| inviato il 26 Gennaio 2017 ore 9:11
E se abolissimo - qui al nostro interno - il riquadro "descrizione " al di là del titolo?? Personalmente lo adotterò da oggi in avanti per le mie bischerate. |
| inviato il 26 Gennaio 2017 ore 9:33
“ " Onanismo " Delle due, una. „ No no, proprio seghe mentali. Perchè come hanno scritto sopra, dopo 3 post a dire (non solo io), che: "le foto vanno spiegate? -> DIPENDE " "Dipende da cosa? -> Dal tipo di foto, dal fine per cui è stata scattata, può essere che vada contestualizzata" (altrimenti l'esempio dello scatto di Koudelka dell'orologio da polso, può far dire -va che carina- ma non si capisce, sfido chiunque). Oppure una foto documentaristica/giornalistica, come fanno da millenni al WPP (non vanno bene le foto al WPP?). Oppure non ne hanno bisogno. Oppure è una espressa volontà del fotografo/curatore/editor che decide di metterne o meno. inoltre "Ovviamente una serie di foto appartenenti ad un progetto, ha molto più senso di essere spiegato, tramite un introduzione all'osservatore e non con uno *spiegone didascalico*, perchè altrimenti è come sopra, ci si ferma ad una reazione di pancia, positiva o negativa, ma nulla più (dipende dal tipo di lavoro anche)" Contestare questa frase, o non ca×, significa andare contro introduzioni nei musei e prefazioni nei libri. Adesso, è più probabile che l'introduzione di un libro sui Coniugi Becher sia stata messa per aumentare la comprensione dell'osservatore, o perchè è rindondante? Perchè sono fotografie "poco riuscite" come sostiene qualche fan della frase di Ansel Adams? La risposta è ovviamente no, e non è un'opinione. Che poi, vi siano casi dove, come sopra, fotografo/curatore/editor decidano di non inserire la "famigerata introduzione", può accadere benissimo, però non dobbiamo lamentarci se poi la forbice tra proposta artistica e osservatori si allarga sempre più. Perchè così succede che una tela di Fontana (esempio classico) non arriva all'osservatore, nè l'osservatore si preoccupa di approfondire, quindi sbagliano le due parti. E va in merda il mondo dell'arte, divenendo sempre più elitario. per cui, dopo tutte queste cose dette e ridette allo sfinimento, rileggere un commento del tipo "Basta il titolo sennò la foto è mal riuscita", perdonatemi ma è onanismo spinto. |
| inviato il 26 Gennaio 2017 ore 9:36
siamo al punto che la parola "cap.irla" da capire, viene censurata. |
| inviato il 26 Gennaio 2017 ore 10:14
Quoto in pieno Matteo; il problema non è SE una foto o un intero progetto vadano contestualizzati/spiegati, ma QUANDO, e in quel caso, ovviamente, perché questo vada fatto. Spesso è la mancata consapevolezza del perché che crea ridondanze o, al contrario, crea incomprensione rispetto all'opera. |
| inviato il 26 Gennaio 2017 ore 11:24
...sarà che tutti ci sentiamo Autori , Critici ed Artisti senza averne formazione e competenza ?? |
| inviato il 26 Gennaio 2017 ore 13:26
“ ...sarà che tutti ci sentiamo Autori , Critici ed Artisti senza averne formazione e competenza „ Eh... Non è tanto questione di competenze, quanto di ragionare sull'ovvio. Io ho portato quello che ho scritto, se qualcuno vuole contestare, lo faccia ma con cognizione di causa. |
| inviato il 26 Gennaio 2017 ore 13:26
Il fotografo ha la sindrome dell'artista? |
| inviato il 26 Gennaio 2017 ore 13:30
Lo juzzino ha la sindrome del fotografo? |
| inviato il 26 Gennaio 2017 ore 13:45
Una buona foto parla da sola.Molto, molto spesso le parole aggiunte non servono a niente. |
| inviato il 26 Gennaio 2017 ore 13:56
“ Una buona foto parla da sola.Molto, molto spesso le parole aggiunte non servono a niente. „ “ "le foto vanno spiegate? -> DIPENDE " "Dipende da cosa? -> Dal tipo di foto, dal fine per cui è stata scattata, può essere che vada contestualizzata" (altrimenti l'esempio dello scatto di Koudelka dell'orologio da polso, può far dire -va che carina- ma non si capisce, sfido chiunque). Oppure una foto documentaristica/giornalistica, come fanno da millenni al WPP (non vanno bene le foto al WPP?). Oppure non ne hanno bisogno. Oppure è una espressa volontà del fotografo/curatore/editor che decide di metterne o meno. inoltre "Ovviamente una serie di foto appartenenti ad un progetto, ha molto più senso di essere spiegato, tramite un introduzione all'osservatore e non con uno *spiegone didascalico*, perchè altrimenti è come sopra, ci si ferma ad una reazione di pancia, positiva o negativa, ma nulla più (dipende dal tipo di lavoro anche)" Contestare questa frase, o non ca×, significa andare contro introduzioni nei musei e prefazioni nei libri. Adesso, è più probabile che l'introduzione di un libro sui Coniugi Becher sia stata messa per aumentare la comprensione dell'osservatore, o perchè è rindondante? Perchè sono fotografie "poco riuscite" come sostiene qualche fan della frase di Ansel Adams? La risposta è ovviamente no, e non è un'opinione. Che poi, vi siano casi dove, come sopra, fotografo/curatore/editor decidano di non inserire la "famigerata introduzione", può accadere benissimo, però non dobbiamo lamentarci se poi la forbice tra proposta artistica e osservatori si allarga sempre più. Perchè così succede che una tela di Fontana (esempio classico) non arriva all'osservatore, nè l'osservatore si preoccupa di approfondire, quindi sbagliano le due parti. E va in merda il mondo dell'arte, divenendo sempre più elitario. „ Enzo, cosa ne pensi di quello che ho scritto? Non credi che ridurre la discussione "una buona foto parla da sola" sia riduttivo? Non dico in termini "pro - contro" assolutistici e da difendere con paraocchi, ma forse è qualcosa che va contestualizzato e ampliato nel discorso c'è, o no? |
| inviato il 26 Gennaio 2017 ore 14:04
Unisco le parole a caso: fotografico juzzino artista pippone. Ho lasciato la sindrome ai cinesi. |
| inviato il 26 Gennaio 2017 ore 14:30
Una cosa sacrosanta è emersa da tutto questo discutere concitato e appassionato: il primato della fotografia. Primato non inteso come impulso ossessivo all'acquisto (volgarmente: scimmia), ma piuttosto come scavallamento spirituale dell'Io sull'io, allo scopo di ragiungere l'infinito. Secondo me, non può che essere secondo a Me, quindi terzo, e medaglia di bronzo (ma mai faccia). |
| inviato il 26 Gennaio 2017 ore 14:48
Non ho capito chi è arrivato terzo, però secondo sei tu e primo il pippone ( juzzino artista)...giusto? Tornando in topic, visto che Matteo s'impegna a portare avanti la discussione in modo costuruttivo ed equilibrato, mi sembra interessante quanto scrive Sara a proposito del'importanza della didascalia anche nella foto intesa come documento, argomento un po' lasciato in disparte qui ma secondo me molto importante, spesso sono proprio i documenti ad aver assolutamente bisogno di una didascalia per essere correttamente contestualizzati e interpretati. |
| inviato il 26 Gennaio 2017 ore 15:17
@caterina Concordo, Infatti parlavo anche di una didascalia proprio per foto giornalistiche, anche in caso di mostra come il wpp. Oh, li quasi ogni foto ha una didascalia. Saranno così ignoranti gli organizzatori? Sono foto "deboli", quelle? P. S. (ovvio che alla centesima foto del guerrigliero con ak47 vista, stanca veramente, ma non è quello il punto. E comunque il wpp ultimamente ha dato un grande spazio proprio allo storytelling. E guarda un po', ci sono dei testi!!!) |
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