| inviato il 24 Novembre 2017 ore 14:38
“ ... siamo proprio sicuri che cancellando le fabbriche la fotografia ci abbia effettivamente guadagnato? „ Possiamo anche discuterne ma la domanda non c'entra un tubo con questo topic. Le ha tolte perché lasciandole sarebbe passato un messaggio diverso da quello che voleva dare. Fosse stato Basilico magari ci avrebbe fatto un libro sopra... La domanda dovrebbe essere: ha visto quel paesaggio ma non voleva le fabbriche (cavoli suoi ). Cosa avrebbe potuto fare invece di clonarle? 1)Demolirle? 2)Continuare a cercare per mesi un altro posto che per quanto simile non sarebbe stato uguale? 3)Rinunciare allo scatto perché il risultato finale non è una "fotografia"? Tra l'altro subodoro che il fatto di rendere chiaro il fatto di spersonalizzare "artificialmente" il paesaggio faccia parte "dell'operazione". Come dire che togliendo volontariamente le fabbriche ha operato una modifica visibile su cui ci si può riflettere sopra. Non dichiarandolo, paradossalmente, la foto forse sarebbe stata meno interessante. Ma non conosco bene Gursky per cui magari le mie sono solo elucubrazioni senza senso. |
| inviato il 24 Novembre 2017 ore 14:46
“ Non so perchè ma quando si affrontano certi temi vien ripetutamente riproposto l'esempio del buon Andreas con il suo RheinTwo „ Perché è uno degli esempi più famosi di foto con elementi clonati che a forza di riproporre è abbastanza conosciuto anche all'interno del forum? Ovviamente vanno benissimo anche scatti di altri autori. Se volete discutere di Gursky come autore però aprite un altro topic. |
| inviato il 24 Novembre 2017 ore 14:56
“ Credo che il punto su cui si insisteva, secondo me giustamente, è che il "mi piace" o "non mi piace" di chicchessia, entrambe posizioni del tutto lecite anche senza addurre alcuna motivazione, non contano assolutamente nulla ai fini di rispondere alla domanda nel titolo della discussione. „ Concordo...e aggiungo un conto è dire "non mi piace" un conto “ se devo dirla tutta per me è un cesso pressoché epocale ... „ si può esprimere la propria opinione anche senza mancare di rispetto al lavoro di una persona. |
| inviato il 24 Novembre 2017 ore 14:58
“ Tra l'altro subodoro che il fatto di rendere chiaro il fatto di spersonalizzare "artificialmente" il paesaggio faccia parte "dell'operazione". Come dire che togliendo volontariamente le fabbriche ha operato una modifica visibile su cui ci si può riflettere sopra. Non dichiarandolo, paradossalmente, la foto forse sarebbe stata meno interessante. Ma non conosco bene Gursky per cui magari le mie sono solo elucubrazioni senza senso. „ Direi che hanno senso eccome. Ne parlava Gursky stesso, con Hilla Becher, in un documentario di ARTE di qualche anno fa, "Andreas Gursky - Das globale Foto". |
| inviato il 24 Novembre 2017 ore 14:59
“ ma adesso vado in giro e qualcuno in grado di motivare strutturalmente una eventule critica lo troverò. ;-) „ Probabilmente si, infatti ho solo detto di non ricordarne, non che non ne esistono, comunque viste quantità ed autorevolezza delle critiche positive finirebbe solo per essere l'inevitabile eccezione che conferma la regola Però ha ragione Opisso, su questo siamo OT |
user90373 | inviato il 24 Novembre 2017 ore 15:17
@ Labirint “ " Il lavoro di un autore, riguardo ad un determinato argomento, si giudica dal complesso delle immagini, non per il singolo scatto. Il lavoro di un autore si giudica se si conosce il periodo storico nel quale sono state scattate le foto. Il lavoro di un autore si giudica se si conosce il luogo nel quale sono scattate. Il lavoro di un autore si giudica se si conoscono i concetti che stanno dietro alle foto. Il lavoro di un autore si giudica se si conoscono le motivazioni che hanno spinto a trattare quell'argomento, in quel preciso momento,con quella precisa modalità.." „ Sono pienamente d'accordo, a patto che sia un sistema di valutazione reso il più comune possibile. Come dire per molti e non per pochi. Altrimenti, dipende. |
| inviato il 24 Novembre 2017 ore 15:20
no non dipende tornando al topic quella è comunemente riconosciuta come foto ma è stata elaborata abbastanza pesantemente |
| inviato il 24 Novembre 2017 ore 15:28
“ a patto che sia un sistema di valutazione reso il più comune possibile. Sorriso Come dire per molti e non per pochi. Sorriso „ Che è esattamente ciò che ad esempio ha reso il livello dei programmi tv quello che è attualmente Interessante questo articolo www.ilfattoquotidiano.it/2016/02/26/umberto-eco-quando-disse-che-i-soc Anche le parole sempre della Munari sulla lettura portfoli possono dare un buon contributo “ Purtroppo mi è capitato di ritenere che non stesse avvenendo un confronto con il lettore, piuttosto una costatazione di incontro di gusti o meno. Così NON SERVE. Spesso mi giudicano troppo severa nelle letture. Io non mi diverto a dare un parere costruttivo (dal mio punto di vista) è il mio mestiere. Devo farlo. Al fotografo di turno, non dovrebbe importare che a me, il lavoro, piaccia o meno. Quindi il sentirsi dire “bravo” che utilità ha, se effettivamente il lavoro è mediocre, l'editing non funziona, il messaggio non arriva ecc.ecc. Se cercate esclusivamente plauso, non è a lettura che dovete andare… fate vedere le foto agli amici e vi diranno che sono fantastiche! Al contrario, ci sono lettori poco preparati (magari lo sono stata anche io in qualche occasione ed è per questo che continuo a studiare, tentare di capire e mi metto in gioco sia fotograficamente, che come lettrice)…senza termini di paragone fotografici, incollati come cozze ad un genere solo, dal quale non si scappa', incapaci di dire una parola in più. Addirittura quasi preoccupati di doverla dire. In questi casi la lettura è nulla, una perdita di tempo. Quindi la responsabilità è equamente suddivisa. Ci vuole tempo per imparare a parlare con la fotografia…non dovete temere il giudizio e fidarvi di chi AVETE SCELTO per farvi una lettura. Bisogna farsi il culo per studiare, capire, macinare stili e trovare sempre una cosa utile da dire a chi porta le foto…non tutti sono disposti a farselo! Da tutte e due le parti ci possono essere × equamente distribuiti. „ |
user90373 | inviato il 24 Novembre 2017 ore 15:49
@ Mauro266 Letto, però mi interesserebbero anche le Sue valutazioni. Tutto condivisibile? Perchè? La causa di tanto degrado culturale a cosa/chi va attribuita? Al singolo, al sistema? Soluzioni sul breve, medio, lungo termine? |
| inviato il 24 Novembre 2017 ore 15:50
Comunque la cosa che non capisco... Se le clonature le fanno questi artisti (veri o presunti) si fa di tutta un'erba un fascio rinfacciandogli che è tutta merda di artista. Ok qualche volta lo sarà anche ma... Se le foto rappresentano Mariah Carey e Britney Spears "assottigliate" allora l'operazione diventa più facilmente comprensibile e quindi ammessa (nessuno lo ha detto esplicitamente e se ho interpretato male il "tra le righe" me ne scuso) Cioè nel giudicare le varie casistiche ognuno avrà le proprie idee... Ma è una operazione intellettualmente scorretta giustificare una cosa piuttosto che un'altra solo in base ai propri gusti senza nemmeno fornire uno straccio di base "ideologica" diversa dal "mi piace" "non mi piace". Qui stiamo, ricordo, parlando quando sia sempre "fotografia" e quando no. Chi si vuole cimentare deve riuscire a fornire uno straccio di punti chiari e motivati e che siano applicabili anche da "terze parti". Immaginate di aprire Wikipedia e alla definizione di "foto" trovare: "immagini che piacciono ad Opisso" Non aiuterebbe molto il lettore nello fornirgli uno "strumento" per discriminare in autonomia... |
| inviato il 24 Novembre 2017 ore 15:50
Credo che l'esempio Gursky sia un ottima occasione per riflettere sulle ambiguità delle parole, giocando sulla quale è facile condurre battaglie senza fine. Mettiamo subito in chiaro che non è l'immagine Rhein II che è stata venduta per milioni di euro. E' UNA stampa cromogenica di 3 metri di quella immagine che ha quel valore. L'immagine usata per la stampa è stata studiata nei dettagli per generare effetti cromatici e ricorsivi a tutte le distanze di visione. Fa una differenza abissale giudicare un rettangolino di largo 300 pixel sul monitor, facilmente replicabile a costo zero, e un monumento di 3 metri di cui esiste una sola copia al mondo. E' come dire: è uguale giudicare Avatar visto sul cellulare da 100 euro piuttosto che in IMAX 3D da 100.000 euro, tanto l'immagine e la storia sono le stesse. Se qualcuno ha mai visto Guernica di persona, non su un libro o sul web, capisce cosa intendo. Perchè tutto ciò è importante? Perchè il valore riconosciuto pubblicamente di una immagine è il valore intrinseco (es.: storico o scientifico) oppure l'esperienza estetica che induce nel maggior numero di osservatori nella sua forma di distribuzione (web, stampa di tre metri,...). Il valore personale non conta nulla: le foto dei figli saranno sempre belle per i loro genitori, ma non necessariamente per il resto del mondo. Quindi esprimere un giudizio su Rhein II avendola vista sul computer è senza senso. Che relazione ha questo con "è ancora fotografia"? Ce l'ha perchè la "materia prima" con cui Gursky e tanti altri costruiscono immagini sono le fotografie. In altri termini, gli autori sono fotografi prima di tutto e anche altro, ma dopo. Il termine "post" in postproduzione non sta lì a caso. Sottolineo "anche", non "alternativamente" altro. Senza le fotografie non sarebbe stato possibile generare quelle esperienze estetiche. E' vero che le moderne tecnologie rendono sempre meno necessaria la materia prima fotografica, ma tutt'ora usare le foto è il metodo più veloce, specie per gli amatori. Etichettare le immagini composte come "non fotografie", perchè non "vere" è equivalente a dire che i vigili urbani che fanno foto con l'autovelox sono i migliori fotografi perchè nessuno mai discute la veridicità delle loro foto. Se ci si azzarda, si va davanti ad un giudice! E' così importante dare una etichetta o capire a quale casta appartiene l'autore di una immagine se questa ha lo scopo di produrre una esperienza estetica? Forse lo è per le immagini che hanno un valore intrinseco legato ad un evento storico, ma non per quelle che devono solo "piacere". Se ho torto, bisogna suggerire a Juza di mettere due bottoni sotto ogni foto: "mi piace" ed "è una vera foto". |
| inviato il 24 Novembre 2017 ore 15:58
“ Letto, però mi interesserebbero anche le Sue valutazioni „ Sarebbero OT e poco importanti visto che soggettivamente mie, ho citato l'articolo solo per far comprendere i rischi in agguato nei dibattiti in rete, il punto lo ha centrato Opisso “ Cioè nel giudicare le varie casistiche ognuno avrà le proprie idee... Ma è una operazione intellettualmente scorretta giustificare una cosa piuttosto che un'altra solo in base ai propri gusti senza nemmeno fornire uno straccio di base "ideologica" diversa dal "mi piace" "non mi piace". Qui stiamo, ricordo, parlando quando sia sempre "fotografia" e quando no. Chi si vuole cimentare deve riuscire a fornire uno straccio di punti chiari e motivati e che siano applicabili anche da "terze parti". Immaginate di aprire Wikipedia e alla definizione di "foto" trovare: "immagini che piacciono ad Opisso" MrGreen Non aiuterebbe molto il lettore nello fornirgli uno "strumento" per discriminare in autonomia... „ |
| inviato il 24 Novembre 2017 ore 16:01
“ E' così importante dare una etichetta „ Verissimo, mi sono sempre chiesto perché tante persone sentano il bisogno di etichettare le immagini come barattoli di marmellata in modo da decidere se piace o meno semplicemente con un'occhiata alla scritta... |
| inviato il 24 Novembre 2017 ore 16:10
Nelle discipline scientifiche, la classificazione ha una funzione importante. In quelle artistiche, molto meno. Ha più una funzione protettiva psicologicamente |
user90373 | inviato il 24 Novembre 2017 ore 16:12
@ Mauro266 “ Verissimo, mi sono sempre chiesto perché tante persone sentano il bisogno di etichettare le immagini come barattoli di marmellata in modo da decidere se piace o meno semplicemente con un'occhiata alla scritta... „ Pessimo esempio, è determinante non solo sapere il tipo di marmellata ma anche se si tratta realmente di confettura (già diversa dalla marmellata) o mer......, però d'autore. Può succedere! |
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