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Documentare, manipolare, interpretare o impressionare?


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avatarsupporter
inviato il 01 Gennaio 2018 ore 21:28

In quel caso a scattare le foto si era in tanti ed in tempo reale erano già ovunque sul web.


Non si discute la veridicità di un fatto di cronaca che può essere tranquillamente verificata anche senza fotografie.
Si discute se una foto rappresenta la realtà di quell'evento. Tu stai proponendo una risposta: una foto è vera se ci sono tante foto uguali che mostrano la stessa cosa. Distribuisci la responsabilità della verità su una pluralità di soggetti che catturano lo stesso contenuto nello stesso momento. Bene, mi sembra ragionevole, attuale, fattibile e anche statisticamente affidabile.
Che fare però se per un fatto di cronaca, c'è una sola foto? In quel caso, la foto non si salva dal sospetto. E' solo plausibile, ma non sicura. Va censurata? Secondo questo criterio, il 99,999% delle foto di questo forum non andrebbero pubblicate perchè "non certificate di veridicità".
Quando dici "il controllo di ciò che viene pubblicato" intendi dire che la faccia (la certificazione) ce la dovrebbe mette chi pubblica facendo adeguati controlli?
In un forum di fotografia, con insetti, paesaggi, modelle, dovrebbe mettercela l'editore (Juza)?
Inoltre, che relazione ha questo con la fotografia che non ambisce a nessuna relazione con eventi di cronaca e che anzi proprio ricerca l'unicità? Non ha diritto di esistere? Una ballerina che fa una piroetta in un meraviglioso mosso che astrae il concetto di danza, la buttiamo perchè nella realtà nessuno la vede così?
Prova a scendere nello specifico e pratico, perchè spesso in teoria le cose sembrano semplici, ma non lo sono nella realtà operativa.

avatarsenior
inviato il 01 Gennaio 2018 ore 21:56

Visto che siamo sull'armento vi metto il link ad un'intervista e Gisele Freund fotografa della Magnum

www.uncommons.it/stories/intervista-con-gisele-freund-473

Questo un passo significativo sul tema.

Comprendemmo allora che non potevamo farci nulla, che lavoravamo per i giornali e che i giornali e i loro direttori avevano il potere di trasformare a loro piacimento il significato del nostro lavoro. È così che vedendo le nostre foto pubblicate sui giornali, alle volte ci capitava quasi di non riconoscerle. La verità è quella dell'impaginazione, della didascalia, delle forbici. Sceglierne una esattamente all'opposto di un'altra per indirizzare il lettore… mi è successo più di una volta.

avatarsenior
inviato il 01 Gennaio 2018 ore 22:24

Motofoto, non rielaborare cose che neanche penso. ;-)
Io ho detto che ci sono foto che opportunamente contestualizzate sono oggettivamente documentative. Avranno valenza storica e contribuiranno a rendere il racconto efficace.
La restante marea di foto che giornalmente ci viene scaraventata addosso, alle volte anche piacevole da osservare, personalmente penso sia solo un tipo di attività introspettiva, dove il fotografo diventa più protagonista della foto stessa. Un esercizio di stile, una ricerca di estetica del tutto soggettiva.
Questo è il mio pensiero, ma sono anche disposto a cambiarlo se troverò spunti discorsivi interessanti.
Naturalmente tutto può essere pubblicato, ma così si rischia il collasso visivo. Un minimo di ordine non farebbe male. Sorriso

avatarsenior
inviato il 01 Gennaio 2018 ore 22:53

Comprendemmo allora che non potevamo farci nulla, che lavoravamo per i giornali e che i giornali e i loro direttori avevano il potere di trasformare a loro piacimento il significato del nostro lavoro.

Questo succede da sempre anche per i "pezzi" unicamente scritti, senza corredo di immagini, e la gente lo sa da sempre; anzi, 40 anni fa era molto più facile manipolare un pezzo scritto che non una foto.
Significa forse che la gente ha sempre pensato che le notizie trasmesse per radio (mezzo che per ovvi motivi non può veicolare foto) fossero tutte immancabilmente false?
Perché un fatto di cronaca potrebbe essere verificato tranquillamente anche senza fotografia, mentre una fotografia che dice di documentare quel medesimo fatto non potrebbe essere verificata con la medesima efficacia?

avatarsenior
inviato il 01 Gennaio 2018 ore 23:22

No significa solo quello che è scritto nell'articolo, è molto chiaro ed è l'esperienza di chi la fotografia di reportage la ha vissuta su livelli per noi inarrivabili, sul fatto che tutto sia verificabile non avrei troppe certezze...basta leggere la storia contemporanea e a dispetto dell'abbondante documentazione le zone d'ombra non mancano;-)

avatarsupporter
inviato il 01 Gennaio 2018 ore 23:42

Perché un fatto di cronaca potrebbe essere verificato tranquillamente anche senza fotografia, mentre una fotografia che dice di documentare quel medesimo fatto non potrebbe essere verificata con la medesima efficacia?

Daniele, questo lo abbiamo già assodato e superato. C'è pure una proposta di Domenik di procedura operativa per fare la verifica: una foto può avere efficacia documentativa anche senza contesto se ce ne sono N tutte simili per contenuto fatte da N autori diversi nello stesso momento. E' un buon metodo, che attribuisce una validità direi scientifica.

E' tutto il resto della fotografia che manca all'appello. Quel resto che include:
- le foto uniche di un evento il cui contesto non è certificato. Se non sono affidabili nel documentare, sono ancora foto?
- quelle prodotte allo scopo di "manipolare, interpretare o impressionare", in altri termini quelle che potresti appendere al muro di casa senza metterci la spiegazione sotto.
- quelle che Domenik chiama "la restante marea di foto che giornalmente ci viene scaraventata addosso".
L'autore del thread chiede se in tutta questa marea "Per spiccare un'immagine deve avere sempre qualcosa di più, come avessimo bisogno di stimoli sempre forti?".
E' una domanda semplice e diretta.

@Domenik, rielaboro necessariamente perchè tu e Daniele state definendo la sola categoria che vi interessa. E il resto? Qualcuno nel thread diceva "Quella non è fotografia". Assodato che questa posizione è insostenibile perchè il mondo dice che è fotografia, in quanto usa la fotografia e senza non sarebbe fattibile, come la mettiamo?
L'ordine che invochi è necessario? Definito come? da chi? applicato in che modo?
In cosa consiste il collasso visivo?
Come fa l'ordine, qualora si trovi, a evitare il collasso, una volta definito?
Capirei su uno dicesse: "Io faccio/guardo solo foto che documentano, gli altri non so cosa guardano e perchè".
Invece, mettersi nella posizione di inquadrare tutti è una bella responsabilità, specie se cerchi di farlo usando il metodo che funziona solo per una categoria.

avatarsenior
inviato il 02 Gennaio 2018 ore 7:02

Buongiorno a tutti, cerco di rispondere ai dubbi di Motofoto...
E il resto? Qualcuno nel thread diceva "Quella non è fotografia".
...Ti riferisci alla fotografia manipolata, interpretata e/o impressionante? Premetto che sono attratto da tanti lavori che rientrano in questo gruppo, e per quanto mi riguarda si può continuare a chiamarla fotografia, non faccio un problema di termini.
Penso e dico che quest'ultimo tipo di fotografia è fortemente caratterizzata dal fotografo e non può avere pretese oggettive e universali, né tanto meno esiste un protocollo che di base può rendere un lavoro più o meno attraente.
Esistono la tecnica e il senso di estetica che ogni fotografo può avere in maniera più o meno accentuate, e la capacità di riuscire a trasmetterle ad una platea più vasta possibile.
Sulla questione dell'ordine sorvolo, anche perché è fuori tema.;-)
Sarebbe interessante poter discutere di esempi concreti, ma preferisco non importunare i lavori che non mi appartengono.MrGreen

avatarsupporter
inviato il 02 Gennaio 2018 ore 7:53

Bene. Concordo. E' un passo avanti.
Direi che a questo punto si potrebbe tentare una risposta al quesito iniziale del thread: ""Per spiccare, un'immagine deve avere sempre qualcosa di più, come avessimo bisogno di stimoli sempre forti?".
Una risposta potrebbe essere: dipende da come il singolo autore si pone nei confronti della fotografia non descrittiva.
Tradotto in termini più semplici: sei stai documentando qualcosa, hai maggiori vincoli perchè hai un patto di fedeltà alla realtà, ma se non sei in quel caso, puoi fare quello che ti pare perchè il tuo prodotto è caratterizzato solo dalle tue scelte interpretative, dalla capacità e volontà di essere originale o meno, manipolando, interpretando o impressionando.
Se un autore del secondo tipo decide di far spiccare le proprie foto usando la tecnica A o la tecnica B è libero di farlo. Saranno poi gli utenti a premiarlo o punirlo, guardando il risultato e fregandosene sia del metodo adottato sia della fedeltà alla realtà, perchè NON sta documentando nulla. Se per il suo percorso produttivo usa necessariamente una fotografia e la capacità tecnica di usarla, di mettere luci, di creare una scena ecc... farà comunque parte dell'ambito della fotografia. Solo nel momento di in cui potrà liberarsene potrà liberarsi anche dell'etichetta di fotografo.
Questo è condivisibile?

Se lo è, possiamo scindere la domanda del thread in due domande, rivolte a chi documenta e a chi non documenta.
La prima è la classica domanda: "fino a che punto posso alterare una foto senza perdere fedeltà con la realtà".
La seconda è: "quanto posso modificare una foto o il processo produttivo perchè sia ancora fotografia".
Per entrambi: "quanto l'esigenza d emergere giustifica spingere al limite queste alterazioni?"
Così formulate mi sembra più facile trovare risposte senza entrare in polemica.

avatarsenior
inviato il 02 Gennaio 2018 ore 8:11

Questo è condivisibile?
...direi proprio di si. Tante tue foto spiccano pur essendo state caratterizzate dalla tua visione. Certo, i soggetti che riprendi tu puntano diritti all'ipotalamo, non ti danno tanto margine per pensare! MrGreen E comunque sono lavori molto ben progettati e realizzati. Ci sono ancora ampi margini di manovra! ;-)

avatarsupporter
inviato il 02 Gennaio 2018 ore 8:34

Sì, infatti, ma la cosa interessante è che non è facile capire (spero) se e quando ci sono interventi creativi. Fra l'altro ce ne sono molti meno di quello che si potrebbe pensare, se non altro perchè richiedono tanto tempo che non ho.
Anche la scelta dei soggetti è un modo per fare emergere una fotografia. Questo però vale per tutti i generi. Potrei però essere smentito da alcuni autori non ricercano la bellezza, ma usano la chiave della crudezza. In molti casi funziona anche quella e i like lo provano.
Azzardando quindi una risposta a Matteo M: per le foto che non documentano, considerata la quantità di immagini che girano, è ragionevole spingere e intervenire per diventare visibili. Questo non implica necessariamente che la spinta sia in post produzione. Può essere nella scena, può essere nello stile, può essere nella storia...ci sono tanti modi per essere originali. Purtroppo, se l'immagine è "già vista", non emerge.
Per quello che riguarda le foto che documentano, lascio ad altri rispondere perchè non è il campo che prediligo.

avatarsenior
inviato il 02 Gennaio 2018 ore 8:39

E' tutto il resto della fotografia che manca all'appello. Quel resto che include:
- le foto uniche di un evento il cui contesto non è certificato. Se non sono affidabili nel documentare, sono ancora foto?
- quelle prodotte allo scopo di "manipolare, interpretare o impressionare", in altri termini quelle che potresti appendere al muro di casa senza metterci la spiegazione sotto.

Certo che è ancora fotografia, altrimenti dovrei ripudiare i personaggi come A. Adams che sono quelli che mi hanno fatto avvicinare alla fotografia negli anni '70. E sono perfettamente d'accordo sui tuoi ultimi interventi; quello che volevo evidenziare è il fatto che per come siamo bombardati da immagini al giorno d'oggi, nel 90% dei casi mancano gli elementi (chiavi di lettura, contesto o comunque li si voglia chiamare) che permettano all'osservatore di inquadrare correttamente ciò che sta osservando.
Ormai non basta più parlare di fotografia solo negli ambienti "colti" delle mostre ad hoc e degli eventi dedicati, perché la fotografia è uscita in modo dirompente da quegli ambienti, ma lo ha fatto senza portarsene appresso i codici interpretativi; è vero che al momento risulta impossibile "educare" il pubblico di massa, ma questo non significa che non si debba cercare una strada per farlo. E una strada credo che sia quella indicata da queste parole:

Odio le immagini che rimangono così come la macchina le vede. Riprendere un soggetto senza però modificare niente è come aver sprecato tempo.
Mario Giacomelli


Non mi riferisco tanto alla linea di pensiero, peraltro condivisibile, ma al fatto che Giacomelli dice "io", ne parla in prima persona, ci avverte che "lui" intende la fotografia in quel modo, non che tutta la fotografia sia quella, esattamente come faceva Adams quando mostrava due o più differenti "interpretazioni" di quel medesimo negativo per poi dire "ho scelto questo" (due diversi modi per esplicitare che "la MIA fotografia è così"), mentre i personaggi come McCurry questo non lo hanno fatto, adagiandosi sull'idea che "la fotografia", in senso generale, non sia la realtà, una posizione altrettanto ambigua di quella di voler considerare la fotografia "sempre" un documento anziché mettere l'accento sul fatto che a deciderlo è il fotografo. Non ne faccio necessariamente una colpa da imputare a McCurry, lui si è solo mosso per come si muove il mondo della fotografia "oggi"; forse è solo una questione generazionale: Giacomelli apparteneva ad una generazione che si metteva in gioco in prima persona anche nelle situazioni più banali e apparentemente scontate, mentre oggi si tende a dare per scontate anche le situazioni più complesse.

avatarsenior
inviato il 02 Gennaio 2018 ore 8:42

Purtroppo, se l'immagine è "già vista", non emerge.
...dipende anche dal soggetto e da come viene ripreso.
Poi alla fine, per me può andar bene tutto!
Anche i ritratti (non fotografici) di Pietro Annigoni, non sono strettamente realistici, ma il gioco di luci e di contrasti che utilizza nella sua tecnica è potentemente attrattivo.
La domanda invece che mi pongo è: Perché c'è tanta diversità di strumentazione in giro se alla fine basta una entry level con obiettivo standard, per costruire opere "fotografiche" con i software?Confuso

avatarsenior
inviato il 02 Gennaio 2018 ore 8:47

La domanda invece che mi pongo è: Perché c'è tanta diversità di strumentazione in giro se alla fine basta una entry level con obiettivo standard, per costruire opere "fotografiche" con i software?

Se la costruzione non è ex novo e ti limiti ad utilizzare i dati già presenti in quello scatto hai voglia a ottenere gli stessi risultati Sorriso
Esattamente come se A. Adams avesse usato una reflex al posto del banco ottico

avatarsupporter
inviato il 02 Gennaio 2018 ore 8:53

@Daniele Ferrari
Purtroppo il passaggio da "io" a "tutti" (a morte) è quello che ha fatto casino. Altrimenti avremmo perso molto meno tempo.
Anche secondo me è una questione generazionale, anzi direi tecnico generazionale, nel senso che è influenzata di pari passo dal gusto e dalle potenzialità tecniche. Ma tant'è.

Perché c'è tanta diversità di strumentazione in giro se alla fine basta una entry level con obiettivo standard, per costruire opere "fotografiche" con i software

Bella domanda. La risposta per me è che non basta una entry level. C'è purtroppo l'errata convinzione che il post processing possa prescindere da una buona foto, fatta con le tecniche dei bravi fotografi, con un risultato ad alta risoluzione, a fuoco, bene esposto eccetera. La post produzione è come se si muovesse in una dimensione diversa. Può anche non intervenire sull'originale.
Sono rari i casi in cui viene un capovaloro da una foto fatta col cellulare. Ci sono ragazzi che ci riescono e li ammiro. In generale, invece, servono una o più buone foto altrimenti non vai da nessuna parte.
Anzi, credo che sia questo che fa infuriare i fotografi che documentano: il fatto che chi post produce sappia anche fare le foto, creando così un gap profondo con chi non sa o non vuole o non può post produrre.

Inoltre, sappiamo tutti che non c'è una correlazione così diretta tra attrezzatura e qualità dei risultati. Ci sono tanti fotocameraamatori, così come ci sono i collezionisti di auto che le comprano e le tengono in garage. Ognuno è libero di fare quello che vuole con i suoi soldi. ;-)

EDIT: ho letto solo ora il post precedente di Daniele e concordo. (se la costruzione è ex novo, non è post produzione di foto, ma computer grafica. Qui però non stiamo considerando casi in cui si possa fare a meno della ripresa di una foto).

avatarsenior
inviato il 02 Gennaio 2018 ore 9:49

Non mi riferisco tanto alla linea di pensiero, peraltro condivisibile, ma al fatto che Giacomelli dice "io", ne parla in prima persona, ci avverte che "lui" intende la fotografia in quel modo, non che tutta la fotografia sia quella


Appunto, parlando di fotografia la parola magica è... dipende... quello che si può far dipende dall'ambito il mezzo che ci serve per farlo dipende dalle necessità tecniche del lavoro che abbiamo scelto di fare e o dal linguaggio che abbiamo scelto di usare, se siamo qui ad affrontare ancora una volta certe tematiche è perchè c'è chi invece vuole imporre una sola verità e chi per scarsa conoscenza o solo perchè nei social un appoggio ad un amico non lo si nega mai anche se sta sostenendo l'insostenibile gli fa sponda;-)

Cito ancora Smagiassi

La fotografia ha bisogno di spiegazioni? Dipende. Di quale tipo, genere, pratica della fotografia parli? A cosa serve la fotografia su cui mi chiedi un giudizio? A chi è destinata?

La fotografia è arte? Dipende. Stai parlando di una certa singola fotografia o della fotografia in generale? Che cosa è per te arte? Chi decide quando una certa fotografia è arte?

Oggi si fanno troppe fotografie? Dipende. Troppe rispetto a cosa? Alla capienza di un contenitore, e quale? Alla tua capacità di vederle tutte? Una volta erano poche, o giuste? Quando erano giuste? E perché lo erano?

La fotografia mente? Dipende. Mente rispetto a quale verità? A quale realtà? Quanti modi di mentire ci sono? Quanti scopi per mentire ci sono? Tutte le menzogne sono uguali? Tutte sono condannabili?


Per il resto come ho detto in passato la fotografia resta legata almantenimento del legame con un referente reale.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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