare. Il bambino guarda per terra: è senza speranza: non c'è futuro per lui. Lo sfondo un po' nebbioso, dove non c'è nulla indica la mancanza di qualsiasi cosa. Beh, la composizione qui è essenziale! Ciao, Roberto |
user104642 | inviato il 06 Aprile 2018 ore 10:24
“ @Stefano: " La composizione mi piace, ma non credo sia questa che possa trasmettere qualcosa" E' invece proprio la composizione che trasmette quel senso di smarrimento, di disillusione, di rassegnazione: le persone sono disposte in modo "casuale", senza ordine: non c'è un progetto (di vita), guardano ognuno da un'altra parte: nessuno sa dove andare, cosa fare. Il bambino guarda per terra: è senza speranza: non c'è futuro per lui. Lo sfondo un po' nebbioso, dove non c'è nulla indica la mancanza di qualsiasi cosa. Beh, la composizione qui è essenziale! Ciao, Roberto „ Grazie infinite, Roberto, ho imparato qualcosa di molto importante |
| inviato il 06 Aprile 2018 ore 10:26
e invece è proprio quella che rende la foto qualcosa di più di un'istantanea. La foto fa parte di Sahel: The End of the Road, Salgado documenta luoghi dove circa un milione di persone morì per malnutrizione estrema e cause correlate Nella foto è chiara tutta questa sofferenza, lo sguardo è portato a vagare , a seguire quei volti che non guardano in camera ma rendono dinamico il tutto essendo rivolti in direzioni diverse, questo ci porta ancora di più a scorrere tutta la foto senza soffermarci su un solo punto, anche il fatto che hanno tutti altezze diverse contribuisce al dinamismo dello scatto. Salgado costruisce una specie di trinità aggiungendo la persona di spalle che rompe comunque la staticità E' la perfezione di questa foto ad averla resa celebre |
| inviato il 06 Aprile 2018 ore 10:29
Niente e' lasciato al caso. Tutto e' studiato e ha un fine. Che puo' essere dicumentaristico, filosofico, artistico etc etc.. Anche il buon walker evans, che viene non so quanto giustamente definito “asettico”, lo sapete che le sue fotografie di reportage erano “staged”? |
| inviato il 06 Aprile 2018 ore 10:33
Comunque, la foto di Salgado... A parte la foto in sé (splendida)... è coerente con lavoro di Salgado. Volendo appunto trovare una linea comune che credo che sia quello che chiede Francesco. La foto esprime si una condizione di miseria. Ma nell'enfasi e nella perfezione formale... c'è un non so ché che pare dirci che siamo noi nel torto. Che in loro c'è miseria ma anche "purezza" e "luce". Che il riscatto di questo pianeta vilipeso e malandato deve partire da loro. Non solo perché sono i più deboli ma anche perché sono più "perfetti" di noi. Sono "incontaminati", sono la nostra "origine". Almeno quello che ho capito io che conosco pochissimo Salgado. Per cui potrei avere detto una marea di belinate |
| inviato il 06 Aprile 2018 ore 10:42
Per Opisso No, non intendevo che il giudizio morale esce dal solo soggetto ovviamente. Le discese nel buio di Brandt le trovi in quello, ma anche nella logica rappresentativa o in un monocromatico oscuro ed estremo, solo per fare un esempio. E a livello del singolo scatto ci sta tutto: se sentiamo il mondo una dimensione statica, magari tutti noi privilegeremo le orizzontali e le verticali rispetto alle diagonali, banalmente. Quello che dicevo è che il famoso giudizio morale di certi autori ricorre nell'opera di una vita, e che non mi pare essere la composizione l'elemento che individuerei come prima costante. Perlomeno in senso generale. Che poi per alcuni autori la composizione abbia un legame più diretto, evidente e costante ci sta: in fotografia credo non si debba mai abbracciare una visione manichea per cui "è sempre così". Comunque Opisso, no: non parlavo del solo soggetto |
| inviato il 06 Aprile 2018 ore 10:49
 Tiro a indovinare,a me questa foto di Pellegrin senza sapere dove è stata scattata o quello che è successo, mi fa pensare a delle persone che fuggono da una guerra alla ricerca di un rifugio e grazie alla composizione penso che l'autore vuole enfatizzare la strada tortuosa e in salita che gli aspetta. |
| inviato il 06 Aprile 2018 ore 10:49
Mi spiego meglio: Salgado ha una certa idea della vita. La giudica dentro il suo senso morale. E mette tutto questo nelle sue fotografie. A questo punto si può dire che componga sempre (o almeno stabilmente) in un certo modo, perché solo "quel preciso modo" gli permette di esprimere quella visione correttamente? Ecco: a me pare di no. Mi pare cioè che quell'elemento, la composizione, sia più contestuale allo scatto. |
| inviato il 06 Aprile 2018 ore 11:05
“ Salgado ha una certa idea della vita. La giudica dentro il suo senso morale. E mette tutto questo nelle sue fotografie. „ Chiaro ma allora ti si può rigirare la domanda. Tutto questo lo vedi dalla scelta dei soggetti e basta? Cioè se gli stessi soggetti li avesse fotografati Walker Evans sarebbe stato lo stesso? Impossibile dirlo con certezza ma non credo proprio. E allora? Abbiamo foto diverse con stessi soggetti Magari non chiamiamola composizione e usiamo un altro termine (mano? stile?) ma qualcosa cambia... e la composizione un po' (poco? tanto?), secondo me continuerà, a entrarci. PS Che poi, dilemma filosofico. Due fotografi nello stesso ambiente. Uno fotografa la porta, l'altro la maniglia. Hanno fotografato due cose diverse o il secondo ha fotografato sempre la porta componendola in maniera diversa? E se la porta fosse essa stessa un particolare dell'ambiente ripreso in toto da un terzo fotografo col grand'angolo? All'esempio sicuramente manca una cosa fondamentale: le fotografie scattate. Ma solo per dire che dividere soggetto e composizione non è sempre semplice... |
| inviato il 06 Aprile 2018 ore 11:09
Non riesco a spiegarmi Opisso... Il soggetto è la base: Adams fotografa la natura e HCB gli umani. Ma detto che è essenziale, non esaurisce. Scelto il soggetto, che quello è, come lo racconterò? Con ironia? drammaticamente? Ne enfatizzerò gli aspetti grotteschi? Quelli "teneri"? E sceglierò una forma espressiva realista? Onirica? I contrasti improbabili? Le mille sfumature? Cioè: Giacomelli ha fotografato preti. Ma non SOLTANTO preti. Spero di essere stato più chiaro |
| inviato il 06 Aprile 2018 ore 11:17
“ E sceglierò una forma espressiva realista? Onirica? I contrasti improbabili? Le mille sfumature? „ Ho capito cosa vuoi dire, forse... Se voglio restituire una determinato messaggio posso restituirlo con composizioni e soggetti diversi. Ma questo messaggio non lo decidi, pure alla lunga distanza, anche con la composizione? Tanto è vero, per fare un facile e sommario esempio, che molti fotografi utilizzano la stessa focale per tutta (o quasi) la vita. Poi che peso vogliamo dare a questo "anche" rischia di diventare un mero tecnicismo nella definizione di cosa far rientrare nel termine "composizione". Edit: Visto che direi, termini a parte, siamo sulla stessa lunghezza d'onda |
| inviato il 06 Aprile 2018 ore 11:20
Aspetta Opisso... La composizione è una cosa. La focale o l'espressione formale sono un'altra. Se mi dici che l'impostazione formale di un autore tende a essere ricorrente non discuto. Ma siccome Labirint chiedeva un esempio di "composizione" che esprima un preciso e univoco giudizio morale, semplicemente dicevo che io non sono in grado di cogliere sta cosa a sufficienza |
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