| inviato il 04 Febbraio 2018 ore 21:58
“ Tutto si riconduce lì: soldi, soldi e sempre soldi (i premi sono sempre in denaro, oppure fama che porta denaro). „ I soldi sono ciò che fa vivere chi ha scelto la fotografia come mestiere (o qualunque altro mestiere). Se uno ha scelto di fare il reporter e non è un cieco assoluto (grave per un fotografo!), vede come si evolve il mestiere e i fattori che lo stanno sconvolgendo: internet globale su scala planetaria grazie a satelliti di bassa quota o aerei in volo stratosferico + cellullari ovunque. La fotografia di reportage come l'abbiamo conosciuta nei decenni passati è morente. I segni che mettete in evidenza sono la manifestazione della sua agonia. E' un malato terminale senza speranza. Inutile sbraitare, gridare al tradimento. Lasciamo ai troll questo sudicio gioco della provocazione e dell'indignazione. Le nuove generazioni che fanno reportage hanno capito la nuova direzione, la stessa che ha capito McCurry, il quale non è in pensione. E' uno che ancora lavora e lavora in questo mondo che cambia. Sanno benissimo che nessuno più crede ad una foto sulla coprrtina di un magazine, la cui funzione è "vendere le copie". Sanno benissimo che non potranno mai battere in velocità l'indigeno che ha o avrà il cellulare e farà un video dell'evento. Sanno benissimo che non potranno mai avere più credibilità descrittiva di 20 immagini/video catturati, magari da schifo ma fedeli al 100%, da 20 utenti diversi sul posto e inviate su FB o su Youtube. Ormai anche i TG usano quei media quando si tratta di essere veloci e veritieri. E allora? Allora DEVONO diventare storyteller. Devono fare quello che facevano i disegnatori quando rappresentavano gli eventi prima della fotografia o dove non era ammessa. E i premi? I premi volete che li prendano quelli con il cellulare? Quelli che stavano lì per caso? Quelli che sono più spietati del peggiore dei neoreporter e venderebbero l'anima per fare la foto alla fidanzata morta in un incidente stradale pur di ricevere i like su FB? I premi sono per i fotografi e i loro racconti, fondati su tecnica e uso del linguaggio fotografico. Ai cellularisti andranno i like e non sono interessati a convertirli in soldi. Sarebbe difficile, visto che sarà la casualità a farli emergere dal nulla e a rimetterceli subito dopo. Suvvia, un po' di senso della realtà. Ovviamente si può non essere d'accordo con me, a patto di credere a tutto quello che si vede sui giornali e in tv. Ognuno è libero di credere a quello che vuole. |
| inviato il 04 Febbraio 2018 ore 22:12
"@Virus:" ... e i lettori hanno sempre fatto finta di non sapere"... i lettori inteso come quelli che si aspettano un servizio di reportage di ottimo livello. |
| inviato il 04 Febbraio 2018 ore 22:30
Io penso che ti sei avvicinato abbastanza Motofoto. Un amico professionista (ero con lui quando è stato chiamato al cell.!!!) Ha vinto prima di fare un progetto. La persona che lo aveva chiamato a quanto pare era un pezzo grosso di in giornale. Il perché non è difficile da intuire. Mancanza di lavoro spese da sostenere e debiti accumulati. Aveva chiesto aiuto perché le cose non stavano... ma stanno male. Tra colleghi ci si aiuta se si può. Non è facile giudicare dall'esterno ma ho capito che spesso giudichiamo dei meccanismi sporchi senza sapere. Si è trattata di furbizia del fotografo o un nobile gesto di "mister x" per aiutare un amico che sta affondando? |
| inviato il 04 Febbraio 2018 ore 22:39
Concordo Motofoto, fanno benissimo a diventare storyteller, però è giusto dirlo per la corretta contestualizzazione del lavoro, poi può essere che una storia racconti meglio la realtà che una foto live ma questo è un'altro discorso |
| inviato il 04 Febbraio 2018 ore 22:40
Infatti. Spiegarlo al fotografo di piccioni, che campa tranquillo non di fotografia, è impossibile. Cercherà sempre di sminuire il professionista per tentare di elevarsi dallo zero che è. Il risultato è sempre ridicolo. @Mauro266 Ma dirlo a chi? E perchè? Sono foto di agenzia di viaggio che condizionano una tua scelta? Sono foto di eventi che cambiano le tue scelte politiche? Difficile. Sono evocazioni di atmosfere di luoghi e dei loro abitanti. Io la mostra di McCurry l'ho vista a Perugia: fantastica per contenuti e allestimento. Se la didascalia indica "Donna Afgana", non me ne frega nulla se i colori sono pompati, se dietro ha rimosso una brocca d'acqua o ne ha messa una finta. Le donne afgane le ho viste e quello è l'aspetto che hanno. Bergamini uguale. Cosa cambia nella mia vita se il pescatore con i cormorani mai si sogna di sorridere guardando la sua lampada nella vita reale. Quella è l'atmosfera del posto. Davvero si pensa che i reportage del passato fossero fedeli? Il fotoreporter costruisce la scena anche solo con il framing. Pensa alle frane, inondazioni ecc...Mi sono trovato diverse volte in quelle situazioni. Quando le vedi in tv sembra sempre molto peggio di come è in realtà solo perchè il framing taglia la zona di confine con le cose normali. Il reportage è questo, è sempre stato questo e purtroppo sarà anche peggio perchè sarà in mano ai cellularisti. Mauro, capisco quello che dici, ma basta stare attenti a come cambia il mondo. Non credo che McCurry debba dire niente a nessuno. |
| inviato il 04 Febbraio 2018 ore 22:41
Tempo fa son stato ad una serata di un notissimo fotoreporter. Alla domanda dove avrebbe svolto il prossimo reportage ha esordito con " Se il crowfouding va` a buon fine....".... Poi ho saputo che è una cosa frequente ma sapere che il lavoro di ottimi professionisti è in mano al buon cuore dei loro sostenitori mi ha un po' avvilito.. |
| inviato il 04 Febbraio 2018 ore 22:52
Esatto. Guarda come i nostri amici di forum "pro" si sono organizzati: agenzie di viaggi fotografici o workshop. Ce ne sono diversi, molto bravi, che hanno trovato quella soluzione per vivere. Non ci trovo niente di male. Per fotografie di modelle nude, stessa cosa: work shop o vacanze in luoghi adatti (es.: Sardegna) con modelle a disposizione e guida ai posti giusti per le foto. Chi ha il soldi, paga, si diverte , fa le foto che ha sempre sognato e il fotografo campa (se è bravo a fare foto e a organizzare). Questo è il mondo: aprire gli occhi è una caratteristica necessaria per essere fotografi. Impossibile non vedere queste cose e restare ancorati al passato...a meno di essere Troll. Il troll usa proprio "il ritardo" cognitivo per fare polemica |
| inviato il 04 Febbraio 2018 ore 22:57
“ Ma dirlo a chi? E perchè? „ Si stava parlando di Mc Curry, credo che se uno per tutta la vita fa reportage e poi passa allo storytelling alla prima mostra col nuovo metodo comunicativo sia opportuno spenda una riga nella presentazione per esternare il cambiamento, anche per pubblicizzarlo se è una scelta in cui si crede, per il resto concordo. |
| inviato il 04 Febbraio 2018 ore 23:00
@Motofoto +1 |
| inviato il 04 Febbraio 2018 ore 23:17
@Mauro266, ti rispondo perchè ho avuto di leggere ottimi interventi e meriti una risposta. Mettiti nei panni di McCurry. Per un attimo fai questo esercizio. Sei McCurry e hai una reputazione come reporter. Invecchi. Non ti puoi più spaccare le ginocchia nei posti di guerra, anche perchè lì trovi un cogli.ne con la reflex o il cell che arriva prima di te e pubblica prima di te. Una foto orrenda, scattata senza testa, ma purtroppo è prima di te sul posto. Decidi di adattarti e anticipare un trend su cui verrai seguito da tutti. Hai due opzioni: 1) "Ragazzi, riparto da zero. Non conto più nulla. Il passato lo butto. Mi direte voi se come story teller valgo qualcosa" 2) Penso: invento io lo story telling nel reportage. Creo una nuova tendenza. Saranno gli altri a capirlo. Devo usare la mia reputazione per far digerire questo passaggio naturale e necessario. Cosa scegli?...e ricordati che hai famiglia. |
| inviato il 05 Febbraio 2018 ore 0:16
“ Questo è il mondo: aprire gli occhi è una caratteristica necessaria per essere fotografi. Impossibile non vedere queste cose e restare ancorati al passato...a meno di essere Troll. Il troll usa proprio "il ritardo" cognitivo per fare polemica Cool „ Motofoto. Senza polemica, solo per confronto. Io, se il presente e il futuro sono peggio del passato, butto l'ancora e mi attacco anche al corpo morto. La veemenza del Cigno è difficilmente condivisibile, il concetto che esprime però è condivisibile eccome. |
| inviato il 05 Febbraio 2018 ore 0:33
“ Io, se il presente e il futuro sono peggio del passato, butto l'ancora e mi attacco anche al corpo morto. „ Certo, senza polemica. Ti dico volentieri perchè penso sia inutile resistere. Poi, potrai tu anche convincermi del contrario e, se ci riuscissi, te ne sarei grato perchè mi eviterai decisioni sbagliate. Però ti anticipo che quella di "Cigno da tastiera" non è veemenza, ma trollaggine. Basta che ti leggi i suoi post, guardi le sue foto e in due secondi capisci cosa fa lui qui sul forum. Uno dei mille che infestano i social. Per lui, questo o un altro è lo stesso. Tanto non risponde mai alle domande che lo inchiodano. In un forum di cucina farebbe il talebano sulla ricetta della carbonara. Veniamo invece al dunque: serve attacarsi al corpo morto? Se ci fosse un corpo morto, potrebbe valere la pena. Ne parliamo alla fine se vale la pena. Prima vediamo se c'è. Se sei stato velista o in barca, sai lontano dal porto (dove trovi il corpo morto), con il fondo sabbioso e tira vento forte, è dura stare ancorati. In quel caso hai due possibilità: trovi una caletta riparata o prendi il mare. (lasciamo perdere l'uso di un'ancora da fondo sabbioso per facilitare la discussione). La situazione è questa: il reportage non è la cronaca. Penso che possiamo essere tutti d'accordo che la foto di cronaca, sta collassando verso il mondo "mobile". Non lo dico io, basta guardare i media: video di youtube e foto da cellulari ovunque. Impossibile batterli: sono omnipresenti e sempre pronti. Non sono ancora collegabili dal deserto o dall'oceano, ma è solo questione di tempo. Una volta attive le reti via aria di copertura internet, sarà la fine della fotografia di cronaca come la conoscevamo. Il reportage in senso nobile del termine è una storia illustrata. L'ambito può essere vario: antropologico, naturalistico, politico, sociale, bellico, scientifico ecc...Ci si aspetta che sia vera la storia, ma non è l'unica caratteristica. Deve essere attraente, interessante, memorizzabile altrimenti nessuno te la compra e pubblica. Ora, non è un caso che ho collegato "vera" a "storia". La caratteristica di verità non è necessariamente legata ai dettagli, ma alla storia. Pensa che neppure un hotel, quando ti fa una offerta (la storia), si preoccupa che tu abbia la percezione vera delle dimensioni delle camere (i dettagli). Fa le foto col grandangolo per farle sembre più grandi e nessuno si scandalizza. Allora cosa fanno gli utenti? pubblicano loro le foto: brutte ma vere ( Vedi tripadvisor) Il trend è quindi questo. Quale è il corpo morto a cui attaccarsi? Non sei in un porto. Non c'è un magazine o un forum o un sito web che dica: "hei, io me ne sbatto della pubblicità e del numero di utenti. Pubblico solo foto vere, anche brutte, ma vere". Non lo fa neanche Fb che infatti è diventato una delle fonti primarie di fake news. Secondo me, la tentazione di resistere è dovuta al non vedere le grandi opportunità. Chi resiste non vuole abbandonare la via vecchia perchè ha paura di quello che trova in quella nuova. Però ogni strada nuova ha mille possibilità dove ognuno può dire ancora qualcosa. Siamo in un periodo di transizione e ancora non c'è una situazione stabile ed equilibrata, ma va trovata. Tornare indietro non serve e soprattutto non è più possibile. Non c'è peggio o meglio, ma solo "diverso". Infine ti chiedo, da navigatore della fotografia, tra stare fermo legato al corpo morto in un porto sicuro a 50 cm dal molo o viaggiare in mari avventurosi, calmi o tempestosi che siano, esplorando isole mai viste, quale vita preferisci? |
| inviato il 05 Febbraio 2018 ore 0:38
Tutto il tempo che serve. State riportando di una situazione che a chi fa foto per passione può far solo dispiacere e riflettere. Ben venga il confronto e lo scambio di idee |
| inviato il 05 Febbraio 2018 ore 0:58
Ciao ragazzi, entro nella discussione anche io, anche se intervengo pochissimo sul forum. Dal mio punto di vista, non bisogna confondere un reportage giornalistico, con un reportage di viaggio. Parlo di me: io nel mio piccolo, faccio ritratti di popoli, cercando e collaborando con il soggetto per far sì che il ritratto mi soddisfi. A volte la scena è perfetta e si scatta, altre volte ci si ingenia. In più, per mia etica, prima di ogni scatto chiedo sempre al soggetto se posso scattargli delle foto, e già così snaturo la scena. Il mio intento è quello di fotografare popoli a noi lontani, in tutta la loro bellezza e tradizione. Diverso invece è che fa giornalismo che dovrebbe narrare la realtà, senza alterarla o renderla soggettiva, o almeno credo, non è il mio campo quindi faccio fatica a dare un giudizio. Venendo a mccurry, penso che abbia dimostrato di essere prima un grande reporter, poi si è stancato di rischiare la vita e ha iniziato a fare foto artistiche di viaggio e anche questo li riesce parecchio bene. Poi può stare simpatica o antipatico non entrò nel merito. Chiudendo il ragionamento, chiedere ad una persona di posare non è ne giusto ne sbagliato, ma dipende da cosa vogliamo raccontare. Se sono jimmy nelson è giusto, se sono astrada per me è sbagliato. Questo è il mio pensiero, pronto a discuterne e a cambiare idea. |
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