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Come si legge nel link messo da Maltsev, al progetto Viaggio in Italia colloborò anche lo scrittore Gianni Celati: it.wikipedia.org/wiki/Gianni_Celati
Di lui ho letto, decenni fa, una raccolta di racconti (non sono sicuro del titolo, potrebbe essere Narratori delle pianure , devo vedere se riesco a rintracciarlo su qualche scaffale) e il diario di viaggio Verso la foce : it.wikipedia.org/wiki/Verso_la_foce www.sololibri.net/Verso-la-foce-di-Gianni-Celati.html Ricordo di averlo letto nell'89, quando era appena stato pubblicato. Impressionante e non casuale (visto che Ghirri era presente in quei viaggi) le affinità tra i luoghi descritti da Celati (soprattutto per come sono descritti) e le gli scatti di Ghirri, fatti appunto in quei posti. Mi sento di consigliarlo a chiunque ami la fotografia di Ghirri.
Boh sarò l'unico a cui non piacciono, il mondo è bello perché è vario. Le prime tre postate da zentropa proprio non mi dicono nulla. Non capisco come il pensiero o l'umore dell'autore al momento dello scatto possa influenzare il mio giudizio sulla foto che vedo.
sentir parlare così di fontana mi fa male. mi spiace davvero che non venga colta la straordinaria bellezza della simmetria,dei colori,della semplicità,vorrei tanto poter avvicinarmi ad 1/1000 della sua bravura e della sua visione delle cose.
Si ma ripeto la mia opinione ha poca valenza, ognuno ha i suoi gusti, evidentemente è un artista apprezzato da molti. A me fa impazzire il Signore degli anelli, a altri fa schifo.
non si tratta solo di gusti,si tratta anche di comprendere l'incredibile lavoro dietro ad ogni scatto. può non piacere ma dire "Fontana fa cagare" è una cosa che mi rattrista da matti,si tratta pur sempre di un visionario prestato alla fotografia,facile vedere adesso un suo dipinto,per me sono dipinti le sue immagini,e dire"beh,che ci vuole"...provate a unire 3 elementi in croce e tirare fuori un quadro,riconosciuto nel mondo.
insomma, un minimo di rispetto per chi ha portato il proprio lavoro ai massimi livelli, credo ci voglia.
@Alle79: Quando ho chiesto di aiutarmi a farmelo apprezzare, non intendevo farmelo piacere a tutti i costi, ma farmi capire il codice comunicativo dietro ai suoi scatti. Come detto in più parti di questo post, non parliamo di un fotografo "facile" che farebbe migliaia di followers su Flickr, ma di un artista che utilizza la fotografia in maniera non sempre convenzionale per raccontare delle storie. Riguardo Fontana, di cui proprio ora sto leggendo il libro "Fotografia creativa", lo adoro ma penso sia decisamente più semplice da comprendere ed apprezzare, anche perché utilizza composizione e colori come cifra stilistica, quindi può riscuotere l'apprezzamento anche di "non addetti ai lavori". Ho inserito nella lista dei miei prossimi acquisti il libro di Ghirri
Forse il post iniziale era un po' azzardato (diciamo immediato... ) tuttavia ne è uscita una bella discussione che personalmente mi ha suggerito molti spunti di approfondimento interessanti pur avendo già letto tanto su questo fondamentale autore.
Luigi Ghirri ci sorprende ogni volta. Nella sua frustrazione di intellettuale vero affermava "Mi capiranno tra vent'anni". Oltre che genio fu profeta. Ma un po' si sbaglio', tanti non lo capiranno mai.
Altro che emozioni! Le sue fotografie trasmettono sentimenti, e coscienza. Prima ancora che una conoscenza estrema e smisurata della cultura dell'immagine in se, fino alla semiotica. "Lezioni di fotografia" già più volte citato è un'opera fondamentale per la comprensione della fotografia, prima ancora che dell'autore.
Questa discussione è interessante anche perché mette in evidenza come nel forum ci siano due livelli di utilizzo, dei quali uno è davvero volto all'approfondimento ed alla diffusione della cultura fotografica. Un po' come in un FotoClub virtuale. Bello! Grazie ai molti!
Volevo solo riprendere un paio di immagini postate qualche pagina fa per mostrare una cosa:
forse le analogie sono casuali, ma io non credo, non dico che queste opere hanno ispirato le foto, ma comunque che un certo richiamo all'arte del periodo ci fosse credo sia innegabile
“ La critica senza cultura resta fine a se stessa e non da valore aggiunto. Penso che il vero significato dei forum sia condividere la conoscenza non ostentare l'ignoranza. „
Innanzitutto vorrei complimentarmi con (quasi) tutti i partecipanti alla discussione. Leggendola, mi sono arricchito ed è cosa che merita la mia gratitudine e che fa onore, per una volta, al forum. Al di là dei meriti artistici di Ghirri, la questione che si sta faticosamente dipanando mi pare, semplificando all'estremo, essere quella che vede contrapposti i sostenitori della tesi secondo la quale se un'opera non comunica con immediatezza, allora essa è perlomeno incompleta (fino a giungere a giudizi perentori ed escatologici che non ripeto) con coloro i quali replicano invece che senza strumenti culturali adeguati (e quindi senza studio e fatica) non ci si può permettere di dare giudizi. Ora, io mi considero il principe degli ignoranti, poiché sono cosciente del fatto che ciò che non so è enormemente maggiore della miseria delle ben poche cose che so. Forse anche per questo, ho maturato l'idea, certo non originale, che l'ignoranza non possa costituire ostacolo all'espressione di un giudizio personale, basato su ciò che immediatamente, oserei dire istintivamente, un'opera comunica anche a chi non abbia gli strumenti per comprenderla a fondo. Giudizio, lo sottolineo, personale. Soggettivo. Non assoluto. Da qualche tempo ormai, di fronte ad opere che non mi colpiscono, ho smesso di dire "non mi piace", preferendo "non riesco a comprenderla". Vero che questo ragionamento può portare a un eccesso di relativismo, ma trovo questo rischio preferibile all'arroganza dell'ignoranza e ai suoi rischi, così bene sintetizzati nei passi di Amiel, citati da Matteo Fiorilli (grazie!).
Inoltre, penso che per qualunque forma di espressione umana (artistica o meno che sia), possano coesistere diversi livelli di comprensione. Faccio un esempio banale: se guardo il film della Disney "Fantasia" con mia figlia di 9 anni, entrambi al termine ne diamo un giudizio positivo. Ma le motivazioni sottese a quel giudizio, sono molto diverse per me e per lei, figlie dei diversi gradi di esperienza, di vissuto e di cultura. Amo Ghirri e le sue immagini, da diverso tempo. L'ho amato al primo sguardo, quando ignoravo tutto di lui e della sua storia, semplicemente per un'affinità di sentimento (livello di comprensione immediato e "istintivo") che mi porta a preferire il vuoto al pieno, il non detto all'urlato, la nebbia al colore e così via. Poi l'ho approfondito, studiato, ho letto lui e su di lui e ho trovato conferme più intellettuali a quanto il mio istinto aveva colto nell'immediato.
Ben ci sta a mio parere che chi ha corde sentimentali differenti, al cospetto delle sue opere rimanga indifferente, se non interdetto. Ma se uno guarda all'opera nel suo insieme e non a singoli scatti (lui non vendeva le foto nei siti di micro-stock. Le sue opere sono pensate per essere messe in relazione le une con le altre), difficilmente può non notare una coerenza, un progetto, un'idea. Che possono benissimo non essere condivisi e persino non piacere. Ma che, al più, dovrebbero portare a un "non mi piace" ("non lo capisco") e non a giudizi offensivi per l'autore e anche, se me lo si consente, per chi quell'autore lo apprezza.
Grazie ancora a tutti gli intervenuti e in particolare ai tanti (che non cito singolarmente per timore di scordare qualcuno) che hanno postato contributi esterni di grande interesse.
Io consiglio, per chi volesse, di guardare anche questo documentario sulla vita di Ghirri.
user35763
inviato il 18 Agosto 2016 ore 12:53
@Sub74
“ ....quella che vede contrapposti i sostenitori della tesi secondo la quale se un'opera non comunica con immediatezza, allora essa è perlomeno incompleta (fino a giungere a giudizi perentori ed escatologici che non ripeto) con coloro i quali replicano invece che senza strumenti culturali adeguati... „
C'è una prima veloce impressione che si nutre di quella spettacolarizzazione visiva del"potevamo stupirvi con effetti speciali..." dello spot telefunken che fu';
e c'e' una lettura dell'immagine che si prende tempo,molto tempo e introspezione,
non è mai soltanto una questione di bagagli culturali,è che un opera andrebbe assaporata(assimilata e fatta propia in un interiorizzazione necessaria)lentamente,con pazienza,senza distrazioni, con tutto il tempo che ci vuole. Farci il gusto come con il buon vino. La durata del piacere profondo che ci procura un opera si potrebbe dire che è inversamente proprzionale al suo impatto superficiale e immediato.
Questa lenta e "meditata" lettura richiederebbe la stampa originale con la sua materialita', nel suo miglior contesto espositivo,nella giusta luce e giusta distanza d'osservazione,oltre che tempo-ripeto- per una profonda riflessione visiva.
Quindi non è la cultura che abbisogna ma una corretta modalita' di fruizione.
Lo schermo web non aiuta in cio'.
user35763
inviato il 18 Agosto 2016 ore 13:19
Sono sicuro che quelle foto di Fontana(ma vale per tutta la fotografia in genere) che qui' sembrano banalizzarsi nel mucchio selvaggio e omologante di una fruizione da schermo digitale in un nient'altro che... viste in galleria nella loro dimensione,luce,potenza visiva e MATERIALITA' farebbero cambiare idea a molti scettici anche se culturalmente digiuni
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