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sistema zonale!







avatarsenior
inviato il 15 Novembre 2023 ore 20:09

insomma comunque dopo aver valutato / misurato tutte le zone poi se ne prende una specifica come riferimento e tutte le altre le si fa "cadere" dove ci serve.


Come si fa ? Faccio un esempio : misuro tutte le zone decido che la corteccia dell'albero la voglio in zona IV (era in zona III) . E' il mio punto sensibile della fotografia.
Però l'asfalto lo voglio in zona VI (era in zona IV) e il muro intonacato che era in zona VII lo vorrei in zona V.

Riesco a "far cadere" tutto come desidero col SZ ?

avatarjunior
inviato il 15 Novembre 2023 ore 20:25

Ma è facile.... Scanni il negativo e usi fotosciopp... MrGreen

Naturalmente scherzo, non uso il SZ ma credo che in un caso del genere ci sia poi da lavorare in fase di stampa con mascherature e bruciature.
Per usare bene il SZ si deve essere capaci di "vedere" la stampa prima di scattare, con tutti i vari ragionamenti su dove intervenire sotto ingranditore.

Io non ne sono capace, e neanche ci penso a mettermi dietro a tutto questo, mi accontento di quello che riesco a fare normalmente (con le stampe di m...a dico che so artistaMrGreenMrGreen)

avatarsenior
inviato il 15 Novembre 2023 ore 20:35

ma credo che in un caso del genere ci sia poi da lavorare in fase di stampa con mascherature e bruciature.


che poi sarebbe esattamente come se nn si fosse applicato il SZ ... MrGreen

avatarjunior
inviato il 15 Novembre 2023 ore 21:10

Ni, è previsto con la visualizzazione prima dello scatto, ma qui mi fermo perché potrei dire cazzate. MrGreen

avatarsenior
inviato il 16 Novembre 2023 ore 9:59

Come si fa ? Faccio un esempio : misuro tutte le zone decido che la corteccia dell'albero la voglio in zona IV (era in zona III) . E' il mio punto sensibile della fotografia.
Però l'asfalto lo voglio in zona VI (era in zona IV) e il muro intonacato che era in zona VII lo vorrei in zona V


In fase di ripresa poni la corteccia dell'albero nella zona IV (misurando spot su questa e sottoesponendo di uno stop, così finisce in zona IV).
In fase di sviluppo applichi uno sviluppo N+1 che ti mette l'asfalto nella zona desiderata (la VI) senza bruciare i dettagli dell'intonaco (l'asfalto era in zona IV, portando la corteccia da zona III a IV avevi già collocato l'asfalto in zona V in fase di ripresa).
In fase di stampa, mascheri per il tempo necessario la zona del muro fino a che ottieni quello che cercavi.
E' tecnicamente articolato e tu (furbacchione) hai esposto un caso non semplice da realizzare. Ma sicuramente fattibile.
Faccio però notare che il risultato di questo tuo esempio sarebbe probabilmente un'immagine fatta di un mucchio di grigi pastrocchiati, tutti simili fra loro. Che fosse eseguito con photoshop o con la tecnica sopra descritta, sarebbe probabilmente un bianconero al limite della decenza. La corteccia dell'albero beneficerebbe oltremodo del fatto di essere in zona III.

che poi sarebbe esattamente come se nn si fosse applicato il SZ ...

Invece è proprio il contrario: il sistema zonale si applica non solo in fase di ripresa, ma anche in fase di stampa. E' un approccio che va dalla misurazione della luce alla esposizione della stampa.

Leggere "Il Negativo" e "La stampa" di Ansell Adams oppure anche solo "The practical zone system for film and digital photography" di Chris Johnson.

avatarsenior
inviato il 16 Novembre 2023 ore 12:12

"...il sistema zonale si applica non solo in fase di ripresa, ma anche in fase di stampa"

Vero, bravo.

Ed a pellicola, anche in fase di sviluppo.

avatarsenior
inviato il 16 Novembre 2023 ore 13:16

“ insomma comunque dopo aver valutato / misurato tutte le zone poi se ne prende una specifica come riferimento e tutte le altre le si fa "cadere" dove ci serve. ?


volevo solo sgombrare il campo da fraintendimenti... da quanto quotato qui sopra, sembrerebbe che con il SZ dopo aver fatto tutte le elucubrazioni del caso ed aver preso una decisione sulla coppia t/d, tutte le zone, applicando lo sviluppo corretto vadano esattamente dove si vuole. Riquoto
e tutte le altre le si fa "cadere" dove ci serve
. Ovviamente non è così. Le altre zone si adegueranno di conseguenza alla decisione presa (presumo).

Esempio:

Corteccia > grigio medio 18% (zona V) > io la voglio in zona III . Sappiamo come fare ...
ma vorrei che il muro che sarebbe in zona V vada in VII e, visto che la potenza del SZ mi permette di piazzare le zone dove voglio io (?), la bella rosa rampicante che sarebbe in zona V rimanga in zona V .

Come procedo ? Eeeek!!!

Visto che probabilmente parliamo di pellicola 135 con i ns 36 scatti canonici, nello scatto successivo voglio che la corteccia rimanga in III, il muro lo voglio in IV e la rosa in VIII.
E via per le restanti 34 pose.

Come sviluppo ?

Forse aveva ragione Feininger ...





avatarsenior
inviato il 16 Novembre 2023 ore 13:21






Andreas Feininger - Luce e illuminazione nella fotografia - ediz. Vallardi

www.semidinchiostro.com/prodotto/andreas-feininger-luce-e-illuminazion

avatarsenior
inviato il 16 Novembre 2023 ore 14:03

Feininger, per vendere tutti i libri per fotografi (in erba) che ha scritto, qualcosa di differente dall'altro doveva pur dirla.

Nelle lastre negative sviluppabili singolarmente il sistema zonale è l'approccio che permette risultati pienamente controllabili, sulla carta stampata che ha una gamma dinamica comunque limitata.

Per un rullino da 36 pose non ha neppure senso parlarne, visto che le sviluppi tutte assieme e quindi non puoi controllare la fase di sviluppo per un singolo fotogramma. Per forza devi fare come Feininger e sbatterti in stampa: non hai altri strumenti da usare (manca il controllo sullo sviluppo, che nell'esempio che ho fatto sopra è la fase principale)

I file digitali sono ancora un'altra cosa, ma l'approccio del SZ è perfettamente ribaltabile anche in digitale (anzi...con molte più possibilità di azione), come spiega Chris Johnson.

Questa qui in digitale oggi la si ottiene con una facilità quasi ridicola.





Ovvio, se vuoi far diventare bianco un elemento che è nero immerso nei neri, lo strumento migliore è photoshop.
Ma a quel punto, la domanda da farsi è un altra..."cosa fotografi a fare?"



avatarsenior
inviato il 16 Novembre 2023 ore 16:37

mi sa che se feininger avesse letto bene il libro di adams ci avrebbe trovato scritto che non è vero che tutte le zone finiscono nel loro posto preciso, anzi. Il senso della questione è avere a posto le parti che ti interessano e capire fin da subito dove vai col resto. Ci sono ampi passaggi sulle conseguenze sui toni medi, ad esempio, che a nessuno mai sembrano interessare.
Anche perché poi nel libro sulla stampa si parla ampiamente di interventi, quindi quel passaggio è proprio buttato lì.
(ma feininger era troppo sveglio per non averlo fatto e non averlo capito, quindi quando ho letto quella parte ho concluso che stava trollando)

(ci sono anche numerosissimi passaggi sull'inutilità dello sterile calcolo senza un'idea dietro e sul soffermarsi unicamente sulle attrezzature che sarebbe da incidere nella testata del forum, per dire. Però tutti fanno finta di non averli mai letti, chissà come mai. Cioè, dico quei tre che han letto davvero il libro, perché mi sa che chi ne parla di solito ha visto forse la copertina)

avatarjunior
inviato il 16 Novembre 2023 ore 17:44

e qui esce la questione che ci si ferma al solo negativo o, nel digitale, alla sola immagine a monitor, quando invece si deve o dovrebbe arrivare alla stampa, diversamente lo zone sistem potrebbe non avere senso.
E pure col digitale, poi, a stampare mica è così intuitivo, certo relativamente più facile o almeno comodo seduti sulla propria sedia preferita.

avatarsenior
inviato il 16 Novembre 2023 ore 18:12

mi sa che se feininger avesse letto bene il libro di adams ci avrebbe trovato scritto che non è vero che tutte le zone finiscono nel loro posto preciso, anzi.



MrGreenMrGreenMrGreen penso tu stia scherzando riguardo a Feininger ... proprio perchè conosceva bene il SZ non lo consigliava ai fotoamatori dilettanti (specie per le pellicole in rulli) a cui si rivvolgeva nei suoi libri didattici.

Questa frase che ri-ri-quoto che forse ti ha tratto in inganno NON è di Feininger (figuriamoci se un fotografo del suo calibro l'avrebbe scritta), ma di @Zone

insomma comunque dopo aver valutato / misurato tutte le zone poi se ne prende una specifica come riferimento e tutte le altre le si fa "cadere" dove ci serve .


se quella che hai preso, ad esempio, prevede di portare la zona V in zona 3 NON E' che puoi portare la zona IV a VII sul negativo. MrGreen


avatarsenior
inviato il 16 Novembre 2023 ore 22:41

@Schyter mi confermi se vedi i miei interventi? Perché se non li vedi, allora smetto di rispondere a quello che chiedi...

MrGreen

avatarsenior
inviato il 16 Novembre 2023 ore 23:16

Si, si li leggo . E sono d'accordo su quasi tutto.

Per un rullino da 36 pose non ha neppure senso parlarne, visto che le sviluppi tutte assieme e quindi non puoi controllare la fase di sviluppo per un singolo fotogramma.


Ecco, oggi però vanno di moda i workshop sul SZ fatto a rullini 120 e 135 ... ce ne sono diversi sul web; ci si deve pur inventare qualcosa per campare. Sorriso Teoricamente si potrebbe fare con dorsi mobili e/o tre fotocamere al collo.(*) Sorriso SorrisoNon proprio l'applicazione al 100% del sistema, ma teoricamente fattibile. In tutta la mia vita devo dire che nn mi è mai capitato di incrociare qualche fotografo amatoriale con 3 Rolleiflex al collo, in ossequio ad AA. MrGreen

(*) Con le Kiev/Contax/Start/Exakta ci sono accorgimenti abbastanza semplici (ma di una rottura di maroni infinita) per ovviare. Per provare l'ho fatto pure ... poi mi sono allineato a Feininger e studiando un po', ho trovato un mio sistema con cui vivo bene.

avatarsenior
inviato il 17 Novembre 2023 ore 8:50

MrGreenMrGreenMrGreen penso tu stia scherzando riguardo a Feininger ... proprio perchè conosceva bene il SZ non lo consigliava ai fotoamatori dilettanti (specie per le pellicole in rulli) a cui si rivvolgeva nei suoi libri didattici.


mi riquoto, leggili tutti i messaggi MrGreen
"(ma feininger era troppo sveglio per non averlo fatto e non averlo capito, quindi quando ho letto quella parte ho concluso che stava trollando)"

i limiti sull'applicazione della teoria ai rulli sono tra le cose contenute nel famoso libro che tutti citano ma nessuno ha mai letto.
Se ne è già parlato a valanga e sembriamo i vecchi al bar dopo il terzo cognac alle 10 di mattina a ripetere sempre le stesse cose, ma il vantaggio vero e unico di tutta quella lettura, che contrariamente alla leggenda è piuttosto scorrevole e poco complicata, è far capire all'utilizzatore come funzionano i materiali prima e dopo lo scatto.
C'è stato un tempo in cui il fotografo si faceva in casa il materiale (e moriva di vapori di mercurio o di gas di cianuro in camera oscura) e se lo inventava, seguito da un periodo in cui compravano roba pronta ma talvolta senza nemmeno indicazione di sensibilità (anni 20-30, a spanne molto grandi) e in cui il fotografo li usava a sentimento, esperienza, talvolta persino usando l'esposimetro. Dopo questo periodo è iniziata la produzione di massa di materiale "vero" indirizzato anche alla larga scala, il sistema zonale è stato uno dei primi a mettere in piedi un framework di teoria per spiegare cosa c'è dentro la scatola a tenuta di luce e come usarla, se si ha qualche esigenza diversa dalle indicazioni dei produttori. Si può applicare pedissequamente al sesto di stop o si possono solo usare alcune indicazioni.




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