| inviato il 01 Settembre 2016 ore 13:03
Io sono profondamente ottimista: quando un linguaggio viene "omologato" vuol dire che adesso tantissime persone riescono a fare ciò che era pertinenza soltanto di pochissimi. Ci saranno sicuramente altri pochissimi che sapranno inventare qualcosa che poi diventerà anch'essa di dominio pubblico. Per me si chiama crescita collettiva. Che poi ci si speculi sopra commercialmente purtroppo è il lato oscuro della medaglia: il concetto viene sminuito affinchè sia accessibile non solo ai tantissimi che adesso possono esprimersi, ma a tutti, proprio tutti, convincendoli che nn bisogna essere esperti per far qualcosa. Un piccolo prezzo da pagare perchè un linguaggi sia accessibile a un numer sempre più elevato di persone. |
| inviato il 01 Settembre 2016 ore 15:17
L'intervento di Biagio mi sembra assai attento. Aggiungerei che la rivoluzione industriale degli ultimi 30 anni oramai è già bella che finita....ma molti non se ne sono accorti. La fotografia è stata reinventata...ma anche qui molti non se ne sono accorti oppure hanno iniziato da poco. Che la fotografia sia oramai accessibile alle masse io lo vedo come qualcosa di positivo, oggi tutti hanno scoperto e praticano fotografia, bene, male, benissimo o malissimo non è importante. La fotografia è entrata nel linguaggio quotidiano, un tempo ci si ricordava che esisteva il fotografo quando ci si doveva sposare. Molti anni fa cristallizzare un ricordo su una foto era un lusso oggi lo possono fare tutti. Sarò ottimista anche io? Sicuramente e faccio fatica a vedere alcune posizioni un po decadenti e anche radical chic. Prima si vuole far crescere il popolo, poi quando questo è cresciuto ad alcuni inizia a dare fastidio. Io amo da sempre la fotografia ma non ne sono geloso...forse perché per me è un gioco, non ci lavoro e non ricerco in essa la realizzazione del mio lato artistico che probabilmente non ho e basta, altrimenti facevo l'artista. Più che vedere il fotografo fare ora una nuova rivoluzione artistica grazie all'abbondanza dei mezzi o a causa dell'abbondanza dei mezzi, io vedo in precario equilibrio il ruolo del fotografo professionista in futuro. Si trasformerà in qualcosa di diverso? Non scordiamoci che in passato il fotografo ritrattista fece le scarpe al pittore ritrattista, nonché i ritratti furono alla portata di molta più gente e non solo per i nobili e le loro corti. |
| inviato il 01 Settembre 2016 ore 16:00
Ogni utente della fotografia prova a ottenere risultati migliori. Ci sono direzioni di crescita basate sul progresso e basate sull'emancipazione culturale e altre basate su suggestioni pubblicitarie, commerciali. Che poi la storia sia piena dicambiamenti anche radicali del lavoro e dei lavoratori, questo e' nello stato delle cose. Internet e' un mondo in cui il furto di immagini ma anche di parole e di musica e' capillare e quotidiano. Molte fotografie di questo e di altri siti viene utilizzata all'insaputa dei fotografi che le hanno prodotte. |
user5652 | inviato il 01 Settembre 2016 ore 16:04
“ Più che vedere il fotografo fare ora una nuova rivoluzione artistica grazie all'abbondanza dei mezzi o a causa dell'abbondanza dei mezzi, io vedo in precario equilibrio il ruolo del fotografo professionista in futuro. Si trasformerà in qualcosa di diverso? Non scordiamoci che in passato il fotografo ritrattista fece le scarpe al pittore ritrattista, nonché i ritratti furono alla portata di molta più gente e non solo per i nobili e le loro corti. „ Complimenti per l'intervento ed in particolare per la conclusione. Altro che precario equilibrio, se ben ricordo, dal 2000 al 2008 gli studi fotografici che in Italia cessarono la loro attività furono il 55% Sarebbe interessante sapere cosa è successo negli ultimi otto anni. |
| inviato il 01 Settembre 2016 ore 16:17
Questo numero del 55% da quale fonte proviene? |
user5652 | inviato il 01 Settembre 2016 ore 16:22
CERVED |
user5652 | inviato il 01 Settembre 2016 ore 16:33
La graduale scomparsa di sviluppo e stampa, importante fonte di reddito per la maggior parte di loro, insieme alle conseguenze del divario digitale, hanno eliminato oltre la metà degli studi fotografici. Come dicevo in precedenza, per la maggior parte di loro, più che una rivoluzione è stato uno tsunami. |
| inviato il 01 Settembre 2016 ore 17:09
@Photogero Chi lo faceva avendo fatto la gavetta ed aveva negli anni faticosamente costruito qualcosa su basi concrete, fatte di tanto studio ricerca,debiti e pratica ha vissuto veramente uno Tsunami, ho amici che sopravvivono a stento. Il fotografo oramai sta al livello del calzolaio, tipo i temi che mi davano da fare a scuola alle elementari, "i mestieri al tramonto". Inoltre alla chiusura degli "studi di una volta" si sono presentati sul mercato gli opportunisti dell'ultimo minuto, il mondo dei matrimonialisti ne è pieno, anzi oramai sono la maggioranza. Già la disponibilità delle stampatrici automatiche presso gli studi stava iniziando a rivoluzionare mercato e settore, infatti io quando ero all'università facevo per guadagnare qualcosa il fotografo inventato per le scuole e le loro foto di gruppo. Il discorso, secondo me andrebbe ricollocato nel contesto dell'espressione artistica attraverso l'immagine, dalla tela pittorica a quello che sarà |
| inviato il 01 Settembre 2016 ore 17:27
@Claudio Cortesi Quote Internet e' un mondo in cui il furto di immagini ma anche di parole e di musica e' capillare e quotidiano. Molte fotografie di questo e di altri siti viene utilizzata all'insaputa dei fotografi che le hanno prodotte. Unquote Claudio per evitare ciò basta evitare di mettere le proprie foto in Internet, molti fotografi non lo fanno in quanto ritengano ci siano buoni motivi per non farlo altri magari lo fanno per altri motivi. Se si è gelosi delle proprie for basta evitare di metterle in piazza. O basta metterle in un formato non utilizzabile su scala commerciale. Poi se ti fregano la foto per utilizzarla sul website X, gli scrivi chiedendo di levarla, ne vai fiero o se hai soldi e tempo gli fai scrivere dall'avvocato. Quei pochi che ci lavorano non hanno bisogno di tale mezzo o lo usano prendendo le loro precauzioni. Per gli amatori è diverso, qualche foto mia l'ho trovata in giro riutilizzata....io come dicevo con la fotografia ci gioco e quindi me ne frego, l'amato re che pensa di essere artista non le posta e fa le mostre a fronte di un ulteriore esborso economico. Internet secondo me invece è una macchina importante per essere visibili che da la possibilità a tutti di fare una mostra del proprio operato. In altri tempi per farti notare andavi a leccare il posteriore di fotografi affermati? Che in Italia sono sempre quelli da 40 anni? E che sono gli stessi che oggi vomitano sui social dicendo che quella non è fotografia e solo loro fanno fotografia? Io pubblico perché come già detto, per me è gioco, né arte né business. |
user5652 | inviato il 01 Settembre 2016 ore 18:15
“ Il fotografo oramai sta al livello del calzolaio, tipo i temi che mi davano da fare a scuola alle elementari, "i mestieri al tramonto". „ Hai reso perfettamente l'idea! Purtroppo, i meno giovani che non hanno saputo convertirsi al digitale, sono già stati spazzati via. Per i sopravvissuti non va molto meglio, risentono di una concorrenza agguerrita e troppo spesso sleale. In molti casi per accaparrarsi un lavoro prestigioso sono disposti a lavorare gratis, rimettendoci pure le spese, e non parlo solo degli esordienti ma anche di professionisti già affermati. E' bene ricordare che il mondo dei fotografi professionisti è formato soprattutto da autodidatti, sono pochissimi coloro che hanno ricevuto una vera e propria formazione artistica. Infatti, questi ultimi si riconoscono facilmente. Dieci anni di studi artistici lasciano un segno più tangibile, rispetto a qualche libro o rivista sfogliati frettolosamente. Dopo la selezione naturale degli ultimi 15 anni, chissà come sarà il profilo del fotografo professionista fra 20 anni? Gli esperti come vedono il futuro dei fotografi Pro? |
user5652 | inviato il 03 Settembre 2016 ore 10:27
“ Io amo da sempre la fotografia ma non ne sono geloso...forse perché per me è un gioco, non ci lavoro e non ricerco in essa la realizzazione del mio lato artistico che probabilmente non ho e basta, altrimenti facevo l'artista. „ Troppo bella! |
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